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Autore: halfayn    25/05/2015    0 recensioni
XXXIX secolo. La società è totalmente cambiata, solo i migliori restano. Manuel dovrà affrontare un grave pericolo, ce la farà? Troverà le risposte che cerca? Un grande mistero lo avvolge, ma lui non se n'è ancora reso conto.
Genere: Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il grande giorno stava per giungere, ormai mancava davvero poco. Per milioni di ragazzi la vita sarebbe cambiata, o in meglio o in peggio. Da oltre cento anni la società funzionava in questo modo. Ogni anno, il ventuno marzo, milioni di ragazzi che avevano già compiuto i quattordici anni venivano esaminati da diversi professionisti che, con l'aiuto di una sofisticata apparecchiatura tecnologica, decidevano il destino di ogni ragazzo quattordicenne presente sulla terra. Era un processo che avveniva in tutto il mondo. Si era ormai capito che non era possibile sostenere la popolazione dell'intero pianeta, che con gli anni non aveva fatto altro che aumentare e così si era deciso di preoccuparsi solo degli elementi validi. I ragazzi con le migliori attitudini, le migliori predisposizioni, con le più grandi capacità e con più voglia di fare, quelli più intelligenti insomma, dopo essere stati esaminati, e confermate le loro doti, venivano mandati nella parte ricca della città in cui vivevano, dove la tecnologia superava i limiti umani, dove quasi tutto era possibile, dove potevano ricevere una adeguata educazione e diventare qualcuno.
Gli altri -che ogni anno risultava essere la maggior parte dei quattordicenni-, ovvero i ragazzi con poca voglia di fare o non abbastanza intelligenti per arrivare ad alti livelli, erano obbligati a crescere nella parte povera, costretti a vivere con poco o niente, cercando di sopravvivere giorno per giorno, in case semi distrutte e malandate, con poco denaro e sempre in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti.
La società nel XXXIX secolo funzionava così, aveva preso questa brutta piega: ricchezza o povertà, nessuna via di mezzo; se eri fortunato ti ritrovavi ad invecchiare nell'agiatezza ed avevi la possibilità di diventare qualcuno, certo, non era facile, bisognava metterci il giusto impegno per costruirsi un futuro degno di essere, ma eri stato scelto per un motivo e non potevi fallire; se invece eri sfortunato, saresti invecchiato nella povertà più totale, senza alcuna possibilità di poterti riscattare, non eri stato scelto e, per un qualche motivo, non contavi nulla per il paese.
Se provenivi da una famiglia ricca o povera non faceva nessuna differenza: i bambini, all'età di otto anni, venivano allontanati dai rispettivi genitori per essere tutti inseriti in una scuola dove avevano le stesse possibilità di studiare ed istruirsi. Qui erano osservati attentamente dagli stessi professionisti che, al giusto tempo, avrebbero deciso i loro destini. Quindi, un bambino nato da genitori poveri poteva tranquillamente essere ammesso nella parte ricca della città, se considerato adatto; così come un bambino proveniente da genitori più fortunati, se considerato non all'altezza, poteva essere separato per sempre dai suoi cari e confinato nella parte povera della città.

Quell'anno fu il turno di Manuel, figlio di importanti avvocati di Londra, e di Shaila, figlia dei banchieri più ricchi della città. Entrambi provenivano dalle famiglie più rinomate di Londra.
Erano cresciuti insieme Manuel e Shaila, anche grazie all'amicizia che si era instaurata ormai da anni tra i genitori di entrambi. Avevano solo pochi mesi di differenza ed i due sapevano che avrebbero affrontato l'esame di valutazione insieme: non aspettavano altro.
Da anni passavano i giorni a fantasticare sul momento tanto atteso, immaginandosi cosa sarebbero diventati una volta superato l'esame, dando per scontato che sarebbero stati ammessi alla parte ricca della città. E perché non farlo? Insomma, Manuel era un ragazzo astuto, intelligente, già a quattordici anni aveva piena consapevolezza di sè. Shaila era più ingenua, vedeva ancora il mondo con gli occhi di una bambina innocente, e ciò era abbastanza normale per la sua età.
Nonostante ciò, Shaila aveva tanta voglia di imparare, e Manuel, in cuor suo, sperava che ciò bastasse perché la ammettessero, tranquillizzava la sua amica, "realizzeremo i nostri sogni insieme" le diceva, e Shaila, ascoltando quelle parole confortanti, diventava in quel momento la ragazza più felice del mondo. Manuel però aveva paura, lo nascondeva bene, ma aveva paura di perderla per sempre, solo al pensiero si sentiva un vuoto dentro, un vuoto incolmabile e non capiva perché, in fondo era ancora piccolo, intelligente ma troppo piccolo, per capire che provava amore per quella ragazza dagli occhi verdi e da un sorriso così genuino. Manuel sentiva di dover proteggere Shaila e se solo l'avessero allontanata da lui, non sapeva come avrebbe fatto ad accettare qualcosa di simile.
La notte prima del grande giorno i due stettero a parlare per ore seduti sulla solita panchina che aveva ascoltato tutte le loro conversazioni delle estati scorse, avevano passato intere giornate seduti in quel luogo, Manuel si chiedeva se quella sera sarebbe stata l'ultima e si auto convinceva che no, ce ne sarebbero state tante altre.
Shaila era particolarmente silenziosa, ma come biasimarla, chissà quali pensieri le passavano per la testa in quel momento, l'ansia per l'esame era inevitabile.
"A cosa pensi?" Chiese Manuel, ad un tratto.
"Ho fatto un sogno..." Rispose Shaila, dopo un lungo istante di silenzio.
"Racconta, sai che mi piace ascoltarti" disse Manuel, con il suo fare premuroso.
"Era strano. Più che un sogno era un incubo. In realtà non è la prima volta che mi capita, anche se te ne parlo solo ora, mi tormenta da giorni ormai"
Manuel non proferì parola.
"Una stanza, piccola, buia" continuò Shaila con lo sguardo rivolto verso il cielo, un cielo grigio, pieno di nuvole che non permettevano di intravedere neanche una stella. "le pareti erano ricoperte di sangue. C'era un letto, sul letto un corpo, anch'esso ricoperto di sangue.. Era una donna, credo. Ferita da numerose coltellate, non saprei dirti quante. Mi sentivo come prigioniera di quella stanza. Sulla parete dietro al letto c'era una parola scritta con il sangue della vittima.. Diceva..." La ragazza fece una pausa.
"DEATH".
Shaila nel pronunciare quella parola aveva gli occhi lucidi, si fermò con il racconto.
Manuel le strinse la mano e le chiese:"Ti ricordi altro?"
La ragazza lo guardò dritto negli occhi, quegli occhi neri, profondi, che le avevano sempre trasmesso un senso di calma, ma chissà come mai, quella sera non le fecero nessun effetto; poi disse:"Io no..non ricordo, era tutto così confuso."
"Non temere", rispose Manuel, "ci sono io e ci sarò sempre. Era solo un brutto sogno, vedrai che domani dopo che avremo passato la cerimonia di ammissione ti sentirai meglio, saremo felici."
La ragazza, dopo aver emesso un sospiro, mormorò:"Non lasciarmi, Manuel".



*Spazio autrice*
Ehy! Innanzitutto spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia un minimo incuriosito.
Cosa significherà il sogno di Shaila? Cosa succederà durante la cerimonia di ammissione? Aspettatevi di tutto.. Questo è solo l'inizio.
Fatemi sapere magari lasciando una recensione cosa ve ne pare, cosa pensate, sono ben accette anche critiche ovviamente, ci terrei molto a leggere i vostri pareri. :)
Grazie, vi saluto
~Michi
   
 
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