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Autore: Caya    29/12/2008    4 recensioni
Vi ricordate la storia di Renji e Rukia da piccoli ecco questa è vista dagli occhi della piccola Rukia. "Nobody knows who I really am I never felt this empty before And if I ever need someone to come along, Who’s gonna comfort me, and keep me strong?" “ Maledetto stomaco smettila di brontolare o qualcuno ti sentirà “ Una piccola bambina dai capelli corvino e gli occhi indaco scrutò la gente che la circondava. Nessuno sembra essersi nemmeno accorto della sua presenza erano tutti indaffarati a trovare un modo per sopravvivere in quel posto che puzzava cosi dannatamente di sangue e morte da falle aumentare il voltastomaco Ed ora buona lettura e fatemi sapere cosa ne pensate
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kuchiki Rukia, Renji Abarai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rukia&Renji

Nobody knows who I really am… perhaps only you

 

 

 

Nobody knows who I really am
I never felt this empty before
And if I ever need someone to come along,
Who’s
gonna comfort me, and keep me strong?

……………..

Nobody knows who I really am
Maybe they just don’t give a damn

 

 

 

“ Maledetto stomaco smettila di brontolare o qualcuno ti sentirà “

Una piccola bambina dai capelli corvino e gli occhi indaco scrutò la gente che la circondava. Nessuno sembra essersi nemmeno accorto della sua presenza erano tutti indaffarati a trovare un modo per sopravvivere in quel posto che puzzava cosi dannatamente di sangue e morte da falle aumentare il voltastomaco; ma non era per quello che stava male era qualcos’altro che il suo stomaco desiderava. Era come se degli acidi le stessero corrodendo le pareti interne dello stomaco. Cos’era quella sensazione? Era solo da poche settimane che aveva iniziato a provarla all’inizio era flebile e lei poteva continuare la sua “Vita”, si cosi si poteva chiamare, senza troppe difficoltà ma giorno dopo giorno aumentava privandola delle forze che le servivano per sopravvivere.

-  Papà  sono stanco non ce la faccio più a camminare prendimi in braccio –

-  Ah e va bene Eichi però solo finché non ti sentirai un po’ meno stanco –

-  Si –

Gli sorrise il bambino. Il  papà lo alzò e se lo portò sulle spalle.

-  Stai bene ora –

-  Si –

Fece felice.

Ah se solo anche lei potesse dire a qualcuno di essere stanca, di aver male alla pancia… le bastava anche solo che qualcuno la guardasse, che qualcuno notasse la sua esistenza e non solo per picchiarla per qualche furtarello o semplicemente per divertimento. Ma lei era invisibile agli occhi degli altri e seppur la vedevano a nessuno di loro interessava lei chi fosse tanto meno prendersi cura di lei.

Scuote la testa ad allontanare quei pensieri. Lei era forte e non poteva farsi scoraggiare da un mal di pancia. Lei non aveva bisogno di nessuno. Il profumo di uno strano cibò attirò la sua attenzione. Lo stomaco prese a gorgogliare più rumorosamente e la saliva ad aumentarle in bocca.

“ Cosa diamine? “

Scappò via in un vicolo ove non arrivavano profumi né persone. Nonostante non volesse ammetterlo aveva mortalmente paura di ciò che le stava accadendo. Se almeno ci fosse qualcun altro accanto a lei.

“ No! “

Si sbatté più volte le mani sulle tempie al voler scacciare ciò che aveva appena pensato. All’improvviso poi degli schiamazzi attirarono la sua attenzione. Stavano arrivando dei ragazzini. Si nascose in uno spiraglio che divideva due case e attese che arrivassero. Eccoli quattro ragazzini con delle vasetti in mano. Stanno scappando, sono inseguiti.

“ Di sicuro li avranno rubati “

Rosso. Il colore dei capelli del ragazzino che apriva il gruppo era di un intenso rosso. Calore fu questa la prima parola che le venne in mente al vederlo. Non ne aveva mai visti di un rosso cosi acceso. D’impulso senza neanche rendersene conto sfrecciò fuori, fece lo sgambetto all’anziano signore e una volta a terra sbatte ripetutamente con i suoi piccoli piedi sulla testa di questi.

-  Da questa parte! Seguitemi! –

Urlò aprendo la strada ai ragazzi.

-  Aspetta un momento –

-  Sbrigatevi! Volete che altre persone vengano a cercare quell’acqua? –

-  Andiamo –

Corse fino a giungere nei pressi del fiume, a una piccola baracca che affacciava su di esso. Si voltò per essere certa che la stessero seguendo. C’erano. Una volta dentro si fermò e si voltò ancora una volta a guardare verso i ragazzi che a loro volta si fermarono e stremati si lasciarono scivolare in terra; eccetto uno. Lui, il ragazzo dalla chioma rossa. Ora poteva vederlo bene. Non solo i capelli ma anche gli occhi erano rossi; rossi come il caldo fuoco, rossi come il caldo sangue. Forse avrebbero dovuto farle paura eppure chi sa perché, chi sa quale, più nascosta, parte del suo cuore desiderò sfiorare quei capelli ed essere vista da quegli occhi.

-  Grazie –

-  Eh?! Oh si. Di nulla. Riposatevi pure prima di andare. Non verrà nessuno –

Uno strano sentimento percosse la bambina facendola sentire indispettita dal suo stesso desiderio. Lei era forte non aveva bisogno di nessuno e quel  desiderio affinché che quei ragazzi restassero li con lei, che il ragazzo dalla chioma rossa restasse con lei era inaccettabile.

Il ragazzo, intanto, posò in terra il suo vasetto per poi voltarsi a osservare il posto. Era una piccola stamberga di legno in pessime  condizioni, era completamente vuota eccezion fatta per una coperta, mangiucchiata dai topi, in un angolo.

-  Vivi qui? –

-  S… si –

-  Da sola? –

-  Si –

-  Perché non vieni con noi? Siamo un gruppo di ragazzi soli, non ci sono adulti ad aiutarci ma non ci servono stupidi, egoistici adulti ci basta stare tutti insieme dandoci una mano gli uni con gli altri. Potresti… potresti unirti a noi. Che dici? –

Disse quasi tutto d’un fiato.

-  I… io –

-  Cioè… sempre se ti va… non sei obbligata –

Un leggerò rossore affiorò sulle sue gote e la bambina lo vide abbassare lo sguardo e proteggersi il volto con una mano forse al volerlo mascherare.

-  Lo voglio –

Disse di botto senza neanche rendersi conto di star pronunciando quelle parole.

-  Da… davvero? –

Chiese sembrando stranamente emozionato.

-  S… si –

-  Bene forza pelandroni alzatevi; dobbiamo tornare a casa. I ragazzi ci stanno aspettando e dobbiamo presentargli la nostra nuova amica –

-  Ahh Renji aspetta ancora un po’ –

-  Forza in piedi non perdiamo tempo –

“ Renji… e cosi si chiama Renji… Non so il perché ma per lui mi sembra perfetto “

 

Arrivati alla baracca ove abitavano tutti i ragazzi e bambini del gruppo Renji entrò esultandò con la sua voce forte e squillante e la bambina, per la prima volta in vita sua, si mosse timorosa alle sue spalle.

-  Renji? –

-  Si? –

-  Chi è lei? –

Chiese una piccola bambina per tutti.

-  Oh lei… lei è… -

-  Rukia… il mio nome è Rukia –

Renji arrossì di botto.

-  Rukia ci ha aiutato a recuperare questi vasetti d’acqua, se non ci fosse stata lei non so se ce l’avremo fatta. Inoltre da oggi resterà qui con noi. Datele il benvenuto –

-  Ben tornata a casa Rukia –

Urlarono tutti in coro.

“ Casa “

Lei che non aveva mai avuto davvero un posto da poter chiamare casa ora non solo ne aveva una ma in essa vi erano numerosi ragazzi pronti a darle il ben tornato. Uno strano prurito agli occhi la infastidì. Si voltò  a cercare un angolo libero della casa ed andò a seder visi.

I giorni in quella casa e con quelle persone trascorrevano e giorno dopo giorno Rukia inizò ad abituarsi a quella vita e soprattutto al non essere più sola. Dovunque andasse Renji e i tre ragazzi che aveva incontrato il primo giorno erano sempre con lei, erano diventati inseparabili, erano diventati una famiglia.

 

-  Renji-oniisan Renji-oniisan –

Piagnucolò la piccola Mimì aggrappandosi al suo vestito in lacrime.

-  Cos’è successo Mimì? -

Fece abbassandosi alla sua altezza e portando una mano ad accarezzarle dolcemente i capelli.

-  Shin ha preso la mia Hana e l’ha gettata nel fiume –

Hana era la bambola di pezza di Mimì; nonostante questa fosse solo un gioco rotto e sporco da gettare noi bambini della strada o meglio si sual dire cani randagi non potevamo chiedere di meglio e per Mimì oltre ad essere l’unico gioco era anche il regalo del suo idolo Renji-oniisan.

Tutti i bambini della baracca lo adoravano era forte risoluto e da non molto era anche l’unico insieme a Rukia con un reiatsu. Era lui che quello che si adoperava più di tutti li dentro e forse era anche per questo che i più grandi non lo sopportavano granché. Uno di questi era Shin.

-  Sta tranquilla Mimì vado a recuperartela io –

La bimba lasciò la presa e Renji corse verso il fiume.

-  Renji aspettaci –

Fecero i quattro amici in coro.

La ricerca della bambola fu più che difficile. Renji divise gli amici in due gruppi Garo, Takeru e Deja* sul lato destro del fiume lui e Rukia sul sinistro.

-  Renji è impossibile trovarla la corrente l’avrà trascinata via –

Tentò di farlo ragionare Rukia.

-  La troverò lo stesso –

-  Ma –

Renji si voltò di scatto a guardarla i suoi occhi erano colmi di tenacia e Rukia capì che non avrebbe potuto fermarlo… infondo lui era fatto cosi, quando si metteva una cosa in mente nessuno poteva fermarlo. Anche questo faceva parte del Renji cocciuto e orgoglioso che le piaceva tanto.

“ … che mi piace?... ma… ma cosa ho pensato? “

Rukia arrossì di colpo e ringraziò che Renji fosse intento a frugare nell’acqua cosi da non poterla vedere. Allontanò quello stupido pensiero e concentrò il più possibile sulla ricerca della bambola. Fortuna volle che la bambola si fosse arenata a pochi metri sul lato che perlustravano Renji e Rukia. Renji diede un urlò agli altri e tornarono alla baracca.

-  Oniisan la troverà vedrei –

-  Oniisan, oniisan  - disse Shin imitando fastidiosamente la voce della piccola – ma solo quello sai dire? Stupida il tuo oniisan non la troverà mai anzi annegherà nel tentativo di recuperarla –

-  Non… non è vero –

Balbettò scoppiando in un pianto ancora più disperato.

-  Annegato eh? Mi spiace per te ma sono vivo e vegeto… Mimì non piangere. Ecco la tua bambola è un po’ bagnata e sporca di fango ma basterà pulirla –

Porse la bambola alla bambina.

-  E questo invece è per te Shin –

Disse sferrandogli un pugno dritto sull’occhio sinistro. Shin cadde in terra e si rialzò dopo poco tremolate con una mano sull’occhio. Non provò nemmeno a battersi con Renji sapeva che nonostante l’età sarebbe stato battuto.

-  Questa me la pagherai Renji, vedrai –

-  Si si quando vuoi, io sono sempre qui –

Shin digrignò i denti infuriato e scappò via.

-  Oniisan –

Urlò Mimì correndo verso Renji che s’inginocchiò e l’abbraccio.

-  Va tutto bene Mimì Renji sarà sempre qui per proteggerti –

“ Sempre… per proteggerti… chi sa che bel calore che emana Renji… chi sa come sarebbe essere abbracciate da lui?”

Rukia ancora una volta scacciò quei pensieri sull’amico ma non fu facile scacciare quel piccolo fuoco che bruciava dentro il suo piccolo cuore e che solo in seguito avrebbe scoperto chiamarsi gelosia.

 

 

 

* Scusate se ho osato ma non conosco i nome dei tre amici di Rukia e Renji e li ho inventati

 

Salve a tutti questa è la prima volta che scrivo qualcosa di Bleach devo però ammettere che è da solo un mesetto e più che ho iniziato a guardare l’anime e a leggere il manga ( sono già arrivata tuttavia agli ultimi episodi e capitoli usciti in italiano ). Mi sono subito innamorata della storia e di numerosi personaggi tra i quali i due a cui ho dedicato la mia piccola storia e ho voluto scrivere qualcosa. Ho che sono numerose le storie Rukia Ichigo si come coppia sono bellissimi però io credo  che infondo Rukia dovrebbe stare con Renji. Poverino è innamorato perso da una vita ora mai. Se ne renderà mai conto lei? Vabbè torniamo a noi ho scelto alla fine di scrivere su questa coppia che adoro e spero possa piacervi quanto sopra riportato. All’inizio doveva essere una one-shoat ma poi ho deciso di dividerla tuttavia non credo verranno più di due capitoli. Se vi piace forse potrei allungarla non so poi vediamo. Comunque grazie a tutti per aver letto. Aspettò vostri pareri sia positivi che negativi. Grazie infinite. Sayonara!

 

Caya

 

  
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