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Autore: satakyoya    17/05/2015    1 recensioni
Ebe, una ragazza angelo, e Pan, un ragazzo demone. Lei del PARADISO e lui dell'INFERNO.
Dei pretendenti per i due protagonisti. Pretendenti non desiderati ma costretti a dimostrare il loro amore davanti a tutti e tutto.
due destini che si uniscono, una maledizione che rischia di dividerli. uno scontro che cercherà di unire i due mondi.
Ce la faranno nella loro impresa??? E poi, riusciranno a vivere insieme o saranno condannati a restare divisi da una forza superiore?? Chi sarà questa forza superiore?
Lo scoprirete solo leggendolo e se vi piace recensite!!
Genere: Romantico, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
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“Ebe, Ebe torna da me. Voglio rivederti. Mi manchi Ebe. Ti amo, ti prego torna da me.” disse Pan.
“Arrivo!” dissi io però non vedendomi.
Mi svegliai coricata sulla schiena. Ancora questo sogno, ancora la stessa persona, ancora io invisibile. Che cosa vorrà dire? Che sia un avvertimento? Ma a cosa?  Questi erano i miei pensieri appena mi svegliai. Guardai sul comodino a fianco al letto. Un orologio digitale segnava le 9 di mattina. Non avevo più sonno e così uscii dalla stanza per conoscere di più su questo castello e su ciò che conteneva. Mi guardai intorno e vidi che non c’era nessuno. Allora presi il corridoio che vi era a destra e vidi che vi erano delle porte da entrambe le parti. Vidi passarmi a fianco tre o quattro porte da entrambi i lati e arrivai a un bivio: un corridoio collegato a questo corridoio, almeno credo.
“E ora da che parte vado? Destra o sinistra? Proviamo con sinistra.” Dissi io, così girai a sinistra. Passa davanti a due porte quando alla terza non riuscii a resistere dalla curiosità. Aprii la porta e vidi che vi era una libreria. Vi erano degli scaffali, la stanza era grande e vi erano dei libri sparsi per terra. Non capisco come mai ma c’era un bel po’ di casino. Feci un passo, mi inchina e iniziai a raccoglierne qualcuno e li misi nel braccio destro. Poi andai nello scaffale che avevo più vicino e iniziai ad appoggiarli. Li contai mentre li appoggiavo, da sinistra a destra.
“uno, due, tre, quattro… uh?” dissi io. A pochi passi da me mia destra vidi un giovane ragazzo che stava prendendo un libro preso da terra e lo appoggiò sullo scaffale dietro di me. Prese quello a fianco e lo iniziò a leggere. Io non ci feci molto caso mi girai a sinistra, feci un paio di passi e ricominciai a prendere altri libri che erano a terra. Quando iniziai a farlo sentii dei passi dietro di me. Alzai la testa e pensai che fosse Eaco o Zeto.
“Eaco, sei tu? Oppure sei tu, Zeto?” chiesi io.
Appena finii di chiederlo i passi che sentivo da dietro finirono e sentii il rumore di porta chiusa.
‘Mi chiedo proprio chi potesse essere. Come mai non mi ha risposto.’ pensai io.
Quel ragazzo che era prima dietro di me, vidi che era in camicia aperta e aveva i capelli che gli copriva l’occhio sinistro.
Misi giù i libri che avevo preso da poco e uscii dalla stanza. Quando chiusi la porta dietro di me vidi davanti Eaco che veniva dalla mia destra. Lo fermai e gli feci una domanda.
“Scusami Eaco, possi farti una domanda?”
“Uh?”
“Per caso eri tu quello che poco fa era in questa stanza dove mi trovavo anch’io?” chiesi io
“Hm! Ovviamente no, sennò non sarei arrivato da là!” disse indicando dietro di lui.
“Ah, okay. Perché ho visto un ragazzo qui dentro poco fa e dopo poco se n’è andato.”
“Beh, di certo non ero io (testa girata dalla parte opposta alla mia). Comunque adesso devo andare alla riunione di famiglia quindi con permesso.” Disse lui finendo passandomi davanti.
“P-posso venire anch’io?”
“(arrabbiato) NO! (calmo) Non puoi venire, non ancora. E ora, di nuovo, con permesso.” disse lui.
Fece qualche passo più avanti, poi io ero curiosa e decisi di seguirlo.
Feci un paio di passi girai a sinistra, vidi che lui aveva allungato il passo girai per un corridoio di destra come fece lui, ma quando lo feci io lui era sparito.
Mi sentivo persa.
‘E adesso cosa faccio? Dove mi trovo di preciso?’
“Sarà meglio che torno indietro.” Mi dissi io.
“Ehi, tu, che ci fai qui! Lo sai che per te è ancora vietato!” disse un ragazzo dietro di me. io mi girai e vidi che era Zeto.
“Ma io non volevo fare nulla di ciò che pensi. Ho solo seguito Eaco che è arrivato qui e poi sparito. Ma adesso non so dove mi trovo.” Dissi io.
“te lo dico io dove ti trovi, sei nel corridoio sbagliato. E ora fammi passare, sono di fretta.” Disse lui con espressione seria. ma con voce un po’ arrabbiata.
“Aspetta! Volevo sapere se per caso eri tu quello che poco fa era in biblioteca.”
“Io no di certo! Prima ero impegnato ad ascoltare musica e ballare in una stanza dove lo si può fare.”
“ok, certo, capisco. Non sapevo che esistesse una stanza di quel genere, comunque grazie e ci vediamo.” Dissi io.
“Mi era sembrato di aver visto qualcuno in biblioteca che assomigliava a Pan. Che sia stata solo un’illusione?” pensai io.
Arrivò l’ora di cena e io mi trovai in un corridoio (in alcuni punti della stanza c’erano delle macchie che facevano vedere i mattoni con cui presumo era stato costruito l’edificio) davanti a una porta. stranamente fuori c’era ancora luce. Io entrai e vidi la stanza arredata con un caminetto e un tappeto dove sopra vi era un tavolo apparecchiato per otto persone.
“Sette? Perché è apparecchiato per sette persone?” dissi io un po’ stupita. Nella stanza oltre a me vi erano Eaco, Zeto, Atena e un’altra ragazza  mai vista fino ad adesso.
Era bella, alta, magra, portava delle paperine ai piedi. Aveva i capelli biondi e raccolti in modo perfetto. Poi indossava un vestito bellissimo (colore chiaro a scelta) molto scollato, delineava i fianchi ed era bellissimo. L’unico problema è che non la conoscevo.
“Da quel che ho capito, tu ti stai chiedendo chi sia questa ragazza. E stai anche pensando che è bellissimo quel vestito.” Disse Zeto a fianco alla ragazza descritta prima.
“Stavo esattamente pensando a quello.” Dissi io.
“Mi presento, io sono Afrodite la dea della bellezza, della generazione e della fertilità. Ho il potere di controllare i sogni altrui e posso assumere le sembianze di qualcun altro. In camera tua ho lasciato una mappa del castello fatta da me.” disse lei.
Quando eravamo tutti seduti, vi erano tre posti liberi in fondo al tavolo (due erano a ‘capotavola’). L’ordine era pressappoco così: io, davanti a me vi era Eaco, a fianco avevo Atena, a fianco a Eaco vi era Zeto, Afrodite era a fianco ad Atena. Quindi vi erano i due capotavola e il posto a fianco a Zeto vuoti.
Improvvisamente entrò un ragazzo dalla porta. Non sapevo ancora il suo nome ma vidi che aveva i capelli castano chiaro, era alto, magro e i suoi occhi erano verde chiaro. Si vedeva sgocciolare sul viso un po’ di sudore. Aveva dei pantaloni lunghi bianchi e dei bei pettorali con la camicia aperta.
“Oh, sei tornato! Vieni dai, mangia con noi. Nostro padre e la regina Era hanno detto che arriveranno un po’ più tardi.” Disse Eaco girando la testa verso di lui.
Lui si sedette vicino a Zeto. Davanti a ognuno di noi vi era un piatto con sopra della carne e della roba verde che presumevo fossero degli spinaci. Io ne mangiai solo un boccone per ognuno perché non avevo molta fame.
Atena mi guardò e poi disse: “Ebe!”
Io però non risposi.
“Ehi, Ebe, perché non mangi? Non hai fame per caso?” disse di nuovo lei.
“Non è per quello…” dissi io.
“Vediamo… sei preoccupata per il tuo ragazzo Pan. Da quando lui ti ha detto che ha una pretendente di nome Macaria hai paura che lui possa facilmente dimenticarti.” Disse Zeto. Io lo guardai con uno sguardo come se fossi stata sconvolta dalla sua affermazione.
Guardai in basso e pensai: ‘sto pensando a lui e a come deve essere questa ragazza. Di certo sarà bella e ben vestita, forse di nero per simboleggiare che dea è. Fatto sta questa cosa mi preoccupa, un po’ mi manca anche.’ Quei due posti rimasero vuoti tutto il tempo.
Attraversai il corridoio insieme ad Atena. Eravamo vicine di camera così feci la strada insieme a lei. Mentre camminavamo gli feci una domanda.
“Atena, mi sapresti dire chi era il ragazzo che è entrato quando noi eravamo tutti seduti?”
“Ma come, non lo sai? Lui è il tuo futuro sposo, Eracle!”
Poi girammo l’angolo e gli feci un’altra domanda.
“Per caso sai anche chi sono i suoi genitori e chi ha deciso questo matrimonio?” chiesi io.
“So che suo padre è Efesto ma non so il nome di sua madre, presumo che lui sia un semidio dai comportamenti che tiene sempre. Purtroppo però non posso risponderti riguardo a chi ha deciso il matrimonio, l’unico che può risponderti è Zeus stesso.”
“quando potrò incontrare Zeus? Perché deve essere proprio lui il mio futuro sposo?” chiesi io quasi davanti alle due porte delle camere.
“Sono tutte domande a cui solo Zeus in persona conosce le risposte.” Disse lei.
“beh, però ora devo lasciarti. Ci vediamo domani.” Disse lei chiudendo la porta della camera.
“va bene, grazie per l’informazione. A domani.” Dissi io.
Appena entrai in camera mi tolsi la maglia (ma tenni indosso i jeans), mi coricai sul letto e dormii.
   
 
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