Everything I do … I do it for you
"Gli uomini
vorrebbero
essere sempre il primo amore di una donna. Questa è la loro
sciocca vanità. Le
donne hanno un istinto più sottile per le cose: a loro piace
essere l'ultimo
amore di un uomo." (Oscar Wilde)
·
Los
Angeles- Dicembre 2015
Apro
la porta d’ingresso con i nervi alle
stelle. L’unica cosa di cui ho bisogno adesso è
una doccia calda, nient’altro.
Non m’importa un fico secco se oggi è la vigilia
di Natale, non ho nulla da
festeggiare. Butto la borsa sulla sedia e lancio le chiavi sul tavolo,
le quali
finiscono irrimediabilmente a terra.
<< Ah, andate al diavolo anche voi!
>>. E pensare che oggi è
anche il mio compleanno. Trent’anni, assurdo. La cosa che
più mi fa salire la
rabbia è che ho passato gran parte della mia vita dietro a
quel coglione. Scuoto
il capo ripetendo nella mia mente di
non pensarci, di farla finita una buona volta. In quel preciso istante
ricordo
di non aver chiuso la porta e, subito, faccio per voltarmi per
rimediare. Ecco,
però, che qualcosa mi paralizza. Proprio davanti a me, sulla
soglia d’ingresso,
c’è Orlando. <<
Che ci fai qui?
Vattene, non voglio vederti >> ammetto decisa.
<< Scarlett,
dobbiamo parlare. Non me ne andrò di qui finché
non ti avrò detto tutto quello
che mi porto dentro da ormai troppo tempo. >> Accidenti a
lui e alla sua
cocciutaggine. << Tu ed io non abbiamo più
nulla da dirci. Va via
>> e no, mio caro, questa volta non l’avrai
vinta tu. <<
No, invece mi ascolterai >>
chiude la porta dietro le sue spalle e pian piano avanza verso di me.
<<
Cosa vuoi? E’ mai possibile che non ti entri in quella zucca
vuota che non
voglio avere più niente a che fare con te? >>
Mi allontano esasperata, ma
sono costretta a fermarmi per via del tavolo. << Scarlett
>>
sussurra alzando la mano per accarezzarmi una guancia <<
sei troppo
importante per me, per lasciarti andare via. >> Mi scanso
all’istante
<< oh, certo. Così com’era
importante Jennifer, vero? O Sophie, Sarah,
Kate, Miranda, Margot? >> replico bollendo dalla rabbia.
<< Te le
ricordi tutte? >> domanda
abbozzando un sorriso insopportabile sulle labbra. <<
Credo di averne
saltata qualcuna >> aggiungo infastidita.
<< Quanti anni compi,
oggi? Venti? >> ironizza
<<
sembri una ragazzina. >> Accidenti a lui e
all’effetto che mi fa.
<< Smettila, Orlando. Te lo ripeto: vattene. Sono stanca.
>> Non so
perché, ma qualcosa mi dice che non ha la ben che minima
intenzione di darmi
retta. << Voglio baciarti >> prosegue
imperterrito provando ad
avvicinarsi di nuovo. << Ti stai comportando come un
bambino! Sei un uomo
di quarant’anni, porca miseria, smettila. >> E
quell’immancabile
sorrisetto torna a prendere forma sulle sue labbra << ne
ho trentotto,
fiorellino. >> controbatte sornione. <<
Trentanove a gennaio
>> lo correggo innervosita. << Quante cose
sai di me >>
continua fingendosi sorpreso. << Ti conosco da ... diciotto anni. E vorrei
… non averti
conosciuto affatto. >> Il sorriso scompare dal suo volto
assumendo sempre
un’aria più seria. E’ come se
l’avessi ferito. Punto lo sguardo nel suo e avrei
voluto non farlo. Sento i miei occhi farsi lucidi e l’amore
che provo per lui
diventa sempre più incontrollabile. << Ti
prego, vattene >> riesco
a dire in un sussurro. << Non ho ancora finito
>> ribatte lui
serio. << Sei insopportabile, cos’altro
c’è? >> domando esausta.
Orlando mi guarda profondamente prima di aprire bocca e parlare una
volta per
tutte. << C’è che …
>> si ferma un attimo, come per prendere
coraggio << io ti amo. >>
Londra
- 1997,
l’anno in cui morì la principessa Diana.
Era
un giorno come un altro, io ero appena
tornata da scuola insieme alla mia migliore amica Perald. Eravamo
entrambe
euforiche perché mancava qualche settimana
all’uscita di Titanic. Leonardo
DiCaprio era il nostro idolo, eravamo stracotte di lui. Perald doveva
convincere sua madre ad accompagnarci al cinema, mai e poi mai avrebbe
gettato
la spugna. << Scarl, non preoccuparti di niente, so cosa
fare. Per Leo
questo e altro. >> Mi fidavo ciecamente di lei, sapevo
che alla fine
l’avrebbe spuntata.
Non
avevo nemmeno provato a chiederlo a mia
madre, il nostro rapporto è stato da sempre molto
complicato. Non ho mai saputo
chi fosse il mio vero padre, e lei non ne ha mai voluto parlare. Lei
viveva per
mio fratello, non aveva occhi che per lui. Christopher era
più grande di me di
otto anni, e in quel periodo si era messo in testa di voler fare
l’attore.
<<
Scarlett! Muoviti, è tardi! >>
Mia madre mi portava spesso a lavoro con sé, nonostante io
volessi restarmene a
casa a guardare la tv. << Allora, ti muovi? Mi stai
facendo perdere tempo!
>> Lavorava come costumista e aveva ottenuto un posto in
un film
intitolato “Wilde”. << Mamma, ho
dodici anni, posso benissimo stare a
casa da sola. >> Ma a niente servivano le mie parole.
<< Sorellina,
stai facendo innervosire anche me! E’ il mio primo film, sali
in macchina e falla
finita. >> Potevo mai ferire i suoi sentimenti dicendogli
che sì,
effettivamente era il suo primo film, ma da comparsa? Certo che no,
perciò alla
fine salì in macchina senza obiettare.
Come
sempre, non potevo far altro che
gironzolare per il set. Mia madre non mi voleva fra i piedi
così dovevo
starmene per i fatti miei. Mi annoiavo a morte a stare lì,
inoltre ero sola, perciò dopo un po’ decisi di
tornare da mia madre. La trovai intenta a
parlare con qualcuno, probabilmente con una delle attrici. Stava
parlando
proprio di me. << Oh lei è …
capitata. E non doveva capitare, a dirla
tutta. Non
è certamente la figlia che
avrei voluto avere. Meno male che ho Christopher, è davvero
un figlio
meraviglioso. E sono sicura che diventerà anche un
bravissimo attore di
successo. Perlomeno posso contare su di lui. >>
Non
riuscivo a capire il perché mia madre mi
odiasse a tal punto. Tuttavia ero troppo piccola per rimanere
impassibile dinnanzi a quelle
parole. Scoppiai a piangere e andai a cercare un posto in cui stare da
sola,
senza essere vista da nessuno. Ero solo una bambina, e una bambina non
meritava
di sentirsi dire delle cose così orrende dalla propria
madre. Iniziai a chiedermi cosa ci
fosse di sbagliato in me, del perché non mi volesse bene.
Continuavo a piangere
raggomitolata in un angolo, fino a quando non sentì la voce
di qualcuno. Alzai
di poco il capo e mi ritrovai davanti un ragazzo. Pensai subito che
dovesse
trattarsi di un angelo per quanto fosse bello. <<
Fiorellino, perché stai
piangendo? >> si chinò per parlarmi e il mio
pianto si fermò
d’improvviso. << Ehi, va tutto bene, come ti
chiami? >> sorrise e il
mio cuore si accese. << Sca ... Scarlett. Tu?
>> sibilai. << Io
mi chiamo Orlando >> rispose con un altro sorriso. Rimasi
incantata a
guardarlo, mentre lui si mise ad asciugare i miei occhi dalle lacrime.
<<
Quanti anni hai, bambina? >> mi chiese guardandomi con
aria dolce.
<< Do ... dodici. >> riuscì a
dire. Mi accarezzò i capelli, senza
smettere di sorridere << perché stavi
piangendo? >> Non risposi, mi
perdetti nella strana luce che emanavano i suoi occhi. <<
Si può sapere, allora,
cosa ci fai qui? Ti sei persa, piccolina? >> chiese
ancora. Mi misi a
scuotere il capo completamente imbambolata << la mia
mamma lavora qui. Tu ... chi sei? >> Continuavo a
guardarlo ammaliata, non capivo cosa stesse
accadendo dentro di me, sapevo solo che doveva trattarsi di qualcosa di
bello.
<< Sono qui per il film, devo fare una comparsa e dire
quattro battute.
E’ la mia prima esperienza, sai sono da poco entrato nella
scuola di
recitazione e, a dirla tutta, sono un po’ nervoso, anche se
si tratta di
qualche minuto. >> Annuì perfettamente
comprensiva << andrà bene,
sta tranquillo. Cosa devi fare? >> Il ragazzo si sedette
a terra accanto
a me << un ragazzo di strada, ma tu sei ancora troppo
piccola per capire certe cose. >> Feci spallucce
guardandolo incuriosita << so cos’è
un ragazzo di strada. Un ragazzo che abita sulla strada, che ci vuole?
>>
Lui scoppiò a ridere di cuore, e in quel momento non feci
caso al fatto che mi
stesse prendendo in giro, ma rimasi incantata ad ascoltare la sua
risata.
<< Ehi, sei riuscita a farmi sciogliere un po’.
Grazie, fiorellino.
>> Arrossì nascondendo il viso tra le
ginocchia << e cos’ho fatto?
>> Sorrise ancora una volta, probabilmente per la mia
ingenuità <<
mi hai fatto ridere. >> Ci guardammo negli occhi per
qualche istante, ma
fummo interrotti da un suono. << Oh ... Jennifer,
accidenti >> lo
sentì borbottare non appena prese il telefono in mano.
Chiuse la chiamata,
senza rispondere << è la mia ragazza, non sai
che rompi scatole. Le avrò
ripetuto cento mila volte che l’avrei chiamata a riprese
finite, ma è cocciuta.
Beata tu, fiorellino. Sei ancora piccola per metterti in pasticci come
questi.
>> Rimasi un po’ male, tuttavia non riuscivo a
capirne il motivo <<
non le vuoi bene? >> gli chiesi curiosa. <<
Certo che le voglio
bene, solo che a volte è ... un pochino fastidiosa.
>> Risi per la faccia
buffa che fece. << Siamo pari, visto? Ti ho fatto ridere.
>> Mi
resi conto che aveva perfettamente ragione << grazie.
>> In quel
momento qualcuno entrò nella stanza << Orlando
Bloom? >> Lui si
alzò subito << sì, sono io.
>> Orlando Bloom. Come suonava bene.
<< Venga, tra poco tocca a lei. >> Peccato,
doveva già andarsene.
Prima di uscire, però, mi salutò con un bacio
sulla guancia << stammi
bene, fiorellino. E non piangere più, mi raccomando.
>>
Ero
convinta che non l’avrei mai più rivisto.
<<
Com’è andata? >> chiese mia
madre a mio fratello durante il tragitto di ritorno a casa.
<< Bene. Ho
conosciuto un ragazzo davvero simpatico. Ha la mia età e sta
studiando
recitazione. >> In quel momento le mie orecchie si
aprirono come per magia.
<< E come si chiama? >> domandò
nostra madre. << Orlando, mi
pare. Ci siamo scambiati il numero di telefono, voglio saperne di
più riguardo
questa scuola. Potrei provare a entrarci, tu che dici? >>
Non potevo
crederci. Mio fratello e quel ragazzo si erano conosciuti, e per di
più quello
zuccone di Chris aveva anche il suo numero.
Perciò aveva vent’anni, io pensavo ne
avesse sedici, diciassette. Non li
dimostrava per niente vent’anni.
Il
diciannove dicembre uscì Titanic al
cinema. Aspettavo quel giorno da tantissimo tempo, ma era come se non
me ne
importasse più nulla. Perald riuscì a convincere
sua madre ad accompagnarci.
Ero certa che ci sarebbe riuscita. E così quel giorno
andammo insieme a vedere
Leonardo DiCaprio concretizzando, in questo modo, un nostro piccolo
sogno.
<<
Non sei agitata? Ahh,sembrava
impossibile e invece ... Ma mi stai ascoltando? Scarl, sembri in un
altro
mondo. >> Tornai bruscamente alla realtà e
guardai la mia amica
mortificata << scusami, stavo pensando e ...
>> Proprio in quel
momento le luci si spensero. << Shh, inizia!
>> mi stizzì Perald
all’istante. Il film era bello, più di quanto
immaginassi, ma la mia testa
tornava sempre a quell’incontro. Come potevo dimenticare quel
sorriso? E nel
mentre nella mia mente partì
“As
Long As You Love Me”: l’ultimo singolo
dei Backstreet Boys. L’avevo ascoltata settecentomila volte
negli ultimi tre
mesi . Tuttavia non riuscivo a capire il perché
l’associassi a quel ragazzo.
<< Dimmi la verità >>
sentì dire da Perald nel bel mezzo del film
<< hai trovato qualcuno che ti piace più di
Leonardo, non è vero?
>> Quella sua domanda mi spiazzò
completamente. << Sì >>
risposi abbozzando un sorriso. << Lo sapevo!
>> sbuffò mettendosi a
braccia incrociate << e come si chiama, sentiamo?
>> Pensai al suo
nome, e il solo pensiero di doverlo dire ad alta voce mi faceva sudare
le mani.
<< Orlando. Orlando Bloom. >> Lei mi
guardò per qualche secondo,
senza saper cosa dire << e che razza di nome è
Orlando Bloom? >>
Non
scorderò mai quell’anno. Era il 1997: la
principessa Diana rimase vittima di un
incidente stradale a Parigi, lo
stilista
italiano Gianni Versace venne assassinato davanti casa sua a Miami, a
settembre di quell'anno nacque Google,
e Titanic divenne il maggior incasso nella storia del cinema: Un
miliardo e ottocentomilioni di dollari.
Io conobbi Orlando. E me ne innamorai, disgraziatamente.
Spazio *Autrice*Rieccomi con un'altra storia! L'Odissea sta per finire ... perciò ho deciso di pubblicare il primo capitolo di questa nuova Fan Fic ;)
Aggiornerò una volta a settimana, sicuramente di Sabato.
Sono curiosa di sapere cosa ne pensate *-*
Non sarà un'odissea, ve lo dico già da adesso xD Ma nemmeno brevissima ;)
Allora, a presto
Baci
Scarl.