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Autore: BlueRon    03/05/2015    1 recensioni
Questa è la storia dei gemelli Irwin, Ashton e Elizabeth, di Luke e Michael, i loro primi amici.
Questa è una storia d'amore che s'intreccia in un ritmo pop-punk di amicizia e delusioni, un mix di sofferenza e erotismo.
Questa è la mia prima fanfiction sul Five Seconds of Summer ed è dedicata a mia sorella.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lonely souls.
 
1. THIS IS GONNA BE MY YEAR
 
Disclaimer: questa è una storia senza scopo di lucro. Fatti e dialoghi sono di mia invenzione. Con questa fanfiction non voglio offendere nessun membro della band.
Mi chiamo Elizabeth e ho diciassette anni. Sono troppo magra e ho le punte dei capelli bruciate da un uso eccessivo della piastra. A scuola sono nella media in quasi tutte le materie eccetto che per letteratura, dove sono un capo e ginnastica, dove faccio veramente schifo.
Le mie compagne di classe sognano una storia alla Romeo e Giulietta, ma chi vorrebbe una storia di soli tre giorni e piena di morti? Io vorrei un eroe romantico, come Werther di Goethe, Jacopo Ortis o Amleto. Un ragazzo capace di forti sentimenti che mi leghi a lui con parole cariche d'amore e baci bollenti.
♠ ♠ ♠
Primo settembre, la sveglia suona inutilmente, sono già sveglia da ore. Alle cinque stavo fissando il soffitto, indecisa su cosa indossare per il primo giorno di scuola. Ogni anno provo a fare una bella impressione senza grandi risultati. L'anno scorso pioveva come durante la stagione dei monsoni e a scuola ci sono arrivata bagnata e sporca di fango, un cretino al volate di una porche nera mi aveva centrato in pieno con una pozzanghera. Per non pensare poi al mio primo anno di superiori; un incubo durato nove mesi. Ora è un capitolo chiuso ma i mostri ritornano, a volte.

Entro in bagno, apro il rubinetto della doccia e lascio scorrere fino a quando l'acqua non diventa calda. Mi spoglio del pigiama e dell'intimo e lascio che il calore m'infonda la forza necessaria ad affrontare la giornata.
Insapono i capelli con lo shampoo due in uno alla vaniglia e frego il corpo con il guanto di crine. Esco dalla doccia in una nuvola di vapore e la salvietta avvolta in stile turbante alla testa. Spanno il vetro con la mano e guardo il mio riflesso. Due occhi color miele ricambiano il mio sguardo, sorrido allo specchio e friziono i capelli prima di pettinarli tutti indietro, come se fossi Tony Manero e apro il mio beauty-case per prendere protezione solare al cocco che applico in una soluzione generosa su viso, collo e spalle. Dopo aver asciugato il corpo e indossato della biancheria blu e bianca coordinata, sono una ragazza precisa, inizio ad asciugare i capelli che formano morbide onde castane dai riflessi miele lungo la mia schiena. 
Apro di soppiatto la porta del bagno, controllo che il corridoio sia vuoto e sgattaiolo in camera. Dopo essermi chiusa la porta alle spalle afferro il telefono, che avevo lasciato sul letto, e guardo l'ora. Sono le 6:30, ho ancora quaranta minuti prima di dover uscire per prendere il pullman. 
Apro l'armadio alla ricerca dei miei adorati jeans neri, quelli con lo strappo sul ginocchio dovuto a una caduta dallo skate e della maglietta dei blink182, la mia preferita, bianca con il logo colorato, presa al concerto dov'ero andata con mio fratello.
La tracolla nera che uso come cartella è tristemente vuota ai piedi della scrivania di mogano, ma viene riempita subito da due quaderni a spirale, un astuccio verde e il diario per il nuovo anno, sul quale spicca il logo di Batman.
Afferro la giacca di pelle dall'armadio e apro la finestra della camera, per lasciare che l'aria frizzante del mattino entri a rinfrescare. Sul davanzale ho una candela alla mela verde e una ciotola con braccialetti, collanine e anelli. Opto per il bracciale di caucciù con una pietra d'argento al centro e un piccolo anello da mignolo a forma di serpente con una pietruzza rossa al posto dell'occhio.
Sorridendo esco dalla camera e trovo mio fratello che ciondola sbadigliando sulle scale.

"Buongiorno Ashton", esclamo con entusiasmo superandolo e affrettandomi in cucina per fare il caffè. Noi due non solo ci somigliamo come aspetto ma anche come gusti e abitudini. Ascoltiamo la stessa musica, amiamo gli stessi film, la pensiamo allo stesso modo sui supereroi e non possiamo non iniziare la giornata senza una buona tazza di caffè nero. Mentre la moka borbotta io ingoio le mie medicine e prendo le nostre due tazze.
Ashton non è ancora sceso, forse si è accorto che indossava ancora il pigiama. Lascio che il mio caffè si raffreddi leggermente e vado a mettermi le scarpe, le mie adorate converse nere.
Quando torno in cucina, la tazza fuma flebilmente e Ashton sta aggiungendo un cucchiaino dietro l'altro di zucchero, tenendo gli occhi semi aperti. 
"Ash, sono quasi le sette", dico, indicando l'orologio digitale del forno. Lui mugugna qualcosa e io vado a lavarmi i denti prima di passarmi un velo di lucidalabbra alla fragola, ho già messo l'eyeliner e a me non piace giocare troppo con il trucco, non quando devo andare a scuola.
Torno in cucina per indossare la giacca e prendere la borsa, chiamo mio fratello e lo vedo scendere dalle scale come un razzo "Sono pronto", esclama aprendo la porta.
Il sole brilla e l'aria non è troppo fredda, finalmente avrò il mio primo giorno di scuola perfetto. Ashton mi segue alla fermata fischiettando un motivetto allegro e insieme attendiamo l'arrivo del pullman.
Una volta saliti ci accomodiamo a metà e io inizio a guardare fuori dal finestrino. Chissà come sarà questo nuovo anno...

Dopo poche fermate sento mio fratello scattare sull'attenti, seguo la direzione del suo sguardo e noto Grace Sinclair. Biondo platino e cervello microscopico. Era nel mio corso di chimica l'anno scorso, ho ancora i brividi a quando ripenso a quando era convinta che il becco di Bunsen fosse un uccello. Però è bella, veramente meravigliosa. Pelle perfettamente abbronzata e occhi verdi, labbra piene e sempre sorridenti. Se smettere di platinarsi i capelli sarebbe una dea. A volte ringrazio che neanche lei sia così perfetta.
Grace ignora mio fratello, il poverino sta sbavando come un cane con l'osso, e mi regala un sorriso incantevole "Sei davvero carina oggi", mi dice prima di sedersi pochi posti dietro di me. Sento le orecchie in fiamme e scivolo verso il basso, cercando di nascondermi. Ashton mi guarda sollevando un sopracciglio.

Nel parcheggio dell'istituto, dove il pullman ci lascia, incontriamo Michael e Luke. I due abitano vicini e Mike ha una vecchia Citroën verde pisello con cui porta a scuola entrambi. Loro due sono amici da una vita e a Luke non importa che Mike sia gay, a nessuno di noi importa il suo orientamento sessuale.
Sia io che Ashton non possiamo fare a meno di voler bene a questi ragazzi. Da piccoli, essendo gemelli, siamo sempre stati soli. Giocavamo insieme, mangiavamo insieme alla mensa scolastica, prendevamo l’autobus insieme e nessuno voleva socializzare con i gemelli Irwin.
Non nego che la nostra voglia di farci degli amici era inesistente, eravamo il sostegno l’uno dell’altra. I nostri genitori erano sempre via per lavoro e con loro passavamo poche settimane durante l’anno, dove giravamo il mondo alla scoperta delle pittoresche città europee e dei caotici mercati delle kasba del Medio Oriente.
Quando compimmo sette anni arrivò Ildiko, la nuova ragazza alla pari. Ildiko aveva ventitré anni e la pelle bianco latte. I suoi capelli erano così biondi da sembrare bianchi e aveva le sopracciglia così chiare che era difficile distinguere quando era felice da quando era arrabbiata.
Parlava con un forte accento tedesco e ci raccontava della sua vita in Baviera, della piccola casa dov’era cresciuta e di Peter, suo fratello. Quando eravamo tristi ci portava in cucina e ci preparava i kipfel alla vaniglia e ci insegnava le basi del tedesco. Anni più tardi, in viaggio con i nostri genitori, scoprimmo che parlavamo un particolare dialetto bavarese, non il tedesco puro che ci vantavamo di conoscere.
Michael e Luke erano stati i primi, durante gli anni delle medie, a rompere la nostra barriera di solitudine. Si erano avvicinati durante la pausa pranzo, noi eravamo seduti sotto un ciliegio a mangiare panini al latte e parlare del nuovo fumetto di Spider-Man, come ogni giorno. Da soli. Questi due ragazzi, uno biondo e l’altro con il ciuffo blu, avevano iniziato a camminare verso di noi con convinzione. Ashton mi disse di ignorarli e così facemmo ma i due ragazzi si sedettero vicino a noi, presero il fumetto in mano e iniziarono a parlare. Così iniziammo a mangiare tutti e quattro insieme, scambiandoci i panini e i fumetti. Pian piano divenimmo amici e io m’innamorai di Luke.

Luke ha i capelli biondi, gli occhi azzurri e un piercing sul labbro. Con Luke passiamo lunghi pomeriggi sullo skate per poi sdraiarci stremati sulla spiaggia e guardare il tramonto. Ogni volta che mi abbraccia e mi bacia la guancia per salutarmi, il mio stomaco fa le capriole. Ildiko dice che è amore, Ashton che ho qualche problema gastrointestinale ma mio fratello deve solo stare zitto, visto come guarda Grace.

Siamo ancora nel parcheggio quando la campanella suona, entriamo di corsa nell’edificio e ci dirigiamo in classe. La 307 come aula fa davvero schifo, ma contiamo sul fatto che dopo due ore andremo nel laboratorio di chimica. Ashton ed io ci ghettizziamo in fondo alla classe, come al solito, mentre Luke e Michael prendono posto in prima fila, contro la finestra.
Quando la Smithers entra, ci alziamo e mugugniamo un “buongiorno” poco convinto. Sono quattro anni che cerca, inutilmente, di farci amare matematica ma il suo piano di renderla divertente funziona solo con un ragazzo: Calum Hood. Però non credo che conti, lui trova divertente qualsiasi cosa.
Prendo il quaderno a quadretti e l’astuccio, stappo la penna nera e inizio a scarabocchiare con poca convinzione la funzione che sta dettando.
“Trovate il dominio, il segno, le intersezioni e i limiti”, dice la Smithers, “Dopo faremo la derivata prima e seconda insieme.”
Sbuffo estraendo il cellulare dalla tasca. Né io né mio fratello ci siamo ricordati di portare la calcolatrice, e pensare che il programma della settimana ci era stato inviato via mail una settimana prima dell’inizio della scuola.
Digito il PIN e trovo un messaggio di Luke: “Dopo skate? Ho una cosa impo da dirti!!!”
Il mio cuore perde qualche battito e sento bolla formarsi nello stomaco, wow – penso – ci siamo, finalmente si è accorto che mi ama e che non può vivere senza di me…
Una gomitata di mio fratello mi riporta alla realtà, “Che vuoi?”, domando con poco gambo.
“Come si trovano le intersezioni con gli assi?”
Sbuffo e roteo gli occhi, “Metti tutto uguale a zero per trovare la x e sostituisci le x con zero per trovare la y, avanti Ash, non è così difficile.”
Torno a guardare il telefono. Luke mi deve parlare e se fosse per dirmi che si è fidanzato? Oh, non potrei sopportarlo.
Questo deve essere il mio anno, Luke – mi dico – vedi di non rovinare tutto.




 
Nota dell’autore:
Salve! Questa è la mia prima ff sui 5SOS. Diciamo che sono nuova nel fandom, principalmente scrivo per mia sorella, che è una loro grande fan.
Votate. Votate e lasciatemi un commento, fatemi sapere cosa ne pensate!!!
Un abbraccio e un bacio,
BlueRon
   
 
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