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Autore: poetestra    23/05/2015    1 recensioni
La vita della una giovanne donna .....
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Una storiella familiare

 

Una persona si sente triste

In Italia del Sud, vicino della città di Brindisi, si trova la cittadina di Pacatoluogo.

Tutti gli abitanti della piccola città sono allegri e contenti. Pure le capre pascolano

contente nei prati verdi.

Il professore Felice Teorico, il preside del liceo della località, non è soddisfatto del

suo destino. È il classico professore, un professore di paleografia sempre asorto nel suo mondo, un mondo delle lingue antiche : sanscrita, ebraica, greca e latina .

questi legge a medinato.Un uomo nel fiore degli anni. I suoi studenti hanno paura di lui, i cittadini lo rispettano. Ma Felice non è felice. Dieci anni fa si è sposato con una ragazza di diciotto anni che era una ex- studentessa. Da studentessa non era molto diligente, aveva difficoltà con la lingua latina. Nessun problema pensava il professore, si sa: "Donna che sa la lingua latina è una rara cosa ma guardati dal prenderla in isposa." Ma era arguta, gentile e molto bella.Ma c´era un vero problema, I coniugi volevano la prole ma la sposa non è rimasta incinta. Si sono chiesti: "E adesso, che si ha a far?"

 

 

Una conversazione durante la prima colazione

 

È sabato mattina. il professore e sua moglie - chiama Laura come la donna immaginata di Francesco Petrarca - siedono a tavola per la prima colazione.

Il tempo è fantastico, gli uccellini cantano, le farfalle volano nel cielo azzurro e c´è un profumo di fiori. Il professore dice: "Ma che bella giornata oggi" Laura risponde: "Sì, sì ,fa molto caldo."

Felice: "Il tempo è molto bello come ai bei tempi dieci anni fa nel giorno delle nostre

nozze. Ti ricordi?" Laura:"Sì, mi ricordo, pioveva a dirotto, ero bagnata fino alle ossa. "Cambiamo il tema ! Ti piace il caffè ?" "Sì, mi piace molto, moltissimo, è caldo come l´inferno, nero come carbone, puro come un angelo e dolce come l´amore." "Ah sì, ma l´ amore è come il tempo in Inghilterra, una volta il sole splende in cielo, un´altra volta piove a dirotto, ma per fortuna viviamo in Italia."

"Cambiamo il tema, dobbiamo andare dal medico." "Come mai, noi ? Non ho dolori. Hai dolori ? Dove ? Ti farò la tisana !" "Non ho dolori, ho un desidero, vorrei un bambino, un figlio !" "Anch´io !" "Sono nove anni che aspetto." "Anch´io !"

"Tempus fugit, scusa, il tempo scorre." "Col tempo e con la paglia maturano le nes-

pole e meglio tardi che mai." " Brava cara mia, è tardi ma non troppo tardi!"

"D´accordo, dopodomani andremo dal dottor Benito Fortunato, che abita nelle im-

mediate vicinanze." "No, mai da Fortunato, è troppo giovane, non ha nessun´ esperienza pratica, suo figlio è un mio studente e sua moglie è una pettegola."

"Mi piacciono il figlio e sua madre, lui saluta sempre e lei mi presta qualche volta

qualche cosa per la cucina." "Sei proprio impossibile !"

"Perchè ? Penso che una mano lava l´altra, aiuto Fedela anche qualche volta."

"Chi è Fedela ?" "La dottoressa Fortunato, la mia amica, ha la laurea in filosofia."

"Al diavolo, non lo sapevo !"

"Quando andremo dal dottore?" "Dopodomani, come hai detto." "Dove andremo ?"

"A Brindisi " "Va bene, molto bene." "Sì infatti, a Brindisi c´è uno specialista mol -

to celebre, un precendente libero docente dell´ universita di Roma..." "....e molti ne-

gozi di moda, compri un cappello a tesa larga per me ? Vorrei un cappello di seta di

Firenze !" "No, è una cosa impossibile da farsi." "Perchè ?" "È troppo caro per me !" "Andremo in taxi ?" "No, è troppo caro per noi, andremo in treno."

"No, non andrò mai in treno a Brindisi, è sempre molto sporco. I contadini con

le gabbie per polli, con i cesti di patate e i viticoltori ubriachi, no, impossibile per me,va´da solo !" "Oh mia cara, non esagerare, sii gentile, ti comprerò un cappello meraviglioso !" "Ti ringrazio, ma adesso devo andare dal parruchiere, a più tardi, ciao !" Nel momento in cui Felice stava da solo si è lamentato:" Oh, come cara è la vita con una bella donna. Chi ha mogli, ha doglie."

 

A Brindisi

 

La coppia di coniugi, arrivata a Brindisi, si trova nel Corso Garibaldi. A Laura piace tanto la città.

"Felice , guarda i molti negozi fantastici con le grande vetrine, con tante le belle cose, vedi quel negozio di porcellane raffinate di Capodimonte e quella gioielleria.

Vedi questo negozio, un negozio di moda, un negozio di moda, entriamo !"

"No, andiamo prima dal dottore !" "No, prima il cappello, poi dal dottore !"

"No, abbiamo un appuntamento dal dottore !" "Prima il cappello, me lo hai pro-

messo !" "Va be´, se proprio deve essere !" "Sei un tesoro, entriamo nel negozio !"

"Sì"

"Buogiorno signori, che cosa desiderate ?" "Vorrei un cappello di Firenze, di seta

verde chiara, per favore !" "Questa creazione sta molto bene a Lei !" "Sì, mi piace, lo prendo ! Felice, paga, per cortesia, dobbiamo andare, abbiamo un appuntamento molto importante, sbrigati !

Caro mio, ti ringrazio di tutto cuore per il cappello. Pregherò Dio di darci un figlio .

Tu devi fare il resto." "Che discorso è questo ?" "Sì, va be´, devi lavorare di meno e

dormire di più ! Dov´è lo studio medico ?" "Non manca molto per arrivare allo stu -

dio, ecco qui è lo studio medico, entriamo !"

"Benvenuti signori, il dottore Vi sta aspettando !"

"Scusi, sono in..."

"Felice, accomodati nella sala d´attesa ! Scusi signorina, sono in ritardo a causa del

ritardo del treno. Un bue stava sul binario, ma mio marito sedeva accanto me,

aveva paura." "Non si preoccupi, tutto in ordine !"

"Buongiorno, sono il dottore Belmondo, Signora, conosco la sua anamnèsi, adesso Le farò una visita specialistica, non abbia paura, non Le farò male." L´esame è finito. " Tutto in ordine, le mie più sincere felicitazioni per la Sua salute. Informo Suo marito del risultato degli esami." "Sì, per cortesia !"

"Signore, sua moglie è sana." "Grazie dottore , mi invii il conto, salve !"

Felice è scontento: "Tutto ha una causa, il dottore non ha trovato la causa, è incompetente !" "Sì Felice, tutto ha una causa, eventualmente andrai anche tu una volta dal medico, dall´andrologo." "Ma sei matto, io sono vivo e vegeto, ho molte cose nel cervello..." "....Sì, nel cervello ma in....infine ho fame, andremo al ristorante !" "A causa mia !"

 

La disperazione ? - No, la speranza è l´ultima a morire

 

Felice era irritato, sembrava abbastanza disperato. "Abbiamo fatto un viaggio molto

costoso, è stato tutto invano, ho buttato i soldi dalla finestra. Ma il problema non è

risolto. Non so che cosa fare. A chiedo adesso aiuto ?"

Laura ha fatto il giro dei negozi. "Ciao Felice, ho fatto delle spese e ti portato un

giornale. Leggi a pagina due. "Una cosa in Germania, nella città di Limburgo, puzza

fino al cielo. Che cosa puzza là ? Il formaggio prodotto nella regione di Limburgo o

il vescovo di Limburgo ?Credo che si chiama >Teppistico di Gazza Ladra< Dimmelo per favore !" "Scusa Laura, un momentino, in questo momento sto leggendo la pagina sette: "L´ultime notizie della medicina." Ascolta, leggo ad voce alta: il signor Effico Femico, professore di medicina all´ universita di Bologna, l´ordinario di ginecologia e specialista per la fertilità, un luminare internazionale, ha ricevuto il suo settimo titolo di dottore honoris causa, e cosi via." "Fantastico Felice, vorresti anche un titolo ?" "No, vorrei un figlio !" "Ogni cosa a suo tempo. Ma Felice, il nome Effico Femico l´ho sentito già una volta." "Veramente, dove, quando ?" "Non ricordo."

"Ah ecco, sono le nove, devo andare al liceo. Fino a mezzogiorno !"

Laura sta da sola in casa. Improvvisamente ricorda il nome Effico Femico. Circa

quattordici anni fa ha fatto la conoscenza di un ragazzo con questo nome in piscina. Aveva quattro anni più di lei. Le ha fatto gli occhi dolci. Il ragazzo era un

po´sfacciatello o arrogante ma molto gentile e di bell´aspetto. Frequentava la stessa scuola di Laura, ma è stato poco prima della maturità. "Sia come sia, lontan dagli occhi, lontan dal cuore."

Il professore è ritornato a casa è abbastanza rilassato.

"Mia cara amata ho di nuovo la speranza, è Bologna, la prossima settimana andremo a Bologna."

"Bravo, marito mio, la speranza è l´ultima a morire e viaggiare mi piace molto. La

mia amica Fedela dice:"La speranza è l´ultima a morire!" Conosci il prof. Blocho,

un filosofo tedesco di Lipsia ? Fedela ha studiato filosofia in Germania, a Lipsia e a

Tubinga e in Italia a Firenze e a Roma, è molto intelligente." "Ah ecco, più di me ?"

"No, no solo diversa, Hai letto il libro "Il Principio Esperanza" di Blocho ?"

"No, è scritto in latino ?" "No, in italiano, c´è una traduzione dal tedesco in italiano."

"No, leggo solamente Socrate, Aristotele, Platone e diversi altri filosofi antichi, basta

così !" "Scusa, devo preparare le cose per il nostro viaggio."

"Vado nel mio studiolo per scrivere una lettera a Bologna." "Telefonare è impossi-

bile per te ?" "Sì, a causa della NSA". "Che cos´è questo ?" "È una faccenda

americana, NSA cioè Agenzia Nationale Segreta." "È questo brutto ?"

"Non lo so, ma bisogna essere molto prudenti se si telefona !" "Molto strano, questo non l´ho mai capito." "Non è necessario, è una cosa per uomini." "Grazie, ma continuerò a parlare per telefono con la mia mama." "A causa mia, ma costa i miei soldi." "E io lavo i tuoi panni gratuitamente, adesso basta !" "Scusa Laura, non intendevo dire questo!" "Sono incavolata e stanca, vado a letto." "Buonanotte, dormi bene, tesoro mio, domani andremo a Bologna." "A domani, mio vecchio brontolone, spegni la luce !"

 

A Bologna

 

Laura e Felice sono arrivati a Bologna. Sono circa ventidue e dieci, è buio. Ma la

città è un mare di luci. Molti luci multicolori scambiano la notte per il giorno.

Felice fa segno con la mano a un taxi di venire. "È libero ?" "Sì, mi chiamo Libero e

il mio tassi è libero, dove vuole andare ?"

"All´hotel Asilo Notturno" "Come vuole signore, ma se permette, l´Asilo è una cata-

pecchia, là alloggiano soltanto i mascalzoni, i borseggiatori e le donnacce."

"Mamma mia Felice, che cosa hai fatto, che hai prenotato ?" "Scusa, questo era il più conveniente." "Tu sei avaro ! Signor Libero, andiamo all´ Hotel Verdi !"

"Subito, gentile Signora!" "Felice, calmati, io pago." "Ma hai i soldi ?" "Sì, ho i sol-

di." "Chi te li ha dati?" "Mia madre."

"Ecco qui l´albergo, Hotel Vivaldi, sono arrivati, costa dodicimila Lire, per favore!"

"Ne prenda ventimila prego, e molte grazie per il suo consiglio per quanto riguarda l´hotel. "Mille grazie,Signora, Lei è molto gentile !"

"Felice, il bagaglio, per cortesia, andiamo all´hotel !"

"Benvenuti, signori all´Hotel Vivaldi ! Che cosa posso fare per Voi ?"

"Vorremo una..." "...Felice, siediti in questa poltrona, sei stanco !" "Scusi Signore,

vorrei una camera matrimoniale con bagno, aria condizionata, tv satellitare e prima

colazione per tre giorni!"

"Volontieri Signora, la stanza nr. sette al secondo piano, l´ascensore è sinistra, buonanotte !" "Grazie tante !" "Vieni Felice, e non dimenticare il bagaglio !"

"Hai ragione, Laura, sono molto stanco, vado a letto." "No, tesoro mio, innazitutto

devi fare un bagno, dopo un viaggio si è sporchi." "Sì, Laura,vado a fare un bagno."

Dopo il bagno, soltanto dopo qualche minuto, Felice si è addormentato e russa forte. Laura non può riesce a dormire, lei fa i progetti per le prossime giornate.

"Domani abbiamo tempo, giriamo per i negozi. Ho bisogno un vestito di seta, di co-

lore verde chiaro, deve stare bene con il mio cappello, deve essere molto elegante,

allora lungo, deve arrivare alle caviglie. Felice ha bisogno assolutamente di un nuovo vestito grigio chiaro, il suo nero è logoro, e poi il nero non gli sta bene.

Dopodomani sarà l´appuntamento in clinica, vedrò, ma sono ottimista."

Un nuova mattina, un nuovo giorno, il tempo si mette al bello, non è troppo caldo,

un vento tiepido soffia per il viale alberato, il Corso Manzoni, con tanti negozi.

"Felice, vedi questo negozio di moda femminile e quello in fondo, un negozio di mo-

da maschile. Prima compro un abito da donna per me, dopo un vestito per te."

Con le borse piena della spesa sono ritornati in albergo. Si sono messi i loro nuovi

vestiti e sono andati a pranzare al ristorante.

In seguito hanno fatto una passegiata in carrozza nel parco pubblico della città.

Si fa sera, viene la notte, una bella notte stellata.

Laura è molto contenta, Felice è un po´ di malumore. Lei vorrebbe tirargli su

l´umore andando a teatro. "Felice, vogliamo andare a teatro?" "Che cosa danno questa sera a teatro?" "L´Avaro di Molière, per quanto ne so." "Non l´ho mai visto." "Tu non l´hai mai visto, guardati nello specchio...dovresti pettinarti e aggiustarti la tua cravatta. Allora, andiamo in tassi, l´ho già chiamato."

"Buonasera, signor Libero, il vostro taxi è libero?" "Naturalmente, gentile Signora,

per Lei sempre, dove vuole andare?" "A teatro, in Piazza Eleonora Duse." "Va bé!"

Tutt´e due si mettono a sedere sulla galeria.

Lo spettacolo è iniziato. Laura è di buon umore e si diverte, Felice ha chiuso gli

occhi, riflette sul nome Effico Femico. All´improvviso a Felice cade la benda dagli

occhi, vede finalmente chiaro. "Effico Femico potrebbe essere un dei miei ex-studenti. Circa quindici anni fa un ragazzo con questo nome ha fatto la maturità nel mio liceo. Era uno studente complicato, aveva solo le sciocchezze per la testa, era un donnaiolo.

Una volta l´ho beccato quando fumava in aula e l´ho schiaffeggiato, lui ha mormorato, gliela farò pagare, ma ho sentito ciò che lui ha detto. Era un ragazzo impertinente, non era un umanista. Tale padre, tale figlio. Suo padre è un politico.

Dopo lo spettacolo teatrale racconterò tutto a Laura, deve andare domani da sola in

clinica."

La rappresentazione è finita. Laura applaude entusiasticamente. Felice sollecita

Laura a andare all´albergo. Felice ha detto in albergo:"Laura, credo di conoscere

signor Femico, era un ex-studente...."

"Felice, da´un taglio netto al passato, che una vecchia faccenda, la so tutta. Fedela me l´ha raccondato, l´ha sentito della sorella dalla madre di Effico, ora basta !

Andrò da solo domani in clinica, cioè in taxi del signor Libero, buonanotte !"

 

Dall´autorità intenazionale

 

Laura è andata in taxi del signor Libero da sola, cioè senza suo marito, alla clinica.

Arrivata davanti la clinica, che si trova in Piazza Giambattista Morgagni, ha doman-

dato al sig. Libero:"Potrei telefonarLe quando desidero ritornare all´hotel ?"

"Sì, Signora, naturalmente, molto volentieri !" "Allora a più tardi, arrivederLa !"

Laura è stata accolta da una dottoressa in ospedale. "Buongiorno signora Teorico,

mi chiamo Valida Batoni, l´accompagno dal primario." "È il prof.Femico ?"

"Sì, è anche mio marito." "Com´è pratico per Loro, possono lavorare insieme."

"Sì, sì ma l´uomo è sempre il capo e ha sempre ragione, c´est la vie!" "Sì, madam,

l´emancipazione femminile è lenta come una lunaca." "Ma cambieremo !" "Sono

d´accordo con Lei su questo punto !" "Capo, ecco la signora Teorico, la tua paziente." "Grazie mia carissima collega!"

"Buongiorno Signora, benvenuta nella mia clinica, come sta?"

"Molte grazie, abbastanza bene!" "Lei sembra un ritratto della salute." "Grazie per il

suo complimento!"

"Valida, fa´ la visita clinica, per favore!" "D´accordo, Effi, (una nota: dott.ssa Batoni

chiama suo marito spesso "Effi" se è irritata) "Signora Teorico, la visita clinica, cioè la visita fisica, non abbia paura, sono sempre là o facilmente reperibile." "Grazie Professore, non ho paura dei medici."

Il primario sta telefonando alla sua segretaria: "Per favore, suor Angela, mi chiami i

dottori Volta e Galvani, subito!"

"Volta, Lei faccia l´esame del sangue, non dimentichi il quàdro ormonale ! Galvani,

Lei faccia la diagnostica ecografica, i risultati il piú presto possibile alla mia segreta-

ria. Una radiografia della signora non è necessaria e molto pericolosa per una giovane donna - lo tenga in mente !"

È mezzogiorno, le visite sono terminate. La dott.ssa domanda a Laura:" Ha sete e fame, quattro ore di visita indeboliscono. I risultati del laboratorio verrano tra circa due ore, allora abbiamo due ore per riposare e mangiare qualcosa." "Sì, andrò al ristorante." "No, non è il caso, mio marito ha detto, che andiamo a mangiare nella sala da pranzo dei medici. Lei è la nostra ospite." "Grazie tante, dottoressa, è per me un grande onore!" "Ma si figuri, ciò ci fa piacere."

Il professore viene."Mie care signore, andiamo a pranzare, certamente cascate dalla fame." Nella sala da pranzo dice il professore: "Ora siamo fra di noi, Valida, sai che conosco di vista da circa quindici anni la signora Teorico, siamo stati compagni di scuola e il marito di Laura era il preside del nostro liceo. Laura, possiamo darci del tu come nei tempi passati?" "Naturalmente, molto volentieri se è d´ accordo tua moglie." "Sono d´accordo anche con questa proposta di mio marito, è il mio capo." Tutte e tre ridono di cuore.

Il telefonino del prof. suona:" Pronto...vengo subito. Scusate, devo andare in sala

operatoria, un caso d´emergenza, Valida, tu sei libera fino alle quattro, dopo vieni

nel mio ufficio, anche tu , Laura, per favore. Vi auguro buon divertimento !"

Laura e Valida escono dalla clinica e fanno una passeggiata nel parco della clinica.

Dopo vanno al un caffè ristorante - si chiama Cafè de la Paix de Paris - è fatto in

stile floreale ma è molto comodo. Mangiano un gelato alla fragola e con la panna."

"Sono le quattro meno quindici, dobbiamo ritornare. A Effico non piace aspettare."

Tutti i tre, il prof. Femico,Valida e Laura sono nell´ ufficio del primario. Il dott.

Femico spiega i risultati della diagnosi di Laura. "Riassumendo per sommi capi si

può dire, Laura sei sano e feconda. Allora il collega Belmondo di Brindisi ha avuto

ragione. Credo che sei stressata. Qualche globulo rosso ti manca ma questo è senza importanza.

Il mio consiglio medico, hai bisogno di una vacanza di quattro settimane di riposarti

senza cucinare, senza lavare i panni sporchi eccetera, eccetera. Va´a Abano , un

centro termale. Ti consiglio di fare di mattina i fanghi impacchi, di fango di pomeriggio e ballare il tango di sera.

Allora

di giorno il fango

di sera il tango !

Scriverò un referto medico a tua marito - con una copia per il collega Belmondo a

Brindisi - con le diagnosi e il mio consiglio. Arrivederci Laura, fatti sentire qualche volta se sarai incinta, dammi un colpo di telefono, vorremmo fare da patrini al tuo

bambino."

Èffico dà la mano a Laura, Valida l´abbraccia forte. Tutte le donne hanno le lacrime

agli occhi. Un´ultima volta il prof. ha detto: "Buona fortuna, arrivederci, a più tardi,

tra qualche mese."

La lettera medica

 

Laura è ritorna all´ hotel. Felice l´aspettava con impazienza e aveva il polso che gli

batteva forte. "Che cosa ha detto il genio?" "Non molto, la stessa cosa come il dott.

Belmondo, tutto in ordine, sono sana e feconda." "Racconta, racconta per favore !"

"No,sono stanca, vado a letto, riceverai un referto medico, buonanotte!"

Il giorno seguente sono ritornati a Pacatoluogo, era un venerdì. Il sabato mattina

Laura ha fatto la spesa, il pomeriggio ha fatto il bucato. La domenica Felice ha dor-

mito, come sempre, tutto il giorno. Il lunedì mattina è arrivato il postino. Felice è corso a prendere la lettera dalla casetta postale e l´ha aperta e l´ha letta subito.

 

Al signore Felice Teorico

Vicolo delle Capre,23

74193 Pacatoluogo

 

Egregio Signor Preside, La ringrazio per la fiducia di aver potuto visitare Sua moglie. La mia squadra medica e io abbiama accertato che la Sua Signora è sana e feconda. Abbiamo diagnosticato solo un´anemia bassa, questa non è significativa. Cioè anche la diagnosi del dott. Belmondo era corretta.

Conosco il collega Belmondo da molti anni, abbiamo studiato medicina insieme a

Parigi, alla Sorbonne, e abbiamo lavorato insieme come assistenti a Roma.

Lui è un medico molto competente in ginecologia, ostetricia e dei problemi della

fertilità.

Ho consigliato a Sua moglie di fare quattro settimane di vacanza, cioè un soggiorno

di cura a Abano Terme con fisioterapia.

Dopo il ritorno di Sua moglie da Abano eserciti sempre, spero che sappia come si fa questo. Questa osservatione è permessa perchè ho quattro bambini, due volte gemelli, è stato molto facile - per me.

Lei non riceverà da me una fattura e non deve ringraziare me. Non faccio mai pagare le visite mediche ai poveri, colleghi ed ex-istruttori oppure ex-professori.

Il giuramento di Ippocrate è un obbligo per me. Cioè ringrazi Ippocrate !

 

Buona fortuna e cordiali saluti, Suo ex-studente E.F.

Postscritum: I mei migliori omaggi a Sua moglie !

Felice era molto confuso dopo aver letto la lettera da Bologna, non sapeva proprio

cosa dire. "Laura leggi questa lettera, per favore, è un accumolo di gentilezze convenzionali e una sfrontatezza, pieno di doppi sensi."

"Ma Felice qualche anno fa avevi dato a lui un colpo fisico sulla testa, oggi hai avuto indietro un colpo di spirito, ora siete pari. Tutte le colpe si vendicano sulla terra. Soltanto in cielo esistono la pace e la giustizia."

"Ma non ha preteso nemmeno i soldi, non lo capisco." "Lui è magnanimo, questa cosa è una offerta per fare la pace con te, inoltre ami i tuoi soldi e risparmiare. Allora è tutto in ordine per te, lasciami in pace finalmente!"

Laura ha detto con voce molto bassa: Gli uomini sono strani, diventano più grandi

ma mai adulti!"

La cura salutare a Abano Terme

 

Laura era andata a prendere due valige dalla soffitta. Felice l´ha visto e l´ha doman

dato." Laura, mi meraviglio che abbia bisogno delle valige, mi vuoi mollare per un altro?" "No Felice, ti lascerò soltanto per quattro settimane, lo sai già. Devo andare a Abano per la mia salute, è il nostro comune ardente desidero."

"Non sono d´accordo con questo viaggio a Abano perchè è troppo lungo e pericoloso senza di me."

"Ma Felice, non ti preoccupare inutilmente, sono adulta e mio padre mi accompag-

nerà. Ha prenotato le camere e comprato già i biglietti - andata e ritorno - adesso sei rassicurato." "Chi farà da mangiare ?" "La mia mamma." "Ci mancava pure questa !" "Felice, tu sai come ci si comporta!

Caro mio, sii ordinato, metti sempre tutto a posto in cucina, i tuoi vestiti sul tuo tavolino e la biancheria sporca mettila nel contenitore per gli abiti.Non metterla mai sotto letto come al solito!"

"Quando partirete?" "Domani sera." "A che ora?"

"Partiremo alle dicianove meno un quarto, allora alle diciotto quarantacinque."

"Va bene, vi accompagnerò alla stazione." "È molto gentile da parte tua. ma vuoi

portare quattro valigie alla stazione o vuoi nogleggiare un asino come nel Medioevo?"

"Mi dispiace, non ho la macchina, non so neanche giudare e il nostro carretto a mano è rotto." "Puoi stare tranquillo, ci porterà alla stazione con la sua macchina mia amica Fedela. Ancora un favore, vai a letto alle dieci e alzati alle sette. Ti devi ristabilire e non bere alcolici - me lo prometti ?" "Sì, faccio come hai detto." "Ti credo, ma sai tra il dire e il fare c´è di mezzo di mare." "Cara mia, non preoccuparti, puoi stare tranquilla !"

 

A Abano Terme

 

Il giorno dopo la signora Fortunato è venuta in macchina a casa di Laura. Il padre di

Laura sedeva già nel veicolo. Le valigie di Laura venivano caricate. Dopo un rapido

saluto d´addio tra Laura e Felice sono andati alla stazione a Brindisi. Laura è il suo

babbo hanno detto addio e mille grazie a Fedela e sono saliti in treno. Il sign. Paolo

Reni, il padre di Laura, ha detto: "Finalmente in treno, ora andiamo da Brindisi fino

a Padova. A Padova, il mio amico, Giuseppe Arcimboldo, verrà a prenderci alla

stazione e andremo con la sua macchina a Abano."

Durante il tragitto il padre conversava animatamente con la sua figlioletta, si vedono raramente.

Il treno andava sempre lungo alla costa del mare Adriatico, ma si non poteva vedere niente perchè era abbastanza buio. Il padre e sua figlia hanno cenato nel vagone ristorante. La mattina seguente sono arrivati a Padova. Il sign. Arcimboldo stava sulla banchina e ha detto: "Siete i benvenuti nella Pianura Padana, buon risposo in Veneto, si parte destinazione Abano!" Abano si trova a qualche chilometro a sudovest di Padova, circa quaranta minuti di viaggio in macchina.

L´albergo di lusso, Eremitage Bel Air, si trova nella periferia della città di Abano.

Un parco incantevole sta intorno all´hotel. Laura ha preso una camera con il balcone esposto a sud al secondo piano.

I giorni passavano, un giorno come l´altro. Di mattino le applicazioni, di pomeriggio le passeggiate con suo padre.

Un bel pomeriggio Laura sedeva sul balcone e leggeva un rotocalco, d´improvviso si è alzata una raffica di vento e ha levato il suo cappello e è volato su un albero, circa quattro metri sopra la terra. Laura si è spaventata e ha fatto un sospiro:

"Ahime, il mio cappello, il mio caro Florentino !"

Là fuori è comparso un uomo, piuttosto un ragazzo, aveva circa venticinque anni,

era alto pressappoco un metro e ottantacinque, con i capelli ricci neri, gli occhi

azzuri e con la pelle abbronzata. Era un ritratto della virilità come il >Davide di

Michelangelo< a Firenze, ma in carne e ossa.

Il ragazzo ha detto:" Vous ne faitez pas du souci pour vôtre chapeau, je vais chercher vôtre cappello." La persona parlava un misto strano di italiano e francese, ma Laura ha capito perchè sa francese. "Oh sì, per cortesia, ho la camera nr. ventitrè!"

Dopo qualche minuto ha suonato il telefono. Il portiere:"Signora,il nostro giardiniere

è qui,: lui ha il suo cappello." "Mille grazie, vengo subito!"

Posso presentarmi", ha detto il giovane, "mi chiamo Jean, sono Corso di Ajaccio, da tre anni vivo in Italia per frequentare un istituto di gardinaggio, nelle vacanze lavoro in diversi parchi." "Molto interessante, ma prima ci sediamo. Cameriere, vorrei una bottiglia di Asti spumante secco della qualità migliore, per cortesia."

"Subito, gentile Signora."

"Allora, signor Jean, facciamo un brindisi alla sua salute e moltissime grazie per il

suo aiuto." "Merci Madame, l´ho fatto volontieri, je vous en prie!"

Tutti e due hanno fatto una piacevole chiacchierata, cioè Jean raccontava e Laura ascoltava con interesse ciò che Jean raccontava. "Mi chiamo Laura", ha detto la signora dopo un bel po´di tempo. "Che ne direbbe di fare una passeggiata nel parco, si fa buio, nel buio ho paura di andare da sola:"

"D´accordo, Madame, molto volentieri, ´honi soit qui mal y pense." Tutti e due vengono ricoperti dalle ombre della notte. Laura è ritorna alla fine della cura a casa, molto, molto felice. Dopo circa nove mesi Felice era molto felice per il parto di suo figlio.

 

Una festa meravigliosa

 

È giovedì di mattina. A casa Teorico regnano l´atmosfera lieta ma anche la grande

agitazione e la confusione tremenda. Fra due giorni ci sarà una grande festa. Sabato ci serà la grandissima giornata della famiglia Teorico, il battesimo del suo

figlio primogenito.

La casalinga ha tanto da fare. La domestica è malata da tre giorni. Ma la madre della padrona di casa verrà a aiutarla. Laura deve fare la lista delle spese e degli invitati, non si deve dimenticare nulla e nessuno.

Laura si dice:" Dapprima faccio la lista dei miei parenti e amici:

dei miei genitori,

la mia amica Fedela e il suo marito, dott. Fortunato,

il prof. Femico e la sua moglie e

il sig. Arcimboldo"

Laura pensa anche - sempre nel suo cuore - a Jean de Lisle, un Corso.

" Invitarlo ? No, disgraziamente non è possibile !"

Mentre la moglie sta sedendo a tavola viene il marito in cucina e domanda alla sua sposa:"Hai scritto la lista degli invitati ?" Lei risponde:" La sto scrivendo."

"Da parte mia invitiamo il monsignor Malatesta, lui battezzerà personalmente il no-

stro bimbo. Anche il dott. d´Oblio, il mio sostituto, un professore di storia e tre col-

leghi del liceo verrano, questi sono il sig. Sognator, un insegnante dell´ educazione

artistica, il sig. Vessatore, l´insegnante dell´educazione fisica e il sig. Bacchetta, il

nostro didatta di musica, lui dirige il nostro coro che canterà in chiesa."

"Sono tutti ?" "Sì" "Laura, senti per favore, per poco lo dimenticavo, ho invitato anche una persona lontana imparentata. Lei vive in Scozia, è anche una parente lontana di Donizetti." "Va bene, ma come stai ?" "Grazie, abbastanza bene !"

"Felice, hai proprio bisogno di staccare la spina ?" "Ciò che pensano le donne, è

sempre strano!"

È vernerdì di sera. Felice lavora nel suo studio. Laura è nella stanza dei bambini

e provvede al piccolo, allatta il suo bebè e canta a bassa voce:

" Mangio il mio pane quotidiano

con le lacrime agli occhi.

Solo chi conosce l´amore e la nostalgia

che sa come soffro.

Sento il profumo della macchia da nordovest

dell´isola dei miei sogni

e devo restare qui."

 

Felice viene improvvisamente nella camera e dice:" Ho fatto il discorso di benvenuto per nostri invitati in latino, ora ho fame."

"Il piccolo ha anche fame, aspetta prego, accomodati e ascolta, ho una domanda. Chi è questa persona di Scozia imparentata con te? Non ho mai sentito nulla di lei fino a oggi."

"Questa donna è una ex-cantante, era un soprano famoso. Ha cantato alla Scala di

Milano, alla Metropolitan Opera di New York, a Berlino e a Vienna. Ha una villa in

campagna, vicino alla città di Gallipoli, sulla costa del Golfo di Taranto. Si chiama

Lucia di Lammermoor, è molto ricca."

"Ah, questo è il fondo di verità della cosa ! Felice, abbiamo ancora un problema, non sono d´accordo con il discorso di benvenuto in latino. Parla in italiano, ti prego, o in caso contrario restiamo a casa, il battezzando e io e faremo il battesimo a casa nostra con il parroco della nostra comunità cattolica, basta ! Sii un padre normale, non un padre all´antica, sii un padre italiano ! A scuola puoi fare ciò che vuoi, ma nella famiglia sii normale e non fare spacconate, hai capito ! Allora buonanotte, a domani, sono molto stanca, ho lavorato tanto, ieri e oggi !"

È sabato, alle nove comincia la cerimonia. Ora sono sette. Felice e Laura siedono

a tavola per fare la prima colazione. Laura è di nuovo contenta e rilassata. Felice

prende un sorso di caffè dopo tossicchia imbarazzatamente e dice:" Cara mia, non

abbiamo nessun nome per nostro figlio. La mia proposta è Cesareo, vorrei un nome espressivo." "No, mio caro, non questo nome. Cesare era un despota, un conquistatore brutale, è fuori discussione!"

"Allora, prendiamo il nome Socrate, era un pensatore famoso." "Mamma mia, sei matto ? Questo tipo doveva prendere il calice avvelenato, è di cattivo augurio, pensa a nomen est omen !"

"In questo caso propongo...." "Nulla proponi tu, il nostro piccolino si chiama

Giovanni. Lo nomino Giovannino già da sempre, non l´hai sentito mai? Giovanni è un bellissimo nome, questo ci ricorda a San Giovanni Battista, San Giovanni Evangelista e Giovanni Paola secondo, il Pontefice. Sei d´accordo con me?" "Sì, Laura hai ragione e ho la mia pace !"

Tutti e due sembrano fare la pace - ancora una volta. Laura ha vinto, come quasi sempre e lei sa, perchè sa il francese, Giovanni e Jean sono i nomi uguali, una volta in italiano, un´altra volta in francese. Lei sussurra: "Ohimè Jean, mio grande amore, cosa fai in questo momento, pensi a me?"

"Felice sei pronto? Dobbiamo andare in chiesa. Il Monsignore e gli invitati non devono aspettare." "Sono pronto" "Anch´io, allora andiamo!"

La madre di Giovanni indossa un vestito bianco di mistolana con i viticci in filigrana,

le scarpe bianche con i tacchi alti e un cappello di seta pura di Firenze. La veste meragvigliosa le sta benissimo con l´azzurro dei suoi occhi e i capelli neri lunghi ricci circondano il suo viso ovale, ricadono dolcemente sulle spalle piccole e strette.

La donna ha l´aspetto di una regina, per meglio dire, di un angelo.

Nessuno può resistere al suo fascino.

Alle nove meno dieci, la famiglia Teorico arriva davanti alla chiesa. Ci sono molte

persone, tutti gli invitati - solo Lucia manca - e tanti curiosoni. Il Monsignore

sta sulla scalinata della chiesa e fa segno con la mano a Felice. Lui si fa strada verso la scala, ma non è facile. Arrivato là si mette su un gradino più alto di quello del servo di Dio e strilla: "Silenzio per favore, carissimo amico stimatissimo Monsignore, cari amici e parenti, mia cara moglie e mio figlio, ante portam templi - scusate, davanti alla porta della chiesa Vi saluto molto cordialmente. Ci fareste procedere all´azione santa con l´aiuto del Cielo e del nostro Monsignore. Dopo la cerimonia andiamo al ristorante >I Sette Delfini< !"

Solo ora parla l´ecclesiastico:

"Miei fartelli e sorelle in Cristo, Dominus vobiscum"

Tutti gli altri rispondono:" Et cum spirito tuo"

"Dai," dice il sacerdote, andiamo in chiesa, il tempo è denaro e i soldi non hanno odore!" Tutti gli uomini vanno in chiesa, mentre un campanellio risuona dal campanile, dopo il coro di voci bianche canta sul matroneo:

" Resta con me, Signore, ora e sempre.

Resta con me e avrò la pace.

Resta con me, non mi lasciare

per le vie del mondo, Signore."

Ora il Monsignore parla:" In nomine Domini et Filii et Spiriti Sancti, cara comunità,

oggi accogliamo in chiesa nostra un nuovo agnello di Dio. E così ti battezzo, figlio di Felice Teorico, col nome Giovanni, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito

Santo. Allora, rendete grazie a Dio !"

La cerimonia è finita, la folla esce dalla chiesa e si reca al ristorante. Tutta la gente si raduna nella sala di ricevimento del ristorante. Il padre del battezzando prende la parola ancora una volta.

"Cari e stimati signori passiamo ora alla parte piacevole della giornata festosa.

Dapprima facciamo un brindisi alla salute di mio figlio, di mia moglie e mia..." -

Sua moglie pensa." Come penosamente, vuole una salute per sè, è estremamente

spiacevole, non conosce le buone maniere, e ora è ancora sobrio..."

"...bevete ciò che volete. Abbiamo:

il vino rosso e bianco

il Prosecco del Veneto

il succo di frutta ma anche

l´acqua gassata e naturale..."

Vessatore lo interrompe con la voce forte tanto che tutti gli invitati lo possono sentire: "Io bevo soltanto l´acqua perchè sono sportivo e l´alcol è..." Bacchetto lo interrompe: "Secondo me lo sport è peggiore dell´alcol e l´acqua fa un idrocefalo, lo tu...ma bevi pure l´acqua, ognuno ha i suoi gusti!"

Vessatore risponde:" Tu sei molto spesso sbronzo, te lo sei dimenticato? in occasione della cerimonia in cui è stato conferito il diploma di maturità, l´anno scorso hai diretto il coro del liceo. Avete cantato in modo sbagliato l´inno nazionale con una melodia di Abba, della canzone WHEN I KISSED THE TEACHER. Sul giornale era scritto che eri ubriaco, tutta la cittadina ha riso, molte settimane.

Goffredo Mameli e Michele Novaro si rivolterebbero nella tomba se sapessero che

sei un maestro di musica."

Il Monsignore interrompe tutti e due:"Fratelli miei, la pace sia con Voi !"

Felice dice "cincin" e i tutti sollevano insieme i loro bicchieri.

Il Monsignore dice:" Prendrei ancora un sorso di vino rosso, ho una gola rauca per la lunga predica!" " Un bicchiere pieno per Lei, salute!" Dice una cameriera attraente e lui le dà l´una pacca sul culetto. Vessatore chiama ad alta voce la cameriera:" La sua acqua è deliziosa, per favore, ancora un bicchiere!" Bacchetta versa segretamente, di nuovo, un po´di Grappa nella bevanda di Vessatore. Il clero e lo sportivo svuotano il loro bicchiere in un sorso. Laura trema dalla paura e dice a Fedela:"Trincano come le spugne, che cosa fare?" "Non ti preoccupare, me ne occupo io!" "Signori, Vi prego di accomodarVi a tavola, il pranzo sta per arrivare in tavola!" Tutti siedono a tavola.

L´uomo con lo zucchetto violetto si alza e comincia a parlare. " Miei cari..."

Il capocuoco viene nella sala da pranzo e lo interrompe, lui parla con la voce dignitosa:" Buongiorno egregi Signori, mi ha pregato la padrona di casa Teorico di annunciare il menù a Voi. Vi prego di ascoltare !

 

Antipasto

L´insalata mista col prosciuto di Parma

Primo piatto

Cipole di Tropea impanate e funghi fritti sui fusilli.

È una specialità della Calabria perchè la nostra aiutante di cucina è una calabrese,

lei ha lo fatto

Secondo piatto

La lotte à l´armoricaine

 

Come l´intermezzo

Sgroppino

I dessert

Diverse torte

Frutta fresca

Macedonia di frutta

Terramisù

Caffè americano

Espresso

Caffè macchiato

Mocca arabo

Cappucino,

la bevanda, non è il copricapo dei monaci.

Vi auguro buon appetito!"

 

Il Monsignore si alza ancora una volta e vuole parlare: "Ci lascereste..."

Vessatore lo interrompe:" Scusi, chef de cuisine, che cos´è lotta à l´armaiolo ?" Il

cuoco non risponde, va in cucina e pensa: "Non mi faccio prendere per il culo da un

maestro di scuola."

Laura glielo spiega:" La lotte à l´amoricaine è una specialità della Bretagna. È il

pesce in una salsa tipica coi scalogni, con la crema fresca, con l´ olio d´ oliva, coi pomodori, col vino bianco e cognac."

Il Monsignore si alza una terza volta e dice:" Prima di mangiare mi permette di fare

una preghiera !" Vessatore, lo sportivo, brontola:" Perchè pregare Dio, sono un libero pensatore,ho bisogno delle posate per mangiare, perchè devo pregare Dio ?"

D´Oblio, fino ad ora era molto discreto, adesso si arrabbia:"Mister muscolo senza cervello, chiuda il suo becco e tenga in mente, uno spirito libero è tollerante !"

"Scusi collega, pensavo..." "Bisogna pensare prima di parlare o la parola è d´argento, il silenzio è d´oro !"

C`era un silenzio di tomba nella sala dopo l´osservazione del signor d´Oblio.

Si prega Dio, poì si mangia e si beve.

Verso le tre il lauto pranzo luculliano è finito. Tutti presenti erano stanchi. Qualche invitato per bere e mangiare, altri solo per mangiare. Tutti gli ospiti si congedono. Soltanto Felice, il monsignor Pio Malatesta e i signori Sognator, Vessatore e Bacchetta restano. Il maître del ristorante viene e domanda:"Signori avete bisogno di altro, fra un´ora chiudiamo il ristorante?"

Solo il Monsignore risponde:" Ancora un po´di dolce a base di fragole mi piacerebbe mangiare!" "Non c´è problema, Glielo porto subito."

Una bella ragazza porta il dolce. Il Monsignore ringrazia, ma la sua mano non riesce a accarezzare il culetto della bellezza. Lui si piega in avanti, in questo momento il suo zucchetto violetto cade nel dolce gelatinoso. Il signor Sognator, il maestro dell´arte prende lo zucchetto è caduto nel dolce rosso e abbastanza attaccaticcio e lo mette sul capo di Malatesta. Il Sognator è entusiasta e esclama:" Fantastico, straordinario, un ritratto per l´arte forbita. Pio, sta´ fermo, ti fotografo adesso. A casa mia, nello studio, dipingerò un quadro eccezionale. Mi immagino, no, per meglio dire, vedo un monte grandioso con una cima rosso fuoco, colate di lava si riversano verso la valle. Darò il nome "Il Grande Vulcano" al mio capolavoro artistico. (Si deve sapere che il Monsignore è alto due metri e cinque e abbastanza corpulento.)

L´asso dello sport s´immischia:" Pio non è nè il Vesuvio nè l´Etna, lui non sputa mai lava, puzza di alcol soltanto. Ma ha un zucchetto rosso, allora lui è Cardinale."

"Abbiamo un Cardinale," grida Bacchetto, il musicologo. Lui va in cucina e ritorna con un po´di farina e la cosparge sulla testa di Malatesta e grida." Habemus papam, Pio ha una calotta e una sottana bianca, perciò lui è Pontefice, è il nostro Pio tredicesimo. Ciò lo dobbiamo immortalare con un canto."

Tutti gli educatori cantano con la melodia di Abba della canzone

 

DANCING QUEEN

" Il Papa vive splenditamente in terra,

lui vive dell´elemosina di mezzo mondo,

beve il vino squisitissimo,

per questo vorrei essere il Pontefice massimo.

Ma una bella ragazza non lo bacia mai.

Ah no, ah no, ah no,

perciò non voglio essere il Pontefice.

Il Sultano fa la bella vita,

lui abita un palazzo grande e ricco,

molte bellissime ragazze lo baciano,

perciò vorrei essere un Sultano.

Ma lui non beve mai un goccio di vino.

Ah no, ah no, ah no,

per questo non voglio essere mai un Sultano."

 

Tutte le bottiglie sono vuote. Gli uomini lasciano vacillando il ristorante. La festa è finita, ma il peggio dovrà ancora venire.

 

Le conseguenze dell´ orgia alcolica

 

La signora Laura Teorico è incavolata del comportamento di suo marito. Lei si tras-

ferisce a casa dei suoi genitori e dice a Felice:" Vado a stare temporaneamente dai

miei genitori. Nella nostra casa stravecchia c´è l´aria viziata, ciò non è bene per il neonato." Felice è senza parole.

Lui è stato sospeso dalla sua funzione come il preside del liceo ( ma più tardi lui viene promosso ispettore scolastico del distretto di Puglia - lui è membro del partito giusto, dappertutto è lo stesso nel mondo ).

Il signor d´Oblio diventa preside del liceo. Gli altri professori vengono trasferiti in

altre scuole.

Il Monsignore viene mandato in Argentina, in un quartiere povero come semplice prete.

I sette delfini

 

Di ritorno a casa Laura e Fedela hanno conversato animatamente su questo e su quello. Tra l´altro Fedela ha domantato a Laura:"Per quale motivo il ristorante, dove abbiamo festeggiato il battesimo si chiama >I Sette Delfini

Laura ha riposto:" Non si sa nulla di preciso ma c´ è una leggenda. Vuoi che te la racconti ?" "Sì, molto volentieri !" "Allora ascolta !"

C´erano una volta, molti, molti anni fa,un vecchio pescatore e sua moglie che abita-

vano ormai da più di cinquant´anni in un misero tugurio sulla spiaggia del mare

Adriatico, vicino alla cittadina di Pacatoluogo. La coppia aveva due figli, anche loro

pescatori, ma sono rimasti in alto mare.

Un bel giorno il pescatore si è alzato, come al solito, alle cinque. Ha bevuto un po´ di tè, mangiato un po´di pane e cipolle, dopo è andato con la barca a vela sul mare per gettare la sua rete da pesca.

Sua moglie invece è andata a raccogliere qualche pezzo di legna sulla spiaggia.

Era mezzogiorno,ma il marito non è ritornato. La moglie si è preoccupata, aveva paura. Lei ha guardato verso il mare e non ha visto niente.

Improvvisamente lei ha veduto una barca con la vela rossa sul mare, la barca di suo marito, ma non c´ èra dentro un uomo.

Lei ha strillato, si è inginocchiata e ha pregato a Dio. Dopo qualche minuto ha notato che due delfini spingevano la barca verso la riva. Poco tempo dopo lei ha visto cinque defini che si avvicinavano alla riva. Tre questi nuotavano uno stretti all´ altro, quasi a fior del mare, in mezzo a loro portavano un uomo. Gli animali lo hanno messo sulla sabbia e sono poi nuotati via.

Il pescatore si è rimesso in piedi con l´aiuto di sua moglie.

Il vecchio ha narrato a sua moglie il giorno seguente perchè la barca si è ribaltata:

"Mentre volevo tirare su la rete piena dal mare ho visto un giovane delfino dentro

alla rete, volevo liberalo. Durante questo lavoro la barca si è capovolta, ed io sono

caduto in acqua. Il delfino più piccolo era così libero. La rete però era rotta e persa.

Improvvisamente alcuni delfini si sono messi intorno a me che mi hanno portato alla riva."

Dopo pochi giorni il pescatore si è ristabilito. Lui è andato alla riva per fare una ispezione della sua barca e ha notato solo un timone laterale difettoso e un piccolo

strappo alla vela. "Non c´è problema" - ha pensato il pescatore - "la barca si può riparare."

L´ uomo guardava fisso davanti a sè. Improvvisamente lui ha sentito gorgogliare il

mare e ha visto un delfino, che aveva un´anfora in bocca. L´animale ha messo il re-

cipiente sulla riva, ha battuto con la pinna caudale sul mare ed è nuotato via.

Il vecchio uomo ha raccolto il vaso pesante di terracotta e lo ha portato a casa.

Sua moglie ha brontolato:" Cosa me ne faccio, è un ciarpame antico, forse c´è

dentro ancora del vino acido o dell´olio rancido !"

La brocca è caduta per terra e molte monete d´oro sono rotolate sul pavimento.

I due non hanno perso il lume della ragione per la nuova ricchezza.

"Construiremo una casa", ha detto la donna. "Sì, d´accordo", ha risposto il marito.

"Construiamo un ospizio per i poveri vecchi pescatori e loro mogli, qui, sul posto

della nostra capanna. Noi chiameremo quest´alloggio >I Sette Delfini

riconoscenza per i delfini che ci hanno salvato, me dalla morte in alto mare e noi

dalla miseria.

Il rifugio è stato per i pescatori molto benefico per tanti, tanti anni.

Dopo più di cento anni non è stato più necessario perchè i tempi sono migliorati.

L´erede al posto dell´ospizio ha costruito un hotel di lusso, ma il nome,

>I Sette Delfini<, è rimasto.

 

La visita della signora anziata

 

Un bel giorno Laura si trova nel giardino dei sui genitori. Il sole splende in cielo,

gli uccelli cinguettano, le apri ronzano e un venti tiepido viene dal nordovest.

La signora taglia qualche rosa e giocherella trasognamente con suoi capelli, pensa

all´isola dei suoi sogni.

Inaspettatamente una limousina nera sosta al cancello del giardino. Una signora anziana scende dalla macchina e va al cancello. Laura la vede e dice:" Buongiorno

signora, che cosa posso fare per Lei ?"

L´estranea risponde:" Scusi il disturbo, vorrei parlare con la signora Teorico, dapprima ero in Vicolo delle Capre, una domestica della casa mi ha detto che la

padrona di casa dovrebbe essere qui." "Questo è vero, sono Laura Teorico."

"Molto lieta, mi chiamo Lucia di Lammermoor !" "Andiamo nel salotto !"

"Molte grazie, ma preferisco stare all´aperto !" "Non c´è porblema, andiamo sotto

la pergola di viti." "Oh, Lei ha un posto magnifico, come il paradiso terrestre !"

La madre di Laura viene:" Tu hai un´ospite ?" "Sì, posso presentarti la signora

di Lammermoor, viene dalla Scozia....mia madre, signora Reni."

"Piacere di conoscerLa !" "Il piacere è tutto mio !"

Signora Reni dice:" Ho sentito parlare di Lei da mio genero." "Ah sì, volevo venire alla cerimonia del battesimo di suo nipote ma ho avuto molto da fare a Gallipoli e a

Bari, in ufficio del catasto, dall´ avvocato e parecchie cose."

"Posso offrirLe una tazza di caffè ?" domanda la nonna di Giovanni.

"Grazie, molto volentieri !"

Il nonno sopraggiunge, la nonna porta il caffè e il dolce. Si conversa.

Lucia racconta un po´della sua vita: " Sono nata a Firenze, ero soprano, durante uno spettacolo a Londra ho fatto la conoscenza di Lord of Lammermoor, noi ci siamo sposati, non ho figli. Felice Teorico è il mio unico parente. Per questo ho deciso che Giovanni eredita la mia casa di campagna con i tre ettari di giardino sulla costa del Golfo di Taranto. I documenti li ho qui, prego, li prenda. Il mio ammistratore è informato. Lui è bravo e molto affidabile.

Lei lui non dovrebbe licenziarlo.

Ecco, è tardi, dobbiamo andare, c´è molta strada fino a Gallipoli...."

Il signor Reni la interrompe:" Troppo lontano, quasi cento chilometri, è quasi notte,

sarà una notte tempestosa, sarà molto pericoloso sulle strade. Lei e il suo conducente possono pernottare in casa nostra. Le mostro le camere."

"Sono d´accordo, mille grazie, ma adesso vorrei vedere il suo bebè, se mi permette!"

"Naturalmente," dice Laura. " Oh, com´è carino, assomiglia al suo papà !"

Laura pensa. "come mai, lei non ha visto mai Felice." Ma Laura fa la finta di non sentire queste parole.

La Baronessa scozzese dice:"Ho un piccolo dono di battesimo tartivo per Giovanni."

Lei mette una cassetina di velluto rosso sul lettino del bambino, lui afferra la cosa rossa, lo apre e trenta Fiorini d´oro scivolano sul lettino e il bimbo fa "bla, blu, bla " e sorride.

Che sorpresa per i nonni e la madre. Laura vuole dire qualcosa ma Lucia la inter-

rompe: "Senza discussioni, cara mia, sono monete italiane e devono restare in

Italia, l´ho promesso a una persona. Ma io ritornerò in Scozia e resterò là per sempre."

Il giorno dopo, la tempesta e la pioggia si sono calmate. Il sole bacia la terra. Si siede sotto la pergola di viti per fare la prima colazione. Durante la colazione Lady Lucia convince Laura a partire con lei e andare alla casa in campagna per contemplare l´eredità di Giovanni.

Lucia domanda:" Lei porta suo figlio ?" "Sì, naturalmente, senza il mio piccolino non va proprio niente." "Molto bene, condivido la Sua opinione."

Dopo la colazione si parte verso la costa del Golfo di Taranto. Durante il viaggio

Laura chiede il nome dell´ammistratore. Lucia risponde: La ditta si chiama

>La Vita Verde<, il capo della ditta si chiama Gion, no Gian, no Giacomo, no, credo

Gino....scusi cara mia, l´ho dimenticato...all´eta di ottantatre anni il mio cervello è

stravecchio, è un problema quotidiano." Laura la conforta:" Non ci trovo niente

di male, lo vedremo, si presenterà."

 

Un viaggio dal passato nel futuro

 

Dopo quasi un´ora e mezzo si arriva a un cancello, un magnifico portone di ferro

battuto. L´autista lampeggia due volte e il cancello si apre per magia. Vanno in macchina circa trecento metri attraverso un parco favoloso, un giardino all´inglese,

con i molti fiori, un prato verde saturo, le piante ornamentali in fiore e gli alberi alti.

Davanti a una scala esterna la limousina si ferma e l´autista suona il clacson una volta. Un maggiordomo viene e apre lo sportello della macchina della sua principale, la saluta rispettosamente.

Lady Lammermoor scende dall´auto e dice:" James, si prepari subito per partire a

Scozia, la nostra missione è compiuta!" "Okay Milady, viene fatto."

"Ma dapprima chiami il signor de Lisle, per favore !" "Subito, credo che lui sia nella

serra." Laura sente il nome de Lisle e domanda:" Chi è ?" Lucia risponde sorridente: "Il mio ex-ammistratore, non abbia paura, lui non La morderà mica !"

Laura mormora:" È molto rassicuramente." Ma lei si fa dei pensieri per il nome della

persona. "È che una combinazione, un caso fortuna o si ha regolata la cosa in segretezza senza di me? Ma chi ? Allora è impossibile, non ho parlato con nessuno del mio segreto. Non sarà stata mica Fedela, lei ha la capacità di leggere nel pensiero. Mi ricordo che lei ha detto a me dopo l´orgia alcolica: "Laura, non te la prendere per un uomo, per un marito, le altre madri hanno anche figli! "E lei ha riso.

Laura sa, lei deve stare attenta, soprattutto mantenere il contegno.

Un uomo esce da dietro un rosaio bianco. Laura pensa, " come in passato a Abano

Terme, ma lei non lo può riconoscere perchè il sole l´abbaglia troppo forte, però lei

lo sente parlare. Lui saluta Lucia e la ringrazia molte volte per i suo impegno e dice: "Lei è un dono del cielo, un angelo, non dimenticherò mai quello ha fatto per noi !"

La signora scozzese apre lo sportello posteriore e dice a Jean: Posso presentarLe la signora Laura Teorico, la madre dell´erede della >Villa Futuro Contento < e i nonni di Giovanni, il signor Reni e sua moglie."

Signor de Lisle dice:" Molto lieto, siate benvenuti a casa di vostro nipote, andiamo....."

Dapprima Laura diventa pallida, dopo rossa, di nuovo pallida e poi sviene. Jean la

porta in braccio in casa. Lucia dice:" Ciao", lei e il suo maggiordomo salgono nella

macchina e vanno via. Jean porta Laura in casa, lei è sdraiata sul divano. Apre gli

occhi lentamente. Che cosa è successo ? Dove sono ?" "Hai perso i sensi,tu sei qui da me con tuoi genitori e nostro figlio e spero che tu resti da me con il nostro bambino !" La giovane signora sorride impacciata, versa qualche lacrima di gioia. Lei dice con la voce rotta dai singhiozzi:

"Sì, se tu vuoi resterò con te in eterno, la mia nostalgia, i miei desideri e mie speranze si avverano. Tante, tante grazie caro Jean, tu sei il mio grande amore!"

Laura si ristabilita dalla sorpresa. La nonna si occupa del bimbo e il nonno siede sotto pergola, fuma un sigaro e beve la Grappa a piccoli scorsi. Laura chiede a Jean di fare un colloquio a quattr´occhi. Lui dice:" Volontieri, lo facciamo in giardino, viene con me !" " Jean, avrei una domanda importante da farti." "Prego, cuor mio, che cosa ti opprime ?" "Per quando tempo starai in Italia ?" "Ma tesoro mio, ora e sempre ! Ho la cittadinanza italiana da quattro anni, mi sono laureato in architettura dei gardini e l´orticoltura da cinque mesi. Ho una ditta a Gallipoli, che funziona molto bene da quattro mesi e soprattutto, ho una famiglia da qualche ora, ho la donna dei miei sogni e un figlio. Ho il sangue italiano nelle mie vene dalla nascita come molti corsi e parlo italiano dall´infanzia.

Conosci il giuramento per giurare la vendetta corsa a qualcuno ? Diciamo nella nostra lingua," sua mortale per la mia ferità,", che capisce ogni italiano."

Laura ride forte:" Lasciati abbracciare e baciare, tu superman, il mio superuomo

italiano, sono molto molto fortunata con te, ora e sempre."

"Laura, stella mia, devi sapere che la Corsica apparteneva nell´ undicesimo secolo a Pisa, poi, nel milleduecentottantaquattro a Genova. I genovesi hanno venduto quest´isola alla Francia nel millesettecentosessantotto. Erano proprio falliti o solo stupidi ! Detto per inciso, un mio antenato, un certo signor Rouget de Lisle è andato con Napoleone dalla Corsica in Francia e ha composto il testo e la melodia dell´ inno nazionale di Francia, oggi chiamato La Marsigliese. Allora, si vede, noi corsi siamo i primi europei.

Dopo la conversazione Laura e Jean van nella pergola, coperta di rose bianche e rosse e molte piante. Una pergola nei colori della bandiera italiana.

Il padre di Laura domanda:" Figlia mia, che fai adesso ?" "Molto semplice papà,

resto qui con il padre di mio figlio, con il mio grande amore ." "E che facciamo con

Felice, voi siete sposati !" "Ma papà, il nostro matrimonio esiste solo sulla carta.

Chiederò a Felice il divorzio..." "....ma anche la chiesa, non siamo protestanti o i

franchi muratori. Ascolta Lauretta mia, lascia fare a me queste cose. Conosco il vescovo, troveremo una soluzione. Gli piace il mio vino rosso dei >Colli di Venere < e parlerò anche con Felice, lui ha un monte dei debiti da dodici anni da me."

" Va be´, mio caro papino, fa quello che vuoi, non mi preoccupo, so che tutte cose andranno bene." "Allora, mia figlia, domani devo ritornare a casa. Ho tanto da fare a Pacatoluogo. Devo ispezionare le vigne e l´oliveto e parlare con il vescovo,il sindaco o l´ufficiale di stato civile e Felice. La tua mamma resta qui per aiutarti.

Spero che ti posso raccontare tutto fra una settimana. Incrocia le dita per un buon sucesso perchè possa risolvere il tuo problema !" "Papà, tutto andrà bene, lo prevedo Cosa Nostra farà bene le cose nostre. Abbiamo fortuna che abitiamo nell´Italia del Sud e non nell´ Italia del Nord, per esempio a Trento." "Laura, hai ragione !" "Ma papà, scherzi a parte, riesci in tutto senza COSA NOSTRA, sei furbo come una volpe, Grazie a Dio, meno male !"

Il giorno dopo il signor Reni parte per andare a casa. Laura e la sua mama lavorano in casa, tutte e due han tanto da fare, il tempo scorre troppo rapidamente.

 

L´impresa rischiosa del signor Reni

 

Lunedì: Paolo Reni ispeziona le sue vigne e il suo oliveto. Lui è contento e si dice:

"Credo che avrò una buona vendemmia, anche gli ulivi han buoni frutti."

Martedì: Il padre di Laura va in macchina a Brindisi perchè là c´è la sede vescovile.

Paolo sta davanti a un portale romanico, suona alla porta. Un uomo, vestito in nero,

magro e alto come uno spilungone, con una testa stretta come uno zucchino e un naso come Pinocchio, allora ha un aspetto come un corvo, apre il portale e domanda: "Ma che cosa c´è ?" "Scusi il disturbo, mi chiamo Paolo Reni, vorrei parlare con il vescovo, Sua Eccelenza, il conte Ciano !" "Ora è assolutamente impossibilmente !"

"Va be´, in questo caso devo portare il vino di nuovo a casa mia !"

"Un momento, gentile signore, per favore, L´ annuncio subito alla sua Eccelenza."

"Grazie !" "Sua Eccelenza La prega di entrare !" "Perchè non l´ ha detto subito !"

"Buongiorno Sua Eccelenza, sia lodato Gesu Cristo !" " In eternità amen, buon-

giorno, signor Reni, come sta !" "Grazie, molto bene !"

Il vescovo dice: "Cappellano vada fuori e chiuda la porta....questo curato è attaccato a me come una sanguisuga, credo che lui sia uno spiocino del Cardinale,ora possiamo darci del tu, allora Paolo che cosa vuoi ?"

"Claudio ascolta, circa undici anni fa mia figlia si è sposata in chiesa di Pacatoluogo. Il prete, a quei tempi era quasi cieco, perciò il suo sagrestano incapace ha scritto l´atto di matrimonio e il certificato. Ha scritto tutto sbagliato, per esempio: mi chiamo Reni - come il pittore celebre, GUIDO RENI, lo conosci, lui ha dipinto il quadro ECCE HOMO - il cretino ha sritto Rine. Mia figlia, l´hanno battezzata Laura, ma c´è scritto Raula e per Felice, mio genero, ha scritto Feroce, questa è una offesa !"

"Ma Paolo, questa è l´acqua passata, undici anni fa. Il registro parrocchiale non

interessa a nessuno." "È lo stesso, si dice, errare humanum est, ma errori sono errori, basta con questi !" "Paolo, ti voglio aiutare, ma non so cosa fare."

"Molto semplice, strappare la pagina del registro parrocchiale !"

"Amico mio, questa è una blasfemia e un furto."

"Mio caro Claudio, la chiesa ha rubato davvero molte cose nel corso della sua storia, che cosa è dunque un pezzo di carta. Ma come vuoi, vado dal Cardinale. Ora devo andare a Bari, Orsini mi aspetta, lui vuole comprarmi del vino, ciao Claudio, alla prossima volta !" "Paolo, aspetta un attimo, quanto costa il tuo vino di prima qualità ?"

Il vino di marca >Colli della Venere<, dell´annata millenovocentotrentadue costa centoventi dollari per la bottiglia adesso." "Ma è molto costoso !"

"Sì, fino a oggi questa è la migliore annata." "È un peccato che non abbia il denaro!"

"Claudio, sei il mio caro amico, Orsini è solo un cliente, sai anche che una mano lava l´altra, dopo ci laveremo le nostre facce nella confessionale !"

" D´accordo, lo faccio, quanto me ne dai ?" " Dieci " "No, troppo poco " "Quindici !" "Ancora troppo poco, vorrei venti botteglie !"

"Sei matto, che sono duemilaquattrocento dollari !" "Devo prendermi una sbornia dopo un grandissimo peccato, allora a domani !" "D´ accordo, ma ora o mai !"

"Ora, per meglio dire, subito....Cappellano vieni, per favore !" "Eccomi, Capo !"

"Cappellano, prendi mia macchina e vai a Pacatoluogo...." "...Scusi, capo santo, sono informato....la porta è sottile." "Vai via, non parlare, agisci ! Paolo, pranza con me, dobbiamo aspettare circa due ore." "Grazie, volontieri !"

"Suor Angelica, due coperti, per cortesia, ho un ospite !" "Con piacere, mio caro vescovino, sto servendo !"

"Perbacco, Claudio, tu hai una bellezza come governante." "Sì, lei è una Soeur Blanche di Francia, ha lavorato in Algeria, venne espulsa." "Tu non devi andare di più alla callista ?" "È proprio così, Angelica fa tutto molto bene, sono molto contento di lei." "Ti attieni al celibato , a proposito il celibato, credi che il Vaticano lo abroghi, prima o poì ?" "Sì, forse, ma non vivrò più quando ci sarà revoca, ma eventualmente miei figli o nipoti. Il Cappellano viene, un altro tema ! Allora Cesarone, è andato benissimo tutto ?" "Sì, Reverendo, senza problemi. Il prete non era in canonica, era dalla sua callista, come ogni martedì pomeriggio, mi ha detto questo, con un ghigno beffardo, la moglie del sagrestano, lei stava pulendo la sagrestia. Le ho detto che devo controllare il registro parrocchiale. La donna ha detto che è in sagrestia nell´armadio a sinistra in alto, tutto è andato rapidamente. Ho il foglio di carta. Prego, signor Reni, lo prenda !" "Tante grazie Cappellano, ho una busta per Lei, Prenda in considerazione che il silenzio è d´oro !" "Ho capito, Signore, Lei si può fidare di me, sono muto come una tomba." "È va bene, andiamo a prendere il vino dalla macchina !" "Dai Paolo, vorrei vedere e leggere il foglio del registro !" "Sì, Claudio, ma più tardi, dapprima prendi le venti bottiglie. Bene, amico mio, siamo pari per oggi, basta così. Ciao, alla prossima volta !"

"Paolo, Paolo il foglio, lo voglio leggere !" "Più tardi, sono in ritardo, Orsini mi

aspetta !"

Paolo Reni sale in macchina e va via. Lui canticchia a bocca chiusa una melodia

simile alla marcia trionfale dell´"Aida". Si dice: "È più conveniente, un permesso di

divorzio del Vaticano sarebbe più costoso e Orsini dovrà pagare anche il vino del vescovo, lui nuota nell´oro perchè lui ha avuto, come antenati, nella sua famiglia, tre pontefici: Celestino terzo, Nicola terzo e Benedetto tredicesimo. E domani prenderò Felice di petto."

Mercoledì: Signor Reni sta andando dal Vicolo delle Capre per fare una visita a suo

genero. Paolo incontra per strada la dottoressa Fortunato. "Buongiorno Dottoressa,

come sta ?" "Tante grazie, signor Reni, abbastanza bene, e come Lei sta e la sua

famiglia ?" "Molte grazie, tutto in ordine, ma io ho molto da fare."

"Saluti a Laura, alla mia la più cara amica ! Che cosa fa ?"

"Laura e mio nipote sono in vacanza sul Golfo di Taranto." "Ecco sì, ora mi ricordo,

nella casa ereditata da Giovanni, là è un bravissimo amministratore !"

"Non lo so, ma può essere. Scusi dottoressa, ho fretta, saluti suo marito, alla prossima volta, arrivederla !" Paolo si dice: " Come lo sa, la stupida, è strano ?"

Ecco la casa di Felice. Il suocero suona il campanello. Felice apre la porta, ma lui non è rasato, nè pettinato nè lavato e ancora nel pigiama.

"Mamma mia, proprio tu suocero, ho pensato che mia moglie fosse ritornata, dove è lei ?" "Lei è in vacanza, per meglio dire, fa una cura vicino di Gallipoli. Felice, devo parlare con te, soltanto un attimo." "Andiamo nello studio !"

"Ascolta Felice, Laura vuole chiedere il divorzio, è per il tuo bene ma anche per Laura e mio nipote !" "No, questo è decisamente troppo !" "Perchè ?" "Siamo cattolici, ci siamo sposati in Chiesa, allora è un divorzio impossibile !" "Questo non lo sapevo, voi siete vi sposati in Chiesa, non mi ricordo. Hai un certificato ecclesiastico di matrimonio ?" "Ce l´ho, naturalmente !" "Mostramelo !" "Un attimo....eccolo !"

"Potrei leggerlo ?" "Sì, ovviamente !" "Potrei fumare ?" "Prego !" "Mi dai del fuoco, per favore...grazie...ma è terribile, il tuo certificato è in fiamme !" "Non pre-

occuparti, vado a prendere una copia !" "Bene così ! Ma che fai se Laura chiede il

divorczio senza il consenso della Chiesa ?" "Dico di no, un divorczio è molto caro,

troppo caro per me !"

"Posso aiutarti, ho il denaro e tu ha una montagna dei debiti da me !" "È giusto, qualche lira !" "Qualche lira, sei matto, il debito ammonta a più di cinquantamila dollari !" "Dollari ?" "Mi ha dato soltanto lire !" "La lira è molto debole, calcolo in dollari, ora e sempre !"

"Suocero, sia clemente, prima perdo la moglie, dopo il mio denaro. L´ultima cosa mi farà morire !" "So, l´avaro miserabile, ti faccio una proposta, per prima cosa: se accosenti il divorzio, io pagherò l´avvocato e la causa di divorzio. In secondo luogo: riununci alla paternità di Giovanni, perciò non devi pagare gli alimenti a Laura - allora puoi risparmiare che è la tua passione. In terzo luogo: mi intesti la tua casa e ti rimetto i tuoi debiti."

"Sono d´accordo con tua proposta perchè cambierò il luogo di residenza, lavoro da

qualche settimana a Brindisi. Facciamo tutto per iscritto subito e addio per sempre,

caro suocero!" "Molto molto volentieri e buona fortuna a Brindisi !"

Il signor Reni è molto contento e dice forte e chiaro - in strada - sono più furbo di

questo professore, questo teorico, questo topo di biblioteca. Ciò è il secondo coup, il terzo sta per succedere !"

Giovedì: Oggi Paolo vuole recarsi dal Sindaco che è un osso duro per il sig. Reni.

Il Borgomastro, Petro Corretto, è un membro del Partito Democratico di Sinistra.

Il sig.Reni è piuttosto di destra. Tutti e due non si vogliono tanto bene. Ma ogni

domenica, dopo la santa messa , vanno insieme nella "Vecchia Botte" alla bevuta mattutina.

Paolo si dice: "Devo agire con la caudela, anche l´aspetto deve essere esatto".

Lui si mette il suo vestito nero e il suo >Ordine al Merito del Lavoro<. Da venti

anni sig. Reni è un Cavaliere dell´ Ordine al Marito del Lavoro. Il Sindaco non ha

un ordine, forse lui è invidioso di Paolo.

Il Sindaco accoglie il sig.Reni calorosamente: "Buongiorno Cavaliere, cosa posso fare per Lei ?" "Buongiorno Sindaco, vorrei avanzare una richiesta nelle cose di stato civile di mia figlia. Lei vuole il divorzio, suo marito è d´accordo. Oggi voglio cambiare il suo cognome." "Scusi Cavaliere, questo non è di mia competenza, prego vada dall´ufficio di stato civile !" "Va be´, sig. Corretto, e come sta ?"

"Grazie, a casa mia stanno tutti benone, ma la nostra città mi dà dei pensieri.

Non so dove sbattere la testa. Manca il denaro. La scuola materna è troppo piccola, ne abbiamo bisogno di una seconda." "È un gran peccato che il denaro manca - soprattutto per i bambini e i loro genitori, ma io posso aiutarLa !" "Con che cosa e come ?"

"Ho una casa, abbastanza grande, di circa duecento metri quadri, con la cantina e un solaio, la si può ristruttuare." "Quanto costa ?" "Niente per la città !" "Non lo credo !" "Do la mia parola d´onore come cavaliere ! Lei aiutar me, io aiuterò la città.

E nel caso che Lei procura gratis un asilo d´infanzia per la città riceverà un ordine. Un amico mio, che lavora a Bari, al Governo regionale della Puglia, mi ha raccontato, che Lei è stato proposto per la >Stella d´Italia<, solo una piccola cosa manca ancora." "Sono senza parole, venga, facciamo un brindisi alla Stella d´Italia nella Vecchia Botte !" "Volontieri Sindaco, ma dapprima il lavoro dopo il divertimento !" "Sì, ha ragione, sbrighiamo subito la cosa. L´ufficiale di stato civile è libero, allora possiamo manipolare con calma. Allora Cavaliere, che cosa vuole ?"

"Dapprima prenda gli atti di mia figlia, cambi il cognome, scriva RENI, l´ altre cose

le lasciamo come sono scritte ma il matrimonio con rito civile lo elemini. In secondo

luogo prenda gli atti di mio nipote e cambi il nome di battesimo in GIOVANNI- PAOLO e il cognome in BARONE de LISLE, in terzo luogo: padre di Giovanni-

Paolo, nome: Jean, cognome: Barone de Lisle, luogo di nascita: Ajaccio / Corsica,

data di nascita: ecco, ricopi. Residenza: Gallipoli, Riva di Taranto, Villa del Futuro

Contento. In quarto luogo: madre di Giovanni-Paolo: cognome RENI, gli altri dati personali come scritto, questo è tutto, grazie ! Gentile sig. Corretto, ecco il documento con autentica notariale per la casa !"

"Tante grazie Cavaliere, in nome della città. Sig. Reni, Lei sarà cittadino onario di

Pacatoluogo ! A presto !"

Il sig. Reni è molto contento, lui ha risparmiato le tasse, il denaro per l´avvocato e per restauro della catapecchia di Felice ."

 

Tutto è bene quel che finisce è bene

 

Il papà va a trovare sua figlia a Gallipoli. La gioia è grande. Paolo racconta le sue

esperienze, le sue avventure - con il vescovo, con Felice e con il sindaco - della

sua famiglia. Laura giubila per i successi di suo padre. La moglie di Paolo scuote la testa e dice: "Quest´uomo è tanto ingurabile, che da trenta anni, a causa sua ho già i primi capelli bianchi." E Jean dice: "È stato molto furbo, ma ai margini della legalità, ma >honni soit qui mal y pense L´uomo buono, in suo impulso losco è pienamente consapevole dei mezzi giusti<" (di Goethe).

Alla fine i tutti sono molto contenti. Laura e Jean guardano con ottimismo al futuro.

E loro se non morti, vivono ancora oggi.

 

 

L´epilogo

Difficile est non satiram scribere ( Juvenal )

 

dr.blibal@-online.de

 

 

 

Annotazione:

Tutti i nomi delle persone sono inventati, anche il nome di luogo

>Pacatoluogo< è escogitato.

   
 
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