Nothing
will be what
it is, because everything will be what it isn't
-Come ti chiami, ragazzina?-
-Alice-
Sussultò e fluttuò in aria, guardandola con
stupore e
aspettativa. –Quella
Alice?-
-Io... non lo so-
-Se non sai chi sei, come puoi pretendere di sapere dove andare?-
-Ma io so chi sono! Sono Alice-
-Quella Alice?-
-Oh, insomma! Non so di quale Alice tu stia parlando-
-E tu sai di quale Alice stai parlando, cara?-
Alice... Alice... Alice...
La voce cantilenava, chiamandola, riportandola indietro a
ciò che
era solo un sogno, un
sogno che scandiva le lancette del suo destino.
non è, dove le idee si
confondono, attorcigliandosi l’una all’altra in
cerca di un appiglio sensato
che non trovano.
E lì, si era persa. Aveva perduto ciò che
era, o ciò che in verità non era mai stata,
ciò che avrebbe
voluto essere o che
pensava di essere. Aveva perduto ogni parte di sé e ora non
restava altro
che
un’ombra intangibile e maligna, priva di ragione o di
memoria, un fantasma
smunto che contava
i rintocchi del tempo, gli occhi vitrei di un essere che ha donato la propria anima ed
ora, incapace
di
ritrovarla, non è altro che un involucro grottesco, pallido,
gelido, esile
immagine di ciò che era un
tempo, molti rintocchi fa...
Si era persa in quel mondo di insensate e
folli convinzioni e ora il suo corpo quanto la sua mente
erano una creatura
assetata di sangue, posta a guardia di un fantasma, ennesima anima
errante.
Solo due cose conservava del suo passato.
Si chiamava Alice e si era persa nel Paese
delle Meraviglie.
cuore. Immobile, legata ad un filo
che gli occhi non scorgevano, sollevò il mento e, ancora
una volta, fu
incatenata a quello sguardo, incapace di percepire qualsiasi altra
cosa
intorno
a sé, incapace di capire qualsiasi altra realtà
che non fosse celata in quegli
occhi
grigi. Così rimase intrappolata in quell’istante
come se fosse eterno,
come se quella fosse
tutta la sua eternità. Ferma in un misero angolo di mondo,
congelata da uno sguardo in cui
non risiedeva solo un misero mondo, perché,
perché non era più consapevole del proprio
respiro, perché a circondarla non
c’era altro che nulla e vuoto, perché il suo cuore,
inspiegabilmente,
semplicemente, batteva ancora? Perché non avrebbe mai
scordato due
occhi in cui
il suo tutto veniva scombussolato e ricreato?
Sbatté le palpebre, interruppe il contatto,
un millesimo di secondo, il tempo di recidere un filo,
abbassò il mento e si
incamminò fuori da quel mondo, fuori dal Paese delle
Meraviglie.
potuto tenere lo sguardo fisso
sulla sua schiena che si allontanava? D’altronde, lui era
pazzo.
Strinse la
presa sulla ringhiera marmorea, frenando l’impeto di rabbia
che inveiva nella
sua
testa e che gli tempestava infido il petto con cento e più
lame infuocate e
oltre cui, in realtà,
celava a se stesso un malsano, profondo dolore.
Doveva fermarla, convincerla a restare,
trattenerla!
E invece l’avrebbe lasciata andare.
Non l’avrebbe rivista mai più, lo sapeva. E
quel mai gli rimbombava nella testa in un macabro
vortice di prima e dopo.
-Cappellaio-
la Regina Bianca gli si affiancò,
sorridendogli, posò lo sguardo sulla
ragazza
ormai lontana. –Non
la fermi?-
-Non vuole essere fermata-
-La maggior parte di noi non sa cosa vuole
davvero-
Lo scrutò attenta. –E
così, tu che tanto mi amavi...-
Prima. Prima della sua follia, prima di
Alice.
-Mia regina, io..- lo
fermò con un gesto rapido della mano.
-Non occorrono spiegazioni, capisco. E
tuttavia, la lasci andare?-
Nella sua mente c’era lei, una bambina
entusiasta di ogni novità, lei che non ricordava
più nulla,
che aveva smarrito
persino se stessa, lei che esitava quando le aveva rivelato che un
tempo aveva
amato la Regina Bianca, lei che socchiudeva gli occhi tra le sue
braccia, lei
che non avrebbe
sopportato di perdere ancora. C’era lei in tutti i suoi
pensieri matti.
-Fermarla sarebbe come distruggere la strada
che deve ancora percorrere. Se mai sceglierà me,
tornerà-
-E tu, Cappellaio, hai scelto lei?-
-Sempre-
Avrebbe sempre scelto lei.
vedere con Alice, ma ha fatto scattare qualcosa nella mia testa e,
quindi, ecco qui le
parole sgorgate quasi per caso e che per ora non sono
ancora state sistemate in una
storia più ampia, almeno finché la testa
sopracitata
non colga l’ispirazione.