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Autore: Milky_Rose    14/05/2015    2 recensioni
“Che guardi?” Castiel appoggia il mento sulla mia testa, sbirciando il cortile che va svuotandosi.
“Un tipo che non è della nostra scuola direi… Non l’ho mai visto” dico sbuffando appena.
Sento i muscoli della mascella del rosso contrarsi.
“Dov’è?” soffia le parole con rabbia.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Kentin, Lysandro
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
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“Hime!! Hime! … … HIMEJI!!”
Sobbalzo e alzo lo sguardo su Rosa; tiene le mani sui fianchi e mi lancia sguardi di fuoco.
“Eh..?”
“E’ la quarta volta che ti chiamo… Mi stai ascoltando?” la domanda è palesemente retorica, ciononostante scuoto la testa.
La fisso per qualche secondo prima che un sorriso ebete mi si dipinga in volto; lanciandole uno sguardo di sott’occhi lascio che i miei pensieri volino per qualche secondo ancora prima di raccontarle tutto quello che è successo poche ore fa.
Ken… Ken è tornato! Ancora mi sembra solo un sogno!
Dopo avermi abbracciata stretta mi ha rivolto uno sguardo carico di rabbia, così in contrasto con il suo tono di voce di poco prima.
Ma prima che potesse anche solo rivolgermi qualche parola, suo padre era uscito di casa per richiamarlo con forza.
Ken mi ha salutato con un semplice cenno della mano, recuperando la sua spesa e scappando in casa velocemente.
In poche ore ho ritrovato il mio migliore amico e ho scoperto chi erano i nuovi, misteriosi, vicini di casa!
Mentre racconto a Rosa di tutto ciò che è successo da quando ci siamo salutate, vedo il suo bellissimo viso rabbuiarsi, passando in fretta dal suo sorriso dolce a una smorfia di preoccupazione.
“Rosa?” insospettita, interrompo il mio fiume di parole a pochi passi dalla nostra classe.
“Sono contenta per te Hime...” Il suo sorriso sforzato mi fa intuire che non sia proprio come così.
“Rosalya… Ma cosa…?” non faccio in tempo a finire la frase che lei si fionda in classe, ignorandomi completamente
Rimango interdetta per qualche secondo, appena sconvolta dal suo comportamento.
Cosa sta succedendo? Perché era rimasta così sconvolta dal ritorno di Ken?
Scrollo le spalle e, incapace di dare una risposta alle nuove domande che mi frullano nella mente, la seguo, timorosa.
Castiel e Lysandro non sono ancora arrivati, Rosa è al suo banco e fa correre veloci le dita affusolate sulla tastiera del cellulare; la sua fronte è corrugata.
La sorpasso velocemente e mi vado a sedere al mio posto, con la rabbia che sfiora i miei pensieri.
Rosa si gira verso di me e mi sorride, questa volta con più sincerità.
“Sono felice per te Hime, davvero! Solo… Ho qualche problema con Leight e non sono molto di compagnia, scusami!” scrollo la testa.
“Non preoccuparti, una giornata no può capitare a tutti!” le sorrido mentre dentro di me spero con tutte le mie forza che Ken si iscriva al nostro liceo, così potrò vederlo anche durante le ore scolastiche!
Rosa sussulta appena per colpa del cellulare che vibra imperioso nella tasca della sua gonna.
Dopo averlo recuperato si perde nuovamente sul piccolo schermo e io posso di nuovo abbandonarmi ai miei pensieri.
Non vedevo l'ora di sgattaiolare in aula delegati per chiedere a Nathaniel tutto quello che sa... Quasi sicuramente il nuovo alunno di cui si parlava è proprio lui!
Mentre sono persa nei miei sogni la campanella che annuncia l'inizio delle lezioni suona, facendomi cadere dai miei pensieri.
"Lys e Cass non sono ancora arrivati... Che fine avranno fatto?" penso mentre recupero dal mio zaino il blocco appunti e il libro di storia.
Le ore scorrono veloci e mentre nella mia mente si aprono innumerevoli scenari, che mi tengono ben lontana dalla lezione e dalla classe, lasciando il mio blocco prendi appunti inesorabilmente bianco.
"Accidenti, dovrò farmi di nuovo passare gli appunti da Rosa" penso sconsolata a pochi minuti dalla fine della lezione.
Quando la campanella dell'intervallo suona, esco fuori dalla classe, seguita a ruota da Rosa che però viene fermata dallo squillo del cellulare e per cercare un po' di tranquillità rientra in classe a passo svelto.
Quasi saltellando mi dirigo verso l'aula delegati, tagliando per il corridoio che da sui laboratori, meno frequentato degli altri vista la mancanza di armadietti e macchinette.
Sto per svoltare l'angolo quando la voce di Ambra arriva alle mie orecchie... Ma il suo tono è strano rispetto al solito, sembra quasi cinguettante e se possibile, ancora più irritante.
"Sapevo di esserti piaciuta sin dal primo momento in cui ci siamo incontrati"
Incuriosita dalla strana situazione mi accosto al muro per poi sporgermi appena dall'angolo per vedere a chi rivolge le sue attenzioni la bionda.
Alla vista di chi è con lei mi porto violentemente un mano alla bocca per evitare di urlare; Ken è leggermente chino su Ambra mentre lei posa le sue mani sul petto di lui con uno sguardo fin troppo lascivo.
"Non hai potuto resistere al mio fascino, dico bene?!?" Lui non dice una parola, ma si china su di lei, avvolgendole il viso in una mano per poi baciarla appassionatamente.
Uno squittio mi scappa dalle labbra, nonostante la mano premuta su di esse e mi ritiro velocemente dietro all’angolo.
Il respiro aumenta velocemente, come dopo una lunga corsa e premo più forte le mani sulla bocca, questa volta per soffocare un singhiozzo; mi lascio scivolare lentamente contro il muro, sconvolta dal quello che ho appena visto.
Mi mordo forte le labbra per contenere le lacrime ma quando alzo lo sguardo vedo Castiel, dalla parte opposta del corridoio principale.
I suoi occhi passano da me ai due che si scambiano effusioni e si fanno via via più tristi e pieni di pietà.
Non riesco più a trattenere le lacrime, ma non voglio che lui mi veda in questo stato, così mi alzo velocemente e scappo via, correndo veloce tra i corridoi, scansando gli altri alunni che rientrano pigramente  nelle loro classi dopo l’intervallo, prima che il ragazzo dai capelli rossi possa raggiungermi.
Rallento il mio passo solo quando arrivo alla terrazza, dove un vento invernale carico di presagi di neve, sfiora il mio corpo.
Vado a rifugiarmi sul lato occidentale in modo da non essere visibile a chiunque salga lassù e mi siedo contro il cemento gelido.
Tra le lacrime fredde che scorrono sul mio viso, recupero il cellulare dalla tasca dei jeans; scrivo un frettoloso messaggio a Rosa, chiedendole di informare il professore che ero in infermeria a riposare e di non preoccuparsi per me e spengo il cellulare e abbraccio le ginocchia dondolandomi, cercando il calore che lentamente lascia il mio corpo.
Sento me stessa tremare, ma so che non è il freddo pungente a farmi rabbrividire, ma un pianto silenzioso e incontrollato, che scuote il mio corpo e i miei pensieri.
Nella mia mente, come in un eterno loop, continuano a lampeggiare le immagini del bacio tra Ken e Ambra, trascinando con loro, ogni volta, un pezzo del mio cuore.
La solitudine di qualche anno prima mi attanaglia nuovamente, riportandomi indietro nel tempo, quando rifiutavo ogni contatto umano, ogni tipo di relazione.
Una folata più forte fa sussultare il mio corpo; come potevo pensare…  come potevo anche solo sperare che Ken, una volta tornato, mi avrebbe cercata? Era ovvio che non mi volesse più e anche il suo atteggiamento del giorno precedente, era sicuramente solo una finzione… Ma perché proprio Ambra? Perché, tra tutte, aveva scelto lei?
Appoggio la fronte sulle ginocchia e piango tutte le lacrime che ho in corpo.
Non so nemmeno quanto tempo sia passato, quando sento la porta della terrazza sbattere e un gran vociare uscire da essa.
Riconosco la voce di Castiel e aguzzo le orecchie per ascoltare.
Il vento favorevole mi porta la voce di Castiel e qualla di… Ken; improvvisamente sono attenta e vigile, e mi sposto leggermente per vedere cosa succede a pochi metri da me.
Sporgendomi da dietro l’angolo vedo Castiel che tiene per il colletto Ken mentre gli urla addosso.
“Lasciala stare, hai capito? Quanto vuoi fare soffrire quella ragazza?”
“Cosa diavolo vuoi? Cosa ne sai di me… Del mio rapporto con lei?” Ken si scrolla di dosso Castiel e si allontana appena da lui.
“Non mi interessa un accidente del tuo passato o del perché tu sia tornato, voglio solo che le giri alla larga, sono stato abbastanza chiaro?”
Kentin si sposta appena e tenta di tirargli un pugno ma Castiel lo ferma.
Vedo le labbra di Castiel muoversi ma una folata di vento molto forte mi impedisce di sentire ciò che i due si stanno dicendo.
“…Tu non sai nulla di tutto questo…” riesco a sentire tra una folata e l’altra, vedo i due scambiarsi ancora qualche battuta e Ken scansare la mano che Castiel gli teneva ferma per spostarsi indietro e urlare “NON E’ VERO!” per poi lasciare che le sue mani cadano lungo i fianchi senza più energia.
Castiel lo guarda per qualche secondo per poi ritornare verso la porta, mentre Ken cade in ginocchio, portandosi le mani al volto e rimanendo così qualche secondo.
Vedo le sue spalle tremare, poco prima di rialzarsi e ritornare velocemente all’interno dell’edificio.
MI riscuoto e riaccendo il cellulare, è passata a malapena un ora dalla fine dell’intervallo e un messaggio di Rosa fa capolino insieme ad una sua chiamata.
“Ok, ma pretendo spiegazioni” recita il suo sms… Pretende? A volte i suoi toni da sorellona mi danno veramente sui nervi… Arrabbiata rientro all’interno dell’edificio, e ringrazio l’aria calda che mi avvolge sulle scale.
Mi dirigo verso la prima macchinetta del corridoio, decisa a prendermi un the per riscaldarmi, quando vengo intercettata dalla preside.
“Signorina, cosa ci fa fuori dalla classe in orario di lezioni?”
“Buongiorno, preside! Ero in infermeria a riposare, volevo rientrare in classe al cambio dell’ora”
“E cosa l’ha trattenuta in infermeria?” La preside, in uno sfavillante  tailleur color malva, porta le mani ai fianchi, con fare inquisitorio.
Arrossisco e porto le mani al basso ventre, senza aggiungere una parola; gli occhi della preside scintillano di una comprensione possibile solo tra donne e il suo viso si addolcisce.
“Capisco… Si prenda un the caldo e fili subito in classe al cambio dell’ora, se la ritrovo cui più tardi, sarò costretta a punirla” mentre parla si allontana, diretta sicuramente in aula delegati.
Sorrido guardando la sua schiena e finalmente riesco a prendere una bevanda calda.
La campanella suona dopo pochi minuti e uno sciame di ragazzi invade il corridoio, permettendomi di rientrare nella mia classe, senza altri spiacevoli incontri.
Purtroppo si sa che quando una giornata inizia male, finirà sempre peggio, ma non mi sarei mai aspettata che questo detto fosse così dannatamente veritiero.
Mi trovo davanti alla porta, ancora stranamente chiusa, della mia classe quando la stessa si apre con forza, facendomi ritrovare faccia a faccia con la persona che meno di tutte avrei voluto vedere in quel momento.
Ken mi punta gli occhi addosso e in un secondo arrossisce abbassando lo sguardo a terra, per poi passarmi di fianco senza una parola.
Sento i pochi pezzi ancora intatti del mio cuore, distruggersi completamente.
Dopo la breve spiegazione alla professoressa di Inglese, torno mesta al mio posto, dove vengo accolta dal gioioso sorriso di Lys e dagli sguardi carici di preoccupazione di Rosalya e Castiel.
Ben decisa a non voler mostrare il mio stato d’animo più del necessario mi siedo tra loro, sfoderando il mio sorriso più credibile.
Chiacchiero del più e del meno con Lys, ignorando volutamente le occhiatacce di Rosalya e la mano di Castiel appoggiata alla mia coscia.
All’ingresso della professoressa di Francese vengo a conoscenza del fatto che Ken sarà nella nostra classe e nuovamente mi sento come se mi avessero tolto la terra da sotto i piedi.
Rosa, notando il mio impallidire,  mi passa con decisione il mio blocco prendi appunti e sotto alle fotocopie dei suoi appunti di storia delle ore precedenti, trovo un biglietto diretto a me, nella sua calligrafia svolazzante.
“Vorrei che mi spiegassi cosa è successo, dato che Castiel non ha voluto dirmi niente, quando è rientrato in classe… Era parecchio arrabbiato!
Il tuo amico Kentin si è presentato con poche parole spicce e quella vipera di Ambra ha detto sottovoce (quindi udibilissima anche in Burundi) che lui è in questa classe perché lo ha voluto lei… Cosa sta succedendo?”
Alzo lo sguardo e incontro quello di Rosa; l’oro fuso dei suoi occhi brilla intensamente di curiosità e so che non mi lascerà in pace fino a che non le spiegherò tutta la storia.
Sto per narrarle tutto ciò che è avvenuto in questa ora lunga quanto una giornata, quando una consapevolezza mi colpisce come uno schiaffo in volto, tanto forte da farmi sfuggire la penna di mano e sentire il cuore battere veloce nel mio petto.
Alzo appena lo sguardo su Castiel, spaventata dai miei stessi pensieri… Come fa a conoscere Ken?
Un nuovo pensiero si affaccia sul mio orizzonte, anche Rosalya non dovrebbe sapere nulla di lui, a loro non ho mai raccontato nulla di ciò che è successo “prima”… Quindi perché si comportano tutti come se conoscessero tutta la storia?
Questa volta volgo il mio sguardo a Lys, che ricambia con un mezzo sorriso; anche lui sa? E’ a conoscenza della me di allora?
Il cuore mi batte forte tanto da farmi male, tanto da sentirne il rombo nelle orecchie, il respiro si affanna e il foglio mi appare sfuocato.
Non faccio in tempo a voltarmi verso Castiel che le forze mi vengono meno e scivolo lentamente e inesorabilmente verso il buio.

“Si riprenderà è solo uno svenimento dovuto a una mancanza di zuccheri, non dovete essere così preoccupati!” Sento Lovely, la nostra infermiera, parlare a mezza voce.
Sono svenuta? Penso tenendo gli occhi saldamente chiusi.
In meno di un secondo la mia mente riassume tutto quello che è successo nella mattinata, facendo pesare come il piombo il mio corpo, che fino a qualche secondo prima era così leggero.
Le lacrime pizzicano per uscire, ma non voglio farmi vedere piangere, così rimango distesa nel lettino dell’infermeria, in silenzio.
All’improvviso una mano calda afferra la mia e sento il peso di due persone affossare il materasso vicino ai miei piedi.
Apro lentamente gli occhi e trovo quelli metallici di Castiel, pieni di preoccupazione.
“Hime…” stringe forte la mia mano, ma non osa abbracciarmi, forse per paura che io cada nuovamente in pezzi.
“Lovely ha detto che hai avuto un calo di zuccheri, così abbiamo negoziato la nostra presenza qui con le brioches e la promessa che ti avremmo fatta mangiare, non appena ti fossi ripresa!”
Lysandro mi sorride indicando un sacchetto di carta posato al suo fianco.
“Che ore sono?” riesco a dire con la voce impastata; ma quanto ho dormito?
“Sta per suonare l’ultima campanella!” la voce di Rosa risuona melodica e come se fosse stata lei a chiamarla, la campanella suona in quel preciso istante.
Mi alzo sui gomiti per tirarmi a sedere, aiutata immediatamente da Castiel.
“Cass, non sono malata terminale! Ce la posso fare!” gli dico scherzosamente, ma l’ombra di preoccupazione non scompare dal suo viso, nonostante il sorriso che gli nasce spontaneo sulle labbra.
“Ah è così nanerottola? Però poi non pretendere che io ti imbocchi la brioche”
Ridendo mangiamo tutti insieme, facendomi dimenticare per qualche attimo ciò che mi affligge.
Salto giù dal lettino e mi stiracchio, prendendo una decisione… Se devo stare male, tanto vale che succeda tutte e subito, penso mentre mi giro verso i miei amici.
“Mi dovete delle spiegazioni… Tutti e tre!” dico scandendo le parole e passando da un viso all’altro.
Li vedo lanciarsi occhiate preoccupate, ma  nessuno osa dire nulla.
Dopo qualche minuto di silenzio imbarazzato Lysandro si fa avanti.
“Lys…” Castiel lo richiama con voce spezzata.
“Cass, ha diritto a delle spiegazioni, soprattutto ora che le cose stanno prendendo questa piega.”
Lo guardo interrogativa e lui appoggia la mano sulla mia spalla.
“Ti racconteremo tutto Hime, ma questo non è il posto adatto…”
“Oggi i miei non ci sono” il tono di Rosa è imbarazzato “Possiamo andare da me…” abbassa lo sguardo, dispiaciuta.
Annuisco e ci dirigiamo fuori dall’infermeria per recuperare i nostri zaini in classe; mentre camminiamo per uscire da scuola chiamo mia madre e senza accennare allo svenimento, la avviso che passerò il pomeriggio con Rosa, per quel pomeriggio di studio che avevamo rimandato.
Dopo i soliti avvertimenti e la richiesta di non tornare tardi a casa e di non dare disturbo ai genitori di Rosa, riaggancio la chiamata con mia mamma e usciamo nel cortile della scuola.
Una neve leggera cade sul paesaggio e sembra alleggerire appena il peso che porto nel cuore; lo sguardo cade poi sul cancello, dove Ken è appoggiato, con Ambra al suo fianco.
Lo stomaco mi si torce in modo doloroso e quando lui incrocia il mio sguardo, abbassa frettolosamente il suo per poi andarsene velocemente, seguito ovviamente dalla biondina.
Raggiunta la moto di Castiel, mi porge il casco e questa volta accetto senza troppe remore.
Casa di Rosa dista solo 3 fermate di autobus dalla scuola, così ci diamo appuntamento a casa sua e io e Castiel partiamo.
Il tragitto si dimostra breve e dopo aver parcheggiato non ci resta altro da fare, se non attendere l’arrivo dei nostri amici.
I miei pensieri sono ingarbugliati, ma nonostante un po’ di paura mi attanaglia il cuore, sono decisa a venire a capo di tutta questa storia.
“Hime, io…” Cass mi prende una mano, ma prima che possa finire la frase lo zittisco, posandogli un dito sulle labbra.
“Per favore, non dire nulla ora, mi spiegherete tutto tra poco… “ gli sorrido, ma leggo nella sua espressione una certa tensione.
Lascio che mi abbracci stretta, senza dire una parola, sciogliendo l’abbraccio solamente quando veniamo raggiunti da Rosa e Lysandro.
“Ho ordinato quattro pizze lungo il tragitto, dieci minuti e saranno qui… Non vorrei che ti sentissi di nuovo male, Hime” il tono di Rosa è lieve, in contrasto con la sua solita voce squillante.
Entriamo in casa e ci sistemiamo in salotto, facciamo appena in tempo ad appoggiare gli zaini che il campanello suona imperioso.
Rosa lo accoglie, paga e ci raggiunge con il pranzo.
Ed eccoci qui, ognuno con la sua pizza fumante davanti e una tensione così forte tra noi da pesare come un macigno.
Come sempre è Lys a spezzare il silenzio, prendendo gentilmente la mia mano.
“Come promesso ti racconteremo tutto Hime…”
Deglutisco e annuisco con un cenno del capo, il cuore mi batte forte e un rigolo di sudore freddo scende lungo la mia schiena, mentre la voce melodiosa di Lysandro riempie la stanza.





>>Angolo Autrice!!<<
E rieccomi qui >-< chiedo scusa a tutti quelli che stavano seguendo la fic per la luuunga attesa ç_ç (pc devastato, file persi, un casino dietro l'altro)
Ma vi ringrazio se siete di nuovo qui a leggere il mio lavoro.
Questo è un capitolo che definisco di "transizione" (c'è poca romance e tante fasi "inutili" ma indispensabili a me per farvi arrivare più in là), nel prossimo presenterò la storia di Hime e... non crederete che i suoi guai finiscano qui vero?
Quindi ringrazio di nuovo chiunque legga questa Fic!
Ricordate di recensirla se vi va e, se ne trovate (e ci saranno XD) di segnalarmi i vari errori/orrori, senza problemi
Alla prossima 

 
  
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