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Autore: KillerQueen    29/12/2008    4 recensioni
Naruto, Sasuke, Sakura, Kakashi, Gai, Ino, Grace, Iruka, Valerie: apparentemente questi nomi non hanno molto in comune, ma i loro piani per festeggiare il natale verranno sconvolti da una tormenta di neve.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Kakashi Hatake era impaziente di lasciare l’edificio: chiunque avesse avuto l’idea di tenere l’ultimo consiglio docenti la vigilia di natale avrebbe fatto meglio a nascondersi. In quella fredda stanzina al secondo piano, tutti, nonostante il riscaldamento al massimo, sembravano aver patito il freddo, a parte la docente di filosofia, che nessuno aveva mai visto con una maglia a maniche lunghe.

La neve scendeva pesante, come in un natale da cartolina, ma Kakashi odiava tutto quel bianco ovunque, proprio per la festività che rappresentava. Il natale si trascorreva con la famiglia, ma lui non aveva parenti chiassosi da invitare a casa, parenti con figli altrettanto chiassosi, che corrono per la casa urlando e rompendo preziosi soprammobili. Kakashi non avrebbe desiderato tutto ciò, ma odiava comunque l’idea di passare la serata cucinando gli avanzi della cena del giorno prima, spaparanzato sul divano leggendo uno dei suoi libri preferiti: in un giorno qualsiasi tutto ciò avrebbe rappresentato il paradiso per il giovane insegnante, ma non in quel giorno.

Gli altri insegnanti erano usciti il prima possibile, poiché la nevicata si stava trasformando sempre di più una tormenta di neve, e tutti erano impazienti di tornare dai loro cari. Lui aveva sistemato le ultime cose, preso le verifiche da correggere, ma con calma. Che fretta c’era?

I genitori di Ino l’avevano lasciata tutto il pomeriggio con la donna delle pulizie: mentre i signori Yamanaka compravano gli ultimi regali di natale, la signora Grace gironzolava per la casa pulendo pavimenti e spolverando soprammobili e la giovane signorina Yamanaka aveva messo a soqquadro il suo fornitissimo guardaroba, lasciando nel frattempo lo stereo acceso al massimo: in quella casa erano soliti festeggiare la mattina del 25, non la sera del 24. Infatti, quella sera, aveva organizzato un pigiama party con le amiche, ma, essendo lei l’organizzatrice della festa, ci teneva a essere la più bella di tutte.

Tre ragazzi erano seduti su un grosso divano blu notte, fissando lo schermo della televisione con aria piuttosto assente e annoiata, mentre la voce del presentatore del quiz urlava alla concorrente, una signora di mezza età dallo sguardo vispo e i capelli di un colore quasi tendente al viola, “risposta esatta! Ha vinto il primo premio, non è forse un bel modo per festeggiare il natale?”.

Già, sarebbe stato un bel modo, ma i tre ragazzi avevano passato il ventiquattro dicembre immersi in libri di letteratura e fogli bianchi da riempire, perché dovevano finire una ricerca di letteratura per scuola, perdipiù senza concludere niente.

I loro nomi erano Naruto Uzumaki, Sakura Haruno e Sasuke Uchiha.

Sakura afferrò il telecomando, ma, prima che potesse schiacciare il tasto “off”, Naruto Uzumaki, un suo compagno di scuola nonché compagno del gruppo per la ricerca, ordinò: “Non spegnere! Ora ci dovrebbe essere affari tuoi, lo guardiamo?”

Sakura, una volta tanto, non contraddisse l’amico: perfino a una secchiona come lei era passata la voglia di studiare.

“Io vado, Iruka, buone feste”, mormorò Kakashi lasciando l’edificio immerso in vari strati di felpe, maglie e cappotti.

“Buone feste anche a te” Mormorò Iruka. Capiva bene la visibile poca voglia di festeggiare del collega: la condivideva perfettamente. I suoi genitori erano morti, e non aveva zii: che senso aveva tornare a casa?

Suppose di essere rimasto ormai da solo nell’edificio.

Ma si sbagliava. Un volto fin troppo noto entrò nella stanza stupendosi della presenza di Iruka, essendo entrata solo per spegnere la luce accesa, credendo che qualcuno l’avesse dimenticata: costei era Valerie Thunderstorm.

Valerie era nuova dell’ambiente, si era laureata da poco ed insegnava filosofia. Era una persona buona con chi le era simpatico, anche se spesso faceva battute non troppo gradite sugli altri. Era impossibile non notarla a causa dei colori più che vivaci dei suoi indumenti.

“Oh, salve Iruka”, mormorò spostando lo sguardo prima sull’interruttore della luce, poi sul pavimento, e poi ancora sull’orologio, ma senza guardare il collega negli occhi.

Iruka credeva che Valerie lo odiasse: era forse l’unica persona nella Leaf school che lei sembrava evitare come la peste. Ed era probabilmente questo ad averlo fatto innamorare di Valerie.

Ora aveva a disposizione l’ultima occasione prima della fine dell’anno. “Valerie, ho un regalo per te!” Esclamò mentre Valerie stava per lasciare l’aula, in fretta, ansiosa di tornare dalla famiglia numerosa di cui parlava sempre.

“Interrompiamo il programma affari tuoi con un annuncio importante:”, spiegò una donna il cui volto sostituì quello del conduttore del programma tanto amato da Naruto, “Una tormenta di neve sta imperversando sulla città, sconsigliamo caldamente a tutti di uscire di casa”.

“Non importa, io devo tornare a casa!” esclamò Sasuke, sforzandosi di mostrarsi impassibile, ma lasciando trapelare una certa inquietudine.

“E’ meglio di no, rimani qui.” ordinò Sakura, spinta dalla preoccupazione.

“Io rimango volentieri!” si intromise Naruto senza però essere contraddetto, dato che nessuno lo ascoltò.

“Che sarà mai un po’ di neve?” esclamò sicuro di se Sasuke.

“Ma si, lascialo andare, Sakura!”, consigliò Naruto, felice dell’occasione presentatagli di restare da solo con la sua amata compagna di scuola.

Un po’ di neve?” ripetè Sakura quasi urlando. “Guarda fuori, Sasuke, è una tormenta! Tu devi restare qui.”

Ma, nonostante gli ordini dell’amica, Sasuke indossò cappotto e guanti, deciso a uscire di casa. “Non posso, non sta sera, c’è qualcosa che devo fare.”

La tormenta si stava rivelando più ardua da affrontare del previsto per Kakashi. Una volta tanto la televisione non esagera, pensò lui sentendo la voce del presentatore del telegiornale da una vetrina di un negozio di elettronica. Infatti lui faticava a vedere oltre al suo naso, e aveva i pantaloni zuppi, per non parlare poi delle scarpe.

Vide un portone illuminato e qualcuno che stava entrando, decise di entrare e restare dentro fino a quando la tormenta non fosse finita. “Non chiuda la porta!” ordinò alla sagoma dai contorni resi poco nitidi dalla neve. L’altro parve sentire, e lui poté entrare. Kakashi appoggiò la schiena al muro, togliendosi i guanti ormai zuppi. Lo sconosciuto lo stava fissando, ma lui era troppo concentrato sui propri indumenti intrisi di acqua.

“Kakashi, tu qui? Che diavolo ci fai?”

Ino era fuori di se: anche la terza invitata al pigiama party, ovvero l’ultima, aveva chiamato per far sapere che non sarebbe venuta a causa della tormenta. Inoltre, i suoi avevano chiamato nel pomeriggio per comunicare che avrebbero cenato al ristorante, perché tanto “Ino era in compagnia”.

“Io vado, signorina Ino!” Annunciò Grace, la donna delle pulizie, che in realtà era poco più grande di Ino.

A Ino venne un lampo di genio. “Grace, c’è la tormenta, perché non rimani qui?”.

“Chiudi gli occhi” Ordinò Iruka prendendo un grosso pacco regalo da un armadio. Lo aveva lasciato li per settimane, aspettando il momento giusto per darlo a Valerie.

Valerie obbedì cercando di trattenere un sorriso. “Non aprire gli occhi fino a quando non avrai scartato il regalo” aggiunse inoltre, dando il pacco a Valerie, che cominciò a scartarlo alla cieca.

Aprì gli occhi ancora prima di aver tolto tutta la carta, e vide un oggetto tremendamente pacchiano: un vaso di plastica contenente una margherita di peluche con la faccia sorridente e il cappello da babbo natale che cantava auguri di buon natale. Già, molti l’avrebbero trovato un oggetto di cattivo gusto, ma non lei: era l’oggetto più bello che avesse mai visto.

“Kurenai mi ha detto che fai la collezione di margherite di peluche, e così…” Spiegò lui imbarazzato vedendo l’ indecifrabile espressione di Valerie.

“E’ BELLISSIMO!” Urlò Valerie cominciando a saltellare, perdendo quasi una scarpa. “E’ fantastico! Lo cercavo da mesi!”

“Buon natale, Valerie.” Mormorò Iruka rincuorato dalla reazione di Valerie.

“Ehi, sai che ho anche io un regalo per te?” Annunciò posando il regalo appena ricevuto sopra un banco vuoto. “Chiudi gli occhi!”

Iruka obbedì, curioso come non mai.

La gente guardava con perplessità, quel ragazzino, addirittura quasi con compassione: correva noncurante della neve, come un pazzo, rialzandosi ogni volta che cadeva: non aveva le scarpe adatte per affrontare delle strade così piene di neve.

Sasuke smise di correre solo una volta che scorse un edificio tristemente noto: la villa dove per molto tempo avevano vissuto gli Uchiha.

Naruto era felice di come si era evoluta la situazione: solo a casa con Sakura la vigilia di natale, poteva forse chiedere di meglio? Sakura, invece, fissava con aria assente il vuoto, la sua mente era con Sasuke. L’amico sembrò non accorgersene, o forse non volle accorgersene.

“Sakura, volevo dirti che…” Naruto quella volta era deciso a parlare, dopo dieci minuti che stavano in silenzio, ma lei lo interruppe.

“Povero Sasuke…” Mormorò Sakura tra se e se.

“Ehi, tutto bene?”

La ragazza si alzò di scatto dirigendosi verso l’attaccapanni nell’ingresso. “Io vado a cercare Sasuke.”

“Ma… Noi…”

Sakura zittì subito Naruto. “Non ora, ti prego. Mi dispiace, io amo Sasuke, e devo andare da lui. Non ho tempo per fingere di non capire che tu ci stai provando con me, e neppure per illuderti. Se vuoi puoi restare qui, non mi interessa.”

Sakura uscì mentre stava ancora indossando il cappotto.

Naruto sospirò, sconsolato, e cercò una penna.

“Mi passi i popcorn?”

Ino obbedì, scoppiando a ridere insieme a Grace. “Mi fa morire dal ridere questa scena! Ma davvero non hai mai visto Shrek?” Domandò perplessa.

“No, mai” bofonchiò Grace prendendo una manciata di popcorn dal sacchetto. “Ma cosa mi sono persa, Ino!”

Ino annuì. “Poi ti avverto, non andrai a casa fino a quando non avremo finito anche Shrek Terzo!”

La serata si era rivelata più divertente del previsto per le due ragazze.

Kakashi alzò lo sguardo: di fronte a lui stavano due enormi sopracciglia, e, qualche centimetro più in la, una persona. E quella persona era Gai Maito, docente di educazione fisica alla leaf school.

“Gai?”

“Non ci speravo, sono sincero! Ok, sapevo che avresti passato il natale da solo, ma pensavo che l’idea non ti allettasse…”

Kakashi non capiva di cosa stesse parlando l’altro. “Di cosa stai parlando?”

Gai non si scompose. “Del mio invito, di cos’altro se no? Quello di cui ti ho parlato per messaggio…”

La mano di Kakashi corse alla tasca interna del giubbotto: aveva un messaggio non letto inviatogli da Gai.

“Dai, su, vieni, tra un po’ arrivano gli altri!” Esclamò Gai trascinando Kakashi su per le scale. Intanto quest’ultimo stava leggendo il messaggio che diceva “Dato che non hai nessuno con cui passare il natale, che ne dici di venire da me? C’è la mia famiglia, saremo una ventina… E poi eravamo 50 a 50, no? Possiamo fare lo spareggio!”

Iruka sentì qualcosa di piacevolmente morbido premuto contro le proprie labbra. Aprì gli occhi, e vide i due grossi occhi azzurri di Valerie. La ragazza fece qualche passo indietro, studiando l’espressione dell’altro. Una cosa piuttosto caratteristica di Valerie erano le espressioni da cartone animato.

Iruka si sentì avvampare le guance, rimase zitto, incapace di proferir parola, aspettando che fosse lei a parlare.

Valerie sbuffò. “Lo sapevo, non ti è piaciuto. Beh, addio. Dopo la figuraccia che ho fatto credo che chiederò un trasferimento istantaneo.” Disse allacciandosi il cappotto e prendendo la borsa e il regalo di Iruka, appoggiati su un banco vuoto.

Idiota, non stare zitto. E’ la tua occasione per dirle ciò che provi. Parla, dì qualcosa!

Valerie aprì la porta senza guardare indietro.

“Ti amo!”

Ok, bravo stupido, hai detto la cosa sbagliata.

Valerie si fermò. Si voltò verso Iruka, mostrando gli occhi umidi di lacrime, e le guance rigate dal nero del mascara, e cominciò a camminare verso di lui. “Davvero?”

Aveva perso tutto. Era solo. Completamente solo. La sua mano carezzava le sbarre del grande cancello, erano gelide, ma non aveva paura di provare freddo.

Quanti giorni aveva passato li con la sua famiglia? Giorni felici, o di sicuro più felici di quello. Aveva sempre pensato che trovare Itachi e vederlo morire l’avrebbe fatto sentire meglio, fiero di se. Invece, il giorno che fu trovato e giustiziato per la strage commessa, la soddisfazione che Sasuke si aspettava non arrivò. Si sentì solo. Terribilmente solo.

Si aspettava quasi che Itachi arrivasse da un momento all’altro. Forse avrebbe sentito la sua voce, il rumore dei suoi passi. Ciò che turbò maggiormente Sasuke fu la consapevolezza di sperare che l’assassino dei suoi genitori tornasse.

Così non sarebbe più stato solo.

Si sedette vicino al cancello, rannicchiato nella neve. Stare così vicino a casa Uchiha lo faceva sentire meno lontano anche dalla sua famiglia.

Ci accorgiamo dell’importanza che qualcuno ha per noi solo quando quel qualcuno non c’è più…

Kakashi era quasi rintronato dalle urla dei parenti di Gai, e sentiva un intenso, disgustoso odore di cipolla. Il cuginetto di Gai continuava a ripetergli che voleva sfidarlo al suo nuovo videogioco, e una delle zie continuava a tempestarlo di domande, sospettando che suo nipote e lo sconosciuto non fossero solo colleghi o amici, bensì amanti.

Ma, nonostante tutto, era felice. Non credeva che passare il natale in famiglia, anche se la famiglia era di qualcun altro, fosse così piacevole.

Ciao, Sakura.

Non so quando leggerai queste righe, ma poco importa. Anche quando succederà, probabilmente la tua mente sarà ancora occupata da Sasuke. Ho capito che vedendoti ogni giorno, sentendo la tua voce, vedere il tuo volto… Non mi aiutano a non essere più innamorato di te.

Mio zio Jiraya mi ha chiesto di andare a vivere con lui, a qualche centinaio di chilometri da qui. Ho già chiesto il trasferimento, ma speravo che qualcosa qui mi desse una ragione per farmi cambiare idea.

Buffo, no? Sei stata l’unica persona davanti alla quale mi sono arreso.

Ti amo,

Naruto

“Sai qual è la cosa buffa?” Valerie interruppe il silenzio che aleggiava nella stanza con quell’insolita domanda.

Iruka aveva cominciato a tremare dal freddo, era tentato di alzarsi e rivestirsi, ma decise di sopportare, stringendosi nel cappotto fucsia di Valerie che stavano usando come una specie di coperta. Considerando quanto era “infiammabile” Valerie, era meglio sopportare il freddo, piuttosto che un’eventuale scenata. “Cosa?” Si limitò a domandare, cercando di non battere i denti per il freddo, accarezzando la testa riccioluta di Valerie, appoggiata sul suo petto.

“Beh… Tanto per cominciare, quando da ragazzina immaginavo come sarebbe stato, non avrei mai risposto sopra una cattedra, di notte a scuola

Iruka inarcò entrambe le sopracciglia. “Eh?” Una caratteristica di Valerie era quella di fare discorsi che capiva solo lei, quando era immersa nei suoi pensieri.

“…Ma si… Quando ne parli con le amiche… Immagini come sarà…” Spiegò come se fosse la cosa più banale del mondo, senza però riuscire a nascondere un certo imbarazzo.

“Quando immagini come sarà cosa?”

Valerie sospirò, come faceva sempre prima di dire o fare qualcosa di importante. “La prima volta che…!” Valerie lasciò la frase in sospeso.

Iruka sorrise tra se e se, piacevolmente sorpreso da quella confessione. Dimenticò perfino il freddo. Quante volte aveva immaginato una scena del genere? Forse Babbo Natale esisteva davvero…

Quando finii di leggere, tenni gli occhi fissi sul foglio. Non avevo il coraggio di guardarlo in faccia, dannata timidezza. E dire che gli altri mi danno sempre della sfacciata… Con lui sono tutto tranne quello.

“Perché… Insomma, dato che è successo esattamente un anno fa… Pensavo che sarebbe stato un bel regalo. Sai che mi piace scrivere.”

Dopo quel tentativo di aprire bocca, mi sentii ancora più goffa. Deglutii. Alzai lo sguardo, era seduto sulla poltrona di fronte a me, e mi sorrideva, con i gomiti appoggiati alle gambe, il volto appoggiato ai palmi.

Quel sorriso mi rincuorò.

“E’… Fantastica! E’ il regalo più bello che mi sia mai stato fatto, Val.”

Io feci finta di essere offesa. “Più di quello dell’anno scorso? Allora devo scrivere proprio bene.”

Scoppiammo a ridere.

“Ti dirò, avevo anche pensato di aggiungere la… parte vietata ai minori di 18 anni, per renderlo più interessante…” Spiegai, fingendomi disinvolta. L’unico motivo per cui l’avevo fatto era che già era difficile dimenticare di essere timida, ma non avrei mai avuto il coraggio di leggere certe cose davanti a lui.

“No, no, è perfetta così! Ma…”

“Ma?” Lo interruppi io. Cosa non andava bene?

“Perché hai aggiunto le storie degli altri? Naruto, Kakashi eccetera…”

“Ho pensato che l’avresti trovata più… interessante.”

La mia bugia era palese. Lui non mentiva mai, e riusciva anche a riconoscere con una certa facilità le mie bugie maldestre.

Lo guardai in volto, notai che mi guardava con sospetto e non ebbi voglia di continuare la farsa. Non ero una brava bugiarda. Non con lui, se non altro. “L’ho mandato ad un concorso letterario.”

Lui rise. “Ti offendi se ti dico che immaginavo che ci fosse qualcosa sotto?”

Io sorrisi, sospirando. Ero così prevedibile?

Si alzò dalla poltrona porgendomi la mano. “Vieni in cucina, è pronta la cena!”

Io afferrai la sua mano e mi alzai, ma invece di farmi strada verso la cucina mi cinse i fianchi con le braccia. “Ti amo, Val.” Mi disse.

Era buffo come una frase che ormai sentivo svariate volte al giorno riuscisse a farmi sentire sempre come la prima volta che me lo disse.

Gli diedi un bacio sulle labbra. “Ti amo anch’io.” Dissi.

Poi ci dirigemmo verso la cucina.

“Comunque, giusto perché tu lo sappia, ho fatto delle accurate ricerche riguardo a come quelle persone passarono il natale!”

“Ah, Sasuke ti ha detto che è rimasto tutta la notte immerso nei suoi ricordi, Naruto ti ha detto di amare Sakura, e così via?” Domandò sarcastico. “Li hai dovuti torturare per estorcergli certe confessioni?”

Scossi la testa. “No, però… So che Sasuke è corso via da casa di Sakura, che lei lo ha rincorso e che la mattina dopo Naruto è partito per raggiungere suo zio… Ho solo… Interpretato a modo mio i fatti.”

“Hai fatto bene ad aggiungere le altre storielle, anzi, avresti potuto togliere la nostra.” Esclamò Iruka, e io non riuscii a capire se stava scherzando.

Mi limitai a guardarlo aggrottando le sopracciglia.

“Chi mai leggerebbe una storia con me come protagonista?” Disse.

Io scrollai le spalle lasciandomi sfuggire un mezzo sorriso. “Non si può mai dire, Iruka. Non si può mai dire.”

OK, ora voglio dare alcune spiegazioni riguardo alla storia U_U

Quando mi sono iscritta al concorso, non avevo idea di cosa scrivere. Come diceva Zola(mi pare fosse lui, non vorrei dire una cavolata) una volta che si hanno in mente gli elementi fondamentali, sono i personaggi stessi a creare la storia.

Certo, può capitare che mi venga un’idea riguardo a ciò che accadrà, ma non scrivo mai qualcosa sapendo già come finirà.

Ad ogni modo, ecco una breve spiegazione dei racconti.

Kakashi & Gai: Secondo me, molte persone si lamentano dei pranzi/cene in famiglia tipici del natale, ma la verità è che non ne potremmo fare a meno.

Ino: Questa è quella che mi piaceva meno. L’ho scritta di getto e non l’ho neppure riletta, oppure mi sarei potuta convincere a tagliarla! La verità che odio Ino, barbie viziata, ma credo che in fondo sia meno stupida e più profonda di quanto non sembri.

Naruto + Sakura: Secondo me Naruto e Sakura potrebbero mettersi insieme, nella serie, ma credo che lei prima o poi capirebbe di amare Sasuke. Mi dispiace per Naruto, forse è il personaggio a cui sono più simile, ma temo che con Sakura non abbia speranze. E, poi, volevo evitare il lieto fine sdolcinato in tutte le storie.

Sasuke: credo che in fondo non odi del tutto Itachi, se lui morisse credo che si sentirebbe all’incirca come nella mia storiella. Sono dell’idea che per quanto un membro della nostra famiglia possa farci male(intendendo parenti stretti), non possiamo comunque smettere di volergli bene.

Iruka + Valerie: Ah, i miei preferiti! Me li sono voluti tenere per ultimi. Intanto mi pare doveroso aprire una parentesi riguardo a Val. Lei è un personaggio che mi accompagna in ciò che scrivo da anni e anni, più o meno da quando… Ho cominciato a scrivere. Di carattere è molto simile a me… Anzi, è me(infatti io mi vesto con colori vistosi, sto a maniche corte quando gli altri hanno freddo con il maglione e… Se qualcuno mi regalasse una margherita con un cappello da Babbo Natale che canta, sarei la ragazza più felice del mondo!). Durante gli anni i cambiamenti della sua personalità sono sempre stati gli stessi che subivo io, e continuerà ad essere così. La sua presenza mi aiuta a immedesimarmi nelle storie che scrivo, perché lei agisce come credo che agirei io.

Fisicamente, lei non è la classica bellona: alta all’incirca un metro e mezzo, in carne(però ha anche molto seno, come la sottoscritta :P), capelli neri e ricci e occhi azzurro ghiaccio.

Comunque, spero di non aver dato troppa importanza a questa storia, rispetto alle altre…

Consigli e critiche costruttive sono ben accetti ^^

Spero che abbiate gradito, vi auguro un buon natale… Io, personalmente, sarei felice di passarlo bene quanto Valerie! :P

  
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