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Autore: screaming_underneath    11/05/2015    3 recensioni
[SPOILER decima stagione]
È la voce di Castiel (e di tuo padre e di Bobby e di tutte le persone a te care, sovrapposte in un unico sermone di morte) a rimbombare nei tuoi incubi, tormentandoti con quel passo, letto e riletto e riletto fino ad averne la nauesa, nel tentativo di trovare un significato che non esiste.
È la voce che fa eco a quella di Caino mentre per l'ennesima volta metti piede in quel fienile; mentre cali la lama e non è più lui, ma Cas e poi Sam, sempre Sam, a tingerti le mani, bagnandoti la camicia di sangue caldo, rendendo scivolosa l'impugnatura mentre cali e cali e cali di nuovo e il Marchio beve della gioia perversa che ti pervade mentre fai a pezzi la tua famiglia, l'ultima (unica) parte di te a renderti ancora un essere umano.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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Brother's Keeper

 

 

 

Il primo pensiero coerente che ti attraversa la mente, mentre ancora la gola brucia di quell'ultimo grido fatto nel sonno (nell'incubo) è “Stavolta lo hai svegliato.”

Un secondo ― il tempo di socchiudere le palpebre nel tentativo di non accecarti con la luce del comodino ― e la preoccupazione si trasforma in irritazione.
Come se non fosse già abbastanza difficile, districarsi tra quei “Dormito bene? Mangia, Dean. Ti ho sentito di nuovo, stanotte. Tutto ok?” con cui tuo fratello ti bombarda ogni secondo, analizzandoti con un'espressione seria e preoccupata sul volto stanco; cercare nuove scuse dietro cui celare i segni lasciati da notti insonni, passate a fissare ombre nel buio nel disperato tentativo di non sognare di nuovo; fingere che la mano non tremi e il dannato Marchio non bruci, ringhiando la sua sete di sangue e morte e dolore.

«Sta a te proteggere tuo fratello, Dean» ripete tuo padre nella tua testa. E hai quattro, dieci, diciotto, venticinque e trent'anni e quella frase non cambia, come non cambia il desiderio di non sentire delusione nel timbro di voce profondo di John Winchester. La tua intera esistenza è stata votata a Sam e questo sta bene, è qualcosa che fa parte di te come gli occhi verdi, la voglia sulla caviglia sinistra o le innumerevoli cicatrici sparse sul tuo corpo martoriato. Quel che non sta bene è lasciare che il Marchio consumi anche lui attraverso te o che peggio

(l'omicidio cui non sopravviverai)

tuo fratello abbia nuovo materiale su cui sentirsi in dovere d'aggrapparsi, in questa sua folle lotta contro i mulini a vento che è cercare di salvarti il culo. «Non mi sto dando per vinto», gli hai ripetuto fino alla nausea, chiudendo i libri su cui aveva passato l'ennesima notte in bianco, spegnendo il pc surriscaldato per costringerlo a riposare gli occhi. «Ma questo non è davvero d'aiuto per nessuno, Sammy».

La verità è che in cuor tuo hai sempre saputo di essere sacrificabile; l'unico dovere che hai verso questo mondo di merda ― e verso te stesso, da sempre ―, da qui al tuo ultimo respiro, è limitare i danni. Se questo significa nascondere quanto massacrante sia continuare a sognare di avere le mani macchiate dal sangue dei propri cari o fingere che il Marchio non ti sussurri ammalianti parole di morte ogni volta che stringi tra le dita una lama o il calcio della pistola...

Il tonfo di un libro che cade ti riporta alla realtà, cancellando gli ultimi scampoli dell'incubo dalla tua mente per un momento. Ti sei addormentato leggendo, con la luce ancora accesa nell'inutile tentativo di non cedere al sonno profondo. La Bibbia (“Ecco, guardate dove Dean Winchester ha toccato il fondo” ti dici, scoprendo i denti in un ghigno) giace a terra, aperta, le pagine malamente piegate sotto il peso della rilegatura in pelle. Le scritte sulla copertina sono in filo d'oro; i Men of Letters non avevano di certo scelto l'ultima scadente versione tascabile. Quando la raccogli, non ti stupisci di scoprire che è rimasta aperta sulla stessa pagina sulla quale ormai ti addormenti sempre, l'unica che tu abbia letto e riletto e riletto con ossessione.

 

«Ti è di conforto?» aveva chiesto un pomeriggio Castiel, sorprendoti assopito sul divano, la Bibbia abbandonata aperta sul petto proprio come ormai ti capita ogni sera. Non stavi sognando, non ancora; se fosse passato qualche minuto ancora, certamente il tuo sonno sarebbe diventato più pesante, e un altro Cas si sarebbe presentato a te, per farsi piantare una lama angelica nel petto per l'ennesima volta. Poi sarebbe stata la volta di Sam, e oh, quello ti avrebbe svegliato, eccome, con il nome di tuo fratello incastrato in gola e il cuore impazzito a martellare nel petto.

Ti eri seduto, grato di essere stato strappato dal tuo magro bottino di minuti di riposo. La Bibbia era scivolata sulle tue gambe con un fruscio discreto. «Cercavo... qualcosa. Ma, ehi, Cas, sono un mucchio di stronzate» avevi liquidato la cosa, cercando di non pensare a quanto un atto di fede sembrasse la disperazione che ti aveva portato a cercare una via d'uscita tra quelle pagine. Il tonfo sordo col quale avevi richiuso il tomo era risuonato nel bunker, amplificandosi in modo sinistro. Un brivido ti aveva percorso la schiena, mentre le solite, fin troppo vivide immagini tornavano a tormentarti, facendo pulsare il Marchio sul tuo braccio.

«“Sono io forse il custode di mio fratello?”» aveva proclamato l'angelo, con voce greve, facendoti trasalire. Gli occhi di Castiel, blu gelido e statuario, ti avevano trapassato, facendoti sentire infinitamente piccolo e umano e debole, incapace di sostenere il suo sguardo come poche altre volte ti era successo.

«Già. Quella è solo una delle tante».

«Dean...»

«Sei stato abbastanza chiaro, Cas» lo avevi interrotto. Non avevi voglia di parlare. Di quello, del Marchio, di Caino, della condanna pendente sulla tua testa o della meravigliosa sensazione di viscido, nero piacere che in cuor tuo provavi in sogno, chiudendo per sempre la bocca dell'angelo sul filo di una lama. «Guardiamo un po' di tv».

Castiel ti si era seduto vicino, senza dire più nulla, gli occhi fissi sullo schermo. Dopo un po', ti eri appisolato di nuovo. L'incubo era tornato, ma lontano e indefinito e non abbastanza violento da svegliarti urlando; probabilmente Cas aveva funzionato da sonnifero, attenuando per quanto possibile l'influenza della maledizione, per lasciarti riposare un po'.

 

Genesi, 4:9.

 

È la voce di Castiel (e di tuo padre e di Bobby e di tutte le persone a te care, sovrapposte in un unico sermone di morte) a rimbombare nei tuoi incubi, tormentandoti con quel passo, letto e riletto e riletto fino ad averne la nauesa, nel tentativo di trovare un significato che non esiste.

È la voce che fa eco a quella di Caino mentre per l'ennesima volta metti piede in quel fienile; mentre cali la lama e non è più lui, ma Cas e poi Sam, sempre Sam, a tingerti le mani, bagnandoti la camicia di sangue caldo, rendendo scivolosa l'impugnatura mentre cali e cali e cali di nuovo e il Marchio beve della gioia perversa che ti pervade mentre fai a pezzi la tua famiglia, l'ultima (unica) parte di te a renderti ancora un essere umano.

E dopo, cosa sarai? Cosa sei adesso?”

La porta della camera di tuo fratello è appena scostata, quanto basta per far entrare un fascio flebile di luce dal corridoio. È così che Sam dorme, da tutta la vita: buio totale, la porta appena scostata perché il collegamento col resto del mondo non si interrompa. Una volta era vostro padre a volerlo: spettava a te ― se non dormivate nella stessa stanza ― controllare il fratellino minore durante la notte. Sei quasi certo che adesso lo spiraglio della porta sia per te. Sam ti tiene d'occhio, allo stesso modo in cui tu ti prendevi cura di lui da bambini.

La grossa sagoma di tuo fratello, addormentato su di un fianco, ti rincuora. Forse non hai urlato così forte, dopotutto; il sogno era un sogno e adesso è passato. Sei sveglio e con un po' di fortuna troverai una replica tardiva di Dr. Sexy. Accosti di nuovo la porta, lasciando che un filo di luce tagli la stanza a metà, e ti dirigi con cuore un po' meno pesante verso la cucina: un litro di caffé dovrebbe essere sufficiente per farti compagnia fino all'alba.

Se noti la piccola macchia di sangue sulla maniglia, o la sottile striscia che sporca la fuga delle piastrelle proprio sotto i tuoi piedi, non ci fai caso.

 

La parte di effetti collaterali del Marchio che sai gestire meglio sono le allucinazioni.

 

 

 

 

 

Cose da dire su questa OS:

In primis, grazie. Di certo non sono la persona più adatta a scrivere roba buona su Dean (e Supernatural in generale), quindi se state leggendo le note, avete davvero più stomaco di quel che si pensi, e sappiate che mi avete fatta felice. Anzi, di più.
A questa... cosa, ci pensavo da un bel po'. Un paio di mesi fa, mi ero iscritta ad un contest e pensavo di partecipare con una parte di quella che è diventata questa storia, ma poi mi sono arginata e non ne ho fatto di nulla.
Adesso, con il finale che incombe e l'ansia di scoprire chi altri faranno fuori quelle bestie (passo da un terrore sacro per Cas all'orrore che sia Crowley), invece di studiare per un'esame che ho domani l'altro, me la son sentita che mi dovevo mettere a scribacchiare, e Brother's Keeper è venuta fuori.

Le vie delle fanfiction sono misteriose e infinite e io non so com'è che finisco per imboccarle sempre nei momenti meno opportuni. Ohibò.

 

 

 

 

   
 
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