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Autore: V a m p i r e    17/05/2015    1 recensioni
Morgana, l’Ultima Sacerdotessa di Camelot, e Sir Gwaine si odiano. Si disprezzano, ma si desiderano, e quale miglior modo di esprimere i propri sentimenti se non un combattimento.
[Dopo la quarta stagione]
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Galvano, Morgana
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Obliviscor.

 

Gwaine non aveva in mente di venire catturato quella mattina, non gli era neanche passato per la testa.
Si era alzato prima del solito per fare una passeggiata e schiarirsi le idee. Da poco era stato liberato dalla prigionia di Morgana, durante quei pochi, terribili giorni in cui era diventata la regina.
Regina Morgana di Camelot. La sola parola gli faceva venire i brividi, dopo ciò che aveva subito.
Per una settimana aveva visto Gaius rischiare la morte per la fame e la sete imposta da quella che per molto tempo era stata la sua protetta.
Per una settimana aveva visto Elyan combattere per rimanere in piedi e aiutare come poteva, nonostante la stanchezza.
Per una settimana aveva dovuto uccidere i soldati della Sacerdotessa per salvarsi e dare del pane ai suoi compagni.
E nonostante tutto quando guardava Morgana qualcosa nasceva dentro di lui, e di notte si ritrovava a pensare di entrare nella sua camera.
Si sentiva tremendamente in colpa, eppure non sapeva se sarebbe riuscito a ucciderla.
Mentre pensava e ripensava sul da farsi - era quasi arrivato alla decisione di ripartire da zero, andarsene nella prima taverna e vivere come aveva fatto per anni - era stato catturato dalle guardie di Morgana, che l’avevano portato direttamente al suo cospetto.
Morgana, la Grande Sacerdotessa, la Fu Regina di Camelot, adesso aveva allestito un piccolo accampamento per nulla degno di lei. Grezze, volgari tende in una radura erano un pallido ricordo del suo regno, e della piccola pupilla di Uther, tradita e traditrice.
«Lady Morgana, dovremmo smetterla di vederci così.» La salutò appena la vide entrare; bella, sprezzante, terribile.
Aveva deciso di ritornare allo stile della dolce principessa di Camelot, i suoi capelli in piccole onde - esattamente come l’aveva conosciuta - ma gli occhi erano ancora cerchiati di polvere nera e l’abito, parzialmente dello stesso colore, aveva striature di verde sul corpetto.
«Lasciateci soli.» Ordinò alle guardie, che lasciarono subito la tenda alle sue parole.
«Avresti potuto solo chiedere…» Gwaine indicò le labbra con l’indice, allusivo, ma Morgana non rispose e gli lanciò una spada.
Non si aspettava una spada.
«Mi dispiaceva non averti sfidato io stessa, durante il tuo soggiorno nelle prigioni. Scortese, devo ammetterlo.» 
Quando Morgana parlava non era mai dura, sembrava una gattina in procinto di graffiarti a morte o di chiedere un po’ di coccole. Non riuscivi a capire quale delle due cose avrebbe portato a termine.
«In genere non combatto con le belle donne. Sono sicuro che tu sappia tagliarmi la gola egregiamente, però!» Dovette mettersi in posizione ed evitare un affondo, perché la strega non aveva intenzione di ascoltare la sua continua litania, e aveva già iniziato ad attaccarlo.
Gwaine non per questo avrebbe smesso di parlare.
«Facciamo un accordo!» Propose, limitandosi a schivare i colpi.
Be’, quasi tutti i colpi: aveva già un taglio sulla spalla ed uno sulla coscia.
«Se facciamo questo maledetto accordo starai zitto?» Ringhiò lei in risposta, stranita dalla bizzarra reazione del cavaliere. Le sue vittime di solito non si mettevano a chiacchierare durante i duelli.
«Probabilmente no.» Sorrise, e dovette attaccare per non farsi staccare la testa. Per quanto volesse preservare il bel corpo di Morgana, non desiderava neanche deturpare il proprio viso. «Se vinco io, me ne torno a casa e non dico niente a nessuno. Se vinci tu…»
«Ti uccido!» Finì la frase la ragazza.
«Mi uccidi.» Accordò. «Anche se non capisco, avresti potuto uccidermi subito.»
Pazzesco, pensò Morgana. Adesso mi chiede anche di ucciderlo. Ho rapito il cavaliere più stupido di Camelot.
Ti accontento subito, se vuoi.» Si fermò, rischiando, ma Gwaine non colse l’opportunità come avrebbe fatto in un altro combattimento, posò la spada a sua volta. «La realtà è che non mi diverto a combattere con i miei soldati. Nessuno è alla mia altezza.»
«Tranne me.» Gongolò divertito Gwaine. Amava combattere, e combattere con Morgana era ancora più divertente.
Quando non rischiava la vita.
«Tranne te. Non ti inorgoglire, potrei tenerti con me per un po’ di… divertimento.» Lo squadrò, con l’acquolina in bocca. Gwaine sarà stato anche il più stupido di Camelot, ma era bellissimo. Aveva fascino, e soprattutto non aveva paura. 
Tutti ormai avevano paura di lei.
«Tesoro,» Sorrise l’uomo avvicinantosi, mentre riprendeva la spada. «Se vinci.»
La pausa era durata anche troppo tempo; affondi, colpi schivati e parate, la strega e il cavaliere sullo stesso piano in una danza pericolosa.
Entrambi si stavano divertendo più del dovuto, ed entrambi erano eccitati
Gwaine riuscì a bloccarla per terra, il suo corpo sopra quello della donna, il respiro affannoso.
«Ottima visuale.» Ghignò, senza tuttavia rendere palese dove lo sguardo andasse. 
«Oh, e tu saresti un nobile cavaliere?
«Un cavaliere. “Nobile” non era nel giuramento.» Non si mosse, nonostante Morgana cercasse di ribaltare la posizione.
«Arrenditi, mia signora. Hai perso.» Gongolò a quelle parole. Aveva vinto contro Morgana.
Avrebbe potuto ucciderla per conto del suo re, in fondo aveva cercato di prendere il suo trono, di eliminare Arthur, di far morire di fame Gaius.
Sarebbe stato un traditore.
«Gwaine, così affascinante, così altruista.» Miagolò, e i suoi occhi diventarono oro.
Al cavaliere mancò il respiro all’improvviso. Aveva usato la magia per renderlo vulnerabile, fuori dalle regole.
Ovviamente l’Ultima Sacerdotessa non sottostava alle regole.
«Mantieni i patti.» Riuscì a mormorare col poco respiro che gli rimaneva.
«E’ così poco intelligente. Fai parte della Tavola Rotonda, sei importante per il mio sporco fratellastro.» Valutò.
Gli dispiaceva ucciderlo, si rese conto. Non gli dispiaceva per nulla invece stare sotto di lui, sentire il suo respiro sul collo e il suo membro premerle sulla coscia. 
Lo voleva.
E non avrebbe potuto spezzare quella vita.
«Obliviscere.»

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Hello! E' da un sacco di tempo che non posto nulla e sono un po' intimidita, quindi... se commentate mi fa piacere!
"Obliviscere" significa "dimentica!" in latino, per cui Morgana fa sì che Gwaine dimentichi il loro incontro - tranne che nei sogni.
 

   
 
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