And
it’s all fun and games,
’til
somebody falls in love,
but
you’ve already bought a ticket,
and
there’s no turning back now….
…Round and round like a horse on a carousel, we go,
Carousel
Il panorama è
fastidiosamente giallo da dietro gli occhiali
da sole, sembra di camminare in una granita al limone.
-Anne mi stai
ascoltando?- mi giro e ti vedo, dovresti ricordarti che mi
distraggo
facilmente, dovresti sapere che non è mancanza di interesse,
sono solo…. Beh io.
-Dicevo che sono passati dieci anni,
ma non è cambiato nulla
qui- annuisco e accenno un sorriso, sono sempre stata di poche parole,
forse perché
ne ho troppe in testa, non so mai quali scegliere perciò
preferisco comunicare
con poco.
E’ un piccolo Luna Park
abbandonato in mezzo ad un campo,
rimasto a marcire dal 1962. Ci avviciniamo velocemente alla giostra dei
cavalli, i quali minacciosi sfoggiano i loro sorrisi scrostati. Anche
il nostro
rapporto tra me e te Peter ormai è diventato come quel
sorriso, non credi?
-Puzzi di disinfettante Pete- ti
guardo fintamente
disgustata, come facevo prima, in quel mondo lontano in cui eravamo
ancora
amici.
-Tutti i dentisti puzzando di
disinfettante- cerchi di levarti
i riccioli da davanti agli occhi, non ti rendi conto di quanto mi sia
mancato
quel gesto, probabilmente non lo saprai mai. Saliamo su due cavalli
vicini, ho
appoggiato la fronte all’asta che regge il cavallo, non ho
mai notato quanto
fosse terrificante, come se trapassasse la testa e il petto del ronzino.
-E’ cosi
strano…- dico quasi sussurrando, hai aggrottato le
sopracciglia scure con fare teatrale, ora stai alzando
l’angolo destro della
bocca in un ghigno, facevi sempre questa espressione quando capivi che
cominciavo un discorso comprendente un numero maggiore di due parole,
ti
conosco troppo bene Pete.
-In che senso?-
-Beh guardaci, insomma dieci anni fa
volevamo vivere di
musica e girare il mondo in autostop. Ora tu sei un dentista ed
io… beh una
scrittrice fallita che lavora in una caffetteria della periferia- restiamo in silenzio per
qualche istante per
poi scoppiare in una sonora risata, forse gli anni non ci hanno diviso
poi
tanto, magari c’è ancora una flebile speranza.
-in ogni caso siamo ancora qui, a
trent’anni sulla nostra
vecchia giostra abbandonata – abbasso lo sguardo, ricordando
l’ultima volta, il
momento esatto in cui le nostre vite si sono divise per sempre, dove
tre parole
ci hanno separati.
-Ti amo Anne- questa non era una
dichiarazione, era un
biglietto di sola andata, lontano il più possibile da te, o
almeno così credevo.
Paura, stupidità e immaturità mi avevano
offuscato il cuore, facendomi correre
via senza fornirti alcuna risposta, lasciando te, il mio migliore
amico, solo e
incredulo in questo vecchio luna park. Avevamo vissuto, ci eravamo
dimenticati
a vicenda, o perlomeno lo pensavamo; infine ci eravamo ritrovati, per
puro caso,
nello stesso luogo. Il posto che sembra gridare fine
da ogni giostra, ogni biglietteria e autoscontro.
Lascio cadere il braccio sinistro
sulla briglia del cavallo
e comincio a tastarla nervosamente, questo posto mi fa uno strano
effetto, come
se fosse impregnato di un qualcosa che mette a disagio chiunque ci
venga, ma
probabilmente sono solo io che mi sento fuori posto qui, come se fossi
nel
posto giusto nel momento sbagliato, in ritardo di dieci anni.
Un calore improvviso mi avvolge la
mano, sei tu che mi
rivolgi un sorriso amichevole.
-E’ troppo tardi vero?- mi
pento immediatamente della
domanda, ritorno ad essere la stupida ragazzina di un tempo.
-Non lo è mai stato Anne,
e non lo sarà mai-.
Spazio autrice:
Ciao! Spero che il mio racconto vi sia piciuto :) mi fabbe molto piacere se dedicaste un momento per lasciare una piccola recensione..
Alla prossima
Angelica