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Autore: Book boy    05/05/2015    0 recensioni
Durante una delle solite grigliate al numero 1327 di Los Angeles, in casa Toretto, un'esplosione squarcia la tranquillità della mattinata. Detonazioni di arma da fuoco e spari provenienti da non molto lontano incutono timore e preoccupazione in Dominic, Letty, Brian e tutti gli altri piloti di gare clandestine. All'improvviso quella che doveva essere una tranquilla giornata passata con la "Familia" si trasforma in un incubo in cui l'unico obbiettivo è sopravvivere.
Genere: Azione, Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Letty entrò in cucina portando con sé la ciotola di insalata. Dom stava appoggiato al frigorifero osservando i movimenti sinuosi e sensuali della ragazza. Era di una bellezza mozzafiato e lui ne era innamorato come la prima volta che l’aveva vista. «Sei particolarmente bella, oggi» le sussurrò dopo averla tratta a sé con le braccia possenti e muscolose. Lei ammiccò sorridendo e posando sul tavolo la ciotola. Gli schioccò un bacio sulle labbra poi riprese la ciotola dirigendosi verso il cortile da cui proveniva un ottimo aroma di barbecue. 
Vicino alla piastra Roman insieme a Tej cuoceva costine di maiale e bistecche di manzo, cospargendole di tanto in tanto con salsa barbecue e ketchup. 
«Ma che fai?» Chiese stizzito Tej col suo solito tono di rimprovero nei confronti dell’amico 
«Non si vede?» Rispose quest’ultimo «Le sto aromatizzando alla salsa. La salsa è il nettare degli dei!»
«Ma il ketchup devi metterlo sulle bistecche fredde!» Roman lo guardò in viso «Sei diventato uno chef tutto d’un tratto? No? Perfetto, allora non continuare a rompere e torna e smontare motori… stupido d’un nero…» 
«Da che pulpito.» Ascoltando la conversazione Brian sorrise. Teneva in mano una bottiglia di birra e ne prese un’altra che passò a Dom una volta che questo arrivò al suo fianco. «Prego»
«Grazie» Ovviamente era una Corona. 
La sorseggiarono assaporandola appena prima che Brian iniziasse a parlare «Ne abbiamo fatte tante, eh?»
«Troppe» Rispose Dom sorridendo. 
Brian bevve un altro sorso di birra poi fece tintinnare la sua bottiglia su quella di Dom e quest’ultimo si avvicinò al tavolo sul quale, di lì a poco, avrebbero mangiato. «Venite tutti qui, per favore.» Si avvicinarono tutti quanti, compresa Mia che reggeva in braccio il figlio Jack ancora piccolo. 
Dom iniziò uno dei suoi tipici discorsi «Sapete benissimo che per me è sempre bello potervi rivedere ogni volta. Sapere di aver di fronte persone così importanti per me. Sapere che al mio fianco c’è la mia famiglia.» Nel pronunciare queste parole scorreva con lo sguardo su tutti i presenti, sorridendo a ognuno di loro. Poi riprese «Ma sta di fatto che ora e sempre resterete tutti quanti nel mio cuore. Abbiamo corso tutti insieme, siamo stati insieme sulla strada e oggi siamo tutti quanti qui insieme un’altra volta. Oggi anche con Jack, il nuovo entrato in famiglia» Disse guardando il nipotino e sorridendogli. «Vi voglio bene» Sollevò la bottiglia «Salud mi familia.»
«Salud» Risposero tutti all’uniscono. 
Dopo di ché ci fu una tremenda esplosione. 
Il boato fortissimo proveniva non molto lontano dalla casa al numero 1327. La detonazione faceva pensare ad una vera e propria bomba o forse l’esplosione di una pompa di benzina. 
Dom, come tutti gli altri presenti, rimase momentaneamente interdetto dalla situazione totalmente inaspettata. 
Si sentirono il suono delle sirene nell’aria e poi, in rapida successione, dei colpi d’arma da fuoco. 
Brian corse accanto a Mia e la strinse, abbracciando anche il figlio piccolo che si era messo a piangere. Dom li guardò e disse «Brian, porta via Mia e Jack al sicuro» Poi, rivolgendosi a Letty «Vieni con me, andiamo a vedere che sta succedendo.» 
Corse all’interno del garage e aprì di scatto una cassa all’interno della quale vi era il suo fucile a pompa calibro 12.
Raggiunse la portiera della Dodge Charger nera e, dopo aver aperto la portiera, appoggiò il fucile accanto al sedile. Letty sedette al suo fianco e Dom le disse «Sotto il sedile troverai una pistola» Lei allungò la mano ed impugnò una rivoltella che ricaricò con i proiettili che trovò in una scatoletta nel portaoggetti. 
Dominic partì accelerando ed immettendosi nel vialetto sul quale vi erano affollate alcune persone nel tentativo di capire che cosa stesse succedendo. «Dom…» 
«Dimmi» 
«Che cazzo sta succedendo?»
«Non lo so» 
Dall’altra parte del quartiere si poteva vedere un edificio andare in fiamme mentre da un’altra zona un’enorme colonna di fumo nero saliva altissima nell’aria limpida della tarda mattinata. 
La charger avanzò sgommando sull’asfalto e Dom svoltò a destra nella via adiacente arrivando di fronte ad un incidente parecchio grave. Un camion aveva letteralmente disintegrato un’automobile ed altre due vetture, compreso un furgone, erano state sbalzate via andando ad impattare contro i muri degli edifici adiacenti. 
«Cazzo, dobbiamo aiutare queste persone.» 
«Calma Letty, qui sta succedendo qualcosa di grave, molto più grave di quanto crediamo.» 
La Dodge avanzò sulla strada quando il cellulare di Dom iniziò a squillare. Letty rispose «Pronto, Brian?»
«Letty, io sono in casa con Mia e Jack, Tej e Roman si sono allontananti a piedi e ora vogliono andare a vedere che sta succedendo nel quartiere. Io ho tirato fuori la mia pistola e ora siamo chiusi in casa.» 
«Avete fatto bene, non sappiamo ancora che sta accadendo ma non è niente di buono, restate al sicuro e state tranquilli…»
Dom inchiodò. Strabuzzò gli occhi subito imitato dalla compagna, anch’essa pietrificata da ciò che stava accadendo sulla strada: due uomini erano inginocchiati su un ragazzo esangue, i cui organi erano sparsi sull’asfalto e la cui cassa toracica era squarciata. 
«Cazzo.» Letty sentì un conato di vomito e si tenne la bocca con la mano libera. Nell’altra teneva ancora il cellulare 
«Che succede?» Chiese Brian dall’altra parte del ricevitore «Che sta succedendo? Letty!» 
Lei rimase pietrificata. Dom prese il telefono «Brian.»
«Dom, che sta succedendo?!»
«Tieni al sicuro Mia e Jack.» Poi chiuse la chiamata e, dopo aver imbracciato il fucile scese dall’auto. Si avvicinò lentamente ai due e tirò la maniglia di caricamento posta sotto la canna. 
Uno dei due riversi sul ragazzo, si voltò a guardarlo. Gli occhi erano vitrei e i suoi vestiti erano completamente imbrattati dal sangue dell’uomo che stava divorando insieme all’altro. 
Tutto a un tratto si alzò in piedi ringhiando e si buttò su Dom che fu veloce a scansarsi di lato e colpirlo alla testa con il calcio del fucile. 
Anche l’altro tentò di attaccarlo, cercando di azzannarlo alla gola ma Dom non ci pensò su due volte e, dopo avergli mollato un calcio all’addome aprì il fuoco su di lui, colpendolo in pieno petto e sbalzandolo qualche metro più in là. Dopo pochi secondi, però, si rialzò lentamente. 
Dom rimase esterrefatto «Ma che cazzo…» L’uomo si rimise in piedi anche se il petto era squarciato in più punti dai piombini del palettone che l’aveva colpito. 
L’altro che Dom aveva stordito col colpo alla nuca si rialzò e prese Toretto alle spalle. Lui tentò di liberarsi impedendo a quell’essere che di umano, ormai, aveva ben poco, di morderlo. 
Uno schizzo di sangue imbrattò la guancia di Dominic e l’uomo che lo stringeva per le spalle cadde a terra perforato alla testa da un colpo di pistola sparato da Letty. 
Dom alzò il fucile e puntò alla testa di quello a cui aveva già sparato e tirò il grilletto facendo letteralmente esplodere la nuca dell’essere il cui corpo cadde in terra con un tonfo. 
«Andiamocene, Dom.» Disse Letty schifata dalla situazione.
Toretto raggiunse la sua auto e vi salì a bordo al posto di guida, nel momento stesso in cui un’autovettura della polizia a sirene spiegate svoltava nella strada e la percorreva in tutta la sua lunghezza superando in velocità sia il ragazzo a terra sventrato che i due cadaveri e la Charger di Dom che rimase interdetto. La polizia non prestava attenzione ai cadaveri sulla strada? Poteva significare solo una cosa. 
Quella non era una scena poi tanto rara al momento. 
All’improvviso una nuova esplosione smosse l’aria. Dom accese l’auto, ingranò la marcia e partì di corsa diretto a casa. Vicino a lui Letty sbatteva le palpebre continuamente nel tentativo di trovare una spiegazione razionale a tutta la situazione. Dom prese il cellulare appoggiato sul cruscotto e, staccando momentaneamente gli occhi dalla strada, compose il numero di un vecchio amico. 
Hobbs. 
Il telefono suonò a vuoto per alcune volte ma poi, finalmente, Hobbs rispose «Pronto?»
«Hobbs, sono Toretto.»
«Toretto, scommetto tu mi stia chiamando per sapere che sta succedendo?»
«Sei particolarmente perspicace oggi.»
«Bè la risposta è la seguente: non ne so niente. Stiamo ancora indagando sull’origine della situazione ma sta di fatto che le persone in strada hanno sintomi violenti e rabbiosi e attaccano chiunque gli si pari davanti.»
«Ma di che parli? Cos’è rabbia?»
«Non è da escludere. Forse si tratta di un’arma chimica o un nuovo tipo di malattia, sta di fatto che l’esercito non riesce a contenere la situazione e la guardia nazionale è nella merda.»
«Voi che state facendo?»
«Tentiamo di capire che c’è dietro a tutto questo. Il DDS sta indagando sull’origine di questa “infezione”. Per ora non so molto quindi non posso aiutarti.» 
Dom sospirò. «Dom.»
«Dimmi.»
«Non fare cazzate e tieni al sicuro gli altri.» 
«D’accordo Hobbs, fatti sentire se hai novità.»
 Chiuse la chiamata e, insieme a Letty, si diresse verso casa. 
  
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