Last Train Home
Elena è una persona abitudinaria lo sa bene, per andare a lavoro prende il
treno alla stazione vicino casa, tranne che per eventi
esterni, è sempre il solito - alla solita ora- stracolmo di universitari e
lavoratori pendolari proprio come lei.
Talvolta vede le solite facce, spesso gente nuova.
Il treno della mattina, 8.07, è quello su cui non ha un posto fisso dipende da quanta gente è salita alle stazioni
precedenti a Mystic Falls e può anche non trovare posto a sedere.
La mattina è sempre un terno al lotto.
Ma non la sera perché
parte dalla stazione centrale e lei arriva alle 7.32 per prendere quello delle
7.38.
E il posto è sempre lo stesso, settima porta dal fondo, piano inferiore se
il treno è quello a più piani, cosa che di solito è.
Si mette nei primi posti vicino alle porte per non dover scavalcare il
corridoio quando è l'ora della sua fermata.
E di solito c'è qualche abitudinario come lei che si mette sulla solita
carrozza che si piena via via alle varie fermate fino
a Mystic Falls.
Ok la sua vita non è il massimo del brivido, tutt’altro.
Talvolta Matt e Caroline -suoi colleghi- prendono il treno con lei
costringendola a conversare, ma spesso hanno orari non compatibili e si consola
nella sua beata solitudine con musica e letture, non le dispiace isolarsi da
tutto in realtà.
Elena legge tutto quel che le capita a tiro.
Una rivista di moda lasciata da Caroline in ufficio, il libro del mese che
le presta suo padre, qualcosa che si compra di suo gusto, talvolta purtroppo il lavoro che non ha finito e
la segue fino a casa.
Ma va bene così, quando può stacca il cervello
dalle solite cose di tutto il giorno e si tuffa in altri mondi le cui vicende
non la preoccupano o agitano, ma la liberano dal pesante fardello della
quotidianità e responsabilità che spesso la opprimono.
Così per tutta la settimana la sua vita va avanti tra
treno - ufficio – casa - dialoghi con sua madre, tentativi di fuggire dalle
uscite che le propone Bonnie perché lei ha bisogno solo della sua camera dopo
aver trascorso tutta la giornata fuori.
Ogni tanto gestisce i drammi di Stefan che la chiama per qualche due di
picche preso la sera prima in un locale o perché quella tipa bionda del palazzo
di fronte non gli parla più dopo l'ultima uscita.
Stefan è nuovo, entrato con lei da un anno e sono stati affiancati a Matt e
Caroline per poter apprendere i grandi segreti del
mondo giuridico.
Ha bisogno di leggere qualcosa che non abbia a che fare col diritto, almeno
nella fascia oraria che passa lontana da quelle mura in cui sverna tutto il santo giorno.
Tranne quando la spediscono in tribunale ed allora
può respirare davvero.
Tuttavia c'è sempre qualcosa che manca, che non basta, quasi stesse
scivolando in una morbida apatia avvolgente, fatta di mondi in cui si perde e
gravita smarrendo sempre di più quel tratto profondo che la contraddistingue.
Pensa questo mentre fissa annoiata un punto fuori dal finestrino prima di
riprendere la sua lettura: oggi uno stupido test che le ha postato su facebook Caroline in pausa pranzo.
“Scopri- a seconda di come sei- quale è il tuo
principe azzurro.”
Che cosa sciocca, tanto per cominciare è un
concetto sbagliato di per sé uno per essere principe deve avere un titolo e
oggi la nobiltà è cosa rara, secondo perché azzurro?
Come mai sono tutti fissati con quel colore?
Eppure non erano mica tutti vestiti di azzurro, pensa.
Il primo lo scarta a piè pari; quello di Biancaneve
tenero, dolce, premuroso e anche un po' inutile.
Voglio dire molto meglio il cacciatore che la risparmia, lui sì che è uomo.
Certo se poi nella sua testa il cacciatore ha i tratti di Jamie Dornan come in Once upon a
time allora questo conferma la sua teoria.
Comunque il secondo è vagamente più interessante - giusto per i primi
cinque minuti: Aladin, adatto alle tipe da
mille e una notte e poi diciamocelo uno che viaggia su un tappeto
non dà l’idea di voler mettere radici.
Va al punto tre che la fa sorridere perché la Bella e la Bestia è in assoluto il suo cartone preferito.
Il più bello.
E la Bestia quando si trasforma alla fine è un gran figo, ma adatto se sei
una che ama i tipi burberi e scontrosi, di quelli che non mostrano mai affetto
e si esprimo a ruggiti.
Diciamo che a tratti sembra più interessante degli altri che lo hanno preceduto, ma ancora qualcosa manca.
Poi c'è il tipo che ti sveglia letteralmente con un bacio, quello della Bella addormentata un tipo spiritoso,
avventuroso, con un po' più di verve ma che esteticamente non le ha mai detto molto.
Si ferma un attimo su quella riflessione ridicola, sta davvero facendo
considerazioni estetiche su dei cartoni?
Bene questo avvalora la sua tesi su quanto sia penosa la sua vita
sentimentale ultimamente, ma Elena sta bene così pensa, senza uomini a creare ulteriori drammi e inevitabilmente danni.
Continua nella lettura e le scappa un sorriso quando scopre l'ultimo.
È lui quello di cui è innamorata sin da bambina quando fantasticava di
essere non una principessa qualunque, ma del mare.
E il mare a Elena ha sempre saputo di infinito,
come se fosse la prosecuzione del cielo sulla terra e perché quello qualcosa di
azzurro ce l'ha.
Come gli occhi del suo principe preferito.
Erik della sirenetta.
Per non parlare di quel cipiglio scuro
sotto a una massa di capelli neri come la pece.
A pensarci bene lo aveva quasi rimosso avendo passato da troppo tempo la
fase dell’infanzia. E si perde un attimo come quando era bambina in quell’immagine
di Erik sulla spiaggia in tenuta non da principe, ma da uomo che solleva Ariel-
finalmente con le gambe- ed entrambi ridono persi nell'altro.
È in quei momenti che Elena un po' torna a desiderare di aver qualcuno che
la guardi così.
Sorride contro lo schermo del telefono ed alza la
testa scuotendo appena il capo come se avesse un interlocutore immaginario ed è
a quel punto che sussulta e il sorriso le muore sulle labbra.
I suoi occhi marroni incontrano un volto seduto in
diagonale a lei a tre sedili di distanza, e deve sbattere le ciglia per mettere
a fuoco quello che sta vedendo così giusto per non pensare di avere traslato
l'immagine dal cellulare sul volto di qualcuno.
Tipo su questo ragazzo che si gratta il mento pensieroso e fissa un punto
indistinto davanti a se.
Ed Elena sente qualcosa traballarle dentro quando registra che i suoi
capelli sono neri e gli occhi azzurri.
Continua a percorrere le linee del volto dai tratti marcati, la pelle
nivea, il cipiglio dispettoso che adombra lo sguardo chiaro e due labbra
imbronciate che catalizzano la sua attenzione.
Schiude appena la bocca Elena per trovare quell’aria che improvvisamente le
manca e pensa che non è mai stata così sfacciata nel
fissare qualcuno, ma sembra che lui sia stato messo lì per quello, perché lei
lo potesse intercettare, spiare.
Dopo un attimo di sorpresa e smarrimento le viene da sorridere perché lui è
davvero come Erik.
Incredibile, il destino stasera ha davvero una curiosa ironia.
Le sembra sciocco sorridere complice con se stessa, unica consapevole della
buffa situazione e inclina la testa verso l'immagine ancora aperta sul
telefono.
Quando la rialza sobbalza di nuovo, ma stavolta
perché anche lui si è accorto di lei.
Sente il volto arrossarsi ed un imbarazzante
calore diffondersi sotto pelle, lei -la freddolosa Elena- sta bollendo nel suo
giacchetto di lana blu a causa di due fiamme azzurre che la osservano
serafiche.
E per la prima volta non riesce a mollare lo sguardo di qualcuno,
continuando a rimanere incollata alle calamite cerulee che si sfumano a seconda di quello che lui vuol comunicarle.
Tutto il suo corpo si tende improvvisamente e sussulta rompendo il contatto
quando lui si muove sul sedile, alzandosi.
Deglutisce Elena, osservando confusa la notte che scorre fuori dal
finestrino e nemmeno sa a che fermata si trovi.
Si vede riflessa sul vetro e nota un insolito sorriso curvarle le labbra
che gela quando la sagoma di Erik- così lo
chiamerà- passa accanto a lei.
Forse deve scendere qua, sente il treno iniziare a rallentare la corsa.
E vorrebbe fermarlo o almeno guardarlo un’ultima volta.
Così si ravvia i capelli dietro un orecchio e un
po’ impacciata si volta cautamente provando a nascondere il rossore delle sue
guance e quel luccichio che infiamma gli occhi scuri quasi febbricitanti.
Lui è lì, in pedi accanto al sedile vuoto di fianco a lei, occupato solo
dalla sua borsa, col braccio mollemente posato sul
poggia testa e sta evidentemente aspettando di scendere.
Elena segue la sua figura e si accorge che deve avere delle spalle larghe
sotto al giubbotto di pelle, che deve avere anche un
fisico degno del capitano di una nave proprio come Erik e aggrotta la fronte
ammonendosi per le sciocchezze che si trova a pensare.
Lui abbassa la testa voltandosi verso di lei ed Elena ancora una volta
affoga nel mare che sognava da bambina guardando la sirenetta.
E pensa che questi occhi sembrano contenere tutto
quello che lei sognava sul mare e sul cielo e non può smettere di guardalo
anche se è terribilmente imbarazzante visto che anche Erik sta facendo
la stessa cosa, in modo più candido e sfrontato di lei.
Si sente quasi un’altra attraverso i suoi occhi, come se emergessero parti
di se che ignorava, tanto per cominciare il coraggio di essere così sicura nel
sostenere uno sguardo tanto potente che smuove tratti
reconditi del suo cuore.
E le sorride pure, un mezzo sorriso per la verità accompagnato dal
sopracciglio folto che si incurva in su ed è piuttosto
certa che sia divertito da tutto quel gioco di sguardi.
-Non sei un po’ grande per i cartoni?-
La sua voce roca e bassa le arriva dritta a
puntellare la pelle seguita da uno sconosciuto brivido lungo la colonna
vertebrale; non registra subito le sue parole troppo occupata a farsi
accarezzare da quel velluto ruvido.
Ma l’istante dopo sbatte le lunghe ciglia e segue il suo sguardo sul cellulare dove l’imbarazzante immagine del principe Erik
campeggia su di esso.
Prende aria e la vergogna colora il suo volto curvando le labbra in una
smorfia.
-Non sono affari tuoi-
Lui fa spallucce tirando le labbra in una smorfia equivoca e anche sexy,
pensa Elena.
-Nemmeno io sono affar tuo, eppure mi stai
fissando-
Elena sgrana gli occhioni scuri, bruciata sul
vivo.
-Non sei un po' grande per queste battute?-
Soffia piccata accennando un broncio.
E succede qualcosa che non poteva prevedere, come tutto da circa mezz’ora a
quella parte.
Lui ride e il cuore di Elena sobbalza perché il sorriso di Erik si
allarga, arriva agli occhi e illumina il volto candido e si spalma su di lei
investendola come un'onda imprevista che la travolge e scuote.
Il treno si ferma e lui torna serio o per lo meno ci prova, senza mollare i
suoi occhi si morde un labbro e guarda il posto accanto a lei, poi riporta gli
occhi sulla folla che sta scendendo.
Sembra riflettere o esitare, sa solo che il suo
cuore batte più veloce ogni secondo che passa da che lui non si muove e torna
ancora con gli occhi dentro lei mentre silenziosamente aspettano che il treno
riparta.
Non sa cosa stia accadendo, ma questo sconosciuto le trasmette una
sensazione di pericolo in modo quasi eccitante e di
nuovo il sangue sale alle sue ingenue guance colorandole.
La ragazza abitudinaria che non sa cosa stia per accadere, che non può -dentro la sua banale routine- prevedere l’istante
dopo.
E si sente libera, per la prima volta.
-Accidenti mi sa che ho perso la fermata-
Glielo bisbiglia provocatorio senza riuscire a trattenere un mezzo sorriso
accompagnato da quella curiosa fossetta all’angolo destro della bocca ed Elena si sente così viva e piena di grinta come non le è mai
successo; così si butta, rischia qualcosa di sé pur di sentir ancora il cuore
vivo dentro lei.
Afferra la propria borsa e libera il posto accanto a lei con noncuranza.
-Ce n’è sempre un'altra....intanto posso offrirti
un posto-
Gli occhi azzurri si assottigliano curiosi e si stacca dal
poggia testa voltandosi e sedendosi cautamente accanto a Elena che deglutisce
quando il suo profumo riempie i polmoni.
E da vicino è ancor più bello di prima.
È strano sentire la sua presenza, percepire appena il tessuto del suo
giubbotto a sfiorarle la spalla, la coscia di lui
appena contro la sua, potrebbe andare in confusione se lui non riuscisse a
spezzare tutto con quel suo cipiglio da canaglia.
-Ma i cartoni io non li guardo-
Si curva appena su lei per soffiarle la sua provocazione all’orecchio e la
osserva agitarsi sul sedile.
-Non stavo-
-Ah-ah non provare a negare!-
Le sfila il telefono di mano mostrandole la foto e la faccia di Elena si
gonfia di sdegno.
-Ehi!-
-Non ti hanno detto che le bugie non si dicono?-
-Io non mento-
-Cosa stavi guardando esattamente?-
Arrossisce osservandolo intrufolarsi tra le sue cose, nei suoi pensieri da
ragazzina e un po’ le fa strano che questo sconosciuto di cui non sa nulla,
anche se ha già raccolto vari elementi, sia entrato a
gamba tesa nella sua vita e già lo senta così familiare.
Lo guarda e le sembra un bambino curioso mentre legge quello stupido test
sui principi.
-Penso che mi terrò per me i commenti su chi potrebbe essere il tuo tipo-
-Troppo gentile da parte tua-
Elena cruccia la fronte e fa per sfilargli il telefono
offesa, ma lui ritrae la mano.
-Sicuramente so quale piace a te....Ariel-
Sorride furbo e le mostra quello che evidentemente è identico a lui.
Erik.
Il volto le si colora per l’imbarazzo e sgrana gli
occhi, possibile l’abbia capita in tre secondi?
Si sente così nuda davanti a lui, che arrogante!
-Meno male non li guardavi i cartoni-
-Mi somiglia no?-
Si accosta il telefono al volto ridacchiando.
Elena non può più trattenersi e scoppia a ridere muovendo la chioma lunga
che finisce per coprirle il volto e quando tira su la faccia
trova due specchi azzurri attoniti a studiarla perplessi.
-Scusa, ma davvero ti stai a paragonando a un cartone?-
E nessuno dei due si cura più della direzione del treno continuando a
parlare del ridicolo test di Elena che si presenterà prima che lui provi davvero a chiamare sua madre e tutte le sue amiche per
scoprirlo e alla fine Damon prenderà il posto di Erik, come
principe più carnale di quello su cui fantasticava da piccola.
E forse Elena sente che la sua vita si sta già colmando di cielo e di
acqua, azzurri come gli occhi di Damon.
Ciao
a tutte!
Piccolissima
one shot partorita avendo
davvero letto il test sui principi disney! Spero mi
perdonerete questo momento di follia e che potrete gradire, anche solo per
sognare un po’ visto che ci stanno affossando!
Spero
possiate commentare!!
Baci
Eli