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Autore: tayuya96    30/12/2008    3 recensioni
Una cupa pineta.Quale luogo migliore per incontrare un fantasma??? I ricordi di un' incontro avvenuto 10 anni fa in uno scuro bosco di pini.
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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       QUESTO RACCONTO E' UN TEMA CHE MI HANNO ASSEGNATO A SCUOLA.
SPERO CHE PIACCIA ANCHE A VOI





Inizierei subito dicendo che se appartenete anche voi a quella vasta cerchia di scettici che non crede ai fantasmi, potete anche evitare di leggere questa storia VERA.
Bhe, ad essere sinceri anche io, quando ero poco più di una ragazzina non ci credevo.
Tutto cambiò in quel pomeriggio di sole di Dicembre. Mi ricordo che c'era tanta, tantissima neve e che le scuole erano state chiuse.Io e alcuni miei compagni e compagne di scuola, ci eravamo ritrovati nel campo da calcio vicino ad una pineta che si trovava nei pressi del nostro paesino.
-Il pallone è mio!-
Urlò uno di noi mentre correva verso la palla.Sferrò un calcio così forte che invece di andare dritto in porta, il pallone prese il volo e scomparve nel fitto bosco di pini.
Passati i primi attimi di sbigottimento,una mia amica prese la parola:
-Sei uno scemo! Ora non possiamo più giocare!-
Dopo circa 10 minuti di discussione su chi sarebbe dovuto andare a recuperarlo si decise di fare la conta.Alla fine ci dovetti andare io.
-Ehi Andrea, stai attenta ai fantasmi!-
Mi schernì quell'idiota di Paolo;
-Taci imbecille!-
Mi addentrai in quella cupa pineta in cui da anni, la gente del posto  non metteva piede per qualche oscuro motivo.Forse per superstizione...
Mi ricordo come se fosse ieri che inciampai molte volte a causa dei grossi rami nascosti dalla neve caduta nei giorni precedenti.Passati 15 minuti mi ero praticamente convinta che non avrei più ritrovato il pallone.Era come sparito.All'improvviso soffiò un forte e gelido vento.
Con mia grande sorpresa , atterrò sulla punta del mio naso un petalo rosa:
Lo guardai attentamente...
Non avevo dubbi! Era il petalo di un fiore di ciliegio giapponese.
Anche se non ne avevo mai visto uno dal vivo, quel tipo di albero mi aveva sempre affascinato.
Seguendo la scia lasciata da altri petali trovai la pianta.Dopo l'entusiasmo e la felicità, mi sorse un dubbio:
Cosa ci faceva un ciliegio asiatico in una pineta???Ma sopprattutto,come mai era in piena fioritura nel mese di Dicembre???
Non ci pensai più quando ai piedi della corteccia,conficcata tra due radici, vidi il pallone.
Mi avvicinai e spalancai gli occhi quando notai che su di esso era appoggiata una mano il cui braccio scompariva dietro il tronco.Avanzai ancora finchè non la vidi.
Era una ragazza bellissima, sui vent'anni che, appoggiata con la schiena alla pianta.
Sembrava dormisse.
Pur avendo l'aspetto di una giovane donna, aveva i capelli bianchi e così lunghi da adagiarsi sul terreno innevato.Erano così chiari da mimetizzarsi con la candida neve.Alcune ciocche della lunga chioma argentata erano raccolte in un piccolo fiocco dietro alla nuca.Ma la cosa più strana rimaneva l'abbigliamento:
Indossava un lunghissimo kimono bianco con sopra ricamati fiori azzurri e blu.
Intorno al ventre aveva un grosso pezzo di stoffa che andava da sotto il petto fino al bacino.Quella strana "cintura" era legata dietro alla schiena con un enorme fiocco.
L'abito aveva un lunghissime maniche che quasi nascondevano le mani.
Mi inginocchiai vicino a lei.
-Si sente bene?-Dissi con un filo di voce.Non ricevetti alcuna risposta.Rimasi a fissarla per minuti poi presa dalla curiosità,allungai la mano per toccarle dei capelli caduti vicino alla spalla.Prima che riuscissi nel mio intento la mano che prima teneva il pallone mi afferrò con forza il polso.La misteriosa donna aprì gli occhi che si rivelarno scuri.Quegli occhi neri erano opachi.Quando girò la testa verso di me fece suonare un campanellino che aveva legato al collo con una cordicella rossa.
-Ti prego, togliemi il campanello-Disse mentre portava la mia mano vicino alla propria gola.
-E...e perchè dovrei?-Balbettai
-Ti supplico, fa tanto male-Mi incitò gurdandomi con quegli occhi con un leggero taglio orientale.Non so perchè ma obbedì.Tirai con forza il laccio che si ruppe praticamente subito.In un primo momento guardavo il ciondolo che avevo tra le mani, ma quando alzai lo sguardo vidi le lacrime che rigavano il viso della ragazza.Capii subito che erano lacrime di gioia...
Aveva un sorriso stampato sulle labbra.
-Grazie mille...Andrea-
Sgranai gli occhi quando mi chiamò per nome.Io non le avevo mai detto come mi chiamavo.Protese il braccio verso di me.Con quelle curate e affusolate dita scostò una ciocca dei mie capelli neri per poi accarezzarmi la guancia destra.La sua pelle era fredda come il ghiaccio.
-Ti ringrazio molto-
Disse poco prima di alzarsi in piedi.Ebbi un brivido quando vidi che era scalza.Mi diede le spalle e iniziò ad andarsene.
-Dove sta andando?!? E' sicura di sentirsi bene?-
-Il sonaglio te lo regalo, a me fa solo dolore-Mi rispose cambiando discorso.
Improvvisamente una mano mi toccò la spalla. Scacciai una specie di grido strozzato.Mi girai.
-Siamo venuti a cercarti,Andrea, pensavamo ti fossi persa-Parlò uno della nostra banda scolastica, seguito dal resto del gruppo.
-Guardate quella stupenda pianta!!!E avete visto che bellissima donna??-Urlai ai miei amici mentre indicavo un punto alle mie spalle in piena frenesia.
-Ehi, sei sicura di sentirti bene?Lì dietro non c'è niente-
Mi voltai con uno scatto veloce.L'albero e la ragazza erano svaniti. In mezzo a quello spazio vuoto era rimasto solo un biglietto.Abbandonai il gruppo e lo andai a raccogliere.Sul pezzo di carta erano disegnati strani simboli che dopo un'attenta osservazione si rivelarono ideogrammi.Ci misi settimani per tradurre.Il messaggio era:



Ti ringrazio molto per avermi tolto di dosso il campanello.
Devi sapere che in un'epoca lontana,
ero una sacerdotessa che venerava lo spirito della neve.
Un giorno aiutai un brigante a fuggire .
Ma purtroppo mi incastrarono e fui catturata.
Riuscì a scappare dalla mia prigionia ma durante la fuga,
caddi in una trappola per cervi dove,per essere avvertiti dell'arrivo della preda ,
i cacciatori avevano posizionato dei campanellini.
Io sono morta così, nel mese d'aprile, sotto le fronde di un ciliegio in fiore.


                                                                                                           RYOKO.





E' passata una decina d'anni da quel giorno.Infatti è da 10 anni che al collo, porto un campanellino che tintinna ad ogni mio passo.Da allora, nei giorni d Dicembre, dopo un'abbondante nevicata, in lontananza, vedo la bella Ryoko che mi saluta con un gesto della mano


E' la prima volta che metto su carta questa mia avventura.In questo momento lei è lì,vicino alla mia finestra che sorride.

-Bentornata...Ryoko-




SPERO CHE VI SIA PIACIUTO, QUESTO LO DEDICO ANCHE  A TUTTE QUELLE PERSONE CHE LEGGONO E RECENSISCONO L'ALTRA MIA STORIA "IL DEMONE BIANCO". GRAZIE E  A PRESTO


                                                                     
 
   


  
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