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Autore: _IcePotter    04/05/2015    2 recensioni
Durante una gita scolastica, Kendall e Logan si ritrovano a far fronte ad un problema... che toglie il sonno, ecco.
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Dal testo:
-Beh, magari tu potresti dormire sul pavimento e io sul letto, soltanto per questa sera?- aveva domandato Kendall interrogativo. Quella situazione non gli piaceva, non gli piaceva affatto.
-Scusa, perché io sul pavimento e non il contrario?- aveva ribattuto Logan, inarcando le sopracciglia. D’accordo, diciamo che tutta quella situazione rendeva nervoso anche lui. Insomma, era più che normale cavoli! Si trovavano in una situazione ai limiti dell’incredibile, di questo erano certi entrambi.
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[Kogan, accenni Jarlos][AU!High school][OS, 3000 parole]
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kendall, Logan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Young Love
-Beh, magari tu potresti dormire sul pavimento e io sul letto, soltanto per questa sera?- aveva domandato Kendall interrogativo. Quella situazione non gli piaceva, non gli piaceva affatto.
-Scusa, perché io sul pavimento e non il contrario?- aveva ribattuto Logan, inarcando le sopracciglia. D’accordo, diciamo che tutta quella situazione rendeva nervoso anche lui. Insomma, era più che normale cavoli! Si trovavano in una situazione ai limiti dell’incredibile, di questo erano certi entrambi. Probabilmente, si era detto il biondo, si trovava in un brutto sogno dal quale si sarebbe presto svegliato. Tutto quello non poteva essere vero.
-Uhm, non lo so, cioè…- Kendall si era trovato improvvisamente a balbettare, colto da un improvviso imbarazzo- Senti finiamola qui okay? È un letto ad una piazza e mezzo, io dormo da un lato e tu dall’altro. Cioè, le ragazze non le fanno sempre ‘ste cose? Ai pigiama party e roba del genere, sai? Quindi possiamo farlo anche noi!- aveva concluso, abbandonandosi in malo modo contro il letto. I capelli gli si erano appiattiti contro la fronte e gli occhi verdi erano socchiusi. Aveva la mani incrociate dietro la testa, i muscoli delle braccia sembravano guizzare sotto la superficie della pelle pallida, mettendo così in risalto le vene scure e l’espressione apparentemente rilassata. Dentro in realtà, sentiva un nodo allo stomaco che proprio non riusciva ad ignorare. Era sempre stato un tipo impulsivo, sua madre glielo ripeteva fin da quando era piccolo, ma quello era semplicemente… troppo, anche per i suoi standard.
Alla fine forse non aveva fatto nulla di ché: insomma aveva solamente chiesto al suo migliore amico, per il quale aveva una cotta enorme da oltre due anni, di dormire nello stesso letto con lui. Niente di così impossibile, insomma. Oh, al diavolo, aveva pensato voltandosi e dando le spalle all’amico, aveva esagerato eccome. Era già difficile evitare di fare pensieri sconci quando si vedevano per andare al mare o in piscina, figurarsi se lo avesse avuto vicino durante la notte, considerando che faceva caldo e che avrebbero dormito quasi nudi. No, avrebbe sicuramente fatto qualcosa di sconsiderato come saltargli al collo e baciarlo.  Poi magari, prima di farsi scagliare via, avrebbe potuto convincerlo ad andare oltre. Doveva smetterla o rischiava di farsi venire un’erezione indesiderata. Aveva chiuso definitivamente gli occhi, affondando la testa in uno dei cuscini poggiati sul letto. Quella situazione diventava sempre più insostenibile giorno dopo giorno. Aveva provato ad ignorare quello che sentiva per l’altro ma, davvero, come faceva?
Con il volto sorridente di Logan ben impresso in maniera indelebile nella mente aveva chiuso gli occhi, abbandonandosi ad un sonno agitato che comprendeva corpi che si strusciavano l’uno contro l’altro e nomi appena sussurrati con tono carico di un dolore troppo forte per sembrare vero. Kendall non aveva immaginato che dall’altro lato della stanza Logan lo osservava dormire con occhi tristi e uno strano vuoto al centro del petto, chiedendosi perché tra tutte le persone che c’erano al mondo doveva prendersi una cotta proprio per quel biondino dal ciuffo impertinente.
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Che Logan avesse una cotta per Kendall, a parer suo, era una cosa ovvia quasi come il fatto che Isaac fosse il personaggio di Teen Wolf con lo sguardo più magnetico. Insomma, la cosa più scontata al mondo. Ovviamente era convinto di non avere speranze perché Kendall era… Kendall. Il biondino dagli occhi magnetici al quale tutte le ragazze andavano dietro e che puntualmente le rifiutava tutte, per motivi ancora sconosciuti al mondo. Non avrebbe mai potuto provare qualcosa di diverso dall’amicizia nei suoi confronti. Eppure questo non impediva al suo cuore di fare un salto ogni volta che lo vedeva ridere o quando lo sentiva cantare. Proprio una ragazzina alle prese con la sua prima cotta, come gli dicevano Carlos e James, i suoi amici più fidati dopo il minore, ogni volta che gli parlava del suo problema.
In quel momento osservarlo dormire gli stava facendo stringere il cuore in una stretta dolorosa come non mai, che gli stava lentamente e inesorabilmente mozzando il respiro. Avrebbe soltanto voluto abbandonarsi sul letto e dormire fino a quando quell’incubo chiamato adolescenza non fosse finito. Qualcosa di vagamente impossibile. Sospirando rassegnato, si era sfilato la maglia e il resto dei vestiti lanciandoli disordinatamente per la stanza, per poi infilarsi sotto la doccia, sperando che i cattivi pensieri scivolassero via insieme all’acqua bollente che gli scorreva sul corpo.
***
Stranamente, il momento di coricarsi era arrivato prima del previsto. La cena si era svolta normalmente, con gli insegnanti che gli avevano illustrato nel dettaglio i vari posti che avrebbero dovuto visitare durante tutta quella settimana. Poi Logan e Kendall erano rimasti per un po’ nella stanza di Carlos e James a giocare a Obbligo o Verità e a scherzare come stupidi, prima che quest’ultimo li sbattesse fuori senza troppi complimenti, per dedicarsi ad attività più proficue con il suo fidanzato. Quei due insieme erano la coppia più incredibile che si fosse mai vista, forse per le differenza sia di aspetto che caratteriali, eppure insieme formavano un’accoppiata formidabile. Ormai erano insieme da quasi un anno e niente e nessuno sembrava in grado di separarli.
I due restanti mal capitati del quartetto quindi erano tornati nella loro stanza a cambiarsi il più silenziosamente possibile, evitando accuratamente di guardarsi negli occhi. La stanza che gli era stata assegnata, se si escludeva il fatto che aveva un solo letto (la causa di tutte le discussione avvenute nel pomeriggio), era davvero graziosa. Le pareti erano tinteggiate di un chiaro color crema che non appesantiva la vista e dalle quali di tanto in tanto si vedeva sporgere un piccolo quadro. L’arredamento era essenziale. Oltre al letto al centro della stanza, coperto soltanto dalla trapunta azzurra e da un lenzuolo, c’erano due comodini in mogano. La stanza aveva un enorme balcone con vista sul mare e il parquet scolorito della stanza non era occupato da nient’altro, a parte un armadio in legno chiaro e un cassettone che aveva tutta l’aria di essere reduce da entrambe le guerre mondiali.
Dopo essersi messi in pigiama –che poi non era nient’altro che una maglietta e un paio di boxer, quella sera faceva davvero troppo caldo- si erano guardati per un paio di istanti, a disagio, prima di sollevare ciascuno un lembo della coperta e sollevarla in perfetta sincronia. Poi, arrischiando soltanto a lanciarsi qualche timida occhiata di tanto in tanto, si erano sdraiati sul materasso dandosi immediatamente le spalle.
Da un lato, Logan faceva fatica a trattenere le lacrime. Aveva sbagliato tutto, suo padre faceva bene a ripeterglielo. Non avrebbe dovuto nascere “diverso” –era così che lo definiva lui- e soprattutto non avrebbe dovuto innamorarsi di Kendall. Ma davvero, cosa poteva farci? Non avrebbe voluto essere così. Anzi, in quel momento avrebbe voluto essere proprio chiunque tranne se stesso perché la cosa significava troppi casini con cui avere a che fare.
Dall’altro lato Kendall cercava di convincere se stesso a tentare un approccio di qualunque tipo con Logan. Stare con James e Carlos gli aveva fatto capire quanto fosse bello aver qualcuno su cui contare e che ci fosse per te in qualunque momento e situazione. Certo, il maggiore lo faceva già, ma soltanto in veste di migliore di migliore amico e lui avrebbe disperatamente voluto che diventasse qualcosa in più.
All’una di notte erano ancora entrambi svegli, ciascuno intento ad arrovellarsi sui propri sentimenti per l’altro. Alla fine Kendall, racimolato il coraggio necessario, si era avvicinato a Logan. Il moro aveva iniziato a trattenere il fiato, mentre l’amico si avvicinava ancora di più. In quel momento riusciva a sentire perfettamente il suo odore dolce sfiorargli le narici. Non aveva mai capito come facesse il biondo ad odorare sempre di miele, dato che neppure gli piaceva, eppure era così. Aveva un profumo semplicemente meraviglioso e a Logan bastava sentirlo per andare in estasi.
Soltanto qualche altro istante e Kendall aveva fatto collidere il suo petto con la schiena dell’altro, abbandonando la testa nell’incavo del suo collo e circondandogli la vita con un braccio. Quel tipo di contatto era del tutto nuovo per loro, che non si erano mai concessi troppi abbracci o cose del genere. Stranamente però, non suonava spiacevole oppure forzato. Erano sempre loro due, gli stessi Kendall e Logan che si erano trovati all’età di sei anni e che da lì non si erano più lasciati.
Il moro aveva dilatato le pupille, sorpreso. Perché si comportava in quel modo, adesso? Aveva alzato gli occhi al cielo, decidendo che almeno in quel momento era il caso di farsi un po’ meno domande e di godersi semplicemente quel magnifico momento. Aveva poggiato una mano su quelle di Kendall, che gli stavano ancora circondando la vita, e aveva abbandonato la testa contro la sua spalla. Nella stanza non si udiva nulla al di fuori dei respiri ormai mescolati dei due ragazzi.
E adesso? si erano chiesti entrambi.
-Logie…- era stato un mugolio appena udibile ad uscire dalle labbra del biondo, dopo quelli che erano sembrati secoli. L’altro non aveva risposto, stringendosi ancora di più a lui. Non voleva parlare, non con il rischio che così facendo l’incanto si spezzasse. Quando però Kendall aveva sollevato la testa dall’incavo del suo collo, segno evidente che avesse da dirgli qualcosa, anche Logan aveva iniziato ad agitarsi. Cosa diavolo stava combinando? Era sveglio nel cuore della notte, abbracciato alla sua cotta secolare nonché migliore amico, che in quel momento lo stava stringendo in una morsa che aveva un che di quasi possessivo. Improvvisamente impaurito si era voltato in quel bizzarro abbraccio soltanto per guardarlo negli occhi. Anche nella quasi oscurità della stanza –illuminata soltanto dalla luce della luna che entrava prepotentemente da un’imposta lasciata aperta- i suoi occhi verdi rimanevano bellissimi e illuminati di quella luce particolare che sembrava gridare “KENDALL!” da ogni dove.
Erano vicini, maledettamente vicini, molto più di quanto non lo fossero stati in passato, anche da bambini. Il respiro del biondo si infrangeva direttamente contro le labbra di Logan, mandandogli lunghi brividi lungo la colonna vertebrale.
Avevano mantenuto il contatto tra i loro occhi per un tempo che sembrava eterno, poi lo sguardo del più alto si era inevitabilmente diretto verso le labbra dell’altro. Erano screpolate per via degli incisivi che andavano a mordicchiarle ogni qual volta il loro proprietario era nervoso –questo Kendall lo sapeva benissimo- eppure carnose e di un colore indefinibile, un bizzarro incrocio tra il rosa e il viola che non sarebbe riuscito a definire. Qualcosa nella sua testa non faceva che urlargli di allontanarsi da lì e di dimenticare tutto quello che aveva a che fare con quella notte prima che fosse troppo tardi. Eppure lui non voleva. Non adesso che le mani di Logan si erano allacciate con fare titubante dietro il suo collo, non trovando collocazione altrove, e sarebbe bastato così poco per avvicinarsi e far finalmente incontrare le loro labbra.
-Logie… te l’ho mai detto che sei bellissimo?- aveva chiesto fiocamente il biondo, sollevando un braccio e prendendo ad accarezzargli il viso con un movimento quasi ipnotico. Avanti, indietro, avanti. A quella domanda Logan era arrossito in maniera improponibile, nemmeno gli avesse chiesto di scopare lì su due piedi. Aveva messo su la sua espressione più accigliata –quella con lo sguardo da cucciolo che faceva impazzire l’altro e il sopracciglio inarcato- prima di scuotere lievemente la testa, facendo un sorriso divertito.
-N-no, non credo…- aveva risposto con la voce altrettanto bassa, beandosi dei tocchi della mano dell’altro, che non si erano fermati neppure per un secondo.
-Uhm, allora dovrei rimediare subito, non credi?- aveva domandato retoricamente, per poi staccare la mano dal suo volto e avvicinarsi al suo lobo. –Sei bellissimo, sei bellissimo, sei bellissimo…- e lo aveva ripetuto per chissà quante volte e Logan si era cullato al suono di quelle parole che suonavano tanto come una ninna nanna. Il suo cuore incrinato però, voleva sapere cosa stava succedendo. Aveva paura che un’altra illusione sarebbe stata troppo perfino per lui, abituato a nascondere le sue sofferenze dietro falsi sorrisi bianchissimi e gesti troppo timidi per essere veramente notati da chi lo circondava.
-C-cosa stiamo facendo, Kindle?- aveva perso il conto di quanto tempo era passato dall’ultima volta che avevano utilizzato quei soprannomi. Li avevano usati per tutta la durata delle elementari, prima di decidere di comune accordo che ormai erano grandi per cose come quelle.
-Non so cosa voglia fare tu, Logie- aveva risposto criptico, avvicinandosi di qualche altro centimetro, tanto che ormai i loro nasi arrivavano a sfiorarsi –ma io voglio baciarti.- e così, senza attendere un altro secondo per paura che poi il coraggio gli sarebbe mancato, lo aveva baciato. Con gli occhi chiusi e le labbra altrettanto serrate, già pronto a ricevere un rifiuto che però tardava ad arrivare. Logan era troppo sbalordito per fare qualunque cosa. Poi la situazione in cui si trovava aveva avuto la meglio su tutto. Diamine, il ragazzo per cui aveva una cotta da paura lo stava baciando in preda a chissà quale raptus di follia, perché non ricambiare e non godersi il momento finché durava?
Aveva quindi fatto leva sulle spalle dell’altro, sollevandosi quel tanto che bastava a permettergli di ricambiare il bacio. Aveva schiuso le labbra e aveva fatto incontrare la lingua con quella dell’altro. Sentiva che lentamente stava scivolando verso l’oblio, perso nella miriade di sensazioni che quel bacio gli stava dando. Le labbra di Kendall erano morbide, molto più di quanto avesse immaginato, e sembravano incastrarsi perfettamente con le sue. Avevano un sapore strano e al contempo piacevole e a Logan sembrava già di esserne dipendente. In quel momento quasi non gl’importava di quello che sarebbe successo dopo.
Una volta rimasti entrambi a corto di fiato si erano staccati, ansanti. Adesso nei loro occhi si leggeva la paura di aver sbagliato eppure la lussuria che sembrava spingerli a farlo di nuovo, a cercare di più.
-O-okay, uhm, e q-questo cos’era?- aveva chiesto il moro titubante. Si chiedeva se l’avesse sempre avuta quella fastidiosa abitudine di balbettare, ma qualcosa nel suo cervello sembrava essere andata in corto circuito in quel momento. Kendall aveva ridacchiato, tracciando con il naso il profilo della sua mascella.
-A te cosa è sembrato che fosse?- gli aveva domandato di rimando. Tutta quella situazione era strana e gli mandava brividi in maniera incontrollata lungo la colonna vertebrale. Le cose avevano preso una piega che non si sarebbe mai aspettato, e non poteva dire che la situazione gli dispiacesse. Logan era ancora lì, era rimasto, qualcosa voleva pur dire, no?
-Un bacio?- aveva risposto con tono che trasudava insicurezza da ogni dove, ma stavolta senza balbettare. Non gli sembrava neppure di sapere ancora cosa volesse dire balbettare in quel momento.
-Certo che era un bacio…- aveva confermato Kendall, lasciandogli una serie di baci irregolari e bagnati lungo la guancia destra. –un bellissimo, bellissimo bacio…- aveva concluso per poi sfiorargli le labbra nuovamente, quasi accarezzandogliele con dolcezza. Prima ancora che uno dei due avesse avuto il tempo di realizzare la situazione, il biondo si era staccato e stava fissando l’altro da un punto imprecisato sopra di lui. Quel gesto aveva fatto scattare una specie di molla in Logan, che improvvisamente aveva capito che quella era la sua occasione, quella vera che capita una sola volta nella vita.
Aveva strusciato il naso contro quello dell’altro, in una serie apparentemente infinita di baci all’eschimese prima di decidersi a parlare.
-Se continui così non rispondo delle mie azioni- aveva smozzicato in tono calmo, mentre teneva gli occhi ancora chiusi.
-Non ti ho mai chiesto di farlo- aveva ribattuto immediatamente il biondo, sorridendo retorico. Poi entrambi erano scattati contemporaneamente e le loro labbra si erano incontrate un’altra volta. Questa volta nei gesti c’era più consapevolezza e più energia, come se quel breve scambio di battute avesse infuso coraggio ad entrambi. Le mani di Logan erano scese a stringere i fianchi di Kendall, che gli aveva invece circondato il busto con le braccia. Non si erano staccati per momenti interminabili che a loro erano sembrati durare troppo poco. I loro corpi reagivano in sincronia ai loro movimenti e i loro battiti accelerati rimbombavano in tutta la stanza come un martello in qualche modo delicato.
Si erano staccati soltanto quando i loro polmoni avevano avuto l’impellente necessità di riempirsi d’ossigeno.
-E questi invece?- aveva chiesto nuovamente Logan, con gli occhi lucidi. Si chiedeva se non si trattasse soltanto di un sogno particolarmente realistico dal quale si sarebbe presto svegliato, sicuramente con il cuore che batteva come un forsennato e a corto di fiato.
-Devi proprio farmelo dire? Insomma, Logie, lo hanno capito tutti qui a scuola tranne te! L’amore adolescenziale è già complicato per i fatti suoi, davvero, ma essere innamorato del tuo migliore amico che con tutte le probabilità non ricambierà mai i tuoi sentimenti lo è ancor di più, credimi. Sai cosa vuol dire? Le notti insonni, quelle popolate da incubi in cui mi lasciavi perché avevi scoperto quello che provavo per te, le canzoni scritte per una ragazza che sapevo che non ci sarebbe stata e che non ci sarà mai. Le giornate passate a vedere soltanto il tuo sorriso o i tuoi occhi non importava chi avessi davanti, la sofferenza ogni volta che vedevo qualcuno che ci provava con te e io non potevo fare nulla per impedirlo. Ti amo in una maniera che fa male, male davvero, Logie.
-Ma tu sei sempre così?- era riuscito soltanto a chiedere Logan, sbigottito dalla valanga d’informazioni che lo aveva investito contemporaneamente.
-Così come?- Kendall aveva sollevato un sopracciglio, curioso.
-Così come... così, ecco.- aveva risposto il moro, agitando le mani nel poco spazio che c’era tra i loro corpi.
-Vuoi davvero una risposta?- gli aveva domandato il biondo, chinandosi di nuovo verso le sue labbra.
-No, non credo- aveva risposto malizioso il maggiore, prima di aggiungere –e comunque anche io. Non guardarmi così, hai capito benissimo. Sì, anche io ti amo idiota. E ora baciami prima che mi penta di questa follia.
-Sissignore- aveva ridacchiato l’altro, chinandosi a baciarlo ancora, ancora ed ancora.



N.d.A. (Non datele ascolto!)
Good morning world! Come state? :D Io sono stranamente felice e ieri mi ha colto un lampo di improvvisa ispirazione, per cui ho iniziato a dedicarmi alle venticinque storie di cui vi parlavo nello spin-off Jarlos. Diciamo che non mi convince poi tanto, ma è solo una storiella per smorzare l'attesa del prossimo capitolo di "Lasciati Odiare" che arriverà tra pochi giorni. Grazie mille in anticipo a chi leggerà e lascerà una recensione! Adesso vado, ciao a tutti!
Baci,
Ice :)
PS: Con questo mio scritto non intendo dare una rappresentazione veritiera dei personaggi, i BTR appartengono unicamente a loro stessi e probabilmente non passano tutto il loro tempo a rotolarsi tra le lenzuola e il mio conto in banca mi dice che non ci guadagno nulla a scrivere queste cose. Enjoy!
   
 
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