Anime & Manga > Letter Bee/Tegami Bachi
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Autore: sushiprecotto_chan    20/05/2015    1 recensioni
Letter Bee e dieci song-fic, tutte flash. Scritta seguendo questo meme:
1. Scegli un personaggio, una coppia o un fandom.
2. Apri la tua cartella di musica e seleziona la modalità di riproduzione casuale e fai partire.
3. Scrivi una drabble-flashfic che sia collegata alla canzone che sta andando. Hai tempo fino al termine della canzone per terminare la drabble: inizi con l’inizio della canzone e finisci quando finisce, niente esitazioni! Non importa quanto scombussolata è la tua drabble.
4. Scrivine 10, poi pubblicale.

[Zazie, Aria, Sunny, Connor, Dr. Thunderland, Largo Lloyd, Chalybs Garrard; Zazie/Lag, Connor/Sunny, Aria/Goos.]
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Connor Culh, Dottor Thunderland jr., Lag Seeing, Sunny, Zazie
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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E così si conclude (finalmente!) la raccolta. E' stranissimo pensare d'averla iniziata tre anni fa, e che doveva essere qualcosa di semplice, che avrei concluso velocemente. E' rimasta una raccolta semplice, ma di tempo ce ne ho messo.
Spero sia stata una lettura piacevole. Ringrazio chi ha letto e chi ha recensito, specie chi è arrivato fin qui!  Sono un po' a corto d'ispirazione e di prompt, ultimamente, soprattutto per quanto riguarda Letter Bee, quindi chi volesse bussare alla mia porta e farmi qualche richiesta (o rendermi noto qualche accorgimento) è il benvenuto. A chi malauguratamente stesse aspettando un capitolo della long "Il mondo dei sogni": sì, sto continuando a scriverla, ma non so quando l'aggiornerò.
Potete trovarmi qui su efp, oppure su livejournal, o sul maledetto voltotomo.








10) Cemeteries of London – Coldplay

 
At night they would go walking 'till the breaking of the day
The morning is for sleeping
Through the dark streets, they go searching, to see God in their own way
Save the nighttime for your weeping
Your weeping
God is in the houses and God is in my head
And all the cemeteries in London
I see God come in my garden, but I don't know what he said
For my heart it wasn't open
Not open
 


Le giornate e i minuti si contavano con il contagocce.
Connor si ritrovava a vegliare di notte il corpo di Sunny e di tutte le altre monache. All'alba, un torpore gli concedeva di prendersi sei ore di sonno. Poi si risvegliava a mezzodì e venivano contati i cadaveri.
Non tutti i giorni succedeva che qualcuno morisse, ma quando accadeva era sempre buio. Per questo Connor preferiva stare accanto a quel che rimaneva di Sunny in quell'asso di tempo. Di giorno, invece, aiutava a seppellire le monache che non ce l'avevano fatta.
Pensava spesso a Lag e a Zazie, specialmente a quest'ultimo. S'immaginava d'averlo accanto nella veglia; o, per lo meno, d'aver accanto una versione molto più giovane del suo amico. Di far compagnia a quel Zazie che aveva aspettato, immobile e senza piangere, la morte dei suoi genitori con una zuppa fredda in mano. Quella versione di Zazie lo poteva capire. Il Zazie del presente, invece, gli aveva scritto diverse lettere che lo esortavano a tornare al Beehive a lavorare. Per quanto Connor sapesse che Zazie comprendesse il perché desiderava stare al fianco di Sunny, non sapeva se quelle lettere gli dessero fastidio, dolore o gioia.
Gioia di non essere solo, d'avere qualcuno fuori da quell'angusta cittadina, e dolore dell'impazienza dei suoi amici. Non avrebbero mai augurato a Sunny di andarsene al più presto, com'era suo destino, ma allo stesso tempo, forse lui non era lì per quello? Per aspettare di vedere Sunny morire?
Che valore aveva non lasciar perire qualcuno da solo, se questo qualcuno non era che un guscio vuoto senza cuore?
Connor passava la maggior parte del suo tempo sul pavimento freddo della chiesa dove avevano appoggiato tutte le monache ancora in vita, solo e chiuso in se stesso. Forse sarebbe impazzito, un giorno, aspettando che Sunny lo lasciasse, o forse già stava diventando matto.
Goccia dopo goccia, il tempo passava.
I piedi gli prudevano, le gambe gli pregavano di corrersene via, e il suo cuore rimaneva al fianco di Sunny. Così attendeva.
La prima persona ad aprire gli occhi fu una vecchia storpia. Era pomeriggio, a un orario inusuale perché lì a Lament potesse succedere qualcosa, e chi avvertì gli altri fu una nipote che le era rimasta, figlia di una sua sorella, che con le lacrime agli occhi urlò al miracolo. La vecchia monaca non aveva potuto muovere che un dito e le palpebre per giorni, prima di riuscire a parlare e ad alzarsi. Le avevano dato da mangiare del cibo liquido, per far sì che andasse giù senza intoppi. Non era mai stata amata da molti, era molto in là con la vecchiaia e un problema a un tallone le proibiva di camminare, ma era stata il primo essere umano a sopravvivere alla sottrazione del cuore, per quel che Connor ne poteva sapere.
Aveva osservato da vicino la vicenda, registrando mentalmente i suoi piccoli cambiamenti, come il corpo e lo spirito sembravano star migliorando. Aveva stretto forte la mano di Sunny, la notte dopo il momento in cui la vecchia aveva aperto gli occhi, e aveva pianto, sussurrando alla sua dolce amica "C'è ancora speranza, c'è ancora speranza!".
Poi era stato il turno di un ragazzetto – un malcapitato che aveva raggiunto le suore in cima al colle per pura curiosità –, che fu prontamente riabbracciato dai suoi genitori.
Per uno che se ne svegliava, altri morivano.
Finalmente fu il turno di Sunny.
Sunny non ricordava né chi fosse né quale fosse il suo nome, non quello di Connor e neppure il proprio. Ma Connor se l'era aspettato, aveva osservato gli altri casi, e l'aveva aiutata a riprendersi giorno dopo giorno. L'alzava a sedere, le dava da bere, la spazzolava e le preparava da mangiare. Una volta, timidamente e con molta speranza in cuore, le fece dei biscotti alla cannella, come quelli che una volta era stata solita preparare lei.
Aspettava, ancora, ma con un sorriso pieno in volto, e la determinazione in cuore di chi sta partecipando a qualcosa di grandioso.
Poi Sunny aveva cominciato ad aiutarlo a dare una mano agli altri, quelli che non si erano ancora svegliati, o che stavano per morire, e a quelli che invece avevano aperto gli occhi, e che, insieme alle loro famiglie, avevano bisogno di assistenza.
Il giorno in cui, per mano, la portò davanti al forno dove aveva lavorato per anni, non rimase scontento del fatto che Sunny non riconobbe nulla e che sembrò quasi disinteressata a quello che stava davanti a lei.
Era un nuovo giorno, di una nuova vita; l'iniziale reticenza di Sunny a farsi aiutare e a confidarsi con lui era quasi sparita, e quando lei aiutava le altre persone, rendendole un po' più felici, sul suo volto si disegnava un sorriso che, nella sua luminosità, conteneva tutta una semplice gioia che già Connor le aveva visto negli occhi quando si erano conosciuti.
Se ne andarono da Lament un giorno simile agli altri, lasciando dietro di loro un cimitero pieno di monache che Connor stesso aveva in gran parte sepolto. Sunny aveva le spalle dritte, quando finalmente fece il primo passo di tutta la sua vita fuori dal territorio di Lament, in direzione di Yuusari Central.
   
 
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