Fanfic su attori > Robert Pattinson
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Autore: topoleone    25/05/2015    0 recensioni
Era nata come OS, ma quest'uomo mi ossessiona. Passa il tempo e ci sono fatti che mi fanno involontariamente scrivere pensieri su di lui. Così decido di far diventare la OS originaria, la prima di una piccola serie, da aggiornare di tanto in tanto.
Un assaggio di trama:
OS n. 1: Approfittando di una piccola pausa tra un volo e l’altro, il giovane british actor più famoso del momento, fa visita ad una coppia di amici. L’incontro diventa un'occasione per giocare a fare una breve intervita su alcuni dettagli della vita sentimentale del ragazzo. Ma cosa può succedere se anche la sua partner ha risposto a simili domande? La curiosità è femmina, ma anche il nostro Rob avrà di che penare nell’attesa....
OS n. 2: due vite, 2 momenti e 1 incontro. Piccoli frammenti di due personaggi sconosciuti che per uno strano caso si incrociano su un set. (Contiene nomi di personaggi realmente esistenti, personaggi di fantasia e fatti più o meno realmente accaduti ed altri inventati).
OS n. 3: Rob alle prese come selezionatore del personale : )
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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OS che ci riporta indietro nel tempo…
It was Christmas Eve[1]


Non capisco perché più mi ostino a non pensare a lei e più tutto intorno a me un colore, un profumo, una canzone mi fa precipitare nei ricordi.
E’ il primo anno che non passeremo il Natale assieme ed ero tentato di disertare il pranzo, ma mamma Claire ha minacciato di venirmi a prendere di peso e di portarmi a casa, tirando le mie povere orecchie per tutti i chilometri che ci separano. Credo a mamma manchi il nostro proverbiale senso dello humor, perché quando le ho detto che mi avrebbe spianato la strada per interpretare il nuovo capitan Spock, ha sbraitato qualcosa di incomprensibile perfino per gli alieni e ha riagganciato, scandendo un perentorio «Robert Pattinson, è atteso a Barnes tra 24 ore esatte, fuso o non fuso.»
Avrà inteso il fuso orario o si sarà riferita alla probabile stanchezza da jet lag?
Sta di fatto che se mamma ci richiama all’ordine, non c’è via di fuga. Tanto vale quindi indossare la maschera del figlio che, seppur impegnato torna a casa per le festività, sperando che nessuno faccia pesare l’assenza di Kristen.
Se penso che 12 mesi fa cantavamo le canzoni di natale al pianoforte, con le sue dita sopra le mie o che birichine si spostavano su altri tasti facendomi stonare, mi sale un nodo di malinconica angoscia. Sento un bruciore nella gola che non ha cura, né rimedio. È lì da mesi ormai. Non lo scioglie nemmeno il pianto. Lo so perché…perché ho ancora gli occhi rossi. Mi dicevano di piangere e di parlarne fino a metabolizzarne l’accaduto; l’ho fatto, eppure la sua immagine non se n’è andata. Brucia, porca puttana se brucia!
Atterro ad Heathrow in piena notte, solo Tom sa del mio arrivo. Ho pensato che era ora di vedere la mia figlioccia e i miei amici. Se mamma sa che questa notte dormirò a pochi chilometri da casa, senza esser prima passato a salutarla è la volta buona che ruba un auto dal salone di papà e mi investe in retromarcia. Sorrido a questo pensiero, perché Claire non ha la patente[2] e nell’intento di far fuori me, potrebbe pure sterminare un’intera città, ma mi ricompongo subito perché devo esibire passaporto e documento d’identità. Mi conoscono tutti, ma a quanto pare non l’unico aspetto positivo della mia notorietà non è un valido lasciapassare. Esser una celebrità è solo una gran rottura di scatole!
Sento due braccia cingermi le spalle e non mi serve il suo saluto per capire chi mi ha teso questo caloroso agguato. Sembriamo due amanti nella notte, “ciao Tom, mi sei mancato”. L’ho visto solo un mese fa, ma sul serio il mio migliore amico mi manca da morire da quando la nostra casa è vuota.
«Ben tornato Patz. Sienna è fuori in macchina» e la piccola?
Usciamo nella notte gelida e una piccola palla di pelo, corre instabile verso di noi.
«io Ob. Iiio Ob!» sarò pure scoordinato, ma non esito ad agganciare saldamente la piccola Marlow e a farla arrivare fino al mio viso. La guardo negli occhi, dio che meraviglia!
«Ciao piccolina. Come mai non sei a letto? »
«pecchè papà dice che aivavi tu. »
Salgo in macchina intontito più dall’amore di Marlow che dal freddo di Londra. Mi rendo conto che manco da casa da troppo tempo.


«Allora che ci racconti Rob? » è Sienna a rompere il silenzio che ci ha avvolti, da quando abbiamo messo la piccola a letto. Sinceramente vorrei che mi avesse chiesto come sta andando col nuovo progetto. Ho cominciato a scrivere un copione, spero che prima o poi qualcuno mi chieda di realizzarlo.
«A parte quello che dicono i giornali sto abbastanza bene.» Tom mi guarda scettico, sa che anche se non l’ho coinvolto molto, sono pressoché distrutto. Lui sa quanto amavo la mia piccola Stew.
Sienna mi versa una doppia dose di whiskey.
«Bevilo tutto d’un fiato.» è forse impazzita? Ma quando il suo bicchiere cozza contro il mio e lei mi guarda con un sorriso sghembo, capisco che è seria. Mi brucia la gola, ma questo bruciore anestetizza l’altra sensazione che occlude il mio esofago. A forza di frequentare attori di sit com ambientate nelle corsie ospedaliere tra poco userò termini come “ebefrenia”[3], “obnubilamento”[4] e “pirosi”[5]. Rido da solo.
«Ed ora che ci racconti Rob?» perfida! Mi ha fregato. Non lo reggo il whiskey. Sto lottando contro la mia lingua, ma ho perso il contatto col mio cervello. Ci metto meno di un secondo a rispondere.
«Non riesco a cancellarla. Sto da schifo. L’amerò per sempre.»
Tom mi abbraccia «passerà amico. Credimi, passerà»
L’alcol ha sbloccato le lacrime, ma non mi vergogno di essere una fontana vivente.
Ora le braccia di Tom vengono sostituite da quelle più femminili della sua compagna «Già domani canterai un canto nuovo. Abbi fiducia Rob, presto tornerai a sorridere.»
Come vorrei avessero ragione.
Per ora ho la certezza di barcollare fino al bagno e sperare che la doccia calda riesca a cancellare il potente effetto dell’alcol. Forse però dovrei farmi un altro goccetto se questo allontanasse, almeno per una notte, gli incubi che mi fanno rivivere quei momenti paradossali, passati quando Ruth mi ha consegnato tra le mani quelle foto…
24 dicembre ore 8.30
So che a quest’ora la casa è già sotto i fochi incrociati di mamma e Liz, mentre papà e Vic cercano di dileguarsi. Lo so perché ogni vigilia è così in casa Pattinson. Suono alla porta anche se ho una copia delle chiavi di casa in tasca.
«Rob?!» posso vedere chiaramente il nascere della domanda negli occhi di mia madre, così la prevengo
«Jet privato, ciao mamma» e la bacio sulle guance. Lei non mi chiede nulla, mi stringe forte e strattonandomi dentro mormora quasi tra sé e sé «sei dimagrito, troppo - non so che dire perché è vero – ma i miei bolliti e il plum duff[6] della nonna ti rimetteranno in sesto.» Fosse così facile sarei già obeso…
Mi lascio sballottare tra gli abbracci delle mie sorelle, comunico con gli occhi con mio padre, accarezzo il nostro cane. Eseguo semplici azioni, me ne rendo conto, ma di più non riesco a fare. Anche le luci mi sembrano diverse, eppure l’atmosfera natalizia mi ha sempre affascinato e credo che, anche quest’anno sia quella che da sempre caratterizza i natali qui a casa.
«Allora figliolo, quanto ti fermerai?» Ci siamo, papà ha dato il via alle domande, chi vincerà il premio per quella più imbarazzante?
A sorpresa interviene Vic, quella più legata a Kris «Lascialo stare papà è stanco.» Tanto vale affrontare il toro per le corna – a proposito di rognone – e dar loro un po’ di risposte.
«Posso restare solo 5 giorni, poi devo tornare per girare alcune scene. Non sento Kristen da 7 giorni e 20 ore e non credo torneremo insieme dopo quello che è successo, nemmeno se la Summit[7] mi implorerà. Vorrei dirvi che sto bene, ma credo che si veda che non è così. Ci sto provando. E questo è tutto; ora se non vi spiace vorrei sapere di voi.»
Mi guardano cose se fossi un maiale che vola, ma non ci mettono molto a schiarirsi la voce, tracannare del vino, alzarsi da tavola abbandonando i resti della colazione. Bene, li ho traumatizzati a dovere!
Il resto del giorno lo passo chiuso in quella che era la mia camera a comporre musica, ma riesco a creare solo delle cose struggenti. Le nocche leggere di Liz sulla porta mi riportano alla realtà.
«Posso entrare?» Lo farebbe comunque ormai che ha messo il naso dentro, quindi risparmio il fiato.
Si siede accanto a me e mi guarda come se volesse abbracciarmi, ma io non abbandono la mia chitarra. E lei se ne va. Ma il tempo di chiedermi quando sono diventato così stronzo e lei è di nuovo qui con il suo ukulele.
«Mamma mi ha mandata a chiamarti e ho pensato che prima di scendere ti servisse una motivazione» Liz è la sorella con la quale ho una particolare empatia; sarà perché ci ho giocato di più assieme, sarà per via della passione per la musica che condividiamo, sarà un caso? Quindi ho deciso che voglio capire perché è tornata con un ukulele.
«Ok» non sono loquace quando sto bene, figuriamoci ora che si avvicinano i canti di natale.
«Non so quanto è grande il tuo personale inferno, perché a me non è capitato, ma siamo tutti un po’ distrutti; non sappiamo come comportarci, quindi abbiamo deciso che quest’anno la tradizione dei canti di natale è sospesa. Però siccome non sarei capace di resistere un anno per attendere il tuo sorriso, volevo che mi accompagnassi con la chitarra. Sai Robby, credo che per quanto la mia filosofia spicciola possa sembrare superficiale, è meglio ora che non con un anello al dito. Tu non hai mai creduto nel destino, ma io credo che se così è andata vuol dire che là fuori c’è una qualche ragazza, che sta aspettando te - è il discorso più lungo che abbia mai fatto. Di solito noi ci esprimiamo con canto – ti va? »
«Ok» continuo con il mio monosillabo preferito. Posso essere più imbecille di così?
E Liz attacca a cappella una canzone che non sentivo da anni e che credo di aver cantato solo una volta ad una recita alle elementari, le sto dietro e capisco perché abbia scelto una canzone che non ricordo. Mi sta costringendo ad ascoltarne le parole e questi due se le “suonano” di santa ragione. È liberatorio sentire quel “Buon Natale stronzo!” e quel “prego Dio che sia l'ultimo insieme”, un pugno nello stomaco con l’atmosfera gioiosa delle note dell’ukulele. Al secondo ritornello le faccio il controcanto. Liz sorride, sa che è riuscita a sciogliere il nodo che mi attanagliava la gola. Si blocca all’ultima nota senza eseguirla; potrebbe sembrare che abbia ghigliottinata questa stupenda canzone, ma credo di sapere cosa vuole fare. E infatti ci ho preso in pieno.
«Ora cantala tu Tutta.» Evito di dirle un altro ‘ok’ perché cadrei nel ridicolmente ovvio e mi limito a fare ciò che mi ha chiesto. Comincio così cantare e a ricordare altri natali, l’invecchiare di tutti noi, ma la gioia che ogni anno proviamo stretti intorno al piano e la tristezza di quando mettiamo via gli addobbi, pur sapendo che ci sarà sempre un altro Natale. Ringrazio mentalmente tutti loro «Ehi gente, lo so che state origliando!» e infatti subito dopo la porta si spalanca e loro rimangono tra i due stipiti, senza però osare entrare nella stanza. Finisco di cantare e vedo Vic asciugarsi una lacrima. A dir la verità anche le altre donne di casa, eccetto il cane, hanno gli occhi lucidi. Dovrei essere imbarazzato e invece mi sorprendo a sorridere loro «Credo che di sotto ci sia una Vigilia da festeggiare, andiamo?»
Mentre gli altri ci precedono, sento squillare il telefono, è un messaggio ed è di Kris, ma io non lo apro. Ora ho voglia di brindare al Natale, il mio dolore potrà benissimo attendere per qualche ora.
Fine.
 
So che stiamo andando verso l’estate, ma potrete capire come funziona la mia testa se confesso che ad agosto in casa noi cantiamo Jingle Bell…forse è una reazione al caldo afoso ed un chiaro segnale che desideriamo un po’ di refrigerio? Vi lascio con la versione della canzone che adoro e che nel mio testo è interpretata da Rob&Liz https://www.youtube.com/watch?v=7gzJFwB0JzE

Ultime note alla OS
Mi sono spesso chiesta come la famiglia di Rob abbia reagito a ciò che stava accadendo alla nostra coppia adorata. Mi immagino i Pattinson come una famiglia affiatata ed unita e ho voluto accennare al rapporto con una delle sorelle. Perché nella vita di uomo non ci sono solo “fidanzate” ; )
Questa è la OS più corta che ho scritto; è stato un esercizio di riduzione quasi all'osso (di solito mi piace descrivere, infarcire di dialoghi, avere una trama più complessa) questa volta ho voluto fare una prova di empatia. Quanto riesco con poco materiale ad emozionare? Credo sia importante, per capire ciò che voglio trasmettere, ascoltare il brano proposto. Se vi va di lasciare un commento, sarò felice di rispondervi. T.

 
 
[1] È l’inizio della canzone dei Pogues, del 1987, che dà il nome a questo capitolo della raccolta di OS. A me non piace la versione originale, ma vi consiglio quella, cantata da Gianni&Sarah dei WOTE. La canzone si trova anche nel film P.S. I love you  ; )
[2] Ah beh, di questo non ne ho la più pallida idea; mi perdoni la Signora Pattinson se ho ecceduto con la fantasia  ; )
[3] forma di schizofrenia osservata in età giovanile, caratterizzata da malinconia, mania di persecuzione o grandezza, violenza
[4] momentanea perdita della facoltà intellettiva, mnemonica, percettiva associata a senso di disorientamento
[5] bruciore retrosternale, è un sintomo dolorifico urente localizzato posteriormente allo sterno
[6] Il Christmas pudding o plum pudding o plum duff è un tipico dolce natalizio inglese dalla forma rotonda e a base di uova, mandorle, frutta candita, rum e spezie, preparato nel periodo dell'Avvento e portato in tavola il 25 dicembre. Se volete la ricetta (io odio il rognone!) basta cercar su wiki, dal quale ho estratto la definizione. Immagino che i Pattinson sino molto tradizionalisti  ; )
[7] In realtà poi sono tornati insieme per qualche mese e credo che questo sia successo aldilà di eventuali pressioni da parte della casa di produzione cinematografica
  
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