Storie originali > Azione
Segui la storia  |       
Autore: RustCohle    11/05/2015    0 recensioni
Anno 2021.
Più di 400 anni dopo la celeberrima tragedia di Shakespeare c'è ancora del marcio in Danimarca. I giacimenti petroliferi in Groenlandia, tenuti sotto ghiaccio da tempo, fanno gola alla Corona che li possedeva fino a pochi anni prima. Gli sparuti abitanti dell'isola hanno però taciti accordi con il governo statunitense e il re danese sembra aver rinunciato ad avere voce in capitolo. Un ministro del sovrano allora, astuto ma dispotico e arrivista, cerca di accattivarsi il favore del popolo per prendere in mano la situazione e trasformare il suo piccolo stato in una grande potenza attingendo a quelle risorse. Sarà l'inizio di una dittatura? Di una guerra? Il mondo trema.
Genere: Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
18 Aprile 2021

- Vostra maestà, questi sono i risultati della prospezione geofisica nell’area della base Christian IV, la più promettente, ricorda? -

Entrando nell'ufficio del re, il ministro degli Esteri danese Gustav Nygaard stava sfogliando furiosamente un blocco di appunti che gli era stato consegnato poco prima.

- Ecco qui! Vede? Tutti i parametri sono ottimi, ho fatto esaminare il lavoro della nostra squadra a Jansen, dal ministero dell’ambiente mi hanno assicurato che è tutto a posto –

- Gustav, perché continui a tartassarmi con questa storia? Lo sai che non mi interessa, ti ho detto centinaia di volte che è meglio per tutti se invii tutte queste scartoffie a Washington e lasci che siano gli Americani ad occuparsene –

Federico X re di Danimarca, nato Frederik Theo Jacob Bruun, non era un sovrano particolarmente ambizioso. Da quando era salito al trono si era dedicato ad amministrare il suo regno in modo pacifico portando avanti la politica interna della madre. Le questioni di politica estera, in particolare quelle spinose, gli erano sembrate sempre un peso ingombrante da scrollarsi di dosso il prima possibile. Per questo Gustav gli era sempre andato a genio. Era un uomo astuto e sagace, ma soprattutto un ottimo politico e uno straordinario negoziatore, abile nel levare ogni tipo di castagna dal fuoco.

- Maestà, non possiamo lasciarci sfuggire questa occasione. Ci sono litri e litri di petrolio rimasti per anni sotto ghiaccio, con la richiesta di greggio che c’è oggi potremmo diventare una potenza economica -

Il sovrano sbuffò e accennò una smorfia di dissenso.

- Gustav, Gustav, mio caro Gustav. Forse ti dimentichi che la Groenlandia non è più roba nostra da più di un decennio ormai –

- Sire, siamo pur sempre in buoni rapporti con il primo ministro locale, non dovrebbe essere difficile ottenere l’autorizzazione per iniziare le operazioni –

Frederik si alzò dalla sedia, protese il busto verso il suo ministro e stranamente alzò il tono della voce.

- Può darsi, ma sappi che senza la mia firma, da qui non si muove nessuno. Te lo ripeto per l’ultima volta, lascia stare questa storia! Forse questa faccenda ti ha dato un po’ alla testa, ora ti dico per l’ennesima volta come stanno le cose: non siamo più i benvenuti da quelle parti, ormai tutto il petrolio è in mano statunitense, hanno firmati accordi su accordi e sai invece cosa inviano a noi? Lo sai, vero? –

Ricevendo come risposta solo un sommesso silenzio, il re aprì con rabbia un cassetto della sua scrivania barocca e prese qualche foglio.

- Ecco cosa! È il terzo avviso che ricevo in un mese in cui mi intimano di smantellare le nostre basi di ricerca, ufficialmente sono registrate come basi di ricerca astronomica, lo sapevi? -

- Sissignore, le ho registrate io –

- Bravo, idea geniale! Ora va’ e preparami un documento per autorizzare il ritorno in patria dei nostri esploratori, io scriverò un documento di scuse –

- Sissignore -

Gustav rimase immobile di fronte al sovrano, quasi con aria di sfida. Era un uomo profondamente diverso dal suo re. L’ambizione scorreva in ogni vena del suo corpo, perfino nei capillari. Voleva rendere la sua piccola nazione un grande stato. Da giovane aveva maturato un grande amore per il mondo classico ed era un uomo di sconfinata cultura: oltre alla sua lingua parlava correttamente tedesco, francese, inglese, italiano e capiva con discreta facilità il latino e il greco. Dagli altri ministri era profondamente stimato per la sua arguzia e la sua ironia con cui spesso dava colore a riunioni fin troppo grigie. Era solito andare in Consiglio vestito non troppo elegante, spesso solo con un paio di pantaloni e una camicia, ma amava portare i suoi capelli biondi sempre ben pettinati che facevano da cornice ad un volto squadrato con un naso spigoloso, labbra sottili e dei meravigliosi occhi verdi. Nella sua valigetta, oltre a montagne di documenti, custodiva gelosamente un libricino su cui appuntava le citazioni che più lo colpivano degli innumerevoli libri che leggeva. Sulla copertina campeggiava abbastanza inquietante la locuzione latina “Oderint dum metuant”.

- Che ci fai qui impalato? Non mi hai sentito? –

Il ministro assunse un’aria pensierosa, poi appoggiò i palmi delle mani sulla scrivania che aveva di fronte e guardò dritto negli occhi Frederik.

- Lo sa che la lingua tedesca è una delle più affascinanti del mondo? –

- Smettila di farneticare e mettiti al lavoro –

- No, dico sul serio, i tedeschi hanno moltissime parole che esprimono un concetto esteso e per essere tradotte nelle altre lingue spesso necessitano di locuzioni complesse. Ad esempio lei sa cosa vuol dire Torschlusspanik? Immagino di no. Letteralmente è “la paura della chiusura delle porte” e indica il fatto che fino a qualche secolo fa chi rimaneva fuori dalle mura della città dopo il calar della notte era lasciato lì, in balia dei ladri e dei briganti. Nel tedesco moderno ha assunto un significato più connotativo ed indica in generale la paura di poter perdere un’occasione. Ecco maestà, in questo momento io ho il cuore colmo di torschlusspanik e lei sa bene che sono un tipo a cui piace affrontare le proprie paure. Quindi visto che ora non mi vuole vedere vado a scrivere un documento come mi ha chiesto, ma sarà la mia lettera di dimissioni. –

- Cosa pensi di ottenere così? Ti prego, ricomponiti. Questi giri di parole non mi spaventano –

- Io non ho bisogno di lei, io posso governare questo paese, da solo, e fare più di quanto lei abbia fatto in 5 anni –

- Non essere ridicolo! –

L’atmosfera era sempre più tesa, nelle altre stanze tutti cercavano di origliare, ma si udiva solo un gran frastuono indistinto. Improvvisamente si sentì la porta sbattere e ne uscì Gustav, scuro in volto, ma con un ghigno malefico stampato in faccia. Il ministro camminava con passo deciso, tutti lo fissavano. Egli si avvicinò ad August e gli sussurrò all’orecchio:

- Ti devo parlare. In privato. -

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Azione / Vai alla pagina dell'autore: RustCohle