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Autore: Eternal Rest    01/05/2015    1 recensioni
Erano passati tre giorni dal loro arrivo in quella deliziosa villetta, in mezzo alle colline e Lawrence avrebbe tanto voluto godersi l’aria fresca, assieme allo splendido paesaggio, ma proprio non ci riusciva.
Edgar l’aveva evitato per tutto il tempo, a malapena gli rivolgeva un saluto la mattina. Il ragazzo non riusciva a capire il comportamento dell’amico. Perché si comportava così?
Lawrence aveva portato pazienza abbastanza a lungo. Seduto al tavolo in salotto, pensava a un modo per trovarsi da solo con Edgar e parlargli, e porre fine a quella situazione, che gli faceva più male di quanto volesse ammettere.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Edgar Redmond, Lawrence Bluer
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Chiara,
che mi ha fatto scoprire questo splendido manga
e questa ancora più splendida ship. Buon Compleanno ♥





Lawrence stava riponendo le ultime cose in valigia, quando la voce di sua madre lo chiamò dal piano inferiore. -Arrivo, madre.- Richiuse le cinghie di cuoio, ripetendo mentalmente la lista di ciò che ci aveva messo dentro, per assicurarsi di non aver dimenticato nulla. Un domestico, che lo aspettava sulla porta della sua camera, fu subito pronto a prendere le due valigie che aveva preparato, per portarle di sotto.
Lawrence sorrise, sistemandosi gli occhiali. Doveva ammettere, che quella vacanza era ciò di cui aveva bisogno in quel momento. Si sorprese a pensare che una pausa dallo studio, avrebbe potuto fare bene anche a lui. Aveva tutta l’estate per studiare, in preparazione del prossimo anno alla Weston, in fondo.
-Lawrence! Sbrigati, i Redmond sono già qui!- La voce della madre lo riscosse dai suoi pensieri, e il giovane si precipitò fuori dalla sua elegante camera e poi giù dalle scale.
In verità, quello che l’aveva totalmente convinto a prendere parte a questa gita di famiglia, è stata una semplice cosa: la presenza del suo migliore amico, Edgar. Le due famiglie si conoscevano da molti anni ormai e i due erano cresciuti assieme. Perciò si era deciso che, appena fosse finito l’anno scolastico dei due giovani, avrebbero fatto una breve vacanza in campagna, tutti assieme. Lawrence, inizialmente, era abbastanza restio. Non amava particolarmente viaggiare, ma soprattutto, non amava la tipica agitazione che prende alle persone che devono mettersi in viaggio. Infatti, i giorni prima della partenza, ha cercato di rimanere nella sua stanza il più possibile, sistemando le sue cose e scegliendo accuratamente i libri che avrebbe letto durante quel periodo, mentre le sue sorelle e sua madre si agitavano per tutta la casa, prese dai preparativi frenetici.
Arrivato all’ingresso trovò ad aspettarlo i suoi genitori, che accoglievano la famiglia del suo migliore amico. Lawrence sorrise, andando incontro a quest’ultimo. -Ciao, Edgar.-
-Lawrence.-
Il giovane si fermò, un po’ interdetto. Il saluto di Edgar era stato stranamente freddo e distante, decisamente non da lui. Lawrence cercò di non darci peso, pensando che magari l’amico era semplicemente stanco e non avesse voglia di parlare, e si avviò verso le carrozze che li attendevano di fronte a casa.

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Erano passati tre giorni dal loro arrivo in quella deliziosa villetta, in mezzo alle colline e Lawrence avrebbe tanto voluto godersi l’aria fresca, assieme allo splendido paesaggio, ma proprio non ci riusciva.
Edgar l’aveva evitato per tutto il tempo, a malapena gli rivolgeva un saluto la mattina. Il ragazzo non riusciva a capire il comportamento dell’amico. Perché si comportava così?
Lawrence aveva portato pazienza abbastanza a lungo. Seduto al tavolo in salotto, pensava a un modo per trovarsi da solo con Edgar e parlargli, e porre fine a quella situazione, che gli faceva più male di quanto volesse ammettere.

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Il giorno dopo si presentò l’occasione perfetta.
Mentre facevano colazione, le loro madri dissero che volevano andare a fare una passeggiata, e accompagnare le sorelle di Lawrence in paese a fare compere.
Il padre di Edgar si girò verso i due ragazzi, sorridendo. -Allora, che ne dite voi due di venire a caccia con noi? Ci sono molte volpi in questa zona.-
Lawrence quasi si strozzò con il the che stava bevendo. -Vi ringrazio signor Redmond, ma preferisco rimanere a casa per oggi. Lo sport non è... Non è esattamente una cosa che fa per me.-
Faceva già abbastanza fatica ad allenarsi a cricket durante il periodo scolastico, una battuta di caccia, con l’afa di quel periodo, era decisamente fuori discussione.
-Anche io rimarrò a casa, padre.-
Il the stava per prendere nuovamente la via sbagliata nella gola di Lawrence, quando sentì parlare Edgar. Se anche i loro padri andavano via, ciò significava che finalmente sarebbe riuscito a stare da solo con lui, e finalmente scoprire che gli prendeva.

Un paio di ore più tardi, le loro madri con le sorelle di Lawrence, si stavano avviando a cavallo verso il paese. I due capifamiglia sostavano sulla porta, mentre raccoglievano le ultime cose, aiutati dai figli.
-Allora, Lawrence, Edgar, proprio sicuri di non voler venire?- Il signor Bluer si stava allacciando gli eleganti stivali da caccia, guardando i due ragazzi, in attesa di una risposta.
-No, padre. Va bene così.-
Il padre di Edgar posò una mano sulla spalla all’altro uomo. -Beh, allora rimarrete voi due a badare alla casa. Andiamo, Arthur, i cavalli sono già sellati.- I due uomini salutarono i figli, prima di uscire di casa per avviarsi alle stalle.
Ora in casa erano soli.
Edgar si voltò senza dire una parola, andando verso l’interno della casa.
-Aspetta.-
Il biondo si fermò e voltò appena la testa verso Lawrence.
Quest’ultimo prese fiato con un lungo respiro, prima di iniziare a parlare. -Si può sapere che ti prende?-
Edgar voltò di scatto la testa, dandogli le spalle di nuovo. -Assolutamente niente.- Lawrence guardò la schiena dell’amico allontanarsi verso la sala da pranzo, e lo rincorse, ben deciso a risolvere la questione. -No, ascoltami!- Gli afferrò un braccio, costringendolo a voltarsi e a guardarlo negli occhi. -Diamine, Edgar. Non mi rivolgi neanche la parola, non dirmi che non hai niente!- Il biondo si divincolò dalla stretta, facendo qualche passo indietro. All’improvviso, Lawrence si rese conto di quanta tristezza ci fosse negli occhi di Edgar. Quegli occhi, che erano sempre stati allegri e fiammeggianti di gioia, ora erano colmi di una malinconia che per Lawrence era sconosciuta. -Rivoglio il mio migliore amico indietro, Edgar. Parlami, per la miseria...- Edgar abbassò lo sguardo.
-Non credo capiresti.-  
Lawrence rimase a fissarlo a bocca aperta. -Ci siamo sempre detti tutto. Ci siamo sempre parlati. Perché ora è diverso?-
Redmond spostò il peso da un piede all’altro, nervosamente. -È... Complicato Lawrence. Ti prego non-
-Non dirmi che è complicato. Posso aiutarti, posso starti accanto in qualche modo, cavolo non risolverai i tuoi problemi ignorandomi senza motivo!- La voce di Lawrence era gradualmente salita di volume mentre parlava. Edgar lo guardò un po’ stupito, non aveva mai visto l’amico scaldarsi così tanto, lui che era sempre stato un maestro dell’autocontrollo. -Mi-mi dispiace...- Balbettò. -Non voglio... Non voglio che tu stia male.- Bluer gli lanciò uno sguardo duro. -Allora dimmi che sta succedendo.-
Edgar deglutì a fatica. -È difficile da spiegare.-
Lawrence spalancò le braccia, esasperato. -Allora mostramelo, cosa vuoi che ti dica?! Basta solo che-
Non riuscì a finire la frase, perché Edgar gli si era avventato contro, prendendolo per il collo della camicia e spingendolo addosso al muro, per poi baciarlo con passione, come se la sua stessa vita dipendesse da quel bacio.
Lawrence, dal canto suo, non riusciva a capacitarsi di quello che stava succedendo. Edgar lo stava baciando.
Il suo primo bacio glielo stava dando il suo migliore amico.
Ma la cosa che lo spaventava di più è che, in fondo, la cosa non gli dispiaceva affatto.
Quando Edgar si staccò, aveva gli occhi pieni di lacrime. Abbandonò le mani sulle spalle di Lawrence e abbassò la testa, con aria colpevole. -Scusami. Tutto questo è... è sbagliato. Pensavo che tenendoti a distanza potesse cambiare qualcosa, ma...- La voce gli si ruppe in un singhiozzo e il ragazzo si allontanò da Lawrence, dandogli ancora una volta le spalle e mettendosi le mani tra i capelli. -E adesso ho rovinato tutto. Io sono un uomo. Non dovrei provare certe cose per un altro uomo. Credevo che se mi fossi allontanato da te, avrei risolto la cosa, ma... Non ci riesco Lawrence. Io non-
Sospirò, incapace di continuare a parlare. Si voltò e guardò Lawrence, che era ancora appoggiato al muro, lo sguardo fisso davanti a se, incapace di credere a quello che stava succedendo. Dunque era quello? Quello era il motivo per cui Edgar l’aveva ignorato per tutto quel tempo? Perché era innamorato di lui?
-Lawrence.- Quest’ultimo alzò lo sguardo verso Edgar, guardandolo con un’espressione ancora basita. -Lawrence, il desiderarti mi spaventa a morte. Eppure sono qui, a volerti in ogni caso. E la mia testa non fa altro che dirmi quanto sia sbagliato, e posso capirti se tu ora non vorrai più avere niente a che fare con me. Forse, sarebbe la cosa migliore.- Il viso di Edgar era rigato di lacrime e Lawrence si trovò a pensare che l’unica cosa che voleva vedere su quel volto, era pura gioia. Voleva vedere sorridere Edgar, per il resto dei suoi giorni.
Fu in quel momento che prese una decisione, che capì cosa voleva veramente. E oh, Dio solo sa quanto anche lui era spaventato. Ma sapeva, che era la cosa giusta.
Si staccò dalla parete e si avvicinò ad Edgar, lentamente. Con il pollice, iniziò ad asciugarli le lacrime, seguendo la linea dello zigomo, fino a sfiorargli le labbra.
-Dimmi una cosa, Edgar.- La voce di Lawrence era poco più di un sussurro, mentre parlava. Redmond annuì, in silenzio.
-Tu sei felice, con me?-
Edgar lo guardò, senza capire. -Si, certo che si. Ma questo cosa-
-E allora- lo interruppe Lawrence -allora dimmi: cosa c’è di sbagliato nell’essere felici?-
Calò un pesante silenzio, mentre si scambiavano uno sguardo carico di parole, che nessuno dei due aveva ancora il coraggio di dire. Lawrence raccolse il suo coraggio e si avvicinò di più all’altro, per poi baciarlo a fior di labbra, il cuore che martellava impazzito nel petto e gli occhi chiusi. Edgar rispose subito al bacio, avvolgendolo in un abbraccio, stringendolo a se il più possibile, godendosi la sensazione delle labbra morbide dell’altro sulle sue, il sapore della sua lingua, i loro corpi che si premevano l’uno contro l’altro, e in quel momento il mondo sembrò annichilirsi e scomparire, di fronte alla grandezza di quel bacio.
Ancora una volta, si divisero, un po’ col fiato corto, rimanendo appoggiati l’uno alla fronte dell’altro, gli sguardi che si divoravano, le mani che stringevano il tessuto delle camice che indossavano.
-Lawrence...-  
-Non c’è niente di sbagliato in tutto questo. Niente. Okay?- Edgar chiuse gli occhi e annuì piano.
-Temevo di aver rovinato tutto. Io...-  Lawrence gli prese il viso fra le mani. -Non hai rovinato niente. Io sono qui, e così sempre sarà. E adesso, Edgar, iniziamo ad essere felici assieme.- Lo baciò di nuovo, dolcemente, ed Edgar sorrise, finalmente con lo sguardo pieno di gioia, quello sguardo che Lawrence tanto amava.
-E adesso?-
-Adesso, Edgar- disse Lawrence, mentre lo prendeva per mano e lo conduceva in salotto, verso il divano. -Adesso ci siederemo qua, leggeremo un buon libro, parleremo e faremo finta per un po’ che il futuro non esiste.- Edgar sorrise di nuovo. -Non sembri neanche tu a parlare, Lawry-
Bluer gli lanciò un’occhiataccia, sistemandosi gli occhiali sul naso con aria stizzita. -Non chiamarmi in quella maniera.- Davvero, detestava quel soprannome che le sorelle gli avevano affibbiato fin da piccolo. Stavolta Redmond rise di gusto, e baciò sulla punta del naso l’altro. -Adesso ti riconosco!-
Lawrence arrossì, sedendosi sul morbido divano. -Piantala e siediti.- Edgar ubbidì, sempre ridacchiando e gettando un braccio al collo di Lawrence, attirandolo a se.
-Non so da quanto tempo speravo di poter stare con te... In questo modo.- Lawrence sorrise, stringendosi di più al petto di Edgar. -Credo di essere innamorato di te fin dal primo momento in cui ti ho conosciuto, Edgar.-
Redmond abbassò la testa e lo baciò teneramente. -Anche io, Lawrence.-















....SALVE POPOLO.
È un bel po’ che non ci si sente, eh? Mi spiace di essere sparita tutto questo tempo, ma diciamo che ho avuto un po’ di... Un po’ di problemi ecco. Una sorta di blocco, che mi è durato parecchio. Ma ehy, sono qui ora, quindi aspettatevi altro 8D
But now, passiamo alle cose importanti.
Questa piccola OS è dedicata a The Purple Wolf visto che oggi diventa vecchia ♥
Tanti auguri balba mia :3 spero ti sia piaciuta almeno un po’ uwu


A presto gente (;
~Eternal Rest

  
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