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Autore: Kooskia    09/05/2015    0 recensioni
[I Guardiani di Ga\'hoole]
Fanfiction dedicata ai Guardiani di Ga'hoole, con personaggi originali e solo una modestissima partecipazione di alcuni personaggi della saga dei libri. La vicenda seguirà la storia di un barbagianni figlio di archeologi e dovrà cerchare di proteggere il destino dei gufi da un antico pericolo proveniente dal misterioso passato degli Altri.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo – 10  Nel cavo di un albero.
 
Kharas lasciò che fosse la brezza notturna a fargli prendere quota e godette per alcuni istanti del piacere di lasciarsi andare in un volo senza pensieri.
La notte era l’ora dei gufi ed è così che la loro vita dovrebbe essere.
Una vita di cacciatori:  senza preoccuparsi di potere, ricchezza, gloria e guerra.
Tutto quello che contava era poter volare in libertà e avere l’abilità di procurarsi del cibo.
O almeno questo sarebbe lo stile di vita di un giovane maschio solitario.
Kharas si riscosse dal piacevole intorpidimento del volo notturno e i suoi sensi acuti si concentrarono sul suolo finché riuscì a triangolare la posizione di un piccolo roditore.
Il barbagianni richiuse le ali e si gettò verso la sua preda senza causare il minimo rumore grazie alle piume tipiche della sua razza.
Il topo non si accorse di nulla fintanto che gli artigli di Kharas non si chiusero su di lui.
Il giovane maschio si librò in volo, portando con sé la sua preda: benché la fame gli suggerisse di riempirsi in quel momento il ventriglio, la mente gli imponeva un altro percorso.
Fece ritorno di lì a poco nel cavo di un albero e depose per lei la sua preda.
-Grazie Kharas…  - rispose la flebile voce di  Hava.
Lui borbottò una risposta imbarazzata che a mala pena uscì dal suo becco, suscitando il sorriso di lei.
-Lo so che tutto questo è ancora strano per te… e credimi, non era mia intenzione metterti in questa situazione. Tutto quello che volevo era andarmene con la coscienza di Guardiano, consapevole di aver fatto il mio dovere ai limiti delle mie possibilità e… -
Kharas la interruppe, lo sguardo improvvisamente ferito.
-Lo sai bene cosa hanno detto gli altri! Non rimpiangere di essere sopravvissuta, te ne prego… -
Lei annuì e si avvicinò debolmente a lui, sfregando il suo becco contro le piume del collo del maschio.
-Lo so, lo so… ma siamo entrambi molto giovani, troppo giovani forse. Non posso dire che sia stato uno sbaglio, perché sarebbe sia crudele che falso…  ma trovo ingiusto che tu dovrai farti carico di quasi tutto.-
Come a sottolineare le sue parole, Hava sollevò l’ala sinistra che recava ancora una vistosa cicatrice.
Dopo aver superato la fase più critica, era divenuto chiaro come la capacità di volare della femmina fosse stata irrimediabilmente danneggiata.
-Però qualche tempo fa avevi fatto un breve volo planato, ti ricordi? Vedrai che col tempo potrai prendere un po’ più di forza e potrai volare di nuovo… -
La risposta della femmina fu  gentile, ma non nascose un velo di schiettezza.
-Non ingannarmi Kharas… forse potrò fare qualche volo planato, ma non potrò mai più volare né cacciare come facevo prima. Mi chiedo se questa sia la punizione per i miei sbagli e la mia arroganza… non avrei mai dovuto unirmi ai Guardiani. Quando mi sono resa conto che non avrei mai più volato come prima, ho anche pensato di …  -
Kharas le rispose con un gemito rabbioso di dolore ma lei lo interruppe di nuovo.
-No… no, lo sai che questi sono solo pensieri che ebbi in preda alla disperazione. Sono grata di essere viva perché adesso la mia vita ha comunque un nuovo scopo… ma trovo ingiusto che tu dovrai portare sulle ali un peso maggiore di qualsiasi altro gufo maschio, cosa ne sarà dei tuoi desideri? Del voler seguire le orme dei tuoi genitori?-
Questa volta fu lui a interromperla.
-Ma io lo sto facendo e voglio farlo…  i miei genitori vivono attraverso me e non vorrebbero che io seguissi un cammino diverso da quello che il destino mi ha imposto. Lo accetto  e rinuncio con piacere ad una vita da eroe o da studioso. Qui, in questa nostra terra,  non dobbiamo preoccuparci di nulla se non che a noi e al nostro futuro.-
Sorrise, avvicinandosi un po’ di più alla femmina ed accovacciandosi al suo fianco.
Per alcuni istanti, egli semplicemente godette del calore dato dalla vicinanza del corpo della femmina: era sempre bellissima, che potesse volare come prima o meno.
-L’altro giorno era venuta in visita quella simpatica famiglia di civette delle tane. Pensavo che potrei provare a imparare da loro e cacciare prede sul suolo: ci sono parecchie lucertole tra alberi e rocce qui attorno. Una volta che si impara ad ignorare le squame, non sono poi così male…  -
Kharas cercò di mettere da parte il fatto che a lui non piacessero per niente ed annuì con approvazione: il cibo non sarebbe stato un problema da quelle parti, ma lui sapeva bene che Hava doveva trovare un modo per contribuire.
-Conoscendoti, non ci metterai molto ad imparare…  -
Abbassando lo sguardo il giovane maschio poté ammirare ancora una volta le tre candide uova che riposavano al caldo del nido.
Hava seguì il suo sguardo e non trattenne un sorriso di piacere nell’appoggiare il capo contro il petto di Kharas, per poi ammirare insieme cioè che avevano creato sulla riva di un lago ma che da quel momento in poi avrebbe dato un nuovo scopo alle loro vite.


-  FINE -

 
  
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