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Autore: Xion92    21/05/2015    5 recensioni
Introduzione breve: se immaginate un sequel di TMM pubblicato su Shonen Jump invece che su Nakayoshi, probabilmente verrebbe fuori qualcosa di simile.
Introduzione lunga: Un'ipotetica seconda serie, in cui il tema serio di fondo è l'integralismo religioso e il nemico principale è un alieno, Flan, intenzionato a portare a termine la missione fallita nella serie precedente. E' suddivisa in tre parti:
I. In questa parte c'è il "lancio" della trama, del nemico principale, l'iniziale e provvisoria sconfitta di gran parte dei personaggi, l'approfondimento della relazione tra Ichigo e Masaya, fino alla nascita della loro figlia;
II. Questa parte serve allo sviluppo e all'approfondimento del personaggio della figlia di Ichigo, Angel, la sua crescita fisica e in parte psicologica, la sua relazione con i suoi nonni e col figlio di Flan, i suoi primi combattimenti in singolo;
III. Il "cuore" della storia. Torna il cast canon e i temi tornano ad essere quelli tipici di TMM mescolati a quelli di uno shonen di formazione: spirito di squadra, onore, crescita psicologica, combattimenti contro vari boss, potenziamenti.
Coppie presenti: Ichigo/Masaya, Retasu/Ryou.
Nota: rating modificato da giallo a arancione principalmente a causa del capitolo 78, molto crudo e violento.
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aoyama Masaya/Mark Aoyama, Ichigo Momomiya/Strawberry, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tutti i personaggi sono di proprietà di Reiko Yoshida e Mia Ikumi, tranne alcuni di essi che sono di mia invenzione.

Ora che questa serie è arrivata così avanti, è tempo di aggiornare l'introduzione.

Questa è un'ipotetica seconda serie, ambientata immediatamente dopo la prima. E' attualmente la storia più lunga mai pubblicata sul fandom, l'unica in cui la coppia canon della serie è trattata in modo approfondito e fedele, l'unica in cui il personaggio di Masaya/Mark ha un ruolo centrale ed è valorizzato ai massimi livelli.

A chi è rivolta questa serie: questa serie è dedicata a tutte quelle fan di Tokyo Mew Mew che hanno apprezzato la prima serie per come ci è stata data, che si sono affezionate a TUTTI personaggi per come sono stati effettivamente caratterizzati, che vorrebbero ritrovare, all'interno di una seconda serie, gli stessi rapporti e le stesse dinamiche della prima serie; e con una dedica speciale a tutte quelle fan, poche ma preziose, che come me si sono innamorate del personaggio di Masaya/Mark e della coppia principale e in tutti questi anni non hanno mai trovato un buon seguito che potesse render loro giustizia. Spero che questa seconda serie vi piaccia, vi faccia venire nostalgia e vi faccia riconoscere in essa tutti i personaggi presenti. E sperando che anche i (pochissimi) personaggi nuovi vi resteranno nel cuore: Angel, la dinamica, carismatica e battagliera protagonista della serie, Flan, l'alieno nemico principale, e Waffle, l'ambivalente figlio di Flan.

A chi NON è rivolta questa serie: per una prima scrematura qualitativa, questa serie NON è rivolta a coloro che sono avverse, in ogni modo e con ogni mezzo, al personaggio di Masaya/Mark, più per principio e malafede che per difetti che effettivamente lui ha. Se, viceversa, non vi piace il tal personaggio ma siete disposte a rivedere su di lui le vostre convinzioni e a rivalutarlo in modo positivo mettendo da parte pregiudizi e valutazioni distorte, siete le benvenute col tappeto rosso.
Questa seconda serie NON è rivolta, nella maniera più assoluta, alle fan che vedono (e vorrebbero) in "Tokyo Mew Mew" unicamente una questione di tresche e storie romantiche più o meno plausibili: in questa serie di tresche non ce ne saranno, e le uniche coppie presenti sono le due riportate nell'introduzione.
Questa seconda serie NON è rivolta a quelle persone che non riescono a concepire un seguito senza la presenza dei tre alieni nemici della prima serie, che infatti appariranno sporadicamente. Confido però che i personaggi di Flan e Waffle li possano sostituire degnamente e non facciano sentire l'assenza dei vecchi nemici. 

Di cosa tratta questa seconda serie: l'unica "prova" richiesta al lettore è di tenere duro per i primi trenta capitoli (prime due parti), che rappresentano un'introduzione alla serie vera e propria. I capitoli dall'1 al 30 presentano un'ambientazione più cupa e tetra rispetto allo standard, ma sono necessari per l'introduzione e lo sviluppo dei nuovi personaggi. In questo modo, con l'inizio della serie vera e propria (capitolo 31) il lettore sarà entrato in sintonia con loro, ed essi portranno agire insieme ai personaggi della prima serie senza che vengano percepiti come "di troppo". A partire dalla terza parte l'ambientazione tornerà ad essere quella tipica di Tokyo Mew Mew, sia nella caratterizzazione dei personaggi che nelle relazioni interpersonali, che nell'andamento delle vicende.

L'unica differenza degna di nota con la prima serie è che la seconda serie ha una parte shonen più calcata, quindi ci saranno molti combattimenti, esaltazione di sentimenti tipicamente bellici e lo sviluppo dei personaggi passerà principalmente attraverso questi. Di conseguenza, la parte shojo (anche in virtù del fatto che l'unica tresca effettivamente presente nella prima serie si è ormai risolta alla sua conclusione) sarà più assottigliata; il sentimento dell'amore sarà in ogni caso molto presente, e fungerà da legante all'intera vicenda, ma ne verranno messi in risalto altri lati: l'amore per la famiglia, per i propri compagni e amici e per i propri ideali.

Salvo queste trascurabili differenze, il tutto è quanto di più fedele possibile alla serie originale di Reiko Yoshida e Mia Ikumi che possiate trovare nella sezione (anche soltanto perché Masaya/Mark e Ichigo/Strawberry stanno insieme e il loro rapporto viene studiato e approfondito e perché il primo conserva, giustamente, il ruolo di protagonista maschile che aveva anche nella prima serie). E, ovviamente, come nella prima serie c'era il tema dell'ambientalismo come filone legante, anche nella seconda serie ce n'è uno altrettanto importante e grave, ossia l'integralismo religioso.

Vi auguro un bel bagno di nostalgia, e buona e piacevole lettura a tutte! 


La Terra chiama; Tokyo chiama

C’è qualcosa che ti aspetta in lontananza

Il sangue brucia vividamente

Perché sei in questo mondo? Ora lo scoprirai

Corri e corri! Non fermarti!

Corri insieme al vento

Sì, supera quello che eri ieri e lascialo indietro.

Anche se lotti e il male infuria, con coraggio affrontalo

E la tua vita risplenderà come un fiore di ciliegio

 

PARTE PRIMA- ICHIGO E MASAYA

 

Capitolo 1- Prologo

 

Nello spazio più profondo, distante svariati anni luce dalla Terra, c’era un piccolo pianeta. Nonostante fosse veramente minuscolo, era l’unico ad essere abitabile nello spazio conosciuto, tralasciando il pianeta azzurro chiamato Terra. Purtroppo, benché possedesse un’atmosfera, acqua e vita, aveva un clima ostile, terribile, gelido, e i suoi attuali abitanti erano una specie molto simile agli uomini, ma con la pelle molto più diafana, orecchie lunghe e a punta e occhi di aspetto sinistro, il cui colore più comune era il giallo.

Veramente questa specie non aveva sempre vissuto sul quel pianeta inaccogliente: milioni e milioni di anni prima avevano abitato la Terra, di cui erano nativi, uno splendido pianeta ricco di vita e vegetazione, ma che erano stati in seguito obbligati ad abbandonare per via di numerose e violente catastrofi naturali. Si erano costretti ad adattare a vivere su questo piccolo globo inospitale, visto che era l’unico che fossero riusciti a trovare, vivendo forzatamente nella miseria e in delle città sotterranee che erano riusciti a costruire. Ma da alcuni anni erano riusciti a recuperare le risorse e la forza interiore per cercare di raggiungere il pianeta da cui erano venuti.
Purtroppo gli ambasciatori che erano stati inviati a valutare la situazione avevano trovato, con grande rammarico, un’altra specie che aveva preso il loro posto nel mentre che erano via: avevano scoperto che il loro nome era “esseri umani”, o “homo sapiens”, per essere più precisi. Li avevano osservati con attenzione, per riuscire a capire se fosse possibile dividere la loro amata Terra con loro. Ma dopo molti mesi di attento studio, si erano resi conto che questi “uomini”, tralasciando l’aspetto vagamente simile, non erano per nulla somiglianti alla loro specie: erano di natura violenta, dominatrice, e tendevano a sottomettere qualunque cosa o essere che incontrassero, e ciò si notava dallo stato attuale della Terra, completamente rovinata e sull’orlo del collasso. Da ciò era nato il forte desiderio della specie nativa di riprendersi il pianeta che spettava a loro di diritto. Ma come fare a combattere contro gli esseri umani e sterminarli, se a malapena erano riusciti a sopravvivere per tutti quei secoli? Il loro morale era destinato a riprecipitare di nuovo… ma a quel punto era avvenuto il miracolo: il loro dio, Profondo Blu, che in tutti quei tre milioni d’anni di miseria mai aveva risposto alle loro preghiere e alle loro invocazioni, si era infine manifestato a loro: lui in realtà non li aveva mai abbandonati, ma era rimasto in forma latente sulla Terra, nel DNA degli esseri umani, in attesa di potersi sviluppare per poter finalmente apparire per la prima volta in forma fisica. C’era voluto molto tempo, ma era quasi giunto il momento. Soltanto qualche altro anno di pazienza, in attesa che il dio creasse un umano ad hoc che potesse ospitare il suo spirito una volta completato lo sviluppo. E a quel punto, Profondo Blu aveva stabilito un patto coi suoi discepoli: loro avrebbero inviato alcuni individui sulla Terra per incominciare a combattere gli uomini utilizzando dei mostri chiamati Chimeri, e ad analizzare meglio le loro caratteristiche, nell’attesa del suo risveglio. In cambio lui, il loro dio, gli avrebbe restituito la loro terra natia. Alcuni anni dopo, in seguito a numerose riunioni e discussioni, vennero infine scelti per questo compito oneroso e delicato tre giovani ragazzi, che vennero inviati sulla terra per conto di Profondo Blu. Da quel momento in poi, il resto dei nativi terrestri non aveva saputo più nulla di loro.

Una mattina, alle prime luci dell’alba, un forte rumore, come il rombo di un motore, scosse i cieli costantemente annuvolati del pianeta. Tutti gli abitanti, adulti e piccoli, corsero ansiosi fuori dalle grotte che fungevano da abitazioni. Erano Pie, Quiche e Tart! Erano tornati, finalmente, dopo quasi un anno che erano stati via. Tutti i loro compagni erano impazienti di sentire cos’avessero da raccontare: che era successo sulla Terra? Erano riusciti a riconquistarla? E il loro dio, Profondo Blu, aveva mantenuto la sua parola? Si era infine fatto carne, come aveva promesso?
Appena i tre ragazzi furono sbarcati ed ebbero appoggiato i piedi sul suolo del loro pianeta, si ritrovarono spintonati, accalcati da ogni parte, da gente che gli faceva le più disparate domande. Alla fine Quiche, stufo, lanciò un altissimo grido per far tacere tutti. Appena ci fu silenzio, pronunciò delle parole che lasciarono alquanto sconcertati i presenti: “non abbiamo riconquistato la Terra, ma abbiamo portato qui qualcosa di meglio: la µAqua, un materiale rarissimo e prezioso che risanerà questo pianeta e ci permetterà di vivere in condizioni di vita migliori.”
Ci furono scambi di sguardi perplessi ed attoniti fra i presenti, poi tutti quanti gridarono: “Pie, tu sei il più grande. Cos’è questa storia? È vero quello che ha appena detto Quiche? Che ne è stato del nostro dio?”
L’uomo più grande abbassò appena gli occhi, poi rispose, con voce sicura: “Quiche dice il vero. E riguardo a Profondo Blu, mi duole ammetterlo, non era nient’altro che un impostore. Ci siamo fatti prendere in giro da lui per tutto questo tempo. La sua vera intenzione era di tenersi la Terra, una volta riconquistata, non ce l’avrebbe mai restituita.”
I presenti sbarrarono gli occhi. “No… non è possibile… il nostro dio…”
Quiche riprese la parola: “vi giuro, se noi tre siamo riusciti a tornare da voi vivi è stato tutto per…” esitò un attimo. Non avrebbe mai creduto di poter un giorno pronunciare quelle parole “… è stato tutto per merito di un ragazzo terrestre. È stato solo per lui se adesso siamo qui, salvi e di fronte a voi.”
Tart a quel punto intervenne. “I terrestri contro cui abbiamo combattuto per un anno ci hanno ceduto una parte della µAqua, e grazie a quella potremo sistemare le cose qui. Lasciamo perdere la Terra, e ricominciamo su questo pianeta le nostre vite.”
Tutta la gente lì presente a quel punto pretese di sapere tutto, per filo e per segno, perché pareva loro impossibile che il loro adorato dio avesse potuto tramare contro di loro in questa maniera. Ci volle un bel po’ ai tre ragazzi per poter raccontare tutto nel dettaglio, tutte le loro battaglie e la descrizione di ogni avversario che avevano combattuto, fino alla loro partenza per tornare a casa. Dopo che la spiegazione fu conclusa, tutta la popolazione comprese infine che Profondo Blu li aveva sempre ingannati, e che grazie alla µAqua ora avrebbero potuto ricostruire il loro pianeta e far ripartire le loro vite, lasciando il loro vecchio pianeta alla specie venuta dopo la loro; avvenisse poi alla Terra quel che doveva accadere. Non era più affar loro.
In tutta quella confusione, soltanto una persona era rimasta in perfetto silenzio, dall’inizio alla fine, e senza porre ai tre amici neppure una domanda. Era un uomo adulto, forse sui venticinque o trent’anni, con lunghi capelli castani raccolti in una treccia, e gli occhi sottili erano di un giallo brillante. Indossava un pesante maglione grigio a maniche lunghe, e sotto a questo portava un’altra maglia col collo alto. Il vestito era stretto in vita da una fascia verde; aveva i pantaloni lunghi, calzati dentro degli stivali, anche questi grigi. Questi vestiti pesanti lasciavano scoperti solo le mani e il viso ombroso. Appena Pie e i suoi amici ebbero finito di raccontare, si voltò e rientrò nella capanna di fango dove viveva, seguito da una giovane donna.
“Hai sentito? Quei tre… sono solo dei gran bugiardi!” sussurrò, con la rabbia che trasudava dalla voce.
“Flan, tesoro, sono assolutamente d’accordo con te” asserì la donna, che aveva dei lunghi capelli verde acqua, un po’ più chiari di quelli di Quiche, e degli occhi parimenti gialli. A differenza dell’uomo chiamato Flan, portava una lunga tunica senza maniche che le arrivava fino allo stinco e che teneva fissata alla vita con un laccio, e aveva delle scarpe simili a quelle di Pie.
“Il nostro signore… il nostro dio… come hanno osato quei miserabili esseri umani trattarlo in questo modo? Pie e gli altri due sono dei bugiardi, Profondo Blu ci aveva promesso il nostro paradiso, e non avrebbe mai potuto compiere un’azione così meschina. Eppure, Pie… almeno lui… l’ho istruito per tanti anni sulla devozione che dobbiamo a Profondo Blu, gli ho sempre insegnato, gli ho trasmesso bene la mia fede e quella del nostro popolo, e infatti riponevo la mia piena fiducia in lui. Non mi sono mai fidato dei suoi due stupidi compari, ma lui era un fedele sincero e devoto. Come può ora parlare così del nostro supremo e amato dio? È diventato un blasfemo e un bestemmiatore, al pari degli altri.”
La giovane donna non commentò tutto quello che Flan stava dicendo, ma si limitò ad annuire, servile.
“Ma adesso ti dirò io cosa faremo, Zefir. Di navicelle nel deposito ne abbiamo a sufficienza… quegli umani profani e blasfemi non la passeranno liscia per aver fatto questo al nostro signore. La nostra gente non saprà nulla, non si accorgerà neppure che siamo spariti. Domani stesso partiremo alla volta della Terra, e riusciremo dove quei tre incapaci hanno fallito. Quegli inutili umani conosceranno la distruzione e il dolore. Guai a loro, che hanno osato infangare il nome di Profondo Blu. E cominceremo da quelle guerriere che si sono permesse di contrastare il nostro dio, e poi la loro città, e poi il mondo intero… niente e nessuno ci fermerà!” concluse, con un ghigno perfido e una luce sinistra che brillava nei suoi occhi gialli.

 

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Ok, questo è solo il prologo, e mi è venuto corto, ma dal prossimo in poi i capitoli saranno più lunghi (circa il doppio).
Brevi spiegazioni: gli alieni hanno tutti nomi di dolci e torte (Pie, Quiche, Tart, Gateau du Roi). Il flan è uno sformato e lo zefir è un dolce russo. La MewAqua si può scrivere anche con la lettera greca µ, che è appunto un termine utilizzato in genetica (i nomi della serie e delle Mew Mew derivano da questa lettera greca, Mew è solo la pronuncia all'inglese). Infatti sul computer di Keiichiro e Ryou, viene spesso visto scritto µAqua. 
La fanfiction che sto scrivendo non va di pari passo con la pubblicazione dei capitoli, per esempio finora ne ho scritti sei. Quindi assicuro che aggiornerò una volta a settimana, visto che i capitoli successivi sono tutti pronti (se non dovessi aggiornare con costanza, sarà solo per cause di forza maggiore).

Che dire, spero di avervi incuriosito e che la mia fanfiction, su cui sto riflettendo da circa due anni e che solo negli ultimi mesi ho messo per iscritto, vi piaccia! Buona lettura e grazie a tutti i possibili lettori!

   
 
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