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Autore: Dangiuvelli    26/05/2015    0 recensioni
I vetri riflettevano i caldi raggi del sole mentre i caotici treni di superficie sfrecciavano a tutta velocità per la metropoli, persone correvano da una parte all’ altra dell’ asfalto candido composto da pietra arenaria mentre potenti uomini d’affari presiedevano in riunioni societarie in piani locati talmente in alto da toccare il cielo.
In basso, proprio confinante con il fiume che senza successo tentava di rinfrescare l’aria calda di una città costruita nel bel mezzo di un deserto, un vecchio uomo squadrava lo stesso deserto che 40 anni fa lo aveva quasi ucciso.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le grandi vetrate erano rinforzate per non far passare nemmeno un granello di sabbia, i venti potevano superare i 100km/h e le tempeste di sabbia erano eventi settimanali, di breve durata, ma molto violente, anni di evoluzione architettonica avevano permesso di domare un ambiente così ostile, oggi Formera contava fino a 7 milioni di abitanti, che quasi raddoppiavano durante il giorno, per via dei numerosissimi pendolari che da tutta la nazione si recavano dai loro paesini verso la capitale economica della nazione. Ernando non sapeva cosa il via-vai cittadino potesse essere. Aveva smesso di recarsi in città dopo la costruzione del Grande Blu, il primo edificio a superare i 30 metri di altezza, così chiamato a causa della sua caratteristica sommità blu ciano, gli stessi cittadini, abituati a vivere in piccole case che non superavano i 6 metri di altezza, guardarono l’edificio con terrore, credendo potesse inclinarsi e cadere data la sua mole. Oggi la polvere si accumula sulla guglia ormai sbiadita del palazzo, e gli sguardi delle persone sono ormai catturati dalla New Formera, il complesso di grattacieli vicino la costa che toccano le nuvole a 400 metri di altezza. Le tempeste di sabbia si erano intensificate e lui se ne era accorto a sue spese. Ancora questa robaccia. Pensava mentre allungava il braccio verso la vetrata come se volesse toccare la sabbia che spingeva furiosamente contro la casa. 12 Anni erano passati, eppure poteva ancora sentire lo stridio metallico provenire dal suo braccio. 12 anni di prigionia. L’orologio posto in fondo alla sala iniziò a suonare, erano le 6 del pomeriggio, sospirò mentre i suoi occhi si posavano sulla porta. Qualcuno busso due volte. “Sì?” Rispose Ernando, sapendo già il motivo per cui era stato interrotto nel bel mezzo delle sue riflessioni. La porta metallica si spalanco. Aveva fatto installare porte senza maniglie ne pomelli, l’unico modo per aprirle era usare il pannello numerico alla destra di ognuna di esse, oltre a fornire una discreta sicurezza, era un ottimo espediente per tenere la sabbia al di fuori del suo habitat. “Signore, è l’ora della doccia” A parlare era una figura femminile, vestita con una tuta bianca splendente, sulla cinquantina, era Dorìs, la governante della casa, il suo compito era quello di tenere tutto in ordine e curare l’agenda del vecchio uomo. Ernando si diresse verso la porta per poi fermarsi di scatto dopo pochi secondi. “Si è ricordata?” Chiese con ansia, mentre i piccoli occhi verdi scrutavano fuori dalla finestra. Dorìs spostò lo sguardo verso l’alto pensando “Sì, certo” Rispose annuendo. “Bene, la ringrazio” Il vecchio corse verso la stanza da bagno. “Scusi ancora per la scorsa…” Fece per dire la donna, ma venne fermata da un cenno sbrigativo di Ernando, ormai giunto nel lungo corridoio.
  
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