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Autore: Kira Kinohari    19/05/2015    0 recensioni
Nell'epoca Sengoku sembra non esserci spazio per l'amore, ma solo per la guerra contro i demoni. Solo in pochi casi, forse ...
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Sesshoumaru
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno si stava avvicinando, avevano passato tutta la notte a combattere contro ulteriori gruppi di demoni, ma questa volta insieme. Poi era successo tutto all’improvviso. Un OniEbi, terribile demone serpente, molto più grande di quello del passato, con la pelle nera, si era lanciato sul demone cane, ancora debole perché si stava riprendendo, e Nyoko, per salvarlo, si era gettata su di lui, cosicché il serpente aveva morso lei.
Ora la sacerdotessa stava fremendo, come se avesse avuto la febbre, mentre Sesshomaru si occupava degli ultimi nemici. Quando ebbe terminato tornò alla grotta.
Era furioso perché lei lo aveva salvato, perché lei si era messa tra lui e quel demone, che nonostante tutto aveva fatto a pezzi, eppure appena la vide tutta la sua furia si spense. Aveva il volto pallidissimo, e dal suo petto, che poteva benissimo vedere poiché la sua maglia era stata strappata nella lotta, si diffondeva una linea viola che risaltava. Il veleno era già in circolo e da molto tempo, ormai.
<< Non dovevi farlo. >> le disse, serio.
<< Sei im… importante per Rin. >> rispose lei.
Sesshomaru le toccò la fronte, era congelata. Lei sorrise, in risposta. Sapeva che era arrivata la sua fine, e sapeva anche che avrebbe sofferto fino a quando il suo fiato non avesse lasciato il suo corpo. Lui si alzò e andò a prenderle dell’acqua fresca per farla bere.
<< Prima che muoia… >> iniziò, prima di essere interrotta da una fitta di dolore, la linea purpurea che avanzava sul collo. << Vorrei… vorrei chiederti… >> si fermò ancora una volta, incerta se chiedere un favore simile ad un uomo come lui. Un uomo che non era davvero uomo. << Per favore, se puoi… Proteggi Tsui. >>
Sesshomaru non rispose. Era ancora troppo presto, doveva aspettare…
Per qualche minuto ci fu solo silenzio, e poi il sole sorse e gli alberi si tinsero di luce, una luce rosea che fece sorridere Nyoko.
<< Mi porteresti all’aperto? >>
Sempre senza proferire parola lui la prese tra le braccia e la portò all’aperto, distendendola su una coperta. Lei rimase affascinata dalla rugiada tra l’erba, dal calore del sole nonostante fosse primo mattino. Sentiva forse quel calore solo perché stava per lasciare il mondo e per diventare fredda come il ghiaccio?
Non lo sapeva, ma trovava davvero strano il fatto che dovesse lasciare il mondo a causa di un demone serpente. Tutto e iniziava e finiva nella stessa maniera, quindi…

<< Raccontami come vi siete conosciuti. >> chiese dolcemente la sacerdotessa, la voce resa sempre più debole dalla sofferenza e dal veleno. E lui, lentamente, con reticenza, iniziò a raccontare. Più lei lo ascoltava più si rendeva conto che il demone non era davvero mostruoso come aveva pensato all’inizio. E cosa più importante aveva capito che nemmeno lui aveva realizzato che in realtà era una persona indifferenze e che gli altri leggevano quella indifferenza come cattiveria.
Nyoko ascoltò la storia interessata, soprattutto dal fatto che a mano a mano che andava parlando la sua voce si faceva più alta e sicura e parlava in modo molto più scorrevole. Nella sua mente si stava iniziando a formare l’idea che lui non avesse davvero mai parlato con qualcuno del suo passato per il semplice bisogno di raccontare di sé. Era talmente solitario, aveva vissuto talmente tanto da solo che non aveva più avuto il bisogno di farlo.
Avrebbe tanto voluto sapere com’era da piccolo. Lo immaginò con i capelli corti, gli occhi ambrati e un pupazzo, non sapeva perché ma lo vedeva con accanto un gatto, a giocare tutto il giorno. La sua immaginazione l’avrebbe portata oltre se un dolore atroce al cuore non l’avesse fatta piegare in due.
<< Sta… sta finendo tutto. >> disse prima di urlare per il dolore.
Il dolore crebbe e crebbe e crebbe fino a farle pensare che sarebbe scoppiata e che le sue urla sarebbero state sentite fino al villaggio e oltre, e poi improvvisamente smise, ed in quel preciso momento si presentò un’ombra.
<< Perché mi hai salvato? >> chiese il demone, osservando la forma scura che si avvicinava.
<< Perché sei buono. Sei un demone buono, anche se non te ne accorgi. E per Rin, perché ti vuole bene e non potrebbe vivere senza di te, e perché ti stavi riprendendo dalle ferite e anche perché sono nata per salvare le persone, è la mia natura. >> rispose lei, chiudendo gli occhi. << Di a Tsui che la amo più di ogni altra cosa al mondo e che mi troverà sempre nella stella che splenderà di più ai suoi occhi. >>
<< Le dirai tu tutto questo. >> replicò lui, poi prese la sua spada e fendette un colpo nell’aria.

  
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