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Autore: randomnessUnicorn    15/05/2015    0 recensioni
Questa è una raccolta di una serie di Fiction auto conclusive, quindi ognuna non c'entra con l'altra. I personaggi saranno vari, per questo metterò "un po' tutti", idem per i generi che saranno sempre diversi a seconda della storia. Non so ogni quanto aggiornerò, però spero che siano gradite.
Capitoli pubblicati fino ad ora:
1- Self- Inflicted Pain ( Calliope x Roxy)
2- Waiting for you… (Nepeta)
3- I will learn to fly (Tavros & Vriska)
4- Whalecome Love (Meenah x Aranea)
5- Due cuori spezzati sono meglio di uno (Kankri & Nepeta)
6- Thank you for the Smile (Feferi & Gamzee)
7- L'utopia di un desiderio (Calliope & Cronus)
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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TITOLO: Thank you for the Smile
AUTORE: randomnessUnicorn
FANDOM: Homestuck
RAITING: Verde
GENERE: Introspettivo, triste e generale.
NOTE: No Pairing
PROMPT: Riusciva a farmi ridere e ne avevo davvero bisogno {Charles Bukowsky} 
PERSONAGGI: Feferi & Gamzee

 
 
 

Thank you for the Smile

 
 
 
 
= = = > Sii il malinconico Clown.
 
Ti trovi sulla riva di quest’immenso oceano di cui non riesci ad intravedere la fine. I tuoi occhi iniziano a inumidirsi e, senza nemmeno rendertene conto, il tuo volto è devastato. Lacrime color indaco sgorgano come fiumi in piena da quei tuoi grandi occhi del medesimo colore. Ti alzi da terra. La bottiglia di Faygo che tenevi in mano cade al suolo, producendo un leggero tonfo appena tocca la sabbia colore dell’oro.
Allunghi la tua mano verso il grande e misterioso blu, come se stessi afferrando qualcosa di invisibile, carezzando un non so che di misterioso nell’aria umida della sera.
Senti il trucco appiccicaticcio che, spalmato sul tuo viso, si fonda con le lacrime che piangi, ma cerchi di non farci caso. Inizi a singhiozzare. Pensieri torbidi incominciano a volteggiare come delle ballerine impazzite all’interno della tua testa.
 
Ancora una volta… lui non si è presentato.
Un’altra promessa infranta.
Un’altra inutile attesa.
Domande dalle risposte incerte.
 
La mano ti cade come un peso morto lungo il fianco. Sospiri, affranto.
 
«Perché?»
 
Odi piangere. Le lacrime non sono affatto miracolose. Tranne le lacrime di gioia; quest’ultime possono essere considerate piccole meraviglie, simili a perle preziose, cadenti da occhi bagnati dopo un pianto di vitalità e spensieratezza.
Non è il momento di essere allegri, poiché non sei affatto in vena di ridere. Non provi altro che delusione, rancore, rabbia e solitudine. Il tuo cuore sta affogando in un oceano di sentimenti negativi. Più vasto dell’oceano di fronte a te.
 
«Goatdad!
Dove sei?»
 
Invochi il suo nome, sperando che lui appaia come un miracolo davanti ai tuoi occhi. Non succede niente. Vuoto. Silenzio. Desolazione.
La brezza marina ti scompiglia i capelli folti e corvini.
Alzi gli occhi all’orizzonte, concentrando lo sguardo su un punto preciso del mare. Qualcosa si sta muovendo sulla superficie dell’acqua. Che sia lui? Il tuo amato Goatdad?
 
Ti avvicini alla riva, incredulo e speranzoso. Asciughi le lacrime che deturpano il tuo volto. Lui odia vederti piangere. Egli crede che le lacrime siano un sintomo di debolezza, soprattutto per i troll che posseggono il colore del tuo sangue: gli highblood non devono piangere!  Cerchi di essere forte, non vuoi che lui si arrabbi con te, non ora che è tornato.
 
Dall’acqua esce qualcosa, anzi, qualcuno. Non tuo padre. Una piccola e dolce troll emerge dalle profondità marine. I suoi occhi violacei iniziano ad osservarti, pieni di curiosità e gaiezza.
 
Feferi.
 
Questo è il nome della creatura emersa dalle acque limpide del mare. La giovane troll spunta dall’acqua come un fiore appena sbocciato, inebriando con la sua fragranza l’aria secca della spiaggia. I pallidi raggi delle lune di Alternia illuminano la sua candida pelle, rendendola ancora più bella di quanto già non sia. Più simile ad una sirena che a un troll, dava l’impressione di essere uscita da uno di quegli antichi miti in cui creature leggendarie, metà donne e metà pesce, incantavano, tramite qualche sorta di maleficio, i giovani troll intenti a navigare nelle insidiose acque di Alternia. I giovani marinai, ignari del loro infausto destino, venivano attratti dal melodioso canto delle sirene; la loro voce aveva il potere di far perdere loro il lume della ragione, facendoli schiantare contro gli scogli, oppure guidandoli verso le implacabili correnti di quel mare inclemente verso qualsiasi creatura vivente. Lei, però, non è maligna, è una ragazza dolce e gentile, tenera come la sopor slime di cui vai ghiotto.
 
Si avvicina a te, sistemandosi la chioma lunga e folta. Ti sorride.
 
Non sei solito parlare con lei, non hai mai avuto modo di approfondire la sua conoscenza, e forse non te ne è mai importato più di tanto. Chissà perché si trova da queste parti. Decidi di considerare la sua apparizione come una sorta di miracolo mandato dal tuo messia. Sì, sicuramente lei è stata inviata dal cielo per aiutarti in questo momento di difficoltà, o almeno speri che sia così.
 
«Ciao, Gamzee! Come stai?»
«Hey, sorella, tutto fottutamente bene. Invece a te come butta, eh?!»
«Bene, grazie. Che ci fai qui tutto solo?»
«Niente di che, aspetto che qualche fottutissimo miracolo accada.»
«Ed è accaduto qualcosa?»
«Sei apparsa tu, sorella acquatica.»
 
In realtà non stai per nulla bene, i miracoli questa volta non stanno girando a tuo favore, pare proprio che si siano dimenticati di te.  Non vuoi che lei si preoccupi, quindi cerchi di mantenere la tua solita espressione da burlone, ma il pensiero che Goatdad ti abbia abbandonato non vuole evaporare dalla tua mente, anzi, martella ossessivamente nella tua piccola testolina bacata. E non vuoi nemmeno annoiare Feferi con i tuoi problemi, che stanno stancando anche te, se devi essere sincero.
 
Nonostante tu stia provando in tutti i modi a mantenere un’espressione disinvolta e rilassata, lei lo ha notato. Non essendo stupida, si è accorta fin dall’inizio che qualcosa non andava per il verso giusto. Ha notato i tuoi occhi arrossati, il trucco disfatto sul tuo volto triste, e le macchie ancora fresche di lacrime indaco appiccicate sulle tue gote. Ha intravisto la malinconia nel tuo sguardo, chiedendosi dove fosse finita quella giocosa luce che ti ha sempre caratterizzato. Ha percepito ogni cosa, però lo sta tenendo per sé poiché non le sembra cortese intromettersi negli affari degli altri.
 
«Beh… mi ha fatto tanto piacere vederti, Gamzee. Adesso però devo andare. Ho un appuntamento con Sollux. Ci vediamo in giro!»
«Ok, ciao ciao, Fef-Sis!»
 
 
= = = > Ora sei l’adorabile pesciolina.
 
Hai rimuginato tutto il tempo riguardo lo sguardo malinconico di Gamzee, chiedendoti cosa lo abbia fatto angustiare, per quale motivo si trovava tutto solo in quella spiaggia desolata.
Decidi di tornare al tuo alveare, hai detto a Sollux di non sentirti molto bene, e lo hai abbandonato lì, ma alla fine non gliene è importato molto e si è messo a giocare con i suoi videogames. Ti chiedi se il tuo amico pagliaccio stia ancora lì, non è passato poi tanto tempo. Torni nel luogo dove lo hai trovato, ma di lui nessuna traccia. È sparito. Volatilizzato nel nulla. Hai una brutta sensazione, non riesci a spiegarti da dove essa provenga, c’è e basta. Scruti ogni centimetro di sabbia ma di lui nemmeno l’ombra. Improvvisamente senti un rumore provenire dall’oceano, lontano dalla riva. Entri in acqua, nuotando nella direzione da dove proveniva l’inspiegabile rumore. Il suono diventa pian piano più intenso; hai come l’impressione che qualcuno si stia dimenando furiosamente tra le onde. Chi mai nuoterebbe in queste condizioni? Il mare non è una tavola da surf come lo era poco tempo fa, difatti una violenta tempesta si sarebbe sicuramente scatenata tra breve. Il vento sta cominciando ad alzarsi, ululando minaccioso come se avesse vita propria, e le onde, sempre più turbolente, si stanno scagliando sugli scogli con una furia demolitrice che nemmeno il più abile marinaio sarebbe riuscito a domare. Ti avvicini ancora, nuotando alla massima velocità. In mezzo ai vortici d’acqua una figura si sta dimenando, sembra quasi che ella tenti di aggrapparsi ad una fune invisibile appesa nel vuoto. Ti avvicini, non avendo la più pallida idea di chi potesse essere. Scorgi due lunghe corna ondulate intente ad affondare sempre di più. Corna famigliari che conosci bene: sono proprio quelle del tuo amico pagliaccio adoratore di Faygo.
 
Gamzee?
Sta affogando?
Com’è possibile?
 
Senza nemmeno pensarci due volte, ti tuffi, sfrecciando come un siluro verso di lui, che si era praticamente inabissato. Gamzee svenne in quel momento, senza rendersi conto che qualcuno lo stava portando in salvo.
Trascini il suo peso morto fino alla riva, con non poca fatica, dato che è molto più pesante di te, ti stai spaccando la schiena, ma non puoi lasciare il tuo amico in quelle condizioni, ha bisogno di te, quindi forza e coraggio!
 
Senza neppure prendere fiato inizi ad urlare, strattonandolo, cercando di svegliarlo con le tue grida.
 
«Hey, Gamzee! Svegliati. Forza. Torna in te.»
 
Inizi a spingere il suo petto per far sì che l’acqua venisse sputata via. Sempre più forte. Sempre più intensamente. Poco dopo qualcosa accadde. Inizia a tossire, sputando via tutta l’acqua salina dal suo corpo.
 
«Ti sei ripreso, finalmente.
Cosa ti è successo?»
 
Dici, tenendolo nella morsa del tuo abbraccio, eri davvero molto preoccupata, ma felice che si fosse svegliato.
 
«Fef-sis, cosa stai facendo? Cosa è successo? Fa fottutamente freddo ed io sono fradicio come il fottuto mare in cui stavo affogando. Sto dicendo una marea di cazzate, vero?»
 
Sorridi, sentendolo parlare in quel modo dopo una situazione tanto tragica. È proprio da lui. Pare che tu sia quella più spaventata dei due qui.
 
«Stavi affogando, ti ho portato fino a qui. Ero in pensiero, credevo che non ti riprendessi più. Come ti è saltato in mente di nuotare in mezzo ad un mare in tempesta? Sei impazzito?»
 
Inizi a sgridarlo, e gli occhi dell’altro si abbassano, sentendosi in colpa. Gli sorridi. Non merita certo una ramanzina da parte tua, non in questo momento, almeno. Sospiri e gli dai una pacca sulla spalla.
 
«Perché ti trovavi in pieno oceano? Ti è venuta un’infrenabile voglia di nuotare tutto ad un tratto?»
«No, sorella. Non mi stavo affatto divertendo lì, non è stata un’esperienza figa e non ho nessuna fottuta voglia di ripeterla.»
«E allora perché ti sei tuffato se non volevi farlo? Qualcuno ti ha aggredito?»
«No, nessuno stronzo mi ha aggredito. Non è successo un fottuto niente!»
«Sei sicuro? Ti vedo strano, diverso dal solito»
«Ho detto che tutto va fottutamente bene, cazzo!»
 
La voce di Gamzee ha iniziato ad alzarsi in una maniera preoccupante. Si sta arrabbiando e non hai nessuna voglia di finire nei guai a causa sua, hai sentito parlare della sua indole violenta, e non vuoi certo approfondire l’argomento. Annuisci e fai un leggero passo indietro, senza staccargli gli occhi di dosso.
 
«Ok, Gamzee, mi dispiace molto. Non sono affari miei. Sono contenta che tu stia bene, adesso è meglio che me ne torni nel mio alveare. Ci vediamo!»
 
 
= = = > Diventa nuovamente il Clown
 
 
Feferi ti ha salvato la vita e tu la tratti così? A pesci in faccia? Ok, non è il momento giusto per tali battutine squallide. Questo non è il modo di trattare un’amica che ti ha aiutato, non credi? Era semplicemente preoccupata per te. Gli amici normali solitamente fanno questo: si preoccupano. Sai cosa devi fare adesso? Scusarti! Esattamente. La prima cosa che dovrai fare domani appena sveglio sarà andare da lei e parlarle, dicendole di esserti comportato in maniera stupida ed egoista, che se non fosse stato per lei adesso saresti cibo per mostri marini. E che lei è stato l’unico vero e sincero miracolo capitatoti da chissà quanto tempo. Ti senti un po’ un verme a pensarci, trattare male l’unica troll che ti ha mostrato un minimo di gentilezza non è stato affatto un atto nobile.
Alla fine decidi di andare a dormire, accompagnato da struggenti sensi di colpa che speri spariranno al più presto, e forse una dormita ti avrebbe fatto bene od almeno non ti avrebbe fatto pensare nemmeno più al dolore lancinante provocato dalla mancanza del tuo caro Goatdad.
 
 
 = = = > Svegliati!
 
Dopo una lunga dormita, ti svegli, un po’ dolorante a causa dei soliti incubi a cui sei abituato, poco male. Hai decisamente bisogno di una bottiglia di Faygo, senza di esso la tua giornata non sarebbe iniziata bene (non sarebbe iniziata per niente, in realtà). Ne trovi una ai piedi del Recuperacoon e la bevi, oramai il Faygo sembra essere l’unico tuo amico. Ma basta con i piagnistei, devi andare da Feferi e scusarti per quel tuo ingrato comportamento!
 
Esci di casa senza nemmeno chiudere la porta, in realtà non lo hai mai fatto, nessuno mai ti disturba e poi ti sembra noioso dover sempre preoccuparsi di aprirla e chiuderla. Giungi alla spiaggia e ti accorgi che oggi il mare è calmo, e la brezza che soffia è piacevole, miracolosa a tuo parere. Scruti ogni dove in cerca di Feferi, come se ti fossi dato appuntamento con lei, ma non era affatto così.
Rimani a fissare il mare sconfinato, in un certo senso fissare l’orizzonte ti stava aiutando a rilassarti, anche se non sei il tipo di troll che fa pensieri complessi o profondi. Improvvisamente senti dei passi provenire da dietro di te, passi delicati ed incerti.
 
«Glub, Gamzee?!»
 
Ti giri e la vedi. Radiosa e carina come sempre, sembra un po’ confusa, forse è ancora perplessa o spaventata dalla tua reazione di ieri. Come darle torto?
 
«Fef-Sis? Sono un botto felice di vederti!»
«Davvero?»
«Certo! Ti stavo fottutamente cercando, e come un cazzo di miracolo sei apparsa. Qui. Davanti ai miei occhi! Pazzesco!»
«Che fortuna allora. Cosa c’è?»
«Eh, sorella acquatica, volevo dirti che mi sono sentito una fottutissima merda dopo aver fatto lo stronzo ieri, e tu sei stata gentile con me. Mi hai salvato le chiappe! Non meritavo un miracolo simile!»
«Oh, capisco! Ma non fare lo sciocchino Gamzee, ti avrei aiutato in ogni caso. È questo che fanno gli amici, no? Sono sicura che non lo hai fatto apposta, eri spaventato e sotto shock. Sono contenta che tu stia bene ora!»
«Sei grande, sorella. Stai andando in qualche fottuto posto?»
«Beh, dovevo andare da Sollux, ma mi ha contattato ora dicendomi di aver cambiato idea e che aveva promesso ad Aradia di fare una escursione paleontologica con lei, quindi ora non devo andare da nessuna parte»
 
= = = > Sii Feferi per la seconda volta.
 
 
Sei consapevole che Sollux si sia stufato di te, certo che quel ragazzo è davvero volubile, cambia idea continuamente… oppure stava con te per semplice compassione, per sentirsi importante essendo tu una troll di alto borgo? Il motivo non ti importa più di tanto, ti senti ugualmente umiliata e sola in questo momento, però, in un certo senso, le parole di Gamzee ti hanno alzato un po’ il morale.
 
«Oh, mi dispiace, sorella. Io nemmeno ho un cazzo da fare, potremmo fare una fottuta passeggiata su questa miracolosa spiaggia»
«Certo, perché no?»
 
Camminate sul lungo mare per un po’, a volte lo scruti osservando il suo sguardo perso nel vuoto, di una persona che pare non avere nessun pensiero in testa, ubriaco e spensierato. Improvvisamente si gira e ti sorride beatamente, ricambi il suo sorriso e poi guardi davanti a te. Ti chini per raccogliere una conchiglia.
 
«Guarda! È una conchiglia. Molto bella, vero?»
«Oh, stupenda!»
«Sì, vuoi vedere un miracolo, Gamzee?»
 
Il Clown batte le mani con lo stesso entusiasmo che poteva avere un bambino in un giorno al Luna Park. Sai bene quanto lui tenga a queste cose. Avvicini la conchiglia al suo orecchio, per fargli ascoltare il suono del mare. Lui spalanca la bocca incredulo e l’afferra tra le proprie per sentire meglio.
 
«Oddio Faygo! È vero! Fottutissimo Miracolo!»
«Che ti avevo detto?!»
«Oh, Fef-Sis, sei una creatrice di miracoli.»
«Anche tu lo sei. Sai, Gamzee?»
«Come, sorella?»
«Sei riuscito a farmi ridere, e ne avevo davvero bisogno!»
 
 
= = = > Non sei nessuno in particolare in questo momento.
 
Strano come le piccole cose riescano a regalare sorrisi e a placare la tristezza nella nostra anima. Piccole cose come possono essere le conchiglie, una passeggiata sulla spiaggia o la compagnia di un amico, ridere insieme a loro, sorridere senza motivo guardandosi. Tutto quello di cui avevano bisogno era un momento di svago e distrazione da quella caotica e spesso complicata esistenza che nessuno ha chiesto di avere ma che pare essere così preziosa. 
   
 
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