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Autore: Aimondev    25/05/2015    1 recensioni
L'umanità è a rischio estinzione.
Ogni giorno Zeus distrugge una polis Greca.
Ermes è stato assassinato.
Nelle forge di Efesto è in lavorazione un'armata di colossi più grandi di qualsiasi edificio umano.
Esseri mostruosi fuoriescono dalle loro spoglie mortali affermando che l'inizio di una nuova era è cominciato.
Il mondo è già stato sconvolto ma adesso Klearcos, l'assassino più abile di tutta la Grecia, sa per cosa combattere.
Genere: Avventura, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'L'alba degli eroi senza nome'
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Il raggelante segreto di Ares

I giorni passavano e Pandora continuava a girare per i vasti e lussuosi appartamenti dove Ares l’aveva fatta prigioniera. Avvertì un forte senso di disperazione e sconforto. La gabbia in cui si trovava poteva essere molto più angusta e tortuosa, è vero, ma la ragazza aveva vissuto nella prigionia sin dal suo primo momento di vita. I suoi genitori, membri di una grande famiglia aristocratica, l’avevano sempre tenuta rinchiusa impedendole di uscire.

se fossi vincolato nelle quattro mura di una cella che altri chiamano ‘casa’, costretto a rimanervi finché il volere di qualcuno che non vedi mai non cambia non fuggiresti anche tu, anche se disposto a sacrificare l’unico vantaggio dei due pasti caldi assicurati?”

Per un attimo udì cristallina nella mente la sua voce da ragazzina.  Quelle parole le aveva dette a Soter molto tempo prima.

“Bè…Forse.  Ma non ci si può opporre al proprio destino”

Rispose ancora vivida nella sua mente la voce del ragazzo.

“Davvero lo pensi?” Rispose lei.

 

Soter, l’Innominato, il cane nero di cui la popolazione faceva riferimento con tremolanti sussurri, l’uomo che ama.

Solo nei pochi sporadici momenti passati insieme si era sentita davvero libera. Ma poi che era successo?

La sua casa fu bruciata, assieme alla sua città, tutti gli abitanti furono trucidati perché l’Olimpo voleva lei. Sarebbe stata rapita dalle forze di Zeus se il Falcone Nero non l’avesse presa in tempo, ma per salvarsi fu costretta a vagare con quest’ultimo nell’anonimato per tutti gli anni vissuti fino a quel momento. E quindi, fu di nuovo schiava di decisioni altrui.

L’ultimo sprazzo di libertà lo riottenne quell’unica altra volta aver rivisto Soter. Passò con lui pochi giorni, ma furono i più intensi e felici della propria vita.

Quando, l’Ultimatum di Zeus infranse il suo idillio di felicità e vide che per la seconda volta non solo coloro che la circondavano ma il mondo intero stava rischiando la morte a causa sua, compì quello che inizialmente credeva essere un gesto di coraggio. Aprì il Vaso.

Non ottenne altro che ulteriore morte e la compromissione del piano del suo protettore. Fu quindi catturata nuovamente e resa schiava per l’ennesima volta.

Ed ora si trovava lì. Non sapeva neppure dove, né se avesse mai più rivisto altre persone.

Rimase malinconica a fissare la vallata davanti a sé. Si era fatta sera. Poteva udire il canto dei grilli e il fruscio del vento che batteva sulle meravigliose montagne di granito ricoperte di foreste e fiumi.

Si sentì una stupida, e tutto ciò che voleva era porre termine alla propria esistenza che fino ad allora non aveva fatto altro che arrecare guai agli altri.

Ma anche i tentativi per togliersi la vita erano risultati vani. Appena provava a superare la ringhiera della balconata o scontrarsi con violenza contro le pareti o il pavimento, un’energia invisibile la frenava e la cullava a terra senza arrecarle alcun danno. Cercò oggetti affilati per tagliarsi le vene ai polsi ma non ce n’era nessuno. Tutto il cibo che le veniva lasciato in una cesta non aveva bisogno di utensili per essere consumato.  Tentò di mordersi la lingua o strangolarsi con le proprie mani, ma sembrava come se la stanza stessa riuscisse a comprendere la sua volontà e placasse al principio i suoi tentativi. Ogni volta che tentava il suicidio la donna perdeva la propria sensibilità e crollava a terra.

“L’uomo si illude di essere il fautore della propria vita, ma esistono elementi superiori che controllano e guidano il destino di ognuno di noi.  E questi elementi sono il volere di quelli che noi chiamiamo divinità”

Ricordò la frase del Soter adolescente detta molto tempo prima. Lei non era mai stata d’accordo, ma solo ora si capacitava del vero nelle sue parole.

Tornò negli alloggi. Lo spazio a sua disposizione veniva esteso di giorno in giorno.

Ares passava ogni tanto cercando in vano di comunicare con lei ma senza ottenere alcun esito.  Davanti a lui la ragazza si richiudeva in se stessa senza spiccicare una parola. Lo odiava come non odiava nessuno, e Ares lo percepiva.

 

Ogni giorno, il dio della guerra le lasciava l’accesso a nuove sale e corridoi per farla sentire più libera ma la curiosità della ragazza fu sempre soppressa da quello stato di depressione in cui si trovava. Restò in pochi metri quadrati chiusa nel suo mutismo, fino a quella sera.

Un barlume impulsivo la fece alzare.  A piedi nudi percorse le diverse lussuose stanze che non aveva ancora potuto vedere. 

C’erano giardini lussureggianti con uccelli variopinti che emettevano suoni sublimi, sistemi termali sofisticatissimi, mausolei pieni di meravigliose sculture e affreschi.

Ma niente riusciva a suscitare la sua attenzione né ad attivare la sua curiosità, fino a che, girando per un corridoio, non udì un brusio. Erano dei sussurri di due persone.

Provenivano da una porta socchiusa.

Si avvicinò quel che bastava per sentire le parole accostandosi alla porta.  Riconobbe una delle voci: era Ares, ma l’altra era sconosciuta.

Era una voce stridula e sinistra che non aveva mai sentito.

“Lo hai fatto di nuovo!.. La sei venuta a trovare!  Tu ami quella donna, Ares? Hai scambiato l’amore per una mortale per il mio?!”

“Non è così, Afrodite. Mi assicuro solo che la ragazza non deperisca…Ci serve viva e lo sai”

“Non prendermi in giro…C’è dell’altro. Dimmi tutto ciò che sai o andrò a prenderla personalmente per strapparle gli occhi.”

Il cuore di Pandora stava per esplodere, ma voleva vedere da chi proveniva quella voce. Aprì di poco la porta per vedere chi si celava all’interno.

La vasta sala era vuota. Al centro di essa vi era solo Ares che le dava le spalle. Si sforzò di controllare in ogni angolo ma non vi era altri che lui.

 

“Non puoi farlo! Non te lo lascerò fare!” disse il dio con decisione. Poi ci fu una lunga pausa.

 

Vuoi mettermi alla prova?”  Di nuovo quel sussurro stridulo inquietantissimo. Ma sembrava essere stato Ares a sibilare.

“Sento qualcosa…”  il dio iniziò a sniffare l’aria.

Questa volta non c’erano dubbi. Era lui a parlare.

Ares si voltò di scatto.

I suoi occhi erano sbarrati e guizzavano di follia e la sua espressione era contorta in una smorfia di terribile malvagità.

Eccoti!” Urlò con quella stessa voce stridula  “De-mo-nio!  De-mo-niooo!”

Con uno scatto agguantò il collo della ragazza con le due mani e incominciò a stringere.

Mostri 2: Dedalione e altri ibridi-uccelli

(Vedi Parentesi Anacronistiche 6)

La peculiarità dell’agente mutageno di Dedalione, rispetto a quella degli altri ibridi mutati sta nell’inclusione di un inibitore di miostatina (presente anche in quello di Cleobi e Bitone) che rende la trasformazione molto più imponente e robusta di quanto potrebbe essere. L’agente permette anche uno sviluppo delle prerogative sensoriali molto maggiore e una superiore manovrabilità e velocità di volo rispetto a qualsiasi altro mostro. Le sue spesse penne gli conferiscono un’armatura naturale più resistente del ferro. Allo stesso modo, gli artigli sono affilati come lame.

Gli altri ibridi mutati hanno lo svantaggio di sacrificare le proprie braccia che divengono ali, mentre Dedalione le mantiene. Inoltre gli altri ibridi non sviluppano la stessa sovrannaturale robustezza, ma mantengono quella che avevano.

Questo definisce livelli differenti di mutageni:

Al livello 1 ci sono tutte quelle mutazioni di base che realizzano un ibrido tra un uomo e una bestia.
Al livello 2 oltre alla realizzazione dell’ibrido, il mutageno include accrescimenti di forza, costituzione e dimensioni e altre abilità, molto maggiori rispetto a quelle di base dei due ceppi genetici genitori.

Non si conoscono altri livelli.

  
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