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Autore: Walter_Larini    29/04/2015    0 recensioni
A volte un dettaglio della tua infanzia, prima sfocato, si fa nitido, e acquista enorme importanza.
Un cancello, una musica, una storia..
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Genere: Avventura, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono troppo sconvolto per rispondere come si deve a quella stronza di Aden. Non riesco a smettere di osservare Luce –mia sorella- e il suo modo cosi semplice nell’essere simile a me. Il modo in cui osserva la luce filtrare fra gli alberi mentre gioca, la forma degli occhi, le sue scarpette rosa. Come, come ho fatto a dimenticarla, tutto questo tempo?
Mi scende una lacrima mentre gli occhi mi bruciano. È salata.
Guardo Aden con una rabbia che mai avrei pensato di poter provare.
“Cosa le hai fatto?” dico, mentre la mia voce sfrigola nello sforza di mantenere la calma.
Aden non dice nulla, fa solo un cenno verso mia sorella, come per dire “guarda”.
Mi volto e osservo la scena.
Il piccolo-me è contro un albero, sta contando con la faccia rivolta verso la corteccia.
-Uno....due....tre...-
Luce mi guarda e ride, poi corre ancora di più verso il fondo del giardino, verso la casa.
La seguo, con Aden che resta alla mia destra.
La osservo scoprire e prendere atto dell’esistenza della casa, nella stesse condizioni in cui l’ho trovata io. Il tempo che ci mette a scoprire e digerire qualcosa è spettacolare, lontanissimo da me, che sarei fuggito a gambe levate da un edificio così tetro. È la più forte fra i due.
La porta della casa non è sbarrata però, anzi, è socchiusa. Luce fa due più due.
Si avvicina alla porta della casa e la apre, poi entra. Subito dopo la porta si chiude di scatto.
Riesco a notare solo l’orologio argentato e una luce azzurra, poi più nulla.
Sotto, le campane iniziano a suonare quella melodia.
All’improvviso tutto si fa ovattato, e vedo e sento solo “pezzi” di storia. Sento la mia preoccupazione nel non trovare mia sorella, sento la paura nella voce di mio padre, mia madre che piange, il mio viso caldo di lacrime. “Dov’è Luce??Dov’è??”.

Silenzio. Tutto si ferma, come se avessi premuto il tasto pausa durante un film. La realtà è sfocata. Mi giro e vedo Aden seria. Mi scopro con le guance bagnate, ho pianto.

“Che le hai fatto?” chiedo. Non so nemmeno cosa provare. Rabbia, stupore, nostalgia, tristezza. Tutto si somma e da zero.
“Io ho bisogno di Tempo per vivere” mi risponde Aden, senza aria di scherno, “Tempo potenziale. Tua sorella ha una vita lunga, Marco, e tantissimo tempo a sua disposizione, la sto usando, cosi come da sempre uso giovani vite umane per continuare la mia esistenza. Ogni tanto sparisce un bambino, in una qualche parte del mondo. Sono io. Non ha nulla di speciale Luce, è una batteria, e si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato.”
Cerco di immaginarmelo, non ci riesco. Ma ho capito a cosa le serve.
“Come sta ora?L’hai uccisa per il suo tempo?”
Aden mi guarda severa
“Io non uccido nessuno. Lei ora vive qui, nello specchio, con me. Non mi ha mai visto, la tengo in una riproduzione del vostro mondo, nel quale può ottenere ciò che vuole semplicemente desiderandolo. É felice”.
Come può essere felice?
Come posso essere stato io felice fino ad ora, con una parte di me perduta per sempre?
Aden mi vede, come al solito capisce al volo cosa sto pensando, anche fra le lacrime.
“Non sentirti in colpa. Ti ho cancellato la memoria.”
A quelle parole alzo la testa e la guardo dritto negli occhi, che ora hanno perso il loro fascino e la loro carica ipnotica.
“Come?Quando?COME TI SEI PERMESSA!”Le urlo in faccia.
Sta per rispondermi ma la anticipo “PERCHÈ NON HAI PRESO ANCHE ME?!COME HAI OSATO ENTRARMI NELLA TESTA!!”
Aden muove una mano e mi alza verso l’alto, tappandomi la bocca in qualche modo. Sono sospeso a diversi metri da terra.
“TACI STUPIDO IMBECILLE!Non ti ho preso perchè la tua vita è BREVE!Sei destinato a morire fra 30 anni!Assorbire richiede energia, e con te sarebbe stato uno spreco!Luce invece, ha anni davanti a se, talmente tanti che non puoi nemmeno immaginare. Perchè ti ho cancellato la memoria?Perchè avresti continuato a venire a cercare tua sorella. Il taglio, sulla mano,  te l’ho fatto chiudendoti i cancelli in faccia dopo che tu e i tuoi genitori siete venuti per la millesima volta a cercarla. L’ho cancellata a tutti, ho avuto pietà di voi. Una debolezza che non avrò più.”
La guardo mentre cerco di divincolarmi dall’energia che mi tiene sospeso. Ora sono io a leggere il suo viso. Per qualche secondo vedo pietà e malinconia in quegli occhi cosi chiari. Ma sparisce subito dopo, rimpiazzata dall’ombra che ho visto nella stanza.
“Va bene, fammi scendere, sono calmo” le dico, tirando su con il naso e asciugandomi una lacrima.
Lei aspetta qualche secondo, poi mi fa planare delicatamente a terra.
“Ora so la verità, cosa vuoi da me?”
Mi guarda, con un sopracciglio alzato. Poi ride.
“Non voglio nulla da te. Mi ha stupito trovarti nella villa, dopo così tanti anni.”
“Perchè farmi vedere tutto questo allora?Mi hai già fatto dimenticare tutto una volta, perchè farmi ricordare per poi doverlo fare di nuovo?”
Si volta di scatto.
“Non uscirai mai più da qui, non ho bisogno di farti dimenticare nulla, non hai vie di fuga.”
Pugno nella pancia. “...mai più da qui..”
Intrappolato, per sempre. Mamma Claudia Papà Mamma Claudia Claudia.
Respiro. Mi riprendo dallo shock.
Le sue parole hanno un tono cosi severo e risoluto che non penso nemmeno a protestare. In che modo, poi?No, devo solo rimanere calmo, repirare e pensare.
“Ok, va bene. Ma voglio stare con mia sorella ora. Mi hai detto che vive in una riproduzione del nostro mondo no?Fammi vivere con lei.”
Ci pensa un po’ su, pensa che potrei crearle problemi forse, che non ha motivo di tenermi qui, di essere clemente nei miei confronti. Poi quel lampo di umanità, di nuovo. Chissà chi è stata.
“E sia.”
Luce azzurra, lascio il giardino come se mi trascinassero verso l’alto attaccato ad un filo. Vedo che il giardino non è altro che un luogo piccolo, delimitato da pareti che sembrano fatte di vetro. Un rettangolo, come un set di un film. Mano a mano che mi alzo, noto che il rettangolo fa parte di un quadrato, formato da altri “set” che non riesco a distinguere. Sono miliardi, più mi allontano più ne vedo.
É tutto il Tempo.
Sono al massimo dell’altezza ora, e posso distinguere bene la forma del Tempo.
Un labirinto quadrato, con all’interno altri quattro quadrati più piccol....
Intuizione. Mi tocco la tasca.
La chiave è ancora li.



   
 
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