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Autore: Anairim M    22/05/2015    0 recensioni
"Mi aveva abbracciato nonostante quello che fosse successo."
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non ricordo di preciso cosa stessi facendo quel giorno, fatto sta che riuscii a scoprire la password di qualcuno molto ricco.
Senza pensarci 2 volte, senza pensare alle conseguenze che il mio gesto avrebbe avuto, decisi di impossessarmi di quei beni materiali. E ditemi chi al posto mio di fronte a co tanti denari non avrebbe fatto lo stesso?
All'inizio non capivo bene come il tutto funzionasse, poi a mano a mano capì e riuscii ad ottenere quello che volevo.
Era tutto perfetto: Io, il denaro e una vita migliore. Assieme a me c'era mia sorella la quale lenta com'era sempre, riempiva la borsa di denaro per poi darcene alla fuga.
Ma ad un tratto un ragazzo sorpreso, infuriato e spaventato allo stesso tempo, entrò nella stanza e ci vide rubare il suo denaro. Mia sorella fece in tempo a scappare mentre io rimasi lì in balia di quel giovane. Tentai di scappare, corsi, ma fu tutto inutile giacchè lui mi raggiunse e mi bloccò. Ci trovavamo faccia a faccia, a pochi centimentri uno dall'altro.
In un altra situazione avrei pensato maliziosamente.
"Perchè volevi rubarmi il denaro? E come hai fatto?" disse il ragazzo il cui nome è Matteo. "Non so bene come io abbia fatto.. lo giuro.. però.." Dissi.
"Però volevi rubare il mio denaro e diventare ricca!" egli disse.
"E' vero ho sbagliato.. ho reagito di impulso senza pensarci.. mi sono trovata davanti gli occhi una somma di denaro che mai in tutta la mia vita ho purtroppo posseduto" "Ti chiedo scusa" dissi a testa bassa. "Ti perdono" disse lui dopo averci pensato un paio di secondi.Ci trovavamo ancora faccia a faccia allora gli dissi di spostarsi. Quasi non volesse, quasi non volessi, restammo in quella posizione a guardarci negli occhi per un'altra manciata di secondi per poi ritornare alla normalità.
Nonostante mi perdonò, tentai ugualmente di scappare ma stavolta senza denaro. Corsi per tutto il corridoio, dovevo scendere pure le scale,in tutto questo mi giravo sempre  a vedere se mi inseguiva ed era così.
Stavo per arrivare alla fine della scala e volare verso la libertà quando fui colpita da un malore al cuore.
La testa mi iniziò a girare, vidi tutto nero finchè non vidi piu niente.
L'ultima cosa che vidi fu lui. Al mio risveglio mi ritrovai in una camera piccola, con le pareti rosse e il pavimento in legno, abbastanza accogliente. Ero da sola.
 Mi chiesi cosa stesse succedendo, se fino ad ora avevo sognato e se continuavo a sognare. Dopo un paio di minuti apparse Matteo con un aria oserei dire quasi preoccupata. Che fosse preoccupato per me? Ne dubito dopo quello che gli avevo fatto..
"Ho preparato da mangiare, vieni, ne hai bisogno per riprenderti", disse in tono gentile, troppo per i miei gusti.
Io, golosa com'ero, non potevo rifiutare anche perchè sarebbe stato un gesto di maleducazione quindi accettai e mi misi a tavola con lui. Fu un pranzo tutto sommato tranquillo e piacevole.
L'unica cosa che mi rimase era il mio telefono. Un modernissimo telefono dotato di ciò di cui tutti hanno bisogno.
Avevo da poco finito il mio pasto quando mi arrivò un messaggio. Diventai pallida, gli occhi si fecero lucidi, volevo morire.
Il messaggio diceva: "Abbiamo tua sorella se la vuoi rivedere segui le istruzioni".
"Voglio una prova" dissi nel sms.
Mi inviarono una foto e sì purtroppo avevano in ostaggio mia sorella.
Tentai di non abbattermi, di essere forte, ma scoppiai in un pianto esagerato tant è che lui si avvicinò a me e mi chiese il motivo del mio angustiamento.
Con lo sguardo verso in basso, in lacrime, a vedere che quello che mi stava succedendo gli importava veramente, alzai la testa e con gli occhi pieni di tristezza gli dissi che avevano rapito mia sorella. Prima mi guardò anch'egli con tristezza per un paio di secondi poi si avvicinò e mi abbracciò. Come poteva essere così tanto buono quel ragazzo? Avevo provato a rubargli il denaro e lui non solo mi aveva offerto un aiuto e un pasto quando mi ero sentita  male ma adesso vedendo la mia disperazione mi aveva abbracciato.
Sentii una sensazione strana dentro di me, che non avevo mai provato. E' come se volessi stare così per sempre, senza staccarmene mai. Sentii che anche lui provava lo stesso.
Ricomponendomi dissi "Vado a salvare mia sorella, grazie di tutto quello che hai fatto per me anche se non lo meritavo!".
"Non puoi andarci sola! Vengo con te", disse quasi sorpreso delle sue stesse parole. "E' pericoloso, e poi me la posso cavare". "Proprio perchè è pericoloso vengo con te". E ci incamminammo.
Quando avevamo deciso di incamminarci insieme erano circa le 16 del pomeriggio. Dopo aver camminato qualche ora, alle 20 circa, ci ritrovammo nel buio più assoluto tra alberi, animali nascosti chissà dove e l'oscurità come unico riferimento.
Ad ogni rumore  trasalivo ansiosa e spaventata. Il buio. Ciò di cui avevo piu paura. In realtà per me il buio era sempre stata una fobia, fin da piccola.
Ogni volta che sentivo un piccolo rumore,  che avevo paura, ogni volta mi avvicinavo di un passo a Matteo, sempre di piu sempre di piu, finchè non ci fu un rumore forte che mi portò ad abbracciarlo.
Egli capì il mio stato d'animo quindi non si sottrasse dal mio abbraccio anzi mi strinse piu forte. Quella sensazione....Ogni volta che lo abbracciavo succedeva qualcosa in me.
Dopo essermi ripresa, camminammo per un'altra ora, dopo di che trovammo un posto per la notte. Passammo giorni interi a camminare senza una meta, in compagnia uno dell'altro. A parte i piedi gonfi, la stanchezza e le poche risorse a disposizione, fu abbastanza piacevole grazie alla sua presenza.
Inoltre notai che mi guardava con occhi diversi ed anch'io.
 
Era una giornata esageratamente soleggiata, stavamo camminando mano nella mano per aiutarci a salire sopra di quelle rocce esageratamente grandi. Ognuno di noi voleva dire all'altro qualcosa,ma non ne aveva il coraggio.
"Quando ti ho abbracciato, entrambe le volte, ho sentito qualcosa di strano.." dissi timidamente.
"Anch'io" disse lui ancor piu timidamente.
"La verità è che tu... mi... piaci". Fece poco in tempo a finire la frase quando ad un tratto arrivò un gruppo di individui vestiti in modo abbastanza buffo ma con aria severa. "Tu, vieni con noi!" dissero a Matteo. "Cosa volete da lui? Prendete me, prendete me! Guardate qui, c'è piu carne da mangiare, se è questo che volete!" dissi stupidamente. "E' me che vogliono , è me che prenderanno, non toccatela!".
"Prendete me ve ne prego! Tu salva mia sorella, promettimelo!" gli dicevo mentre quei tizi iniziavano a portami via.
Matteo ci seguii e tentò in tutti i modi di liberarmi ma non ci riuscii. Prima di scomparire nel paesaggio, mi voltai e guardandolo dissi a voce bassa ma con tanto amore: "Ti amo".
 
Ero disperato,non sapevo cosa fare.
Volevo salvarla ma Mira mi aveva detto chiaramente di salvare sua sorella per prima cosa. Decisi di mettermi in cammino.
Dopo circa 2 ore, arrivai ad un accampamento di uomini mezzi nudi, con delle strisce rosse nelle guance e delle piume in testa.
"Sarà prigioniera qui la sorella di Mira" pensai. Senza farmi vedere corsi per tutto l'accampamento, arrivai in un lungo corridoio dove in fondo c'erano delle prigioni. In una di quelle c'era la sorella Judy. Con abilità la feci uscire e la convinsi in fretta a scappare da quel luogo infernale, ella all'inizio pensava fosse una trappola per la questione del denaro in realtà non sapeva tutto quello che fosse successo dopo. Stavamo camminado nel bosco, quando ad un tratto vedemmo una sagoma in piedi di fronte a noi, era Mira.
 
"Amore mio!!", dissi correndo per abbracciarla.
"Sei impazzito?! Che fai? Ti conosco?" disse Mira.
"Ma come non ti ricordi di me?! Che ti è successo, hai forse perso la memoria?!", diceva sconsolato.
"Sorella, sorella!! sei salva!" gridò , gioiosa, Mira, alla vista di Judy.
Ma se si ricordava della sorella non aveva perso la memoria, allora perchè non si ricordava di me?
"Mi dispiace ma io non so chi tu sia e non toccarmi!" mi disse.
Prendemmo dei cavalli per tornare indietro e fuggire da quel posto inquietante. Il cavallo di Mira era particolarmente "attivo".
Così veloce che Mira superò tutti e andò davanti nella corsa. E poi...successe una cosa che mi fece diventar pallido.
Cadde dal cavallo imbizzarito.
Un ragazzo, abitante di una casa da quelle parte, si avvicinò e ci offri la sua ospitalità per aiutare quella povera ragazza.
Mi sento egoista nel dire che oltre al suo stato fisico, mi preoccupavo anche del ragazzo di cui lei ormai non ricordandosi di tutti i bei momenti passati con me, poteva innamorarsi.
E come potevo sbagliare? Capelli neri, occhi verdi, sorriso contagiante, umile e gentile. Quando Mira si svegliò fu lui la prima faccia che vide e disse emozionata e felice "Sono in paradiso?".
Il ragazzo sorrise e la aiutò ad alzarsi delicatamente. Ci invitò a passare la giornata con lui, che bravo ragazzo, fin troppo. Che capelli strani che aveva , non avevano un senso, anche il modo di vestire e di parlare..non capivo cosa Mira ci trovasse in lui. Fatto sta che granparte del corso della giornata io l'avevo passato con Mira e finalmente iniziavo a vedere che mi guardava con occhi diversi.
 
Era sera, non una sera come le altre, ma la sera. Il mio cuore era diviso in 2 parti e quella sera avrei deciso tra Matteo e il bel ragazzo di compagna.
Gli chiesi se fosse possibile parlare di quello che stava succendendo, dei sentimenti ed emozioni. Vennero e si posizionarono uno a fianco all'altro.
A malincuore, volendo bene entrambi, feci la mia decisione.
"E' una cosa nuova per me, mi piacete entrambi, devo ammetterlo! Me ne vergogno...Proprio per questo devo prendere una decisione", dicevo ansiosa.
"La mia decisione è.......tu.. contadino".
Prima di andare dal mio futuro ragazzo cowboy-contadino, corsi ad abbracciare Matteo, perchè gli volevo fin troppo bene, non volevo che stesse male e soprattutto a causa mia. In quell'istante, in quell'abbraccio, pochi secondi, rivissi tutti i momenti belli passati insieme, mi ricordai di lui e di tutto quello che di bello aveva fatto per me.
"Amore mio!!", gridai. "Ora mi ricordo, ora mi ricordo!! Matteoo amore mio!.
"Mira ti ricordi di me? Sul serio?! Amore mio , ti amo!".
"Anch'io ti amo!" dissi.
Mi prese delicatamente le guance nelle mani, mi sfiorò dolcemente e ci baciammo.
"Scusa cowboy, è lui l'amore della mia vita, scusami davvero!".
"Non importa, io voglio che tua sia felice", disse malinconico ma anche felice il cowboy.
Ad un tratto i tizi che precedentemente avevano rapito Mira ricompaiono e dicono:
"La prova è stata superata! Sapevamo di avere ragione!! Si notava..!".
"Di cosa state parlando?" chiedemmo.
"Noi siamo.. i guardiani dell'amore. Vi abbiamo spiato, per alcuni giorni, quando eravate nei boschi, alla ricerca della sorella di Mira. Tra voi c'è sempre stato un qualcosa di magico, di vero, di VERO AMORE! Allora abbiamo deciso di portarti con noi, Mira, e cancellarti ogni ricordo del tuo amato. Solo un amore vero e profondo ti avrebbe fatto ricordare tutto ciò e ritornare dall'amore della tua vita!! Oh cielo , prova superata!!, gridarono contenti ed emozionati.
Io e Matteo ci guardammo confusi e felici allo stesso tempo, io avevo trovato l'amore della mia vita e anche lui!
Ci abbracciammo e baciammo appassionatamente tant è che partì un applauso prima dai guardiani dell'amore poi anche da Judy e il cowboy che nel frattempo sembrava stessero flirtando.
Buffo come nel tentativo di rubare soldi io abbia rubato un cuore no?
Buffo come nel tentativo di acciuffare una ladra io abbia acciuffato la donna della mia vita no?
E vissero per sempre felici e contenti.
   
 
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