Videogiochi > Slender Game
Ricorda la storia  |       
Autore: Owlfiction    19/05/2015    4 recensioni
Una catena di morti che si estende dai primi del '900 fino ai giorni nostri.
Una paura che riesce ad annullare lo stesso desiderio di vivere.
Un tipo di amore che ha superato la morte.
E un gruppo di normali ragazzi, o almeno, normali quanto possono esserlo cinque adolescenti americani in viaggio verso la East Coast, che vengono costretti ad una sosta vicino ad un bosco dal guasto del motore del camper. La cosa sembra un semplice evento sfortunato, all'inizio, fino a quando una strana figura non comincia a fare la sua apparizione nei dintorni, nel momento in cui i ragazzi trovano uno strano foglio bianco, con sopra scritto "Aiutatemi".
Ma Ian Diswarden sa che non è tutto frutto della loro immaginazione, perché lui, quell'uomo, lo aveva già visto in sogno. Era stato messo in guardia da qualcuno che non era riuscito a comprendere appieno, e adesso si ritrova portatore delle uniche speranze di salvezza dei suoi amici. Ma per sopravvivere dovranno cercare di vincere un gioco in cui non sono loro a dettare le regole, in cui sono solo pedine.
Perché Lui guarda sempre, ma non ha occhi.
Genere: Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve a tutti, vorrei prima di tutto ringraziarvi per avere avuto la forza di volontà per aprire la fanfic (capisco che possa essecene voluta molta, dal canto mio io non l'avrei nemmeno aperta ;) ). Vorrei anche ringraziare tutti quelli che mi hanno recensito, incoraggiato, e consigliato nella mia precedente fanfic, da Tsuki no Sasuke, ad Alhena Devon, da Normal Elektra, a Matryd. grazie di cuore.
Un avviso, per una piena comprensione di questa storia potrebbe essere necessario aver giocato o aver visto il gameplay di "Slender, the Arrival" ma anche di "Slenderwoods" e "The Haunt" (a questi ultimi due ci si riferisce in maniera minore).
Grazie per avermi sopportato
Owl







Slenderman,
Turning Tables
di Owlfiction










 

Turning Tables è un'espressione inglese che significa letteralmente
Girare le carte
ma il suo uso si avvicina di più a quello delle frasi italiane
Ribaltare le carte in tavola o Cambiare le regole del gioco
con cui si indica l'azione che una o più persone compiono quando si rifiutano di sottostare a leggi o clichet prestabiliti e se ne svincolano, a volte stabilendone di nuovi.
Nota dell'autore




















Prologo

I passi ci sono ancora, mi seguono dietro la mia nuca. Per quanto io corra non si allontanano mai. Sono sempre lì, sempre vicini.
Ho il fiatone ormai, ma non posso fermarmi, non posso lasciare che mi prenda. No. No. No. No. No. NO!
Il mio piede colpisce un sasso che non ho visto nell'oscurità. Incespico e cado. Il sapore del fango è reso più vivido dalla paura di quello che è appena successo. Il suono è sempre calmo, ma più vicino.
Mi piaci. Dice la sua voce suadente nella mia testa.
Striscio per rimettermi in piedi. I miei occhi captano un immagine pallida sotto la pioggia. Zoppico via.
Stammi lontano stammi lontano stammi lontano stammi lontano stammi lontano.
La caviglia mi fa male. Temo sia rotta, ma non ho tempo per badarci. Devo continuare a correre.
Punto la vecchia pistola di mio padre in direzione del suono e sparo un colpo. Buffo, quell'arma che ha fermato tanti piccoli ladruncoli assieme al poliziotto che la impugnava ora non riesce a salvare sua figlia.
Amy.
Non posso ucciderlo. Devo salvarmi. Devo andare nell'unico posto sicuro che ho trovato la scorsa notte. Il profilo della fabbrica abbandonata compare di fianco alla strada sterrata. L'ho ritrovata.
Accelero l'andatura.
I passi non mi mollano. Posso sentire i brividi gelati che accompagnano la sua apparizione.
Mi sto divertendo.
Un refolo d'aria fredda sulla mia spalla sinistra mi avverte del tentacolo. Non ho altra scelta. Mi getto a destra e rotolo giù per il crinale della collina. L'impatto con il suolo mi manda una serie di aghi bollenti a pungermi la caviglia ferita.
Amy.
I passi scendono rapidamente il dislivello.
Sei brava a questo gioco.
Non c'è nessuno ad ascoltare il mio lamento disperato. Nessuno che mi possa aiutare. Nemmeno mio padre. Quanto vorrei non essere andata lì con lui. Quanto vorrei che non fosse stato preso.
Ma nella mia mente c'è posto solo per la fuga. E per una parola.
Amy.
Entro nella fabbrica dall'unica saracinesca aperta. Il temporale che ha oscurato il cielo in pieno giorno sferza implacabile i muri e il soffitto. I passi si fermano davanti ai disegni tracciati con il carbone sulle pareti vicino alla saracinesca. Forse ce la posso fare.
Amy.
Arranco fino alla sala di controllo e apro la porta con una spallata. I monitor collegati alle telecamere mostrano la fabbrica di motori in ogni suo angolo. Deserta.
Trascino il piede ferito fino al controllo dell'ingresso per chiudere la porta. Ha funzionato ieri. Funzionerà anche oggi.
Uno schermo sfarfalla e il mio occhio ne è attratto. Lì, con la sua cravatta rossa e la giacca nera, lui mi guarda. Il suo volto senza occhi trafigge il mio con lo sguardo che non dovrebbe possedere e io vengo colta dalla comune nausea che provo ogni volta che lo incrocio.
Il monitor sfarfalla e poi diventa nero.
Non è mai stato respinto dai miei disegni. Voleva solo allungare il gioco.
Amy.
Devo andarmene anche da qui. Apro la porta della sala di controllo mentre uno schermo dopo l'altro si spegne. È troppo tardi: lo vedo avvicinarsi a me con il suo passo tranquillo, coi tentacoli che cominciano a uscirgli dalle scapole.
Ho vinto. Sussurra la voce.
Rientro nella sala controllo, fermandomi solo per appendere sul lato esterno della porta la pagina bianca con sopra scritto “Aiutami!”. La carta aderisce al legno anche senza nastro adesivo, contro ogni logica. Sbatto la porta dietro di me.
Amy, sorellina, ti amo tanto. Penso mentre il suono di passi si avvicina.
All'improvviso non sono terrorizzata solo dal fatto che mi prenda. Sono terrorizzata anche che questa cosa succeda ancora, dopo di me. E ancora, e ancora.
Amy.
Non deve andare da mia sorella. Deve prendere me, non lei! Non lei. Non lei. Non lei. Non lei. Non lei.
La porta ha uno scatto e si apre.
I tentacoli si avvinghiano alle pareti, percorrendole come viscidi serpenti velenosi. L'uomo fa un passo avanti, tendendo le mani verso di me.
Hai giocato bene. Dice di nuovo con quella voce dolce e mielosa. Giocheremo di nuovo. Io e te. Si si. Io e te. Io e te. Ed Amy.
La sua faccia priva di ogni aspetto umano si fissa nella mia mentre sbarro gli occhi.
-No!- grido, nonostante la nausea.
Riesco a distogliere lo sguardo da lui mentre striscio verso la parete più lontana. La mia pistola è ancora nella mia mano, inutile come quella pagina.
Continuerà a succedere realizzo finché qualcuno non lo fermerà. E io non ho più speranze di sopravvivere.
Ma mia sorella sì.
I miei occhi vengono catturati di nuovo dall'immagine dei suoi tentacoli, ma qualcosa rimane saldo nella mia mente. La risata della bambina che corre a inseguire un uccellino nel giardino, e io che le insegno che con i passeri bisogna essere gentili. Prendiamo un po' di semi di girasole, farina e mais e li spargiamo vicino all'albero, poi ci allontaniamo di un paio di passi. Amy trattiene le risate che farebbero scappare i piccoli volatili mentre questi si avvicinano a beccare le sementi.
Mi lancio verso il pannello di controllo e premo il bottone che fa abbassare la saracinesca.
Lui non sembra preoccupato, tutta la sua attenzione è concentrata su di me.
Sei mia. Sarete entrambe mie.
Stringo la pistola e giuro a me stessa che lui non avrebbe mai toccato quella bambina finché potrò impedirglielo. A qualunque costo.
Durante questo istante, credo di vedere il volto dell'uomo alto e magro contorcersi dalla paura.
Non farlo! Mi obbliga la sua voce ipnotica e gentile nella mia testa.
L'immagine di Amy che ride vince sulla sua armonia.
Prima che i suoi tentacoli mi sfiorino, mi punto la pistola alla tempia. E premo il grilletto.
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Slender Game / Vai alla pagina dell'autore: Owlfiction