Come al solito Lisa era in ritardo,si era attardata troppo ad ammirare le vetrine del centro ed ora rischiava di non arrivare in tempo in stazione.

Con un passo degno di una maratoneta superò a perdifiato il portico in marmo e con somma gioia entrò nell'androne della stazione gremito di turisti.

A furia di gomitate e permessi riuscì a raggiungere il primo binari dal quale,per fortuna sarebbe partito il suo treno.

Appena le rallentò il respiro aprí la sua vecchia e consunta tracolla in pelle alla ricerca del suo tesoro ma con sommo terrore non lo trovó.

Aveva dimenticato il libro giornaliero a casa,il panico la invase.

La povera ragazza era una lettrice compulsiva,non poteva restare troppo tempo senza leggere qualcosa e affrontare due ore di viaggio senza un fidato romanzo le sembrava una follia;con lo sguardo cercó velocemente i piccoli chiostri presenti in stazione ed ad un tratto ne localizzò uno come la vedetta che avvista la terra promessa.

 

Come una matta vi corse e senza nemmeno guardarsi intorno si fiondò sull'espositore dei libri; con sommo orrore notó che vi erano soltanto romanzi rosa di basso livello ma non poteva restare senza leggere e così ne afferró uno a caso e lo porse all'edicolante.

Davanti a lei apparve una piccola donnina dai capelli innaturalmente rossi e ricciuti.

"Sono cinque euro cara,vuoi un sacchetto?"Le domandò.

La razza pagó Velocemente e afferró il libro strappandolo quasi alla signora " Scusi ma sono di fretta"Rispose e corse come se avesse il diavolo alle calcagna per poter raggiungere il binario.

Per fortuna ce l'aveva fatta e in quel mentre udí lo stridio dei freni,il suo treno era arrivato;appena si aprirono le porte si sedette nel posto libero piú vicino.

 

Come al solito la carrozza era fatiscente e l odore di sporco misto a sudore e plastica bruciata regnava ovunque ma Lisa come sempre ignorò tutto e si preparó alla sua lettura.

Il libro era molto insolito per lei,non che fosse snob ma era abituata fin da piccola a leggere romanzi di un altro spessore ma per quel giorno si sarebbe dovuta accontentare.

 

Finalmente abbasó gli occhi e guardò la copertina;come da copione vi era raffigurato un aitante uomo dal petto nudo e villoso intento ad afferrare una fanciulla bionda  e boccoluta in abiti settecenteschi ;in alto campeggiava il titolo" Il conte misterioso", in basso avevano inserito il nome dell'autrice un certa Clarissa Bennet.

Senza curarsi di chi fosse seduto vicino a lei,si lasciò sfuggire una fragorosa risata,titolo e pseudonimo della donna erano di una banalitá imbarazzanti,era giá pronta al peggio.

 

Con grande sforzo decise di sollevare la seconda pagina immergendosi così in quella dozzinale lettura.

Dopo poche righe si perse,le parole iniziarono a scorrerle davanti agli occhi,non le vedeva piú;  era totalmente immersa nel libro tanto da non sentirlo piú fisicamente in mano,aveva perso ogni contatto con la realtá.

 

La storia era strabiliante e coinvolgente ,non sembrava un romanzetto rosa ma un'opera scritta da un romanziere d'indiscusso talento.

Le descrizioni erano meravigliose e lo stile elegante e forbito, i contenuti favolosi.

 

Dopo un' ora persa in quel mondo per fortuna qualcuno passando nel corridoio del vagone la urtó facendola cosí svegliare dalla trans in cui era caduta.

Il tempo era volato e la sua fermata era la prossima .

Quasi con timore reverenziale ripose accuratamente il volume  ,tanto precedentemente bistrattato ,nella borsa dopo di che si alzò e corse velocemente verso le porte giá aperte.