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Autore: Novelist Nemesi    04/01/2009    5 recensioni
Questo è il sequel della mia prima fan fiction, e spero di non deludere le vecchie conoscenze e che se ne aggiungano di nuove pieni di voglia di leggere! E finalmente, ora che ho tempo, ho potuto modificare e risistemare anche qui!
Genere: Commedia, Malinconico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, L, Mello, Near, Watari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Era la decima volta che sua madre bussava alla porta della camera di Hayley.

-Hayley, che ti prende? Così farai tardi a scuola-

-Non è giornata per andare a scuola, mamma- disse lei affondando nelle coperte

-Stai male?- chiese Cleas con aria apprensiva

-Sì-

-Vuoi che ti dia qualcosa? Posso dare un’occhiata? Hai mal di testa?- chiese sua madre. Hayley se la immaginò, sicuramente arrossita e ansiosa.

No, mamma, è un male che nessuna medicina può curare.

E per la decia volta in quella mattina Hayley pianse. Il cuscino era ormai fradicio, e lei aveva due occhi gonfissimi. Non è giusto, si ripeteva. Sei uno stupido, L. Non è vero che la giustizia trionfa sempre. Tu adesso te ne vai in Giappone, ti pare giusto?!

Primo giorno.

Hayley non era ancora andata a scuola, e mangiava un cornetto, tutta sola a casa. Il telefono squillò, ma lei non rispose, così partì la segreteria.

-Hayley, sono Al. Sono tre giorni che a scuola non ti fai vedere, che ti succede? Fammi sapere, ti prego-

Secondo giorno.

Hayley ancora non andava a scuola, e guardava la TV, che trasmetteva il notiziario sulla scomparsa di un altro criminale. Il telefono squillò ancora, ma non rispose.

-Hayley, che ti sta succedendo? Non puoi parlarne?- era ancora Alicia

Terzo giorno.

Hayley cominciava a non avere più appetito, e passava gran parte del suo tempo a leggere libri di Shakespeare. Chissà da quando gli era venuta questa fissa.

Dquillò ancora il telefono, e non rispose neanche stavolta, facendo partire la segreteria.

-Hayley, sono seriamente preoccupata. Se non ti fai vedere a scuola domani, vengo da te e ti ci trascino a morsi. Tanto lo so che sei a casa-

Ma a Hayley questo sembrava non importare.

Ci fu un altro messaggio.

-Hayley, sono Wammy. L è preoccupato per te, e anche io lo sono. Contattaci appena senti questo messaggio-

Hayley si volt verso il telefono, con aria assete. Sembrava indefferente.

-Ha incaricato Wammy di sapere come stavo…- ridacchiò, tornado a leggere. Mentre leggeva sulle pagine si formavano delle lacrime. Non è giusto, continuava a dire.

Quarto giorno.

Hayley si decise a chiamare Al, giusto per farle sapre che non sarebbe venuta a scuola.

-Mi dispiace, ma non sto bene, Al…-

-Certo che ce ne hai messo per dirlo!

-Scusa…-

-Dai, ti vengo a trovare oggi pomeriggio, se non sei contagiosa!- disse Alicia ridacchiando. Forse a Hayley le avrebbe fatto bene parlare con lei.

Era da un paio di giorni che Hayley non stava bene anche fisicamente. Mal di testa, al di pancia… Forse era perché non mangiava, ma appena vedeva del cibo le veniva la nausea. Avevo lo stomaco chiuso.

Mentre aspettava Alicia, però, si sentì il doppio del male. Era sicuramente la fame, ma non ce la faceva a mettere niente in bocca. Per colpa di chi, poi? Preferì non ripensarci.

Alicia suonò il campanello. Aspettò un po’, ma non rispondeva nessuno. Era la volta buona che sfondava la porta.

Finalmente Hayley si decise ad aprire –Oh, mio Dio… Ma che ti è successo?- la vedeva che era dimagrita, pallida, priva di forze.

Hayley l’accolse comunque con un sorriso –Ciao, Al. Accomodati-

Alicia ormai l’aveva capito –E’ per Lucas?-

Hayley sorrise amaramente –Se ne va in Giappone per lavoro-

Alicia l’abbracciò, tremendamente dispiaciuta per lei. Doveva rendersene conto da prima, che non era esattamente un problea di salute, quello della sua amica. Sentiva che Hayley cominciava a singhiozzare.

-Ora sediamoci che mi spieghi un po’ di cosette…-

Si fece spiegare tutto, parole, gesti, luoghi. Hayley cercava di coprire comunque la verà identità di Lucas Lenford.

-Però scusa… Non torna qui?- chiese Al una volt finito il racconto.

-Non lo so…- disse Hayley –Ho paura che non torni più… E ho paura di andare a salutarlo-

-Lui non si fa ancora vedere-

-Prova a cerarmi, ma… Lasciamo stare…-

-i dispiace, Hayley… Immagino come tu possa sentirti… Però… Prova a pensare anche a come possa sentirsi lui. Sicuramente ci sta rimanendo abbastanza male nell’averti detto che partiva-

-Avresti dovuto vederlo, Al- disse Hayley con gli occhi lucidi –Era freddo, troppo freddo, e se ne stava a bere quel maledetto caffè…-

Al allora le fece una domanda per Hayley abbastanza scioccante –L’avete fatto?-

-Eh?-

-Siete andati a letto insieme?-

Hayley arrossì. Non capiva cosa c’entrasse, ma doveva comunque rispondere –Ehm… Sì-

-Quante volte?-

Ma cosa c’entrava? –Non lo so… Più di una volta sicuro…-

-Però…- disse Al facendo un fischietto –Non hai perso tempo, vedo…-

-Cosa c’entra comunque questo?-

-Niente, solo che non mi sembravi il tipo da farlo subito, ecco… Comunque, quando l’avete fatto lui com’era?-

-Quanti particolari vuoi sapere, Al?!-

-Intendo dire se ti è sembrato indifferente anche lì!-

-No, no… Non era indifferente, anzi…-

-Allora non ti ha usata- disse Al tirando un sospiro di sollievo –Parlaci, un’ultima volta-

-Non lo so… Non me la sento…-

-Sì, sì, e poi, quando lui sarà in Giappone a lavorare, tu ti piangerai addosso dicendo “Perché non gli ho parlato un’ultima volta?!”-

Hayley rabbrividì –Non voglio pensarci!-

-E allora vai da lui e parlagli, così vi chiarite una volta per tutte-

-E se mi sento male?-

-Sempre meglio che sentirsi male per tutta la vita-

Hayley non era ancora sicura. Ma promise comunque ad Alicia che ci avrebbe pensato.

-Bene, ora ci mangiamo qualcosa? Hai una faccia scipatissima-

-Prendi quel che vuoi. Io non ho fame- disse Hayley –Se provo a mangiare do di stomanco-

-Dici davvero o è una scusa per non mangiare?-

-Dico davvero, è già successo- rispose Hayley reggendosi la pancia –E un po’ di nausea anche adesso…-

Alicia la guardò con fare sospetto. Hayley non le aveva detto tutto. Detestava farlo, ma doveva sapere.

-Hayey, dimmelo-

-Cosa?-

-C’è altro che non vuoi dirmi, ma ti prego di dirmelo-

-Ma non è niente. E’ perché non mangio e allora ha sballato tutto-

-Hayley, non girarci intorno e dimmelo- Alicia si stava facendo prendere dall’ansia

Hayley deglutì –Ho un ritardo-

L guardava alla finestra, mani in tasca. Era una settimana che non vedeva Hayley. Più passavano i giorni che non la vedeva, e più zucchero metteva nel caffè. Coincidenza?

Wammy lo osservava di nascosto, mentre preparava le valigie per il Giappone. Era triste che quei due non si parlassero un’ultima volta, ma lui non poteva immischiarsi. Non sarebbe stato giusto.

-D’accordo, d’accordo, okay, va bene, sono calma…- disse Alicia facendo un profondo respiro. Hayley era desuta dabanti a lei con l’aria mortificata –Da quanto?-

-Due settimane-

-E’ normale?-

-No. È sempre stato regolare-

-Può essere che siccome non mangi diventa irregolare?-

-Sì-

-Ma non di due settimane, giusto?-

-Giusto- Hayley continuava a tenere il capo basso.

-E l’ultima volta con lui è stato…?-

-Tre settimane fa-

-Precauzioni?-

-Pillola-

-Ed è possibile che abbia fatto cilecca?-

-Non lo so-

Alicia corse in bagno, aprendo lo specchietto sopra il lavandino. C’era stata un sacco di volte in quella casa, la conosceva a memoria. Non trovando nulla aprì tutti i cassetti che trovava a portata di mano.

-Che cerchi?- chiese Hayley guardandola strano

-Tua madre è un medico, ce l’avrà per forza…- riuscì a trovarlo –Ecco! Fallo subito-

-Ma se se ne accorge…-

-Faremo in modo che non se ne accorga. Hayley, prima sappiamo, meglio è-

L era ancora affacciato alla finestra. Non si stancava proprio mai. Wammy si muoveva silenziosamente per la sua stanza, ma L sapeva che era lì.

-Quand’è la partenza, Wammy?-

-Domani- rispose Wammy.

Hayley e Alicia gironzolavano per casa, ansiose, in attesa del risultato del test. Tra le due non si capiva chi era più terrorizzata.

-E se è positivo?-

-Non lo so, Al…-

-Potresti costringere Lucas a portarti con sé per mantenerlo…-

-Ma smettila, Al, non posso fare una cosa così meschina!-

-E se lui ti lasciasse sapendo che è positivo? O magari ti costringe ad abortire…-

-Non è il tipo, Al… Anzi, non sono ancora sicura se stiamo ancora insieme, visto che non ci parliao e sentiamo da una settimana…-

Al guardò l’orologio –Tempo scaduto!-

Si buttarono tutte e due verso il test, ma la meglio la ebbe Alicia. Diede uno sguardo d’intesa a Hayley e insieme deglutirono. Al guardò attentamente il risultato, aiutandosi con le istruzioni sulla confezione.

-Allora?- chiese Hayley sudando –Che è uscito?-

Alicia si inginocchiò per terra, tremando –E’ negativo…-

Hayley pure si inginocchiò –Oh, cielo… Che spavento…-

-La prossima volta stateci più attenti- disse Al con fare da mamma apprensiva.

Hayley si rattristò –Non so se ci sarà una prossima volta-

-Proprio per questo devi assolutamente parlargli!-

-A che ora è la partenza, Wammy?- chiese L bevendo del caffè. Aveva ancora raddoppiato la porzione di zucchero.

-Alle dicei di mattina, L-

Erano le nove di sera. L guardò l’orologio per un po’, mentre in TV davano notizie di altri criminali morti di arresto cardiaco.

L posò la tazza piena a metà di caffè e uscì dalla stanza, lasciando Wammy ridacchiare.

Il perché non avesse preso l’ascensore non lo sapeva, sapeva solo che si stava facendo ventitre piani a piedi. Chissà che gli passava per la testa.

Il telefono di Wammy squillò –Sì?-

-Wammy, dov’è L?- chiese apprensiva Hayley

Wammy ridacchio –E’ uscito a cercarti-

-Sai dov’è andato?-

-Conoscendolo, starà ancora scendendo le sale. Tu aspettalo fuori all’albergo-

L scedeva quelle scale a passo svelto, aveva perso la cognizione del tempo, e agli ultimi due piani inciampò diverse volte. La prossima volta avrebbe fatto meglio ad allacciarsi le scarpe, e forse avrebbe dovuto mettersi anche dei calzini. A lui non le sopportave neanche un pochetto le calze.

Tuttavia continu a scendere, finchè finalmente non arrivò alla hall dell’albergo, verso l’uscita. Riscese le scale, ma venne fermato da una voce.

-Ciao, L-

L si girò, e si trovò di fronte Hayley. Era un po’ sciupata, ma vestita di tutto punto e sorridente.

-Dove stavi andando così di corsa?-

-Da te, Hayley- rispose L riprendendo un po’ di fiato –Tu che ci fai qui?-

-Volevo vederti correre con le scarpe slacciate…- disse ridendo –Scherzi a parte, sono venuta a dirti un paio di cosette- aspettò che L si avvicinasse a lei, per parlargli –Prima di tutto mi dispiace non averti cercato in questa settimana. Sicuramente ti sei preoccupato-

-Già…- disse L –Che ti è successo?- le sfiorò una guancia –Sei dimagrita, sciupata…-

-Non volevo che mi vedessi così- disse Hayley, prendendo la mano di L e sfregandosela sulla guancia –Non volevo rivederti per soffrire ancora-

-Hayley, mi rincresce per tutto quel che ti ho fatto passare-

-No, no, no, non voglio sentirlo. Non è colpa tua, sto cercando di convincermi di questo. Quindi fai in modo che non ce l’abbia con te, per favore-

L continuava ad accarezzare la sua guancia. Anche se era dimagrita la guacia rimaneva morbida.

-Sai, c’era la possibilità che fossi rimasta incinta- continuò Hayley

-Come?- era come se L fosse sceso dalle nuvole

-Ma era un falso allarme-

-Ah…- Hayley non capiva se L ne era sollevato o cosa.

-In parte però è meglio così. Se avessi aspettato un bambino da te, probabilmente ti saresti sentito in dovere di portarmi con te-

-Hayley, aspetta un attimo- disse L –Dove vuoi andare a parare?-

-Quello che voglio dire è che non voglio essere un peso per te, capisci?-

-Io non ho mai detto che sei un peso- rispose prontamente L

-Lo so che dici così per non farmi sentire in colpa, ma non ti devi preoccupare, ora sto bene…-

L rivolse gli occhi al cielo, pensando attentamente alle parole di Hayley. Poi la riguardò negli occhi –Hayley, mi sa che tu hai un po’ travisato qualche mia parola-

Hayley cadde dalle nuvole, letteralmente –Come, prego?-

-Hayley, io non ho mai usato parole come “arrivederci”, “addio”, “è stato bello”, “un giorno tornerò”, okay?-

-E quindi…?- chiese timorosa Hayley

-Stavo prendendo in considerazione l’idea di portarti con me, Hayley-

COSA?!

-So che è rischioso seguirmi in un’indagine così complicata. Qui rischiamo grosso-

-Tipo morire come è successo circa un centinaio di volte?- chiese Hayley sarcastica

-Ma stavolta, se le mie supposizioni sono esatte, questo Kira può uccidere semplicemente conoscendo volto e nome della vittima-

-Oh, cavolo…- Hayley ebbe davvero paura –Non partire, allora! Non voglio… Perderti…-

-Se non mi faccio vedere e non rivelo il mio nome non dovrei correre rischi. Però tu… Tu sei un caso a parte…-

-Cioè?-

-Tu adesso sei Hayley Wallace, ma il tuo vecchio cognome era Lorraine. Non so se quasto cambio di nome valga o no. Non so se rimani sempre una Lorraine, per essere uccisa-

-Mmmh… Mi sembra troppo complicato perfino per me…- constatò Hayley. Non ci stava capendo nulla. Comunque, c’era un’altra cosa a cui doveva pensare, ben più importante di un serial killer.

-Potresti ripetere la tua offerta, per cortesia?- chiese lei per sicurezza.

-Hayley, io domani mattina alle dieci parto per il Giappone. Ti chiedo se vuoi venire con me-

-E se… Rifiutassi?-

L sorrise –Non mi offendo. Però in questo caso saremmo nel dubbio. Cioè, sta tutto a te. Se continuare a considerarmi il tuo uomo anche se saremo lontani, casomai non dovessimo vederci più, o chiuderla qui-

-E tu…? Che ne pensi di tutto questo?-

-Voglio essere corretto con te fino in fondo. Ti ho portato un sacco di guai, ti ho fatto soffrire… Ma se intendi come reagirei io, casomai rifiutassi… Io continuerò a pensare a te come…-

-Ho capito, L. Insomma, la scelta sta a me se stare con te nonostante tutto o no-

-Esatto- rispose L. Hayley sorrise e lo baciò. voleva coprire la settimana in cui lo aveva evitato. Ora che era di nuovo con lui si era proprio pentita di non avergli rivolto la parola per tutto quel tempo. Aveva ragione Alicia, era meglio parlargli fin dall’inizio. Così aveva più tempo per pensare alla proposta. Così L non ci rimaneva male, perché, a giudicare da come ricambiava il bacio, c’era rimasto male, malissimo, di tutto quello che era successo in quel periodo.

-Ti chiedo solo un po’ di tempo, L. Facciamo entro le nove di domattina- sussurrò lei dopo il bacio.

-Sì… Scusami ancora, Hayley- disse L

-Allora a domani- disse lei con un sorriso, scendendo le scale.

-Ah, a proposito…-

-Sì?-

-Davvero temevi di essere rimasta incinta?-

-Sì, mannaggia a te. Dovrei sgozzarti per questo- disse, voltandosi per andarsene.

-Buonanotte, Hayley-

Hayley sorrise. Ci voleva proprio incontrarlo. Decisamente.

  
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