Con affetto,
Ai
Dolore…
(Ken Wakashimazu, anni 15: semifinale del Torneo di Parigi, Giappone-Francia)
Occhi fissi sul pallone.(Ken Wakashimazu, anni 15: semifinale del Torneo di Parigi, Giappone-Francia)
Vedo lui prendere la rincorsa, sollevare la gamba … calciare.
Il pallone schizza: un proiettile impazzito.
Salto, allungo il braccio, allargo la mano.
Il mio guanto sinistro si lacera, il cuoio della palla diventa incandescente contro la mia pelle.
Dolore, tanto dolore… ma trattengo.
Non segnerai, Napoleon.
Stringo i denti, sopporto: la sfera si ferma e ricade ai miei piedi.
Ho parato il rigore! Ce l’ho fatta.
Siamo in finale!
Alzo il braccio verso il cielo mentre sento un rivolo di sangue che scende lungo l’avambraccio.
Urlo di gioia guardando Hyuga: sei orgoglioso di me, Capitano?
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Orgoglio…
(Ken Wakashimazu, anni 18: ritiro della Nazionale per le qualificazioni asiatiche al WY)
Wakabayashi è titolare … io sono nessuno.
Cosa mi aspettavo? Lui è un professionista in Europa.
Lascio tutto: il ritiro, la Nazionale.
Accetterò la proposta dei Flugels.
Sarò anche io un professionista: mi impegnerò, migliorerò.
Finalmente potremo giocarcela alla pari.
«Fermati, ti prego, Wakashimazu!»
Quella voce, quel tono mi fanno paralizzare.
Mi volto e Hyuga è lì: il suo sguardo nero fisso nel mio.
Il cuore si ferma, ma non demordo.
Lui cede alla rabbia e calcia violentemente il pallone nella mia direzione.
Allungo un braccio e lo fermo, con una sola mano.
Non mi convincerai… non questa volta, Capitano.
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Amore…
(Ken Wakashimazu, anni 18: qualificazioni asiatiche al WY)
Ti ho fermato appena in tempo: non ti permetterò di rinunciare al tuo sogno, Capitano!
Hai sempre voluto andare in Italia e giocare in Serie A.
Te lo meriti: sei il migliore.
Mi fissi stupito, quasi fossi un fantasma.
Non ti aspettavi che comparissi in ospedale, vero?
Come avrei potuto lasciarti solo in un momento simile?
Tua madre è fuori pericolo ormai, ma tu hai ancora bisogno di me.
Quasi con rabbia mi urli in faccia: «Farò qualsiasi cosa per riportarti con me a Jakarta, Wakashimazu!»
Sorrido impercettibilmente: hai rifiutato i miei soldi, ma non puoi rifiutare il mio Amore…