«Josh!» trillò una voce da lontano. «Joshua Jonathan David O'Brien. Vieni subito qui, stupido ragazzino!» continuò la voce squillante.
«Se non metti a terra in questo medesimo istante quella diavolo di borsa giuro che rimpiangerai di esser nato! Lascia quella borsa. Ora!»
Joshua deglutì. Si guardò intorno: la luce dei lampioni sarebbe stata spenta da un momento all'altro, era talmente fioca che non sarebbe cambiato molto. Scosse impercettibilmente la testa, mentre la signora Anderson conitnuava a minacciarlo.
«Dammi subito quella borsa! Sbrigati! Voglio vedere cosa nascondi lì dentro, e dopo di che ti spedirò dalla polizia, ma sicuramente non prima di aver detto a tua madre cosa nascondi! Dai, stupido ragazzino! Ho visto perfettamente quella polverina bianca, e so perfettamente anche che è cocai... no, no, no! Avevo giurato di non pronunciare mai più quel nome! Maledizione! Chiamo la polizia, subito! E non prenderle come minacce, dovresti ringraziarmi per questa lezione che ti sto per dare, okay? E ora fila a casa tua, di a tua madre che la aspetto davanti a casa mia, nessun ritardo: deve arrivare prima della polizia altrimenti la denuncio!»
«N-no, signora Anders-son, mia madre no-non c'entra n-nulla in tutto questo. La p-prego, non dica nulla e non c-chiami la poli-polizia»
«Sei per caso un balbettante?» la donna scoppiò in una fragorosa risata. Era una cinquantenne anche se sembrava fosse una settantenne dai capelli cortissimi, ricci, ramati. Indossava quegli orecchini tondi, robusti, di un colore grigiastro e in quel momento aveva una vestaglia bordoux, visivamente disordinata e sporca di vecchiaia. Il ragazzo tirò su con il naso, forse a causa della rabbia che le scorreva velocemente nelle vene, nell'odio che provava ora nei confronti di lei.
«Mi pare che tu diventi un balbettante quando cazzo ti pare, o sbaglio? Forse quando ti becco a sniffare... ah, che fitte al cuore che mi vengono a pronunciare questo verbo... basta, la prossima volta ti prendo per le orecchie e ti porto a casa tua! Stupido ragazzino delinquente! Erro o spacci droga anche ai quattordicenni viziati, delinquenti e vigliacchi come te? Ti consiglio di scappare e farti vedere solo quando arriverà la polizia, vigliacco che non sei altro!» urlò esagerata la cinquantenne-settantenne, mentre il telefono che stringeva in mano, quello a cornetta, era già in funzione.
«Polizia!?» chiamò dal telefono, lanciando un gesto dalla parte del ragazzo come per consigliargli di scappare veramente. E Joshua non ne capiva il motivo, tanto l'avrebbe rivisto si e no fra quattro-cinque minuti, per esagerare?
ANGOLO AUTRICE:
Ciao ragazzi, so che probabilmente potreste rimanere delusi perchè ho scritto pochissimo, meno di quanto scrivo sempre nei prologhi - premetto che mi spreco sempre un po' per i prologhi - ma vorrei che con questa specie di primo capitolo - prologo -, vi rendeste conto un po di come potrebbe essere la storia, magari di come scrivo... se vi ho incuriositi mi lasciate una piccola recensione? :* *-* ^.^
Al prossimo capitolo (?), spero che almeno la trama, ovvero il sicuro motivo per cui avete aperto questa storia, vi sia piaciuta un po', ovviamente non è il massimo. No, per niente. Tutt'altro. Ma vabbè, ritornando a noi, vi saluto :*
Addio (?) :*