Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: virgo78    24/05/2015    0 recensioni
-Se ne è andato!- la ragazza cadde sulle ginocchia, grosse lacrime rigarono il suo viso roseo. Il vento gelido della Siberia portò lontano il suono di quelle parole. Una calda mano si poggio sulla sua spalla destra, Maia alzò lo sguardo verso il suo maestro – lo rivedrai… Cristal ha terminato il suo addestramento – disse l’uomo scrutando l’orizzonte come se cercasse qualcosa- e a te manca poco, poi lo rincontrerai.- le sorrise guardandola negli occhi celesti ancora umidi di lacrime, la ragazza annuì e si alzò da terra. Maia si avviò verso la casetta che per tanti anni aveva condiviso con il suo compagno d’armi, ora avrebbe affrontato da sola l’ultima prova…
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cygnus Hyoga, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO XIII
Rallentò l’andatura in prossimità dei colonnati che segnavano l’uscita al Grande Tempio di Atena. Ispirò profondamente e si stampò un sorriso finto sulle labbra. La cosa importante era uscire da lì, si sentiva soffocare. Doveva stare lontano da Cristal, doveva frenare i battiti di quel cuore che le sussurrava di voltarsi e tornare indietro. Si fermò un istante. Poi con tranquillità usci all’aperto, la luce del sole le ferì gli occhi chiari, lì socchiuse. I samurai erano lì ad aspettarla. Shido era comodamente seduto sui gradini di marmo, Kimo e Simo discutevano tranquillamente a differenza di Rio che appariva alquanto nervoso nel suo fare avanti e indietro. Sami invece se ne stava di spalle, l’elmo sotto il braccio osserva il panorama che si stagliava di fronte a lui. Fu Rio a vederla:
- Ehi, ci stavi facendo preoccupare -.
Alle sue parole gli altri si voltarono a guardarla. Maia sorrise e scese lentamente i gradini:- Va tutto bene Rio-.
- Per forza – la canzonò Shido - non abbiamo sentito nessun terremoto – rise.
Maia fu’contagiata da quella risata e per un attimo dimenticò tutto.
In quel momento arrivò un ragazzino con indosso una sorta di divisa da cameriere.
- I signori mi vogliano seguire –disse facendo un lieve inchino.
- Certo - rispose gentilmente Simo.
I Samurai e Maia si accodarono al ragazzo seguendolo per la stradina che li avrebbe portati al tempio del riposo. Sami rimase l’ultimo nella fila, in silenzio seguì i suoi compagni tenendo gli occhi puntati su Maia.
***
- Enio !- la voce del Dio della guerra riecheggiò nell’ampia sala del trono.
Dalla penombra emerse la figura di una donna; l’andatura elegante accompagnava una guerriera dai lunghi capelli rossi come il sangue. L’armatura, succinta, lasciava intravedere il corpo formoso e la pelle chiara come la luna. La donna s’inginocchiò contemplando, con i grandi occhi verdi, il suo Signore in attesa degli ordini.
- Enio, convoca Kratos con urgenza –.
La donna si limitò a fare un cenno con il capo, lentamente si alzò e si avviò all’uscita.
Dopo pochi minuti rientrò accompagnata da Kratos. La sinuosa figura della donna era in contrasto con la mole del guerriero calvo.
- Mio signore – fece Kratos inginocchiandosi ad Ares – sono ai suoi ordini-.
Ares lo guardò continuando, con non curanza, ad accarezzare il capo di Ambra prostrata ai suoi piedi in segno di devozione.
- Devi recarti al grande Tempio di Atene – Kratos sussultò –dovrai passare inosservato Kratos e, una volta dinanzi alla mia divina sorella, non dovrai alzare un solo dito contro di lei. Sarai i miei occhi in questa missione, la tua presenza in quel luogo mi sarà necessaria per dar conferma ai miei sospetti. Quelle terre sono state solcate da qualcuno di molto potente ma nessuno ancora conosce la sua vera natura – dinanzi alle mute domande del suo guerriero Ares continuò abbozzando un sorriso malefico- te ne renderai conto quando ti scontrerai con il suo potere. Non osare farle del male, non un solo capello dovrai torcerle -.
Kratos guardò con disappunto il suo Signore – Forse, allora, non sono la persona più indicata a questo tipo di missione –.
- Osi discutere i miei ordini!- il cosmo di Ares divampò nella sala. Kratos ne fu schiacciato e si ritrovò con il viso contro il freddo marmo del pavimento- Partirai con la notte e domani adempirai il compito che ti ho assegnato-, ritirò quell’energia fatta di sangue e guerre lasciando respirare il suo guerriero che si sollevò piano e fece un cenno con il capo – è tutto puoi andare ora -.
Kratos si dileguò senza dire una parola. Enio abbozzò un sorriso maligno, rimanendo in attesa che il suo signore parlasse:- Va pure tu – fece freddo.
 La donna sia avviò all’uscita, il Dio della guerra non conosceva mezze misure e otteneva sempre ciò che voleva. Chi avrà destato cosi tanto interesse? Questa fu la domanda che Enio si pose una volta fuori dal tempio del Dio.
***
Non si rese conto di quanto tempo era rimasto a fissare il punto in cui era sparita Maia finché la mano di Pegasus, sulla spalla, non lo scosse.
- Cristal – fece preoccupato il cavaliere.
Il ragazzo si voltò rendendosi conto in quel momento che i suoi amici lo stavano guardando con mille domande negli occhi. Accennò un sorriso:- Da quanto tempo siete qui?- chiese.
- Da quello che basta per capire che c’è qualcosa che non va - rispose Sirio incrociando le braccia sul petto.
- Non pensavo che i miei ospiti potessero sortire questo effetto su di te – disse Phoenix e, dinanzi alla muta domanda di Cristal, continuò – lo ripeto anche a te, come a Sirio prima, li ho incontrati poco dopo l’accesso del fioraio Anthimos. Tisifone non li faceva passare- terminò scontroso.
Cristal lo ringraziò con un gesto del capo.
- Che cosa ti prende?- chiese preoccupato Andromeda.
- Tu la conosci vero?- chiese a bruciapelo Sirio.
- Di chi stiamo parlando?- s’intromise Pegasus.
Cristal non rispose, si voltò nuovamente verso lo spiraglio di luce che s’intravedeva in lontananza.
Pegasus fece passare lo sguardo da Cristal a Sirio:- Allora – fece infastidito- mi volete illuminare per favore? Già la presenza di quei sei non mi piace per nulla. Chi ci dice che non siano nemici mascherati da amici?-.
- Tu e le tue teorie complottistiche – lo schernì Sirio - forse non ne hai mai sentito parlare. Oh ... magari quando Castalia, durante l’addestramento, cercava di spiegartelo schiacciavi un pisolino. I samurai sono realmente ciò che dicono. Il mio anziano maestro mi raccontò delle loro gesta durante l’addestramento, mi disse che l’armatura di uno di loro si trovava proprio su uno dei cinque picchi e che le forze che la custodivano andavano al di là del terreno -.
Pegasus arrossì:- E allora quella ragazza? Non è una di loro l’hai sentita mentre lo diceva Lady Isabel – fece sospettoso.
- Non è una nemica ... non vostra almeno – terminò amaramente Cristal.
- Che vuoi dire ?- chiese Pegasus.
- Il suo potere viene dalle stelle e la sua armatura ... è stata foggiata fra i ghiacci eterni della Siberia –
- COOSA?- Pegasus diede voce al pensiero di tutti i presenti – che diamine mi stai dicendo Cristal che quella ragazza è stata una tua compagna di addestramento -. Il cavaliere era incredulo, ecco spiegata la reazione di Cristal nell’udire il suo nome.
Phoenix sospirò:- Cos’altro hai da dire Cristal?- aveva ben compreso che c’era qualcosa di più dietro a quelle parole.
Il cavaliere si voltò e le sue iridi per un attimo parvero divenire ancora più chiare.
- Non si ha una reazione del genere per un semplice compagno d’armi- fece indagatore Sirio.
- Forse è il caso che non insistiamo - rispose Andromeda cercando di andare in aiuto all’amico- se non te la senti non sei obbligato a raccontarci nulla - terminò sfiorando l’avambraccio di Cristal.
- Parla per te Andromeda – s’impuntò Pegasus.
- Non ti lascerà in pace se non parli- sorrise Sirio.
- Infatti, dovessi legarti a una colonna Cristal – rispose Pegasus minaccioso.
Il viso di Cristal si distese in un sorriso:- Siete dei ficcanaso – fece fingendosi arrabbiato. Poi un’ombra scura, le passò sul volto – hai ragione Sirio, non si reagisce così alla presenza di un semplice compagno d’arme. Maia ... è stata tutto per me negli anni dell’addestramento in Siberia. Il giorno che parti per Nuova Luxor gli promisi che sarei tornato. Gli eventi che seguirono bè... tutti li conosciamoe fra questi la morte del Maestro dei Ghiacci per mano mia – Cristal strinse i pugni, quei ricordi erano cosi vivi ancora a distanza di anni - Maia all’epoca aveva terminato il suo addestramento e, conquistata l’armatura delle pleiadi, aveva fatto ritorno in Grecia –.
-Si trovava qui quando tu ti scontrasti con il Maestro dei Ghiacci ? – chiese dolce Andromeda.
Cristal fece un cenno con il capo e continuò il suo racconto: – Al mio ritorno in Siberia, dopo la battaglia delle dodici case, la gente del luogo m’informò che Maia era passata dal villaggio. L’unico segno da lei lasciato, era una rosa sulla tomba del nostro maestro; nel frattempo le era giunta voce anche della morte di Aquarius – fece una pausa, poi con il capo chino continuò – ha fatto perdere le sue tracce, inutili i tentativi di trovarla. Sembrava sparita nel nulla. Ora ... dopo quattro anni me la ritrovo davanti completamente cambiata e ... con un odio profondo verso di me ... - terminò in un sussurro.
L’espressione apatica di Cristal, colpì Phoenix:- Hai intenzione di rimanere in questo stato per molto ?- domandò cercando di scuoterlo.
Cristal levò lo sguardo gelido su Phoenix: - Che cosa vuoi che faccia Phoenix. Che la leghi a una sedia cercando di convincerla che non sono stato io a uccidere i nostri maestri! –
Phoenix abbozzò un sorriso sinistro:- Sei sempre il solito piagnucolone. Non sei riuscito ad andare avanti in questi anni, nonostante la consapevolezza che quello che è successo non è stata per causa tua- disse acido.
- Fratello ti prego non essere ingiusto con lui – lo supplicò Andromeda cercando di placare gli animi.
- Mi dispiace Phoenix, io non riesco ad ammazzare la gente e a non avere rimorsi come fai tu – replicò acido Cristal.
Phoenix lo guardò torvo e avanzò minaccioso verso Cristal.
Pegasus si frappose tra loro – Avanti Phoenix, calmati –.
Phoenix spostò lo sguardo su Pegasus:- Levati di mezzo, non ho intenzione di prenderlo a pugni, anche se la tentazione è forte. E’ vero – continuò rivolto a Cristal - non ho rimorso, perché quello che faccio è per amore della pace e di un ideale che a stento riusciamo a mantenere. Per questo motivo non continuo a vivere nel passato come fai, tu- poi oltrepassò gli altri avviandosi all’uscita.
- Dove vai fratello – fece Andromeda cercando di trattenerlo.
- Non sopporto tutti questi sentimentalismi – alzò la mano in segno di saluto.
- Per quanto non approvi i suoi modi, Phoenix questa volta ha ragione. Non puoi stare a rimuginare su colpe che non hai. Devi farlo capire a quella ragazza se è cosi importante per te- Sirio parlò con la solita calma che lo caratterizzava.
Cristal si avviò verso l’uscita:- Ho bisogno di stare solo – disse semplicemente.
- Cristal- cercò di rincorrerlo Pegasus immediatamente bloccato da Sirio.
- Mah ... Sirio – balbettò Pegasus.
- Lascialo andare Pegasus, è giusto che resti solo. Mi auguro che in questa solitudine trovi la via da seguire – poi tornando a sorridere fece – andiamo a prepararci-.
Pegasus e Andromeda si scambiarono un’occhiata perplessa e seguirono Sirio verso l’uscita.
***
Il tempio del riposo si presentava come una struttura dell’età classica su due piani.  Un portico con tre colonne poggiava al sommo di una breve scalinata di tre gradini, le colonne sorreggevano un frontone dalla fattura classica sotto il quale si ergeva un ampio portone di ferro e vetro che permetteva l’accesso alla villa.
Maia ne rimase affascinata e si ritrovò a pensare che Lady Isabel probabilmente, fosse abituata a ricevere viste “importanti”. Il ragazzo che li aveva accompagnati salì lentamente i gradini che precedevano l’ingresso, una volta davanti al portone abbassò la maniglia e, facendosi di lato, invitò i Samurai e Maia a entrare facendo un inchino. I ragazzi entrarono una per volta guardandosi intorno curiosi.
L’interno dell’edificio aveva uno stile molto semplice. Una scalinata centrale portava ai piani superiori, dividendo l’interno in due grandi ali. Sulla destra si apriva quello che doveva essere un salone, sulla sinistra invece la porta era chiusa probabilmente si trattava della zona adibita alla servitù.
- Dove posso trovare la mia camera ?- chiese Maia con gentilezza al ragazzo.
- Le indico la strada signorina- timidamente aggiunse- sua Signoria Lady Isabel aveva disposto bevande fresche e dolci per ristorarvi dal lungo viaggio-.
Maia sorrise:- Preferisco andare in camera mia –.
Il ragazzo fece un cenno con il capo, si avviò alle scale seguito a ruota da Maia che si voltò solo per salutare con un semplice A dopo gli amici perplessi.
Quando Maia spari dietro la porta della sua stanza, il ragazzo accompagnò i Samurai nel salotto, dove una ricca tavola imbandita fece leccare i baffi a Shido.
- Se avete bisogno di me, potete chiamarmi- fece il ragazzo con un inchino sparendo dietro la porta.
- Dio grazie si mangia – fece Shido avvicinandosi al tavolo- stavo per morire di fame- concluse addentando una fetta di crostata.
- Non potresti mai morire di fame tu – lo canzonò Simo.
- Maia si è chiusa nel silenzio- fece pensieroso Rio.
Kimo scrutò Sami da dietro il bicchiere colmo di liquido ambrato.
- Credo sia normale – fece Shido con la bocca piena.
- Anche Cristal sembrava sconvolto – rispose Simo.
Sami si alzò dalla poltroncina in vimini: - Ci vediamo dopo – e si avviò all’uscita sotto lo sguardo confuso dei compagni.
- Io non capisco … cosa le sta succedendo! – domandò Rio alla reazione dell’amico.
- Sai com’è fatto Sami – rispose Shido dopo aver sorseggiato l’aranciata nel bicchiere – ha di questi momenti lasciamolo in pace-.
Kimo incrociò le braccia sul petto e scrutò furtivamente Simo, anche lui aveva avuto lo stesso sentore, il comportamento anomalo di Sami era riconducibile a Maia…
***
La camera che l’avrebbe ospitata, ricordò a Maia una sorta di casa delle bambole in miniatura. I mobili, di legno chiaro sbiancato, avevano decorazioni romantiche e delicate. Una grande finestra, adorna di tende di organza color pesca, faceva filtrare la luce del sole e, un letto a baldacchino di ferro battuto, decorato da graziose tende bianche, completava la scena. Maia sorrise, lei era sicuramente abituata ad ambienti più spartani. Si sfilò l’elmo dell’armatura e lo poggiò delicatamente sulla tolette bianca. Il rosso e l’arancio del tramonto invasero la stanza, creando giochi di luce sulle chiare pareti. Maia si mise a sedere sul largo davanzale. Le dodici case sembravano grani di una collana di perle infilate una dietro l’altra. I marmi di quelle antiche dimore splendevano di luce propria creando una sorta di bruma che conferiva loro un alone di mistero. Fece correre lo sguardo su ognuna di esse soffermandosi sull’undicesima casa, un tempo dimora del suo Maestro. Inevitabilmente il suo pensiero andò al suo attuale custode ... Cristal … Maia sospirò, il tempo e le battaglie affrontate lo avevano reso più maturo scolpendolo nel fisico e nell’anima. Ripensò agli anni trascorsi in Siberia, alle serate davanti all’enorme camino in pietra, ai duri allenamenti in quelle lande gelate, alle ferite che Cristal con affetto le aveva medicato … Sembrava tutto così lontano, come se quei ricordi appartenessero a un’altra vita. Un lieve bussare alla porta la scostò da quei pensieri. Sami, con ancora indosso la protoarmatura, entrò. I biondi capelli del Samurai assumevano riflessi dorati sotto i raggi del tramonto del sole. A Sami, di suo, Maia apparve come un angelo. Il sole che tramontava alle sue spalle sembrava quasi incorniciare la sua figura in un alone dorato. Da quando non faceva altro che pensare a lei? Da quando quella ragazza occupava con insistenza i suoi pensieri? Che diamine era successo al distaccato Samurai della luce? Ci fu un attimo d’imbarazzo, poi il Samurai parlò:
- Volevo accertarmi che stessi bene – fece cercando di assumere un tono distaccato.
Maia si voltò a guardare fuori dalla finestra. Sami la osservò, i tratti del viso erano tirati in una smorfia di nervosismo: - Si - fece voltandosi verso il suo interlocutore con un sorriso teso sul volto – va tutto bene- si alzò stiracchiandosi - E’ il caso che ci prepariamo a breve, verranno a prenderci per la cena -.
Il ragazzo la guardò a lungo, Maia le aveva fatto capire con quelle parole che voleva rimanere sola. Sorrise e si avviò all’uscita, alzò una mano in segno di saluto e si richiuse la porta alle spalle. La ragazza sospirò e chiuse per un attimo gli occhi. Una bella doccia avrebbe lavato via tutti quei pensieri insieme alla polvere.
 
 
 

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: virgo78