Chad
sospirò e si passò una
mano tra i capelli ricci mentre la Darbus parlava con dolcezza fissando
uno ad
uno i suoi studenti godendosi anche lei gli ultimi minuti con i ragazzi
che
avevano segnato un po’ il percorso della sua carriera alla
East High. Lo
sguardo ricadde su un ragazzo dai capelli ricci a lei molto caro e gli
sorrise
bonaria.
-Signor
Danforth non credo
che continuando ad agitarsi sulla sedia le lancette correranno a
concludere
questa lezione per lei così insostenibile.-
Rise
l’insegnante
aggiustandosi gli occhialini in viso mentre Chad si voltò a
guardarla
leggermente imbarazzato. La classe scoppiò a ridere e il
riccio con un sorriso
tra il divertito e il furbetto commentò.
-Ma
che dice prof! Erano le
sue parole che mi stavano prendendo e mi stavo agitando!-
Di
nuovo la classe rise e la
Darbus seguì le risa dei suoi allievi lasciandosi andare. Si
avvicinò al riccio
e gli scompigliò affettuosamente i riccioli mentre Taylor
seduta dietro di lui
si sporgeva in avanti sussurrandogli all’orecchio proprio
mentre la Darbus si
allontanava.
-Esibizionista…-
Chad
rise e quando calò
nuovamente il silenzio la Darbus tornata bonariamente seria riprese il
suo
discorso puntando i suoi occhi in quelle che erano le sue perle, ovvero
i
gemelli Evans, prima la biondina e poi il gemello che ricambiarono lo
sguardo
con intensità e quasi commozione.
-…voi
rimarrete impressi
tutti nella storia di questa gloriosa scuola, per le vostre vittorie ma
anche
per le vostre sconfitte. Così che servano da insegnamento a
chi vi succederà. Ma
lasciatemi dire che ognuno di voi a composto una parte di quel musical
che è
stato il nostro viaggio insieme…-
Disse
con un tono di voce
più alto e emozionato aumentando la concentrazione su quelle
parole nonostante
tutti erano attenti alla professoressa che molti avrebbero rimpianto e
altri
avrebbero compreso le sue sagge parole solo più tardi.
-…c’è
chi si è aggiunto in
ritardo durante il nostro cammino…-
Disse
e il suo sguardo
ricadde con un sorriso su una ragazza dai capelli corvini che sedeva
all’ultimo
banco e che rispose a quel sorriso e a quell’affermazione
chiaramente rivolte a
lei con un timido e impacciato gesto del capo. Troy si voltò
a fissare
Gabriella con un dolce sorriso la quale rispose sorridendo raggiante
per poi
riconcentrarsi sulla Darbus così come il capitano dei
Wildcats fu richiamato
dalla presenza vicina della professoressa a prestare attenzione.
-…chi
invece c’è sempre
stato e rimarrà impresso per altri motivi, oltre
all’enorme scombussolamento
che ha creato…-
Aggiunse
la Darbus ad un
palmo dal viso di Troy fissandolo intensamente tanto che la classe
scoppiò
nuovamente a ridere vedendo arrossire vistosamente il playmaker. La
Darbus
passò oltre e picchiò con la bacchetta sul banco
di Chad che si era distratto
nuovamente continuando.
-…altri
ancora verranno
ricordati per gli innumerevoli aiuti che hanno dato al teatro durante
le
detenzioni…-
La
classe rise nuovamente
quando Chad alzò una mano e sorridendo rispose con voce
pronta e decisa.
-Presente!-
La
professoressa rise e
rivolse uno sguardo affettuoso e orgoglioso a Taylor posandole una mano
sulla
spalla e parlando con voce fiera.
-…chi
invece ha sostenuto
con l’intelligenza le basi di questa scuola, e questo
resterà per sempre parte
di queste mura conservando tutte le vittorie…-
Disse
mentre Taylor
sorrideva con gli occhi lucidi e Chad si voltava verso di lei
regalandole un
sorriso divertito e complice. La Darbus accarezzò la testa
di Gabriella che arrossì
vistosamente e tornò sul suo palco concludendo.
-…vittorie
della mente…e del
fisico. Ma soprattutto vittorie di voi giovani che spero conserverete
nei
vostri cuori insieme alla scuola e ai vostri insegnanti. Per questo mi
aspetto
grandi cose da ognuno di voi e sono sicura che tutti riuscirete nei
vostri
sogni.-
Concluse
la Darbus con gli
occhi lucidi e madidi di lacrime mentre molti sono gli occhi simili ai
suoi. La
Darbus sospirò e raccolse tutta la sua forza ricacciando
indietro le lacrime
mentre riprendeva con gli ultimi compiti da svolgere prima del termine
delle
lezioni.
Troy,
Gabriella, Ryan,
Sharpay e Taylor seguirono la professoressa nelle ultime comunicazioni.
Mentre Chad
seduto al suo posto dietro non riusciva a prestare completa attenzioni
a quelle
comunicazioni mentre nella sua mente vagavano mille pensieri confusi e
accatastati l’uno sull’altro. Mille preoccupazioni.
Vedi, vedi,
vedi...
Com'è serio quel ragazzo infondo alla classe all'ultimo
banco
quante domande durante l'ultima ora dell'ultimo anno
lui sta pensando che fuori c'è un mondo che aspetta soltanto
di essere cambiato
è preoccupato pensa agli amici che ha accanto "che fine
faranno?"
Chad
sospirò e fissò fuori
dalla finestra il sole che inesorabile calava sempre di più.
Riportò la sua
attenzione all’interno della classe e fissò i suoi
compagni uno ad uno. Passò
lo sguardo prima verso la cattedra dove la Darbus stava scrivendo
alcune cose e
parlava con Sharpay di alcune questioni degli ultimi minuti. Dietro
all’insegnante
l’enorme orologio scandiva i secondi della sua ultima ora di
lezione alla East
High School.
Troy
si voltò verso di lui e
gli sorrise divertito incatenando i loro sguardi. Chad
sospirò chiedendosi che
fine avrebbe fatto la loro amicizia. Troy lontano circa 1000 km da lui,
nell’università
della California. Lo fissò un attimo e si sentì
invadere dall’insicurezza:
chissà se avrebbe trovato un amico più presente e
che lo capisse di più lì…
Il
suo sguardo ricadde poi
su Sharpay. Ridacchiò pensando che l’avrebbe vista
praticamente tutti i giorni
dato che facevano la stessa università, per fortuna due
facoltà differenti!
Università di Albuquerque Arti sceniche. Sorrise, tuttavia
la biondina era
simpatica eccetto per gli strass e tutto l’egocentrismo non
era male…
Spostò
il viso e parallelo a
lui vide Ryan che si sistemava il cappello. Ruotò gli occhi
al cielo e sospirò.
Sorrise anche se fu pervaso da una strana tristezza. Era un ragazzo
simpatico e
tuttavia sarebbero potuti diventare grandi amici se Ryan non avesse
scelto di
andare alla Juliard, Scenografia…
In
contemporanea rivolse uno
sguardo anche a Kelsie. Non era di certo la sua migliore amica ma gli
sarebbe
mancata. Era simpatica e poi quando Troy gli aveva comunicato la sua
decisione
lei gli era stata vicina. Non è facile accettare un colpo
così basso dal
proprio fratello. Ma anche lei seguiva le orme del ragazzo per il quale
aveva
una cotta Ryan, infatti anche lei si allontanava alla Juliard, Musica.
Sospirò
e meccanicamente
vide Gabriella tornare seduta al proprio posto dalla cattedra e
sorridergli
affettuosamente. Chad ricambiò il sorriso anche se lontano
con la mente in
altri mille pensieri. Pensò a quanto si fosse affezionato a
lei. Era come una
sorella e doveva ammettere che anche se Troy era suo fratello un
po’ era
geloso. Se la faceva soffrire e lui era così distante?
Università di Stendforth,
Legge. Gabriella era una ragazza dolce e speciale lo aveva capito da
quando era
arrivata. Aveva scombussolato tutto il suo mondo ma soprattutto aveva
scombussolato il suo migliore amico. Sorrise ridacchiando e
sospirò nuovamente
rigirandosi sulla sedia passando lo sguardo su Jason, Zeke e Martha.
Chissà
anche loro….
Un po' gira la testa se pensa che questa è la fine di giri
di giostra
tanti sogni però alla domanda "che farò da
grande?" non ha una
risposta
non vede l'ora
di uscire dalla massa
che dura più di uno scritto più della
maturità
in città c'è già chi sa dimostrarmi
come si può fallire
tra un rimorso, un rimpianto, rischiando ogni santo giorno d'impazzire
Quella
si che era una
domanda: Cosa fare da Grande? Aveva sempre immaginato di giocare in una
squadra
a livelli alti così da poter essere scelto per poi giocare
in una squadra
importante. Ma se non sarebbe riuscito nel suo intento? Lui non era
come Troy che
aveva anche la musica…lui era concentrato sul basket.
Già aveva visto uomini
fallire, i loro sogni sgretolarsi sotto i piedi e diventare solo
frantumi. Un
esempio vicino era suo padre. Aveva desiderato tutta una vita praticare
baseball ma il suo sogno era affondato e con esso tutta la voglia di
lottare. Ora
svolgeva un lavoro che non gli dava soddisfazione, un lavoro che
fruttava soldi
ma che era pesante e faticoso. Mentre guardava con occhi carichi di
lacrime
vecchi trofei in giro per casa. Avrebbe davvero sopportato di veder
crollare i
suoi sogni? E poi come affrontarli? Da solo?
Sospirò
nuovamente fissando
la Darbus parlare spedita di orari e conclusioni chiedendo a Kelsie e
Ryan
alcuni dettagli necessari.
io non voglio fuggire piuttosto soffrire
si è detto fissando se stesso allo specchio quando l'ha
vista ridere in cortile
ed è stato un lampo soltanto uno sguardo un istante perfetto
hai capito?
Anche quando sfugge il senso esiste un motivo per essere vivo!
E
in fine si,…c’era lei. Taylor
Mckessie. Università per le scienze politiche. Lontana quasi
quanto Troy o
forse di più. Inutile perdersi in chiacchiere: aveva
mentito, eccome se aveva
mentito. “Nessuno rimane con la stessa ragazza dopo il
liceo…”. Si certo, come
no!
Solo
alla fine di cinque
anni di liceo si era accorto di quanto fosse unica e speciale Taylor.
Con i
suoi modi di fare, i suoi sorrisi e le sue convinzioni. Era
un’idiota. Lo sapeva,
era un vero e proprio idiota. Ma lui l’amava e non poteva
sopportare di vederla
andare via da lui così come aria che fugge. Chad chiuse gli
occhi stringendoli
mentre le mani stringevano convulsamente la palla tra le mani. Avrebbe
voluto
piangere ma sapeva che non ne sarebbe stato capace e poi non sarebbe
servito a
nulla. La sua Taylor, i suoi amici, i suoi professori, le sue
convinzioni, il
suo mondo sarebbe stato tutto stravolto.
No non mi rendo conto
ma so che non prendo sonno
se penso che ti perderò...
voglio gridarlo al mondo
l'amore non dura un giorno o no?
Da adesso dubbi non ne ho...
-Signor
Danforth non credo
che voglia rimanere ancora qui…-
Chad
aprì gli occhi alla
voce della Darbus così vicina e improvvisa. Vide di essere
solo in classe con
la Darbus davanti che gli sorrideva bonariamente. Lasciò
immediatamente la
presa stritolatrice della palla e puntò lo sguardo lucido in
quello della
Darbus.
-Cosa
c’è che ti affligge?-
Chiese
la professoressa
notando lo sguardo del riccio che lo distolse immediatamente.
L’insegnante rise
e presa la sedia dove si sedeva Troy di solito la avvicinò
al banco di Chad e
vi si sedette scrutandolo pensierosa e raddolcita.
-Niente
prof!-
Rispose
il riccio arrossendo
un poco quando la Darbus rise divertita e lo fissò negli
occhi intensamente.
-I
tuoi amici ti stanno
aspettando Danforth, vivi tutto e non farti troppe ansie per il domani.
Avete
ancora tempo e questa è la fine di un periodo ma
è anche l’inizio di uno
nuovo.-
Chad
abbassò lo sguardo sul
banco e fissandolo leggermente arrabbiato rispose.
-E
se non volessi far
chiudere questo periodo? Se non volessi iniziarne uno nuovo?-
Disse
con voce tesa come una
corda di un violino. Il sorriso che si dipinse sul viso
dell’insegnante era
così dolce. La donna rivide il ragazzo il primo giorno di
liceo e lo fissò ora.
Sorrise con gli occhi lucidi e gli disse cercando il suo sguardo da
dietro gli
occhiali grandi.
-Potresti
farti bocciare se
desideri davvero rimanere qui. Ma non so se ti converrebbe riavermi per
un
altro anno anche perché comunque tutti i tuoi compagni se ne
andrebbero e tu
rimarresti intrappolato qui.-
Chad
alzò lo sguardo e si
alzò in piedi ancora più confuso di prima.
-Non
voglio farmi bocciare,
non l’ho mai pensato.-
-Allora
non ti resta che
vivere e vedere cosa succede, non credi?-
Chad
annuì un poco e quando
Taylor apparve sulla porta lui incatenò i loro sguardi.
-Dai
andiamo…ti stiamo
aspettando tutti e Troy sta tenendo occupato l’autista per
non farlo partire.-
Disse
la brunetta con voce
affannata. Chad annuì e lanciò uno sguardo alla
Darbus che stava sistemando le
ultime scartoffie in cattedra. L’insegnante gli fece
l’occhiolino e lo salutò
con un sorriso. Chad rispose incerto al sorriso per poi correre dietro
alla sua
ragazza. Si sentiva un bambino. Mentre correvano allungò una
mano e la
intrecciò a quella della ragazza. Taylor si
bloccò e lo fissò sorpresa. Chad
arrossì un poco e sfiorandole una guancia le disse ridendo
nervosamente.
-Che
c’è? Non posso nemmeno
prendere la mano della mia ragazza?-
Taylor
lo fissò sorpresa e
annuì sorridendo felicemente scioccata. Il riccio strinse la
sua mano nella sua
e abbozzò una smorfia che sembrava un sorriso. Taylor rise e
gli stampò un
bacio sulle labbra rimanendo sulle punte per un po’. Quando
si separarono Chad
le accarezzò una guancia. Taylor sorrise con gli occhi che
le brillavano e
riprese a correre stringendo la mano di lui nella sua. Chad la
seguì e si
trovarono davanti al bus pieno di ragazzi trepidanti delle loro ferie e
altri
intristiti dalla fine della scuola e dall’inizio imminente
degli esami. Chad
vide Troy parlare con l’autista tranquillamente. Appena i
loro sguardi si
incontrarono il biondo fulminò il riccio con lo sguardo che
ridendo salì
accomodandosi nei due posti tenuti liberi da Gabriella. Poco dopo Troy
li
raggiunse e il tram partì.
E mentre si allontana il tram
la scuola sembra piccola
per quanti pochi giorni soli io e te
ed ora dove mai sarà?
In viaggio all'università
dov'è che si può litigare e poi giocare alla
libertà
Gli esami iniziano da qua
ma fuori c'è chi insegna già come si prende e non
si da...no...
L'unica certezza che ora ho...dimmi...
noi proviamo insieme ci sarò
Seduto
sul tram fissava la
scuola allontanarsi mentre le grida gioiose dei ragazzi più
piccoli gli
giungevano e veniva investito da mille ricordi. Si voltò e
vide che i suoi
compagni non erano da meno. Tutti silenziosi e fissavano la scuola con
un’espressione
vuota quasi nostalgica. Chad sospirò sentendo nuovamente la
morsa della
malinconia invadergli il cuore ma deciso a non essere triste
assestò una pacca
sulla spalla di Troy e strinse con l’altra mano quella di
Taylor ancora nella
sua. Il biondo sembrò risvegliarsi dal sonno e gli sorrise
illuminandosi tutto,
sorriso che Chad ricambiò. Taylor rise e gli
baciò le labbra nuovamente
voltandosi poi verso una Gabriella pensierosa stretta tra le braccia di
Troy
iniziò a parlare con la mora che si accese anche lei. In un
attimo quei momenti
silenziosi si riempirono di parole e opinioni. Chad sorrise soddisfatto
e
lanciato un ultimo sguardo alla scuola si sentì per la prima
volta libero.
No non mi rendo conto
ma so che non prendo sonno
se penso che ti perderò...
voglio gridarlo al mondo
l'amore non dura un giorno...o no?
Da adesso dubbi non ne ho
Gabriella
si strinse tra le
braccia di Troy fissandolo con un sorriso emozionato. Il loro futuro
era
insieme. Passò poi lo sguardo sui suoi amici e
accarezzò con dolcezza la testa
di Taylor che si voltò a guardarla sorridendo.
-Visto
che bei capelli mi
sono fatta?-
Gabriella
scoppiò a ridere
tanto che le vennero le lacrime agli occhi. Troy le cinse la vita e con
dolcezza le baciò le labbra. Poi le posò un bacio
sulla tempia e tutti si
voltarono verso Jason e Zeke che scendevano alla prima fermata. Dopo un
saluto
caloroso e qualche battuta i due scomparvero diretti verso le loro case.
Il
tram quasi vuoto si
dirigeva verso le ultime fermate e Chad era seduto mentre si baciava e
si
coccolava con Taylor. Gabriella e Troy dietro parlavano e
chiacchieravano
mentre ogni tanto si interrompevano con dei baci e delle carezze.
Giunti ad una
nuova fermata Chad e Troy salutarono le loro ragazze e scesero alla
loro
fermata. Vedendo il bus ripartire furono presi nuovamente
dall’ansia e dalla
tristezza. Spaventati non osavano guardarsi negli occhi. Troppa la
paura di
scorgere lo stesso timore negli occhi degli altri.
-Ciao.-
Salutò
rapido e conciso Chad
il proprio fratello. Troy lo bloccò chiedendogli addolorato.
-Aspetta.
Oggi vieni insieme
a Zeke e Jason a fare una partita da me?-
Il
riccio si illuminò tutto
e voltandosi verso il biondo sorrise felice.
-Certo
fratello!-
Si
abbracciarono e anche se
sarebbero stati divisi la loro amicizia sarebbe stata eterna. Difficile
sarebbe
stato mantenerla viva e costante, ma loro due ci sarebbero riusciti. Un
saluto
e una promessa di rivedersi quel pomeriggio per una partita.
Con un po’ di paura mentre si fa sera lui fissa la luna
pensando che lascia
scritti sui banchi distanti negli anni vissuti tra sole e
burrasca…
si sente fragile, instabile, piangere è facile ma
tocca rialzarsi e rimboccarsi le maniche qua…
nessuno da niente per niente, lo pensa da sempre mentre riempie
pagine, pagine rivivendo ogni immagine tra
gli amici e i professori,
le zuffe ed i primi amori,
mille e più errori e le migliori occasioni con milioni di
pari
un esame da dare e una donna da amare ed un mare di strada da fare,
il giorno scompare stringe i pugni e vorrebbe urlare
Chad
fissò la luna e strinse
i pugni. Non voleva che finisse così. Dire che aveva paura
era nulla in
confronto a quello che provava nella realtà: era
terrorizzato. La partita con
Troy e gli altri era andata bene, ma anche lì
c’era qualche cosa di nostalgico,
qualche cosa di passato, tramontato. Solo in quei momenti si era reso
conto che
ormai era andato troppo avanti per poter tornare indietro. Wildcat per
sempre,
ma anche mai più. Questo poteva anche non essere negativo,
sarebbe potuta
iniziare una nuova stagione, un nuovo periodo, sempre Wildcats ma in un
nuovo
mondo. La East High l’aveva sempre un po’ odiata,
tutte le interrogazioni
andate male, le prime partite perse, alcuni soggetti
all’inizio poco gradevoli,
i compiti, le ripetizioni, le minacce di sua madre se non migliorava i
voti, i
professori crudeli…eppure non riusciva più a
vederlo sotto quest’aspetto. Trovava
tutto dannatamente famigliare. Li aveva conosciuto l’amore,
l’affetto fraterno
nei confronti di una ragazza, il consolidamento della sua amicizia,
l’amore per
il basket, le vittorie e le amicizie. Come poteva tutto questo finire?
Come poteva
una parte della sua vita tramontare? Un rumore acuto e
l’arrivo di un messaggio
sul cellulare.
Chad
si alzò e lo prese. Aprì
il messaggio e lesse velocemente mentre un sorriso dolce gli dipingeva
il viso.
“5,
10, 100 o 1000 km potranno separarmi da te, ma il
mio cuore sarà sempre con te.
Quando
mi penserai ti basterà guardare la luna per
sapere che anche io la sto guardando.
Tua
Tay.”
E
ora lo sapeva. Sarebbe tutto
cambiato, ma sarebbe stato un cambiamento in meglio. Lui avrebbe fatto
qualsiasi cosa per mantenere il suo amore vicino a se, anche se lontano
mille
miglia non doveva sentire la distanza perché la sua futura
presidentessa degli
stati uniti l’avrebbe avuta sempre per se.
Ridacchiò e rispose al messaggio
velocemente.
“Io
non sento la distanza. Tuo Chad”
No, non mi rendo conto
ma so che non prendo sonno
se penso che ti perderò…
voglio gridarlo al mondo
l’amore non dura un giorno…o no?
Ne resta sempre ancora un po’
I
Wildcats raggiungono una
nuova conquista tutti insieme verso l’università
liberi di vivere i loro sogni,
uniti come sempre e liberi come mai.
Fine.
La
canzone è “Ancora un po’”
dei Gemelli Diversi tratta dal film “Notte prima degli esami.
Oggi.”.
Spero
vi sia piaciuta. Un
bacio.