Film > Il gobbo di Notre Dame
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Autore: Stella cadente    10/05/2015    7 recensioni
Francia, 1482:
Parigi è una città che nasconde mille segreti, mille storie, mille volti e mille intrecci.
Claudie Frollo è un giudice donna che tiene alla sua carriera più di ogni altra cosa al mondo.
Olympe de Chateaupers è una giovane ragazza da poco al servizio del giudice e, sebbene sia spavalda e forte, si sente sempre sottopressione sotto lo sguardo austero di quella donna cinica ed esigente.
Nina è una semplice ragazza di quindici anni, confinata nella cattedrale a causa di un inconfessabile segreto..
L’arrivo di Eymeric, un giovane ramingo gitano, sconvolgerà le vite di queste tre donne, in un modo diverso per ognuna.
Ma alla fine, di quali altri segreti sarà testimone Parigi?
Genere: Fantasy, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
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Prefazione
 
Ebbene sono anche qui, con la mia prima FanFic su Notre-Dame. Di recente mi è capitato di rivedere il film della Disney su Sky e me ne sono letteralmente innamorata – e ovviamente poi ho comprato anche il romanzo. Lo so, è una pazzia pubblicare una storia quando ne ho un’altra in corso, ma il fatto è che mi è presa veramente male e... e quindi eccomi qui, a postare il primo capitolo di questa FF e a provare a vedere come andrà a finire.
Dunque, vi scrivo subito all’inizio solo per fare qualche nota relativa al testo e ai futuri sviluppi della storia, poi mi dileguo ;)
Questa storia, come avrete visto anche nelle note della FanFiction, è una Gender Bender: ciò significa che tutti i personaggi maschili (Frollo, Quasimodo, Febo) sono femminili, mentre Esmeralda è un ragazzo.
Volevo soffermarmi un momento su Claudie (il corrispettivo femminile di Claude Frollo). Ora, lo so che era impossibile al tempo che una donna divenisse giudice, ma tenete presente che la vicenda, come ogni romanzo è molto – appunto –  “romanzata”, e che perciò si discosta un pochino dalle situazioni che potevano crearsi al tempo. Inoltre Claudie, ovviamente, pur essendo cinica e fredda come la sua controparte maschile, è molto più posata, “femminile” ecco. È anche un pochino più umana: diciamo che Claudie è il risultato di una mediazione tra il Frollo del film e quello del romanzo – più umano e compassionevole. Ma non preoccupatevi, ho cercato di rendere i personaggi molto IC, per cui non ritroverete i nostri protagonisti completamente diversi da quelli che conoscete.
Olympe invece (Febo al femminile) è una sorta di vice giudice, la seconda in comando di Claudie, nonché sua dama di compagnia. Insomma, mi sembrava un po’ fuori luogo farle fare il capitano di un esercito. Un conto è un giudice donna – per quanto sia strano nel Medioevo, volendo ci può stare –  ma un capitano donna... magari no, ecco.
Nina, invece, non è esattamente il corrispettivo di Quasimodo. O meglio, sì ma no. Sì perché è confinata nella cattedrale da Claudie, no perché non è il fatto che è deforme il motivo che spinge il nostro giudice a relegarla là dentro. Anzi, Nina è una fanciulla bellissima, ma nasconde un segreto che stravolgerebbe tutto, se venisse scoperto. Segreto che ovviamente non vi dirò ora, perché se no non c’è gusto :P
Ultima cosa: l’età dei personaggi. Nel Medioevo l'aspettativa di vita media si aggira attorno ai cinquant'anni, ma nel film della Disney sembra che Frollo abbia sessant’anni e passa. Ora, io non credo che a cinquant' anni uno avesse i capelli bianchi, ma comunque era considerato vecchissimo.. per questo ho stravolto un po’ l’età dei personaggi. Claudie ad esempio ha trentacinque anni: giovane per uno dei giorni nostri e giovane anche d’aspetto, ma una donna in tutto e per tutto, ormai formata, per un uomo medievale (infatti nel modo in cui l’ho immaginata è sempre una bella donna ma – come il suo personaggio – suscita più timore che fascino). Ho semplicemente voluto dare l'idea di un giudice nel pieno della sua carriera, tutto qui.
Olympe invece ha diciannove anni, Nina quindici ed Eymeric (Esmeralda al maschile) ventitré.
Vi anticipo anche che ci saranno citazioni e scambi di battute prese direttamente dal film, ma ciò non significa che la storia sarà uguale a quella originale. Anzi... no. Inoltre vi saranno i punti di vista dei vari personaggi, così che abbiate una visione più ampia di quello che succede e al tempo stesso vi immedesimiate più facilmente.
Detto questo, vi lascio perché ho parlato fin troppo, e vi auguro buona lettura :)
Con affetto,
Stella cadente



























 

 


 Paris
 

 
 
 





Parte prima







I.
Lo zingaro dagli occhi verdi

 
 
 
Claudie
 
 
           
Il cielo era pallido, quella sera. La luna già alta, bianca e cristallina, osservava tutto il popolo di Parigi. Mi guardavo intorno, compiaciuta;  le strade erano così meravigliosamente deserte. Nessun mendicante nei dintorni.
Storsi il naso al solo pensiero. Da tempo Parigi era vessata dalla presenza degli zingari: una massa di straccioni che si mescolavano ai parigini, interrompendo la quiete con le loro astuzie e i loro inganni. Sembravano non estinguersi mai e continuare a brulicare, come insetti fastidiosi e infimi. Erano…
Disgustosi.
Non c’era altro termine per descriverli.
«Torniamo indietro, signora?»
La voce di Olympe de Chateaupers mi riscosse da quei pensieri.
«Perché mai?» replicai io.
L’ora dei Vespri era suonata da poco, ed eravamo in perlustrazione con dei soldati al seguito. Un piccolo gruppo di zingari era sfuggito alla mia precedente recluta. Era stata un pochino deludente, per dir la verità.
Oh, ma ora nei sotterranei capirà quanto.
La signorina de Chateaupers era arrivata a Parigi da poco, ma già si era trovata un posto al mio fianco: aveva circa una ventina d’anni, era giovane e brillante. Ed eseguiva i miei ordini.
«È solo che» tentò. Notai con piacere che esitava. «Gli zingari sembrano essere scomparsi. Non li troveremo mai.»
«Baggianate» la zittii io. «Si nascondono da qualche parte… sono come topi. Si nascondono nel buio, ma prima o poi vengono fuori.»
Silenzio.
«Proseguiamo» conclusi, incitando il mio cavallo ad andare avanti.
 
 
Il cielo si era scurito, e la luna brillava un po’ di più.
«Signora… Mi avete richiamata dai Pirenei per catturare indovini e chiromanti? E poi non è meglio se continuiamo le ricerche domani?»
«Silenzio» sibilai.
Lei si ammutolì.
Poi un rumore lontano arrivò alle mie orecchie. Fu come una sferzata.
Musica.
Musica esotica, prodotta da tamburelli baschi e tamburi, più bassi. Pochi strumenti che tuttavia davano vita ad una melodia elaborata, allegra, straniera. Mi bastò un veloce ascolto per capire: gli zingari erano vicini.
«Da questa parte» ordinai, e mandai il mio cavallo avanti, facendolo camminare piano.  Non volevo destare sospetti.
«Dobbiamo essere silenziosi» mi raccomandai, rivolgendomi anche agli uomini. «Altrimenti quella lurida feccia fuggirà di nuovo.»
Sorrisi, soddisfatta: mi sentivo la vittoria in pugno ad ogni passo. La musica aumentava di volume: erano vicini.
Dopo poco sentii anche una risata. Gli insetti stavano per essere schiacciati.
Mi appostai nelle strade buie: erano in mezzo ad una piccola piazza malandata lì vicino, con un falò acceso. Erano in cinque. Riconobbi subito il burattinaio che dava sempre spettacolo di fronte a Notre-Dame, altri due uomini alti e nerboruti, una ragazza dai riccioli scuri e un ragazzo. Il burattinaio batteva le mani a tempo, i due uomini grossi percuotevano i tamburi, la ragazza cantava e il giovane suonava il tamburello basco, ballando danze gitane. Intorno a lui saltellava anche una capretta dal pelo bianco e le corna dorate. Una bestia infernale.
Stregoneria.
Lo straniero volteggiava e faceva acrobazie in aria come se non fosse neanche umano.
«Catturateli al mio segnale» dissi, con voce gelida.
Li osservai meglio, studiando da quale direzione avremmo dato loro meno possibilità di scappare.
Poi l’occhio mi cadde di nuovo su di lui. Il fuoco gli illuminò i lineamenti, e mi soffermai a guardarlo con interesse.
Aveva una bellezza ipnotizzante. Gli occhi erano verdi, talmente verdi da sembrare scintillanti come due pietre preziose. La logora camicia bianca gli lasciava scoperto il petto olivastro, e ai polsi aveva bracciali e amuleti egiziani che tintinnavano ad ogni suo movimento.
La vista di quelle braccia muscolose mi provocò un brivido lungo tutto il corpo.
Mi riscossi.
«Prendeteli, ora» ordinai.
In men che non si dica i soldati erano usciti allo scoperto e la musica era cessata.
«Bene, bene, bene» sogghignai, mentre avanzavo. «Cosa abbiamo qui?»
Indugiai un attimo sul giovane zingaro con il tamburello. In sottofondo si sentiva solo il crepitare del fuoco.
«Signora, non stavamo facendo nulla di male» disse la ragazza.
I gitani erano impietriti. Anche il burattinaio, adesso, non sembrava più così gioviale come quando faceva gli spettacoli per i bambini.
«Oh, certo. A parte il fatto che avete gravemente violato gli orari che siete tenuti a rispettare» la zittii, indurendo il tono della voce. «La vostra presenza non è richiesta durante la notte. Dovevate tornare al vostro lurido covo ore fa, ed invece siete ancora qui
Poi mi rivolsi agli uomini.
«Arrestateli» dissi solo.
«Signora» lo zingaro giovane si fece avanti.
Assottigliai gli occhi.
«Volevo sapere se…»
Silenzio.
«Parla, miserabile» lo incitai duramente.
Lui sembrò indugiare un po’, come se temesse di rivolgermi parola. Lo osservai bene: era così… insolito.
Poi disse, con un ghigno beffardo e uno sguardo di sfida:
«Volevo sapere se siete in grado di inseguire uno di noi.»
Cosa?
«Fuggite!» urlò agli altri.
E si mise a correre.
Una vampata di rabbia esplose come fuoco.
«Inseguiteli!» urlai agli uomini e a Olympe.
Poi decisi che del giovane gitano col tamburello mi sarei occupata personalmente.
 
 
****
 
 
Gli stavo alle calcagna da un tempo interminabile; quel maledetto zingaro si infilava in ogni vicolo e correva più veloce di qualunque altra creatura esistente. Mi augurai che il mio esercito avesse preso gli altri;  quegli straccioni avrebbero dovuto passare un bel po’ di tempo al Palazzo di Giustizia, prima di essere liberati.
«Non state avendo molto successo, Giudice!»
La voce del gitano mi colpì come uno schiaffo.
«Fermati, maledetto!» ringhiai. Spronai il mio cavallo ad andare più veloce. Sembrava che lo stessi raggiungendo, ma era come se lui fosse sempre tre passi avanti a me. Per un attimo fui tentata di ucciderlo direttamente sotto gli zoccoli dello stallone nero, ma sarebbe stato troppo rapido.
Lo zingaro continuò a correre, facendo le sue acrobazie di tanto in tanto. Le campanelle del tamburello basco tintinnavano come voci canzonatorie. Mi stava palesemente sbeffeggiando, cercava di farmi sentire ridicola. Sentii le mani formicolare per la rabbia.
Continuai a stargli dietro e accelerai quando vidi che si stava recando verso una strada da cui non c’era uscita.
Adesso i giochi si sarebbero fatti più facili.
Pregustai già la vittoria e la piccola vendetta che mi sarei presa su di lui più tardi, nelle segrete del Palazzo di Giustizia.
Quando si trovò davanti al vicolo cieco, risi, divertita.
«Credo» dissi poi, con voce sostenuta «che tu abbia sbagliato a fare i conti, zingaro. Mi sembra di vedere che non puoi più scappare, adesso.»
Lui ormai era in trappola, ma aveva ancora quel luccichio provocatorio negli occhi.
«Già» assentì. «In fin dei conti, voi siete anche armata, e avete i soldati, ed io sono solo un miserabile straccione che non ha nemmeno una dimora fissa…»
Sfilò dalla tasca dei pantaloni quello che sembrava un fazzoletto, e fece per asciugarsi una lacrima con espressione melodrammatica.
Poi scoppiò a ridere, gettò il fazzoletto a terra e sparì, in una nuvola di fumo blu che si disperse nell’aria.
 
 
Eccomi di nuovo, a rompervi le scatole :D
Ma non preoccupatevi, non scriverò un papiro (lol).
Va bene, siamo arrivati in fondo al primo capitolo. Come avrete capito dalla prefazione, è una sorta di esperimento: anche se le idee sono molte, non so ancora come andrà a finire questa storia. Semplicemente in questo periodo sto vedendo e rivedendo fino allo sfinimento il film della Disney e quindi sono qui a pubblicare.
Dunque, io la butto lì. Chi vuole recensisca, e niente. Ovviamente ogni commento mi farebbe piacere, perciò scrivetemi più che potete, è la mia prima storia nel Fandom e voglio sapere che ne pensate. Non credo che gli aggiornamenti saranno regolari, ma la cosa certa è che mi occuperò molto di questa storia, perciò non penso neanche che starete per mesi senza leggere un nuovo capitolo.
Bene, detto questo evaporo.
Alla prossima,
Stella cadente
  
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