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Autore: Anairim M    22/05/2015    1 recensioni
"Eravamo come due calamite, che non potendo stare nello stesso posto , lontane, si attraevano."
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era un tendone rosso con delle strisce bianche,l'elemento principale di quel luogo e la conclusione alle tante ricerche da me condotte. Una tenda,solo un'unica tenda ci divideva. Ma prima di valcare la soglia dobbiamo raccontare tutta la storia.
Sono la tipica ragazza che resta in ombra, nel silenzio, che non si trova mai al centro dell'attenzione ma nonostante questo che riesce a farsi volere bene dalla gente, riesce ad essere un'amica fidata e sincera. Sincera, generosa, buona sono alcune delle qualità che mi vengono attribuite. In poche parole vengo considerata la classica ragazza per bene. Mi chiamo Arya e frequento il 2° anno del liceo linguistico. Fin da piccola trovo affascinanti le lingue e le loro differenze, la loro pronuncia e tutto ciò che ne consegue.
Amo soprattutto l'inglese e lo spagnolo. Nella mia classe siamo circa una ventina e andiamo tutte, perchè siamo tutte ragazze, più o meno d'accordo.
Come in tutte le classi , ci sono i cosiddetti gruppetti , ci sono quelli dei "studiosi", quelli dei "popolari" di tutta la scuola, quelli dei nullafacenti, i bulli e via dicendo.
Io non appartengo a nessun gruppo semplicemente perchè credo che si debba avere un rapporto un po con tutti e non solo tra il proprio cerchio di amici.
Ma non sono qui per parlare di me o meglio della mia vita alle superiori bensì di quella alle medie, in particolare in terza media.
Ricordo ancora che per giorni si vociferava il futuro arrivo di questi circensi. Non sapevamo se fossero ragazzi o ragazze, quanti anni avessero e per quanto tempo sarebbero rimasti. Era tutto un grande interrogativo e in parte lo è ancora.
Sveglia presto, alzarsi, prepararsi e andare a scuola, sempre la solita routine quello che non sapevo era che quel giorno avrebbe cambiato la mia vita per sempre.
1° ora letteratura.. la prof decide di interrogare.. che palle! Fa la famosa domanda "qualcuno viene volontario?" inutile dire quale sia stata la risposta. Scorre il suo curatissimo dito con lo smalto giallo, o forse non è smalto, per il registro e sia ringraziato il cielo chiama una mia compagna. Un'altra volta mi sono salvata, ho proprio fortuna in queste cose, in queste cose ripeto, infatti io non sono una persona molto fortunata in generale.
Suona la campana e tutti ci prepariamo per la 2° ora... matematica....che palle.. il ritorno!
Si sente bussare alla porta proprio nel momento in cui la prof sta spiegando la lezione nuova, che fosse stato il bidello, un altro prof o chiunque altro , ne saremmo stati felici lo stesso, perchè si sa, interrompere una lezione di matematica e distrarre un po la mente non fa male anzi!
Entra la professoressa Roman , insegnante di lingue, che ci comunica l'arrivo ufficiale di quei famosi circensi di cui qualche giorno prima si era sparsa la voce sarebbero venuti. Prima di incontrarli, la prof ci fece un quadro generale. Ci disse che erano un ragazzo ed una ragazza e cugini. Ci disse inoltre che avevano cambiato numerose scuole a causa del loro lavoro, che erano costretti a spostarsi sempre, e di farli sentire a proprio agio. Inoltre essendo una persona "giovanile" , molto moderna, diversa da tutte le altre prof, ci disse con ironia:"Ragazze, so che lui è un bravo ragazzo ma... non è molto carino" e uscì dalla stanza. Dopo alcuni minuti si presentò un ragazzo magrolino, alto, biondo e occhi verdi. Ancora oggi non capisco se la sua affermazione fosse veramente ironica e quindi intendeva lottate per lui perchè non è male oppure era fatta.
Potete immaginare le reazioni in classe. Per giorni avevamo aspettato il suo arrivo, non conoscevamo il suo aspetto, poi ci avevano detto che non era un granchè e ne eravamo rimaste deluse. Altro che deluse, ognuna si sporgeva dal proprio banco per vederlo o meglio per squadrarlo per bene.
La professoressa Roman prima di riprendere la lezione volle sentire la presentazione di quel ragazzo.
Tony Mcaster, Tony Mcaster, Tony Mcaster mi risuonava in testa. Tony Mcaster, Tony Mcaster scrivevo e riscrivevo in dei fogli, Tony Mcaster, Tony Mcaster pensavo anche in momenti meno opportuni. Pensavo così tanto al suo nome che avevo paura se qualcuno mi avesse domandato il mio nome di rispondere Tony Mcaster.
Non era solo il suo nome che mi tormentava, piacevolmente, ma l'idea di lui, ciò che si riferiva a lui o che io associavo a lui. Passano i minuti, le ore ed io sono sempre lì, a guardarlo, a cercare un pretesto per parlargli. Lo so basterebbe un semplice saluto ma così tanto semplice poi non è... Finalmente mi faccio coraggio e decido di rivolgergli la parola. "Ei ne vuoi un po?" (di crackers intendo) è quello che mi è venuto fuori. Ei ne vuoi un po?!! ma dai forse era meglio se stavo zitta e basta. "No grazie" rispose. Erano solo 2 parole e nemmeno "dolci" ma il modo il cui le aveva dette, il suo sorriso e non so cosa le fecero sembrare le parole più belle al mondo. I giorni passavano e io mi rendevo conto che più il tempo passava più mi piaceva. Ero rovinata...mi ero innamorata. Magari non ero sul serio innamorata all'inizio, lo consideravo un bel ragazzo, e lo era, e forse mi attraeva il fatto che fosse un acrobata. Decisi allora di andare più a fondo, di osservarlo nei suoi comportamenti per riuscire a capire cosa gli passasse per la testa, perchè e quando, di provare a guardare il mondo dalla sua stessa prospettiva. Non era un ragazzo propenso allo studio o almeno non lo dimostrava. Può darsi a causa dei tardi orari del lavoro in classe invece di stare attento alla lezione dormiva, appoggiato al suo banco, dio quanto era carino. Che odio, odio forse è una parola grossa, per tutte quelle ragazze che lo guardavano...o meglio che lo mangiavano con gli occhi, le avrei fulminate con i miei. Allo stesso tempo sapevo che se lui si fosse innamorato di una ragazza della scuola quella non sarei stata io. Insomma basta guardarmi e guardare le altre. Ce ne sono a centinaia meglio di me, lui neanche mi nota. La strada per cambiar aula, per andar all'edificio vicino, la ricreazione ci ritrovavamo sempre accanto, così, non di proposito. E' come se fossimo 2 calamite che non riuscendo a stare nello stesso luogo, troppo lontane, si attraggono. Intanto non erano più le ore nè i giorni a passare ma settimane e mesi. Più passava il tempo meno era il mio imbarazzo verso di lui, più lo conoscevo e più mi piaceva. Mesi e mesi in cui entrambi abbiamo imparato a conoscerci... o in parte. Non si finisce mai di conoscere una persona. Ormai eravamo diventati inaspettatamente amici, avevamo tanti gusti in comune e andavamo d'accordo. Tutto bene finchè un giorno venni a sapere che era costretto a causa del lavoro a trasferirsi. Da un lato ero felice per lui perchè il lavoro andava a gonfie vele, d'altra parte ero disperata perchè non l'avrei più rivisto. Fu un giorno triste per tutti, si era integrato molto bene , non solo nella classe ma in tutta la scuola. Il momento dei saluti... quello fu proprio deprimente. Non mi ero mai sentita così. Sentivo un vuoto dentro, un dolore al cuore e una voglia matta di scoppiare a piangere, ma non lo feci. Per restare in contatto decidemmo di scambiarci i numeri di telefono, era da mesi che eravamo diventati amici eppure non ci avevamo mai pensato. Non passò un singolo giorno in cui noi non parlammo tramite messaggi. All'inizio ero così triste che non riuscivo a parlargli, non me la sentivo. Poi , mancandomi troppo, decisi di farmi forza e oggi posso dire che questa sia una delle migliori scelte che abbia mai fatto. Parlavamo del tempo, della scuola, dei compagni, del suo lavoro, di noi due e quando ci saremmo rivisti, perchè ci saremmo rivisti. Era un modo per sentirci vicini, che grande invenzione il telefono. Certo non era lo stesso che averlo a fianco e poter sentire il suo profumo, vedere i suoi capelli, il suo sorriso. Inutile dire che tra un mi manchi e l'altro e smielate varie i messaggi non sembravano tra due amici bensì tra due innamorati. Eppure nonostante i messaggi a sfondo amoroso, nessuno osava ammettere i sentimenti che provava nei confronti dell'altro. O a causa degli impegni, di orgoglio o di non riuscire a sopportare la lontananza, ci fu un periodo in cui non parlammo. Fu bruttissimo, il periodo più brutto di tutta la mia breve esistenza forse. Almeno, anche se tramite messaggi, sapevo come stava, cosa faceva, CON CHI ERA, e con questo intendo se c'era qualche ochetta che gli girava intorno e cose varie di una ragazza gelosa come tutte le altre. Ora invece era cambiato tutto, non sapevo nè come stava nè se si domandasse come stavo io. Passò la primavera, passo l'estate e arrivò il mio compleanno. Inizi di Settembre, dopo circa 4 mesi senza notizie l'uno dell'altro, mi arrivò un messaggio. Eccolo, eccole, le parole che aspettavo da tempo, quelle parole che tante volte avevo desiderato mi dicesse. Non aveva fatto altre che pensare a me, voleva scrivermi ma allo stesso tempo non riusciva, non vedeva l'ora di rivedermi. In quel suo messaggio tanto dolce c'era però qualcosa che non capivo, esso diceva: "Buon compleanno giocoliera". Chiesi il motivo, insomma, io giocoliera?! Non riesco a prendere neanche la palla se me la tirano. Mi disse di riflettere bene, lo feci ma non riuscivo a trovare un nesso logico. Poi mi spiegò che mi aveva chiamata giocoliera perchè così come i giocolieri incantano gli spettatori io avevo incantato lui. A quel punto scoppiai, piena d'emozione, e anch'io finalmente gli dissi tutto quello che provavo e che non avevo mai avuto il coraggio di dirgli. Facemmo una promessa. Entro pochi giorni lui sarebbe tornato, noi ci saremmo visti, finalmente quel "ci vediamo" che usavamo dire per messaggi o quel "un giorno ci vedremo" si stava realizzando. Il luogo d'incontro.. casualità del destino.. era il circo in cui lavorava. Il giorno era arrivato, non ce la facevo più, il cuore a mille, il fiato sospeso, in tutto questo tempo in cui non l'avevo visto l'avevo amato ancora di più. Chissà quante persone vorrebbero insultarmi (sono così veloce e spaesata in un posto tanto grande e in cui non sono mai stata) , ma non posso più aspettare e poi dopo 6 mesi ci sta che sono impaziente di vederlo! Corro da una parte all'altra, acrobati, giocolieri, equilibristi e atleti di ogni genere si preparano per lo spettacolo. Mi fermo e la riconosco. E' lei la famosa tenda rossa a strisce bianche. So che Tony si trova lì dentro, a pochi passi da me, ma ho paura. Non so di cosa io abbia paura anzi mi sento stupida di esser fuori la tenda a perdere tempo invece di andare da lui. Prendo un grande respiro ed entro. Delusione più totale... Tony non c'è. Allora decido di prender posto e guardare lo spettacolo , convinta di trovarlo. La ragazza che riesce a stare in equilibrio su un filo pendente, il clown di turno che non fa ridere, o almeno per il mio carattere, non me, il giocoliere con le solite palle e birilli che lancia gira e afferra. Di cui tra l'altro le uniche a girare erano le mie. "Vorrei dedicare questa mia esibizione ad una persona speciale" si sente una voce nel buio. "Per te, Giocoliera, Ti amo". Dopo mesi e mesi non solo di lontananza fisica ma anche di tutta la frustazione che ho provato all'inizio quando non riuscivo ad approcciarmi a lui, siamo insieme, ma insieme sul serio. Lui e' innamorato di me, io di lui, il suo lavoro non ci separerà, siamo più innamorati che mai. Che dire... sono passati già 2 anni e stiamo ancora insieme! Certo ogni tanto Tony è costretto a partire per impegni lavorativi ma poi ritorna da me e questo è l'importante. E' piu attento in classe rispetto a prima e cerca anche se non riesce, di non dormire in classe, almeno ci prova. Ogni mattina mi arriva un messaggio con la scritta "Buongiorno Giocoliera" a cui io rispondo "Buongiorno Studioso".
   
 
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