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Autore: La_Birba    24/05/2015    4 recensioni
ehilà :) sono tornata con la mia coppia preferita :) Bulma e Vegeta ovviamente :) questa volta ho unito la classica favola de "la bella e la bestia" alla mia coppia preferita :) premetto che adoro la versione disney, ma questa per ovvi motivi l'ho dovuta riadattare, reinventandomela in un modo tutto mio :)
dal testo del primo capito:
...Il re Vegeta amato da tutti fu impiccato in pubblica piazza per essersi opposto. Non tutti sapevano che il sovrano aveva un figlio, il principe Vegeta. Freezer una volta scoperto, si dice, che lo uccise. Il castello fu inghiottito dal bosco, inglobando ogni cosa, insieme all'unico vero erede.....
Spero che vi abbia un po' incuriosito :) fatemi sapere cosa ne pensate e spero vi piaccia :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Freezer, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Oscurità

 

 

Il matrimonio sarebbe stato celebrato tra esattamente 6 giorni. Bulma aveva già un piano nella sua mente, doveva solo aspettare per attuarlo. Aveva deciso che sarebbe fuggita il giorno delle nozze, si sarebbe avventurata nel bosco. Molte persone dicevano che era maledetto, che se vi entravi morivi, eppure suo padre diceva che era lì da qualche parte il castello del principe. Si diceva fosse morto, ma nella testa Bulma vi era una domanda: “Se è vero perchè non lo ha ucciso in pubblica piazza come ha fatto con il re?”. Questo pensiero l'aveva convinta che da qualche parte in quella boscaglia ci fosse l'unico vero erede. L'avrebbe trovato e convinto a battersi contro quel despota. All'inizio della tirannia, i più forti ragazzi del villaggio avevano provato a fronteggiarlo, ma erano stati tutti sconfitti. Nessuno sa in che modo, dato che i combattimenti erano avvenuti nella grande reggia. Questa enorme casa, simile più a un castello, era spuntata dal terreno il giorno dell'arrivo di Freezer. La terra quel giorno tremò fino al tramonto. Il panico si era divulgato nel villaggio, scoprirono la vera paura solo una volta conosciuto Freezer.

Il padre della ragazza, non conoscendo ancora il suo piano, e ricordandosi perfettamente quella triste giornata di sedici anni addietro, era ancora restio a dare sua figlia in sposa a tale soggetto. Ogni giorno provava a dissuadere la figlia, magari li avrebbero frustati, ma era certo che qualunque cosa sarebbe stata meglio che darla in mano a quel vile.

 

Bulma aveva architettato il suo piano senza dire nulla al padre. Era ancora incerta, non poteva portarlo con lei perchè si sarebbe affaticato troppo, però sapeva che se fosse rimasto al villaggio l'avrebbero sicuramente torturato. Si stava organizzando mettendo un po' di cibo da parte, non avrebbe trovato nulla di commestibile in quell'oscura foresta, e non poteva sicuramente morire di fame alla ricerca del castello. Decise che avrebbe scritto una lettera per poi lasciarla a Freezer. Avrebbe scritto poche righe, “Non posso sposarvi perchè non vi merito, vi prego di perdonarmi, troverete di certo una nobile ragazza per convogliare a giuste nozze”.

Erano solo bugie era ovvio, ma era l'unica cosa che poteva fare. Il padre era malato e sarebbe morto di sforzi nella foresta, non l'avrebbe salvato da torture ma forse non l'avrebbero condannato a morte.

I preparativi continuavano, i servitori avevano portato diverse stoffe pregiate a casa di Bulma, ma alla fine dei conti, era stato Freezer a sceglierla, un tipo di seta viola, come la pelle di quel mostro e con vari pizzi e merletti. Il sarto le cucì un vestito perfetto ma che per lei era troppo sensuale. Risaltava le sue forme, mettendo in evidenzia il seno già abbonante per essere una così gracile ragazza. Il villaggio non si era allietato a tale notizia ma provava pena per la giovane. L'unica cosa per cui rallegrasi un po' era che avrebbero banchettato per l'intera giornata.

 

Bulma riuscì a mettere da parte più cibo di quanto pensasse, in quanto i servitori del suo “futuro marito” portavano ogni giorno per più volte cibo da assaggiare per il pranzo di nozze. Non riusciva proprio a capire come fosse possibile che Freezer possedesse tutto quel cibo? Essendo però non umano si diede la spiegazione più ovvia: con qualche suo strano potere magico.

Il fatidico giorno arrivò troppo presto. Bulma lasciò una lettera sotto il cuscino del padre, premurandosi di non svegliarlo, spiegandogli tutto quello che avrebbe fatto e dicendogli che non si doveva preoccupare per lei. Era una donna forte, sapeva badare a se stessa. Gli scrisse anche di bruciarla, così se avessero rovistato a casa loro non avrebbero trovato niente. Lasciò l'altra lettera destinata allo sposo sul tavolo. Bulma uscì di casa, la notte era ancora oscura, sarebbe stata già lontana quando si sarebbero svegliati tutti. Aveva solo una candela per illuminarsi il cammino davanti a sé, prese il suo fagotto con il cibo e partì. La foresta era tetra, la luce della candela trasformava le ombre in oscuri demoni. La ragazza aveva paura ma non demordeva, doveva allontanarsi il più possibile dal villaggio, poi avrebbe cercato il castello. Un'aria gelida le spense l'unica sua fonte di luce. Si ritrovò smarrita in mezzo al bosco, ad ogni suo passo sentiva strani versi.
“ Ė tutto nella tua testa, non c'è niente, stai tranquilla Bulma” si continuava a ripetere come una cantilena. Andò un po' a tentoni, più volte cadde per terra. Il cuore le batteva forte, poi in lontananza le parve di sentire un ruggito. Il cuore si fermò un attimo, perse un battito e poi aumentò nuovamente il ritmo. Le tremavano le gambe, non riusciva a stare in piedi. Il tremore arrivò anche a alle mani. La paura aveva preso il controllo sul suo corpo. Era da sola in mezzo al bosco, nel buio più profondo. Il giorno non si distingueva dalla notte, tanto erano fitti i rami della foresta. Aveva perso il senso del tempo e dell'orientamento, non sapeva se aveva camminato per ore o solo per pochi minuti. Si sentiva stanca e spossata. Provò ad alzarsi e fare ancora qualche passo, sentì di nuovo uno strano ringhio, stavolta però provenire dalle sue spalle o almeno così credeva. Si mise a gridare e poi scattò in piedi iniziò a correre per un'improvvisa scarica di adrenalina. Non poteva morire sbranata da qualche strano animale, capì che non avrebbe dovuto gridare perchè non sapeva neppure se era davvero così lontana dal villaggio. Non vedendo dove andava precipitò a terra e svenne.

 

Si svegliò varie ore dopo in un enorme letto a baldacchino. La testa le doleva, se la tastò e sentì delle fasciature. Subito credette di essere morta e di essere in un qualche mondo speciale dove solo i morti possono andare, poi si guardò intorno. Era in una stanza degna di una regina, quella sola camera era più grossa della sua intera casa. Il cuore iniziò a battere forte, era sicura di essere alla reggia di Lord Freezer. “Mi hanno catturata, ora come farò? Verrò giustiziata e sicuramente mio padre con me..”. Calde lacrime sgorgarono dai suoi occhi. Rimase a letto ancora un po'. Non voleva già dire addio a questo mondo. Appena si fu calma e asciugata gli occhi, si alzò per andare alla finestra. Voleva vedere cosa stava succedendo in piazza. Non sentiva il minimo rumore provenire da fuori, solo le assi di legno del pavimento scricchiolare ad ogni suo passo. Una volta arrivata alla finestra prese un bel respiro e aprì le tende. Dinanzi a lei solo alberi, arrivavano fino all'orizzonte. Non c'era altra finestra in quella stanza così decise di girovagare. Magari era in una stanza della reggia che dava sul bosco. Prese il candelabro per farsi luce in quel luogo a lei oscuro. Era immenso, nei corridoi c'erano affreschi meravigliosi, uno dei quali era certa rappresentasse il Re Vegeta. Suo padre, anni prima gli aveva mostrato un ritratto simile.

Si doveva appoggiare sui muri per camminare, trascinava una gamba. Si era ferita nel bosco. Le doleva non poco. Quel posto di quel passo lo avrebbe finito di visitare tra un paio di secoli. Decise di scendere l'enorme scalinata. L'atrio era immenso, ma avvolto dalla semi oscurità. C'erano giusto un paio di candele qua e là, ma nulla di più. Le iniziarono a venire i brividi, per quanto fosse un posto meraviglioso, era freddo e umido. Entrò in una stanza con un camino acceso e si sedette davanti per godere del calore. Quella stanza era completamente buia, solo il fuoco rischiarava l'ambiente.

 

Dopo poco sentì dei passi dietro di lei,si voltò ma tra le ombre non riuscì a scorgere niente. Pensò di essersi immaginata tutto, poi pensò fosse Freezer, si era scordata per un attimo di essere nella sua reggia. Si alzò in piedi, prese tra le mani l' “attizza-fuoco” e si voltò brandendolo come una spada. Sarebbe morta ma avrebbe lottato.

 

  • Fatti sotto Freezer, non mi fai paura. Ti ho sentito! Fatti vedere se hai coraggio!

 

Per quanto si mostrasse spavalda in realtà le mani le iniziarono a tremare. Deglutì rumorosamente e i battiti del suo cuore erano così rumorosi che era certa li sentisse anche lui.

Nessuno rispose. Dietro di lei non poteva attaccarla perchè c'era il camino ma era scoperta da tre lati, l'oscurità non l'aiutava. Non riusciva a vedere nessun movimento. Per un attimo trattenne il fiato. Era convinta di aver sentito un sospiro, ma non poteva dirlo con certezza. La sua mente poteva farle degli scherzi, magari si era immaginata anche i passi. Si rimangiò tutto non appena vide una coda, letteralmente una coda, spuntare dal buio alla sua sinistra e disarmarla. Cadde a terra in balia della paura, non avrebbe implorato nessuno, se questo era il suo destino l'avrebbe accettato, sperava solo che a suo padre non capitasse qualcosa di brutto.

Aspettò per minuti interminabili la sua fine, che però non arrivò.

 

  • Siete proprio una stupida, donna! Sareste dovuta rimanere a letto!

 

Quella voce non era del tiranno, non l'aveva mai sentita prima. Era cavernosa, per nulla gentile, ma era certa che non fosse di quel mostro di Freezer! Le domande erano due adesso: chi era, ma sopratutto dove si trovava attualmente?

Si premurò di chiederglielo. Non ricevette risposta. Non sapeva neppure se si trovasse ancora lì davanti a lei. Qualcuno poi la prese da dietro e senza mai farsi vedere la riportò nella camera in cui si era svegliata. Le sue mani le stringevano le braccia con una forza sovrumana. La sua presa era vigorosa. Non era un umano, era un qualche mostro come Freezer, anche lui infatti aveva la coda. “Se non mi ha ancora uccisa, anzi mi ha pure curato forse posso fidarmi di lui”. Bulma era confusa, era certa fosse un mostro, ma non che tipo di mostro fosse. Serrò le tende, spense ogni candela e poi la adagiò sul letto.

 

  • Non voglio avervi intorno, quindi non disturbatemi! Se no sarò costretto a usare le maniere forti. Intesi? Per qualunque vostro bisogno, avete ogni cosa in questa stessa stanza.

 

La sua voce era dura, ma non si sarebbe fatta intimorire. Provò a fermarlo aveva mille domande da fare, allungando una mano riuscì a sfiorarlo. Sentì qualcosa di strano, morbido e peloso allo stesso tempo un po' come il gatto randagio del villaggio a cui dava da mangiare a volte, ma allo stesso tempo completamente diverso. A quel tocco, lui gli ringhiò contro

 

  • Non dovete toccarmi!

Glielo avevo gridato in faccia. Aveva subito ritratto la mano e si era scordata di tutte le domande, tranne una.

 

  • Sc..scusatemi..posso almeno sapere il vostro nome?

 

Lui non le rispose, Bulma pensò che non avesse neppure sentito le sue parole dato che erano state poco più che un sussurro. Sentì i suoi passi allontanarsi con sottofondo le assi scricchiolare. Sentì aprire la porta e poi più niente. Non sapeva dire con certezza se fosse ancora lì oppure no. Sospirò.

 

  • Il mio nome non ha più importanza ormai.

Detto questo se ne andò, sbattendo la porta. Lasciando la ragazza da sola, nell'oscurità con i suoi pensieri.



***
Tadannn :D ecco il secondo capitolo :) ok pensavo di far vedere Vegeta un pochino di più..ma STRANAMENTE scrivendo poi ho cambiato idea :) spero di aver scritto tutto giusto e di non aver deluso nessuno :) lo spero con tutto il cuore <3 fatemi sapere se vi piace oppure se volete che cambi qualcosa :) ci sentiamo alla prossima ;)

  
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