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Autore: WolfEyes    01/05/2015    2 recensioni
[Team Galaxy]
[Team Galaxy - The Far Out Adventures of Team Galaxy]
La vita prosegue tranquilla al Galaxy High, mentre i ragazzi si addestrano per diventare Space Marshals, ma un nuovo arrivo sconvolge, per certi versi in positivo e per altri in negativo, il team protagonista. Un arrivo che sembra allontanare Yoko da Josh proprio quando quest'ultimo si stava rendendo conto di amarla, mentre una notizia inaspettata costringe Brett a prendere una drastica decisione...
[Josh/Yoko centric, accenni Nuovo personaggio/Yoko, Brett/Nuovo personaggio, Josh/Nuovo personaggio, Bobby/Toby]
[Revisionata dal 14/01/2018]
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Team Galaxy In Love

Cos’è “Team Galaxy”?

Mi sento quasi obbligata a spendere due parole, perché il fandom non esiste (me ne domando il motivo, oppure sono io che non lo trovo… Se avete informazioni ditemi qual è il posto di questa fic nel mondo xD) e nel caso alcuni di voi non conoscano questo cartone, sarebbe giusto introdurre qualcosa.

 

E’ una serie animata francese (per intenderci, dello stesso tipo di Martin Mystère e Totally Spies) andata in onda su Rai 2 nel lontano 2007 e poi riproposta abbastanza recentemente su Rai Gulp.

Team Galaxy ha come protagonisti principali tre ragazzi, Josh (16 anni, il figlio ribelle del direttore dell’istituto, che preferisce di gran lunga la pratica delle missioni alla teoria degli esami, che spesso non supera), Yoko (15 anni,  bella e solare ragazza che vorrebbe fare carriera nel mondo delle star, si diletta spesso in recite e canti, qualche volta infastidendo i compagni) e Brett (a soli 10 anni, è un brillante genio che non sopporta essere chiamato “piccoletto” o essere discriminato per la sua statura), alle prese con la loro vita da liceali e nel contempo con le missioni e le lezioni per diventare Space Marshals, una sorta di poliziotti spaziali che puniscono i crimini alieni.

Lascio qualche link utile:

http://it.wikipedia.org/wiki/Team_Galaxy

http://teamgalaxy.wikia.com/wiki/Team_Galaxy_Wiki (più dettagliato, ma in inglese)

Le serie sono due (anche se ricordo di aver visto soltanto la prima), ma ogni episodio è un po’ a sé, nel senso che un’avventura inizia e finisce all’interno dell’episodio stesso, non c’è una gran trama, se vogliamo metterla in questi termini, quindi, anche per chi non ha seguito la storia ma è interessato alla fic, basta tenere presente i personaggi ed il contesto. La mia fic infatti non si basa su avvenimenti accaduti nella serie, non segue un determinato punto della storia, non ha spoiler (con una serie così cosa ci sarebbe da spoilerare!?) o simili.

Spero che le informazioni del link siano abbastanza esaustive, vi lascio alla lettura!

 

 

Capitolo 1

La solita routine

 

 

Il defender era lanciato all’inseguimento dell’astronave aliena, che sfrecciava tra detriti spaziali e rocce a gran velocità. Ma stava subendo troppi colpi, ormai, e non avrebbe resistito a lungo all’inseguimento dell’alieno. Inoltre, Josh stava per esaurire le munizioni. Non mancava molto prima che ne restasse sprovvisto, e, a quel punto, non sarebbe stato difficile nemmeno danneggiare ulteriormente il defender e rendere impossibile l’inseguimento.

Ma aveva ancora un asso nella manica, l’ultima risorsa.

«Vediamo se continuerai a scappare anche dopo questi».

Stava per azionare gli ultimi missili per un attacco a raffica quando, come al solito, la voce di Brett lo interruppe, facendogli quasi prendere un colpo. A comando lanciato, avrebbe sicuramente perso la mira.

«Josh! Non puoi usare quelle munizioni!», lo ammonì.

Il suo sguardo severo quasi riuscì a pietrificarlo, ma poi osservò quella faccia da bambino infuriato dal riquadro dell’ologramma sul vetro del defender e dovette trattenere una risata per quanto era buffo.

«Brett, non ostacolarmi, abbatterò quella navicella!», disse, e il suo tono non ammetteva repliche.

«Non puoi, te lo proibisco, Josh! Mi hai sentito? Ho detto che non puoi! Josh? Josh!»

«Bla bla bla, tanto non ti sento!», cantilenò il moro, che con i pollici già posizionati sui comandi di lancio si apprestava a prendere la mira.

«No! Josh, no!», ma anche il biondino dopo ripetuti richiami si stancò e passò alle minacce. «Bene, è così che stanno le cose? Allora mi vedrò costretto a buttarti giù dal letto!».

«Cos…!? Letto!? Si può sapere che stai dicendo?», gli chiese lui, confuso.

 

PATAPAM!

 

Una spinta piuttosto violenta su un fianco.

Un breve senso di vuoto.

Un tonfo sordo.

Infine, un forte dolore colpì il giovane proprio sopra la nuca e fu costretto ad aprire gli occhi e a rendersi conto di trovarsi per metà a terra, la schiena inarcata e le gambe ancora sospese, in parte appoggiate al letto. A terra ci era finito trascinandosi dietro un groviglio di lenzuola che gli giaceva poco sotto la schiena e gli attorcigliava le gambe. Era accartocciato e no, il defender non era così scomodo.

«BRETT! Sei impazzito per caso!?», gridò Josh, alterato.

«Visto e considerato che non mi hai dato ascolto, ho dovuto agire di conseguenza!», disse l’altro in risposta, facendo spallucce come se fosse tutto molto naturale, senza nascondere un briciolo di acidità nella voce.

«Uffa, stavo facendo un bel sogno e tu me l’hai completamente rovinato svegliandomi con queste tue rozze maniere!», si lamentò, fingendo di reggere ancora i comandi del suo defender e di sparare le munizioni che Brett gli aveva proibito di utilizzare. Sarebbe stata sicuramente una bella esplosione.

«Io? Rozzo!? Rozza è la maniera in cui tu dormi, caro Josh! E ora alzati! Ti sei accorto o no di che ore sono?»

Sbuffando, Josh allungò la mano verso il suo comodino e afferrò la sveglia digitale che, naturalmente, non puntava mai.

Le 7:53… Di cattivo presagio dal momento che la lezione sarebbe cominciata dopo soli sette minuti esatti e lui era ancora in mutande!

«Cavolo! Se arrivo tardi anche stavolta il professore mi ammazza! E quel che è peggio è che avrò un altro compito di punizione!»

Due valide motivazioni che bastarono per farlo alzare da terra di scatto. Si cambiò in fretta e furia, trovando, per puro miracolo, i vestiti in tutto quel disordine, si sistemò i capelli alla meno peggio e infine uscì di corsa.

Brett sospirò.

«Non è possibile che quattro giorni su sei lo si debba svegliare in questo modo…» disse, battendosi una mano sulla fronte.

Fluffy accanto a lui annuì, concordando con la sua opinione.

«Quel che è peggio è che tu devi aspettarci qui dentro in tutto questo disordine!», esclamò poi, accarezzandogli la testa. Povero Super Cucciolo!», Fluffy emise uno dei suoi guaiti cibernetici.

«Appena torno ripulisco tutto! Anzi, lo faccio fare a Josh!», decise, uscendo dalla stanza e chiudendosi la porta alle spalle.

 

Brett arrivò in aula poco prima del professore e andò a sedersi accanto a Josh e a Yoko. Beh, almeno non si sarebbe dovuto sorbire le lamentele di Josh per un ingiusto - si fa per dire - compito di punizione.

«Buongiorno Brett!» esordì Yoko con tono contenuto, salutandolo sorridente con il suo solito modo raggiante.

«Buongiorno anche a te, Yoko…», Brett al contrario sembrava piuttosto stanco.

«Ma che avete voi due stamattina? Siete uno più stanco dell’altro!», osservò.

«Josh è una piaga!», esclamò Brett.

«Lo è anche Brett!», ribatté Josh, allungando le braccia sul banco a poggiando il mento nello spazio tra esse. «Stavo facendo un bellissimo sogno quando questo marmocchio mi ha buttato già dal letto!», continuò, scrutando il professore, ben attento che fosse ancora occupato a sistemare le proprie cose sulla cattedra e non prestasse attenzione al chiacchiericcio generale.

«Marmocchio? Se non fosse per me staresti ancora dormendo e a svegliarti sarebbero state le grida del professor Spzoerscliipw!», specificò Brett, offeso, alzando il mento e incrociando le braccia, voltandosi dalla parte opposta.

Yoko scoppiò a ridere.

«Su, ragazzi, non arrabbiatevi!», disse, cercando di sfoderare il miglior sorriso comprensivo del suo repertorio. «E tu, Josh, potrai sicuramente riprendere il tuo sogno tranquillamente, visto che quasi certamente non seguirai la lezione», concluse, dandogli con leggerezza due colpetti sulla spalla, per poi voltarsi in direzione del professore.

Un contatto semplice, un gesto naturale e per nulla equivoco al quale, però, Josh non era così abituato. Sussultò appena, conscio del fatto che nell’ultimo periodo qualsiasi contatto con lei fosse capace di scombussolarlo e renderlo improvvisamente inquieto. Ed in effetti nemmeno la sua vicinanza lo aiutava.

Mentre il professore si apprestava ad alzarsi per far uso della lavagna posta dietro alla cattedra, Josh si ritrovò ad essere più vigile di quanto avrebbe volentieri dato a vedere e, onde evitare di farsi distrarre dal bizzarro colore di capelli e dal profilo delle labbra lucide di Yoko, si convinse che per una volta avrebbe prestato attenzione alla lezione.

Una interminabile lezione di almeno due ore sulle strane forme di vita aliene che si nascondono nei meandri dell’universo.

Una lezione micidiale, quando si cerca di prendere appunti e non si è ancora del tutto connessi con il mondo reale, e questo Brett lo aveva appena constatato a sue spese.

Infatti, finita la lezione, il genietto restò sui suoi appunti qualche attimo.

«Che aveva detto? Merzel… No era Zart… Zart-qualcosa…», borbottava pensieroso, senza riuscire a ricordare come si chiamasse la strana razza aliena di cui il professore aveva appena accennato nel discorso conclusivo. «Oh, al diavolo!»

Rassegnato e stizzito, prese tutti i fogli e uscì a grandi falcate dall’aula senza degnare di un briciolo di attenzione i due compagni, diretto nella sua stanza.

Josh era rimasto a guardare la scena insieme a Yoko, ancora seduta accanto a lui.

«Stavolta credo di aver superato me stesso nel fargli perdere la pazienza», affermò il moro, con espressione appena corrucciata.

«Ma no, Josh! Vedrai che presto gli passerà, è solo un po’ alterato perché non si ricorda che si chiamavano Marzeliti di Zaronia 4 e non “Zart-qualcosa”!» ridacchiò la rossa, stiracchiandosi, senza dar troppo peso all’accaduto.

Uscirono dall’aula insieme, in silenzio, e si diressero ognuno nella propria stanza.

Josh percorse il corridoio lentamente, come se fosse soprappensiero, senza vedere realmente i coetanei che gli passavano accanto. C’era qualcosa che non riusciva a spiegarsi – o che si spiegava con una semplice conclusione – e di certo non riguardava la lezione di Spzoerscliipw… Tuttavia, una volta vista davanti a sé la porta così familiare della sua stanza, scacciò quei pensieri e non vi diede più peso. Varcata la soglia con decisione, si ritrovò però a chiedersi se non avesse sbagliato stanza.

«Brett, ma che è successo qui?», chiese, incredulo, rassicurato all’istante dalla presenza del biondo.

La stanza non solo era ordinata ed ogni cosa era al suo posto. Era anche tutto quanto lindo e pulito, a dir poco scintillante! Nessuno strato di polvere, nessuna macchia d’olio sul tappeto, nessun vestito in giro, nessun letto sfatto. Uno scenario più unico che raro, se si trattava della loro stanza – specialmente del lato di Josh.

«È successo che il nostro Fluffy ha voluto farci una sorpresa e ha pulito tutto per noi!» esclamò Brett, con un sorriso raggiante e le mani puntellate sui fianchi.

In risposta il cucciolo robotico emise uno dei suoi versi cibernetici, tutto impettito e soddisfatto.

«Fluffy! Sei stato bravissimo!», esordì il moro con gioia e gratitudine, sollevando di peso il cucciolo da terra. «E visto che sei stato così gentile, oggi riceverai una bella lucidata extra!».

Il piccolo robotino scodinzolò felice e soddisfatto, sentendosi ripagato per il lavoro svolto. E Brett cominciò a parlargli come si fa con gli animaletti o con i neonati, dimentico del fatto che la dicitura cucciolo non fosse proprio da prendere alla lettera. «Bravo il nostro cucciolone! E chi è il nostro bel cucciolone? Ma è il nostro Fluffy! Sì, bello!».

«Ehm… Brett, devo preoccuparmi?».

«Uffa… Josh, a volte sei davvero insopportabile!», sbuffò il biondino.

«Lo so, lo so… Senti, scusami per stamattina, ma ieri sono rimasto sveglio fino a tardi per sistemare la moto e… Beh, ti ringrazio per avermi svegliato in tempo!», ammise il moro, un po’ in imbarazzo. Non era esattamente da lui scusarsi con le parole per gli errori commessi, soprattutto se di quel tipo.

«Ma sì Josh, come posso restare arrabbiato con te?», sospirò Brett, fingendo che di quanto appena detto gli importasse poco. «Accetto le tue scuse! Sei un pigrone, ma in quanto tuo compagno di stanza devo farci l’abitudine!», concluse poi, ridendo divertito.

«Ehi!» Josh si atteggiò a fare il permaloso e gli lanciò un cuscino, scoppiando poi a ridere insieme all’amico.

«Beh, ma tornando a noi, oggi termino di sistemare la moto e poi, caro Fluffy, ti aspetta una lucidatura extra per ringraziarti del lavoro che hai fatto per noi!», ripropose il moro, sorridendo al cucciolo che gli si avvicinò scodinzolando felice.

«Ma… Josh! Non vorrai dirmi che…», l’espressione sul viso di Brett era tornata ad essere quella sconsolata della mattina.

«“Che”… Cosa?», chiese il moro, confuso, incitandolo a continuare.

«Domani abbiamo il test di chimica spaziale! E se non lo superi non so quante missioni ti assegneranno, o meglio, se te ne assegneranno ancora!», sbraitò il biondino, gesticolando animatamente.

«Oh cavolo!», il moro si batté una mano sulla fronte, esasperato, vedendo tra l’altro i propri piani crollare con un rovinoso rumore di vetri infranti. «Me n’ero completamente scordato! ».

“Il che non sarebbe una novità”, pensò Brett.

Ma proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta, impedendo al piccolo genio di fare a Josh la seconda ramanzina della giornata.

«Ragazzi? Posso entrare?», era l’inconfondibile voce di Yoko.

Josh allora andò ad aprire accogliendola con un sorriso, ignaro che la ragazza lo aveva appena salvato da una sonora paternale.

«Ehi! Ma certo, entra pure».

La giovane ubbidì e varcò la soglia della stanza, restando poi a bocca aperta.

«Wooow! Ragazzi, ma… non credevo foste diventati così bravi nelle pulizie domestiche e soprattutto così ordinati! Siete sul punto di battermi!», affermò stupita.

«In realtà è tutto merito di Fluffy», intervenne il piccolo genio.

«Chissà perché ma ci avrei scommesso!», Yoko rise di gusto e anche gli altri sorrisero.

«Comunque… Come mai sei venuta qui?», le chiese il moro.

«Oh, giusto! Brett, avrei bisogno degli appunti dell’ultima lezione per controllare una cosa».

Dopo una breve ricerca, il giovane le porse il proprio quaderno.

«Grazie mille! Te lo riporto subito, così puoi metterti a studiare… Anche se non ne hai bisogno!», scherzò.

«Mi sa che a noi toccherà un lavoro molto più lungo e impegnativo, Yoko…», confessò Brett.

«Che vuoi dire?», gli domandò.

Il biondino, in risposta, si limitò a guardare Josh.

«Io che c’entro? Oggi devo…» non ebbe il tempo ad indicare Fluffy e a finire la frase che l’occhiata di Brett divenne d’un tratto minacciosa.

«Oggi io e te studiamo, è chiaro?» ordinò, e il suo tono non ammetteva repliche.

«Io però…», Josh decise di fare un tentativo, che però finì subito in fumo.

«Coraggio Josh, cerca di studiare qualcosa… Per favore per favore per favore!», Yoko gli si fermò di fronte e, con le mani giunte a mo’ di preghiera e gli occhi alla Bambi, lo supplicò. «Non puoi non passare il test, sono gli esami di fine anno, e noi di certo non vogliamo un altro leader! Ti pregooo!».

Come poteva resistere ad una supplica del genere, soprattutto se fatta da lei? Quegli occhi grandi e ambrati, così profondi, continuavano a supplicarlo. Erano così… non sapeva spiegarselo, ma si maledisse per la risposta che, quasi senza che se ne accorgesse, gli sfuggì dalle labbra.

«D’accordo, ma solo perché insistete tanto», disse. Se fosse stato per lui, si sarebbe voltato immediatamente per l’imbarazzo, ma Yoko cambiò presto espressione ed un largo sorriso si fece spazio sulle sue labbra.

«E bravo il nostro Josh, così ti voglio!», commentò. «Vedrai che ce la farai! Bene ragazzi, sarà meglio che vada. Più tardi ti riporto il quaderno», concluse poi rivolgendosi a Brett poco prima di aprire la porta e richiudersela alle spalle.

Josh l’aveva seguita con lo sguardo, ritrovandosi a fissare infine la porta chiusa con aria attonita. Deglutì a vuoto, pensando a quanto la sua presenza lo scombussolasse, quasi quanto la sua assenza. Qualcosa di lei lo aveva rapito, il suo cuore ne era dolorosamente consapevole, e non aveva vie di scampo. Si domandò mentalmente se davvero fosse disposto ad accettarlo e a confessarglielo, con il potenziale rischio di rovinare la loro amicizia.

«Forza Josh, sarà meglio cominciare», esclamò il biondino, aprendo il libro.

Allora scacciò il pensiero, obbligandosi a lasciarlo perdere definitivamente almeno per il tempo necessario allo studio. L’esame doveva avere la priorità assoluta.

In fondo, Yoko sembrava credere davvero in lui.

 

 

 

Angolo dell’autrice:

Siete arrivati fino alla fine? I miei complimenti xD

Vidi Team Galaxy per la prima volta quando frequentavo le medie e ammetto di essermi lasciata andare alla fantasia, ma quando qualche annetto fa lo rividi in televisione, mi tornò in mente la storia che avevo pensato anni prima e, essendo già nel mondo delle fic, mi chiesi “Perché non metterla nero su bianco?”.

Insomma, questo capitolo risale al 2011 e io lo pubblico soltanto ora, esatto. Questo perché avrei voluto terminare completamente la fic prima di pubblicarla, ma alla fine… Eccola. Inoltre, io non ho visto la seconda serie, quindi non so se termina con i nostri amici che lasciano l’accademia perché sono già diventati poliziotti spaziali o non so che altre cose sconvolgenti potrebbero esserci, quindi… Sappiate che la mia fic si colloca prima di questi a me sconosciuti avvenimenti.

Che dire, spero vi sia piaciuto almeno l’inizio, questo capitolo serve solo da introduzione, ma dal prossimo le cose verranno un po’ sconvolte, soprattutto per Josh.

Un enorme grazie a coloro che leggeranno e, se ci saranno ma ne dubito, a coloro che commenteranno <3

WolfEyes

  
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