Mi chiedo proprio chi sia

 
Junko Kaname non era certo famosa per la sua sobrietà nel risveglio. Perciò, anche quel dieci maggio, il suono acuto e intermittente della sua sveglia elettronica le trapassò le orecchie come un chiodo.
– Ti prego, stai zitta…
Nonostante il piagnucolio della donna, la sveglia non si acquietò. E così, prima che Tatsuya e Tomohisa arrivassero a buttarla giù dal letto, Junko spense quell’aggeggio infernale con un pugno e si sottrasse alle lusinghe del cuscino strisciando fuori dal letto.
Si infilò le ciabatte, passandosi una mano fra i capelli sconvolti dal sonno e avviandosi verso il bagno con un indecoroso sbadiglio.
– Oh, buongiorno cara. Ti sei svegliata presto.
La voce di suo marito richiamò l’attenzione di Junko. – Ieri sono tornata presto, – rispose lei, lasciandosi dare un veloce bacio sulla guancia e ricambiando affettuosamente. Un piacevole profumo la raggiunse, facendola voltare verso la cucina dell’appartamento. – Hai preparato la colazione?
– Veramente… – ribatté Tomohisa grattandosi il mento con aria perplessa, – pensavo l’avessi preparata tu. Io ero nell’orto.
– Ma mi sono appena svegliata…
Junko andò verso la cucina, seguita a ruota dal marito. Il tavolo era già stato apparecchiato per la colazione, e una grande padella con uova strapazzate e pomodori sfrigolava sul fornello spento. Sembrava che la fiamma fosse stata spenta da poco.
– Che sia stato Tatsuya? Magari ha chiesto aiuto a quella ragazza con cui gioca ogni tanto… Homura, mi pare.
Tomohisa fece un sorriso passandosi una mano sulla nuca. – Beh, di certo non ha cucinato lui. Però, guardando il tuo piatto, credo che tu abbia ragione.
La donna si avvicinò al tavolo della stanza. Nel suo piatto c’era una grande fetta di pane tostato ricoperta di marmellata, con un piccolo panetto di burro adagiato accanto ad essa. Incastrato in posizione ben visibile sotto il piatto, inoltre, Junko notò un bigliettino decorato agli angoli da minuti ghirigori.
Lo raccolse, sedendosi a tavola e prendendo a mangiare il suo toast mentre Tomohisa portava la padella con le uova.
“Per la mamma! Da Tatsuya e Madoka.”
– Madoka, eh? – ridacchiò Junko dando un morso al suo toast. – Mi chiedo proprio chi sia.
Nessuno parve accorgersi della lieve risata che permeò l’aria, proveniente dal posto vuoto proprio di fronte a Junko.

***

L’angolo dell’autore:
Buona festa della mamma! Lo so, lo so, è un po’ tardi, ma è il pensiero che conta, no?
Tra tutte le figure genitoriali che compaiono in anime e manga assortiti, Junko Kaname è forse la più positiva che abbia incontrato. È una donna in carriera impegnata e seria, e per di più con una certa tendenza alla sbornia, ma è anche una madre affettuosa e presente, sempre pronta a dispensare consigli a sua figlia.
E dunque ho pensato che, anche in forma di divinità, Madoka avrebbe voluto festeggiare questo giorno speciale con questa figura così importante per lei.
Fatemi sapere cosa pensate del risultato, e a presto!
 
Bookmaker

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