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Autore: Niaile    23/05/2015    2 recensioni
Nella vita molte volte ci si ritrova a dover affrontare mostri e fantasmi. Sana è innamorata di lui da sempre anche se se n'è accorta tardi, Akito sta con un'altra da due anni, una gita, tanto alcool e una professoressa che capisce l'amore e cerca di aiutare, amici e tante parole!
Una storia rivisitata di Sana e Akito!
[Non siate timidi e fatemi sapere cosa ne pensate, dai]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buona lettura:

Sono a scuola. É a scuola anche lui. Siamo tornati sabato da Vienna e ancora non so se lui, quella sera, abbia sentito tutto o no. Se sa, si sta comportando in un modo fuori da ogni previsione: non mi sta proprio calcolando. Se non sa, beh.. É molto più probabile che lui non sappia. Eppure io lo avevo gridato solo qualche metro lontano da lui, o almeno questo era quello che mi avevano detto. 
Comunque, lui sta lì, dietro di me come in tutti questi mesi. Un anno strano questo qui. Sempre insieme e invece adesso mi snobba. Io lo so, però, il perché, è lei. È quella brutta troia che non gli permette di parlarmi! Ma cosa le avrò mai fatto? Dovrebbe essere molto felice, invece, nessun'altra avrebbe fatto come me: cinque anni ad amarlo e quando lei, due anni fa, è riuscita a conquistarlo, io mi sono subito fatta da parte. Soffrendo tantissimo ma continuando a sorridergli come quando eravamo io e lui.
-La finisci?
Non capisco perché, ogni volta che sto più di dieci minuti in silenzio, devo per forza aver fatto qualcosa, secondo questa deficiente con i capelli troppo neri e gli occhi troppo affilati che non è altro che la mia migliore amica.
-Che c'è?
-Sono dieci minuti che parlo e non mi ascolti.
Sguardo incazzato e banco tutto disegnato.. Ma cosa avrà mai detto?
-Ho sonno!
-Stai pensando a lui!
Ecco, è sempre così con loro tutti, se sto zitta penso a lui, se non mangio penso a lui, se non esco penso a lui, se non studio penso a lui, se ho la febbre è perché penso a lui. E poi... Penso veramente a lui. Ormai sono un clichè!
-Fai paura quando ti isoli. 
e ritorna a sorridere, per fortuna!
-Aya, per favore, stavo soltanto...
-... Pensando a lui!
Di nuovo!!!
-E se anche fosse?- sono esasperata da tutta questa loro preoccupazione!
-Ti fa male! Pensare, tenerti tutto dentro e poi guardarlo come se per te non esistesse. TI FA MALE!
-Signorina Smith, SILENZIO!
Ecco ci mancava soltanto il professore a rimproverarci!
-Aya, ne parliamo dopo eh?
-Possiamo anche non parlarne, tanto tu non cambi idea!
-Esatto. Ora copia!
Silenzio, finalmente. Non prima di avermi incenerito con lo sguardo, ovviamente. Lo so che lei, che gli altri, lo fanno per me, ma loro non capiscono ciò che provo! Ho iniziato il liceo piena di nuove speranze e nuovi sogni ed eccomi qui, qualche mese prima della maturità, diversa soltanto per il taglio di capelli. La mia vita si è fermata alla monotonia del quarto ginnasio, quando in preda ad un nuova e orribile consapevolezza, non sono più riuscita a guardarlo negli occhi. Lui, sempre lui da quattro anni, ormai. Eppure Akito c'era sempre stato. All'inizio era solo uno dei miei migliori amici, ma dovevo rendermene conto subito che così non era, dato xhe per lui mi sono sempre annulata. No, ovviamente dovevo capirlo "solo" quattro anni fa e rovinarmi il resto dei miei anni migliori. Per Akito. Sempre! 
Era aprile e lui stava un banco sotto di me, giocavamo e scherzavamo con un po' troppa malizia per quell'età.. Le mie prime esperienze le ho vissute insieme a lui, ma lui ci provava spudoratamente con una mia compagna di classe, bella e intelligente. Diversa da me. Io ero soltanto l'amica che accettava qualsiasi gioco e con cui condividere qualsiasi idea. Ma in quei tempi, almeno, eravamo amici. Un giorno, durante l'ennesima ricreazione, mi ritrovo vittima del destino o dell'ironia della sorte, mi ritrovo stretta a lui per fare ingelosire lei. Lì la sconvolgente idea di essermi irrimediabilmente innamorata di lui. Innamorata in due secondi? No, non credo a questo tipo di amore, il mio è stato un lento cammino di distruzione interna e solo quando non sono più riuscita a sopportare lei e la sua stupida convinzione di non essere lui l'uomo perfetto, quando ho capito che ad esser gelosa ero io e non lei, allora non ho più potuto nasconderlo! 
Lui dal sorriso semplice e così raro da essere contagioso, dal corpo slanciato ma troppo magro, dagli occhi dorati e profondi, dai capelli dorati.. Quei capelli che da anni sogno di toccare, toccare non con l'ingenuità di bambini che ci caratterizzava un tempo, ma con la voglia di scoprirci che ci caratterizza adesso.
È strano, ma più una cosa si desidera più non si ha il coraggio di averla.
Dopo la mia compagna di classe, dopo che con lei non riusciva più a trovare un compromesso, durante la nostra terza gita, lui incontra un'altra ragazza. Ed eccomi di nuovo vittima di quel bastardo del destino, proprio quando avevo deciso di dar retta alle mie amiche, quando finalmente mi ero autoconvinta che anch'io potevo essere amata, lui bacia lei. La nuova, la simpatica, la bella, ancora una volta il contrario di me nonostante tutti dicano mi somigli, nonostante il viso a cuoricino sia così simile al mio, lui ha scelto lei.. AHIA.. Aya, mi guarda male e mi ha appena pizzicato, perché ogni tanto dimentico di essere in classe?
-Sana, ma mi sta ascoltando?- il professore di filosofia sta avvicinando pericolosamente la penna al registro, chissà da quando mi chiama,ma Aya rincorreva unicorni o cosa?
-Si prof, mi scusi ma non sto tanto bene. Mi dica.
-Ti chiederei cosa Hegel intendeva per "Dialettica servo-padrone" ma sei così pallida e distratta che preferisco tu vada in bagno a riprenderti un po'!
-No prof, posso risponderle!
-Fuori!
Ecco, e io che ho studiato pomeriggi interi Hegel.. lui e la sua idea di romanticismo, di amore come bisogno dell'anima,come un'unità e poi il suo improvviso cambio d'idea, l'amore che non esiste l'amore che disturba i pensieri, l'uomo che regola i suoi rapporti con l'odio e non con l'amore e poi la dialettica servo-padrone. Si prof, avrei saputo risponderle e avrei anche finalentemente urlato in faccia a lui che adesso, anch'io la penso come Hegel. Invece sono in bagno a guardarmi allo specchio ed a confermare le mie solite paranoie: sono troppo diversa dalle sue "lei" e troppo poco, per lui!
-Sana, possiamo parlare?
-Tsu?- Esco dal bagno e mi ritrovo un Tsuyoshi particolarmente preoccupato. Ma che succede oggi?
-Come mai si stava parlando di Hegel e tu non ascoltavi?
Ma sono veramente cosi scontata?
-Ero distratta!
-Ho sentito quello che ti ha detto Aya.
Mi preoccupa il tono basso con cui ha parlato!
-E ho sentito anche cosa tu hai urlato, ubriaca, in albergo mercoledì!
OH. CAZZO.
-Perché non ne hai parlato con me?
-Perché avrei dovuto?
-Sono il suo migliore amico, avrei potuto evitare tante cose!!
-Avresti potuto evitare i loro due anni di fidanzamento?
-Beh..
-Ecco!
-Dove vai?
-Ho bisogno d'aria!
Devo assolutamente andarmene. Se Tsu ha sentito allora lo ha fatto pure lui o se non lo ha fatto, Tsu glielo avrà sicuramente detto! E lui non mi parla! Quindi è così che doveva finire? Lui che lo scopriva a causa della mia mente poco sobria e delle mie urla malamente soffocate? E dal suo migliore amico che tentava di mettermi in buona luce? Ma quindi anche lei lo sa! Merda!
-Possiamo parlare? La smetti di scappare?
-Non sto scappando!
-Lo hai appena fatto!
-Tsu, ma che ti devo dire?
-Non lo so. Non so che cosa provi, cosa pensi, ma mi preoccupa il fatto che tu, durante la materia che adori e proprio durante il tuo filosofo preferito, ti distrai! E si, la penso come Aya, non dovresti pensare a lui se ti fa stare male!
-Glielo hai detto?
-Ma sei cretina?
-Tsu!
-Certo che no. Lui non lo sa.
-E non lo dovrà sapere.
-Spetta a te deciderlo!
-L'ho deciso il giorno in cui ho capito di non essere abbastanza!
Essere abbraccia è la cosa che più mi piace al mondo. Stare tra le braccia di qualcuno che mi ami è il posto che aspetto da anni! Tsuyoshi mi vuole bene, ma io so che continuerò sempre ad essere l'amica a cui tutti vogliono bene e l'amore di nessuno.
-Tsu non ci riesco. Sono passati troppi anni per credere di riuscire ad accettarlo. Troppi anni in cui niente mi ha spinto a credere che tra noi potesse esserci qualcosa. Come posso parlare d'amore se tra me e lui non c'è mai stato niente?
-C'è stato tanto, invece, sai bene che per lui sei comunque importante!
-Non mi parla, non mi guarda.
-...
Il silenzio di Tsuyoshi mi fa aprire gli occhi chiusi, stretti nell'oscurità dell'oblio che la mia mente non accetta.
Lui è di fronte a noi. La sua felpa blu, troppo larga, nasconde le sue mani e in testa il mio cappello verde stona con la sua figura triste. Ma da quando ha il mio cappello?
-Il professore vuole che rientri Tsu, mentre vuole sapere come stai tu, Kurata!
Solo lui mi chiama così. Con quel tono dolce trasforma il mio cognome in una sinfonia così colorata che nessuno dovrebbe mai chiamarmi per cognome, se non solo lui. Solo lui mi chiama così, un po' a sottolineare ciò che Tsuyoshi, due minuti fa, mi aveva sussurrato all'orecchio!
Tsu abbandona l'abbraccio e se ne va, lui aspetta ancora me. Ora sto peggio di prima. Mi ha parlato, finalmente. Mi ha guardato e mi ha parlato. Per un attimo è tornato tutto come prima.
-Dì al prof che preferisco stare un po' fuori.
-Kurata, cos'hai?
Si sta avvicinando. È pericolosamente vicino. Mi accarezza una guancia e mi sfiora la fronte.
-Sei rossa e calda, ma non credo sia febbre.
Svengo. Altro che febbre.
-Nonono. Sono solo un po' stanca. Sai la gita, il rientro..
-.. Quella brutta sbronza!
Sorride e mi scompiglia i capelli. Sorride e mi scompiglia il cuore. Perché lui può e io no?
-È inquietante non sentirti parlare, in 10 non sei mai stata così silenziosa.
Sorride e dentro urlo. Sorride e dentro muoio.
-Dai rientra altrimenti il prof rimprovera te!
-No, sa che sono in bagno! Fuka...
Fuka. Ancora lei a rovinare tutto, sempre lei tra me e lui. E continua a parlare, forse dovrei annuire, forse dovrei rientrare.
-Kurata, mi ascolti?
-Eh?! Si!
-Tu oggi stai proprio male..
Come puó preoccuparsi per me e nel mentre parlare di lei? Come può farmi questo?
-Stavo dicendo che lei esce prima e... Oh eccola!
Già, la vedo. È te che non vedo più perché sei subito corso a baciarla! 
-Sana!
-Oh, professoressa!
Eccola lì, la mia tanto odiata professoressa di inglese che quella notte mi ha stretta e mi ha portata lontano da lui. Lo ha fatto per me! Cosa le avrò mai detto? Ricordo soltanto che mi ha detto che anche lei sta male a causa del divorzio con suo marito e che anche lei vorrebbe urlargli in faccia che lo ama ancora, ma a volte..
-Sana, ricorda che a volte, specialmente in questi momenti, l'orgoglio è più importante! Ora entra in classe dai, sto arrivando! 
Sorrido e rientro, già, in questi momenti...
-Come stai?
I miei cari amici, tutti pronti a gridare per me! Cari, carissimi!
-Sto bene, avevo solo bisogno di un po' d'aria!
Aya e Tsu mi fulminano con gli occhi!
E ora c'è anche lui. E Tsu e Aya continuano a guardarmi di sottecchi. Perfetto, la prof è entrata e ora nessuno farà più caso a me!
-Bene, ragazzi, oggi più che spiegare, mi preme raccontarvi un aneddoto che forse vi aiuterà più di ogni altra lezione.
Prende un respiro e mi guarda. Oggi ci mancava soltanto lei!
-Con l'età che avanza posso dirvi che se non state bene con una persona non dovete fingere, ne va della vostra felicità. Che l'amore non è un bacio dopo la campana a fine ricreazione, ma una mano sulla spalla dopo una giornata stressante. È presenza, non asfissiante ma desiderata. Non è "quella ti ha guardato, non parlarle più!". L'amore è vivere con la voglia di stare bene e se non state bene anche solo un attimo, non è quella giusta, o giusto, perché con il mio cane io sto bene sempre. Non sto parlando delle giornate no con il mondo, ma di tutti i momemi no in una coppia. Le giornate no si superano insieme, i momenti no si superano separatamente e l'amore non è separazione. Cari miei, in trent'anni di servizio ho visitato il mondo e tanti hotel, e proprio in una camera d'hotel al freddo, una mia alunna, toppo sincera per via della quantità abbondante di alcool nel corpo, con il viso inzuppato di lacrime e le mani strette nelle mie, mi ha detto che l'amore, secondo lei, è scegliere. È più romantico sceglierla una persona, che dichiararsi al mare, perché scegliendo hai fatto la tua dichiarazione senza aver bisogno di parole o stelle, perché nel momento in cui scegli elimini tutte le altre, perché se scegli, decidi che il dubbio non è importante. È rischio. È fortuna. È voglia. È amore. Perché se da un lato c'è una persona e dall'altro un'altra, voltandoti dai le spalle ad una possibile vita e nel momento in cui tu, persona che aspetti in un lato, lo vedi avanzare verso di te, mandi a quel paese le stelle, il mare, le rose, le parole. Ma lei, è sempre stata quella persona a cui tutti danno le spalle, non è mai stata scelta e la sensazione di vedere le spalle della persona per cui si sceglierebbe anche il fuoco e la dannazione eterna, è puramente il silenzio, la scelta di non proferir parola, di non far trapelare nulla. Di non credere all'amore. Cari miei, scegliete bene, perché quella ragazza era pronta a scegliere il fuoco per lui e lui, invece, ha scelto i momenti no!
Aveva smesso. Ora tutti guardavano me. Ecco, allora, cosa le avevo detto quella sera. MERDA. MERDA. MERDA. Tsu guarda lui, la professoressa guarda lui, chi sa, però, continua a guardare me, chi non sa osserva perplesso la scena. Ho bisogno d'aria di nuovo. Devo uscire. No, non in balcone. Fuori, fuori in palestra. Finalmente silenzio. Ma perché doveva per forza parlarne così, con tutti questi riferimenti, e perché doveva guardarlo mentre finiva di parlare! Cosa ho combinato?
-Belle parole, veramente!
Lo sapevo! E ora, la professoressa tanto intelligente, dov'è?
-Perche non me ne hai mai parlato? 
È lontano, non si avvicina, mi guarda. Tutto questo in una giornata sola. Diciotto anni di assurda monotonia e poi tutto in fretta!
-Come puoi accusaremi di non averti scelto se non mi hai mai dato motivo di scegliere?
Mi sta guardando e io non ho il coraggio di alzare gli occhi dalle sue scarpe.
-PARLA CAZZO!
-Ero ubriaca!
-In vino veritas!
Da oggi astemia!
-Sana, guardami per favore!!
Sana....
-Mi avresti scelto?
-..
-Ecco!
Ora lo guardo e vedo un esserino piccolo piccolo che vorrebbe esplodere. Ma io che colpa ne ho?
-Come puoi esserne così sicura?
-Ti conosco da dieci anni e per te sono solo stata l'amica che, a differenza delle altre, si accollava tutto. C'è stata Kasha poi Fuka. Dove dovevo incastrarmi io che tra di loro non ci vado bene?
-Andavi bene per me. Sei sempre andata bene per me!
Mi alzo e gli rompo il naso! Ho deciso!
-Guardami e dimmi quello che tutti ormai sanno!
-Perché?
-Fallo!
Non ha gridato eppure la sua voce mi è arrivata forte.
Brividi.
-Ti amo.
Brividi. 
Mi guarda e non si muove. È questo che intendeva con "lo sanno tutti" no? Perché non parla? Perché non si muove. 
Ed eccolo lì il bacio che aspetto da una vita! Mi ha baciata! Mi ha stretto forte e mi ha baciata delicatamente! Sensazioni e sapori che non dimenticherò più. E ora se ne va. E ora mi siedo. E ora aspetto che il mio cuore smetta di sperare e accetti.
-Kurata!!
Mi sta chiamando! É lí che mi aspetta! É lì che mi sorride! È lì per me!






Pensieri e parole:
So che questi non sono i veri e propro Sana e Akito, che Fuka non è così male e che l'ordinamento scolastico giapponese non è così, ma quello che ho scritto è ciò che ho vissuto io e Sana e Akito sono perfetti per interpretare me e lui. Anche se in questa storia mi sono concessa una parvenza di lieto fine vi assicuro che niente è andato così quel giorno!!
Stavo studiando costituzionale quando ho letto Vienna e allora ho ripensato a tutto quello che era successo! Romanzando, scrivendo e immaginando ciò che io avrei voluto! Spero vi sia piaciuto! Sarebbe davvero molto bello sapere cosa ne pensate! Recensite? Ve ne sarei immensamente grata!
Vivogliotroppobene
Sempre vostra Nia <3
   
 
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