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Autore: Kiri94    27/05/2015    1 recensioni
Questa saga tratta eventi successivi alla Kiri no Gemini - Zero Arc, pertanto invito a leggere questa saga solo nel caso si abbia già letto le saghe precedenti.
La storia entra nel suo arco narrativo finale: due anni sono trascorsi dalla battaglia contro gli Zero, ed è il momento di risolvere i problemi alla fonte, confrontandosi direttamente con la mente dietro ogni avvenimento nefasto della storia... gli Insyder!
Ma una cupa ombra nera sta lentamente divagando per il mondo, corrompendo la serenità ed un clima di pace apparente... una minaccia senza precedenti, che rischia di avere pesanti ripercussioni sull'umanità stessa e l'intero ecosistema del pianeta.
Gli Insyder vanno fermati in tempo, mentre le lancette del countdown alla catastrofe scorrono inesorabili, ma l'impresa si rivelerà più ardua del previsto...
In una storia che trascende le barriere del tempo, la Famiglia Kokuyo dovrà dare il meglio di sé per poter, finalmente, mettere la parola "fine" alle macchinazioni della mente dietro tutto e tutti... ce la faranno?
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Mukuro Rokudo, Nuovo Personaggio, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Katekyo Hitman Reborn! - Kiri no Gemini'
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Era notte fonda: la luce lunare rischiarava la città, illuminando senza distinzione sontuose ville e vecchi ruderi abbandonati.
In particolare, in uno di quest'ultimi, pareva esserci parecchio movimento: uomini dall'aria poco raccomandabile correvano avanti e indietro furtivamente trafficando con grosse casse dal contenuto quantomeno sospetto, mentre altri impartivano ordini ed incitavano a non perdere tempo.
In mezzo a tutta questa frenesia, nessuno notò nove misteriose figure nascoste nella penombra.
Un ragazzo dai capelli di media lunghezza sorrise, osservando la scena.
Illuminato vagamente dalla luna, si notavano i capelli uniformemente abbastanza lunghi e folti, dall'aria disordinata come la criniera di un leone e con un grosso ciuffo fra gli occhi, ma non era la cosa più particolare di lui: due linee a zigzag simili a quelle del famoso Daemon Spade partivano da due ciocche laterali fino a raggiungere un caratteristico ciuffo ad ananas dietro la nuca.
Rigirandosi fra le mani una katana dall'aspetto comune, si voltò a guardare i propri compagni e sussurrò – Gli ordini sono di entrare in possesso del carico di droga e di passarlo agli incaricati dei Vongola, che si occuperanno di eliminarla: così facendo, infliggeremo un duro danno economico al ramo “sporco” della Yakuza, ristabilendo l'equilibrio, senza contare che risparmieremo sofferenze ad un mucchio di persone. Tutto chiaro? Ovviamente, cattureremo il nemico senza uccidere, come sempre... ma non dimenticate che la vostra vita ha la priorità su tutto. In caso di pericolo di vita, siete autorizzati alla ritirata, senza esitazioni, e se ciò non fosse possibile, beh... – la sua voce professionale parve spezzarsi per un'istante: anche dopo due anni passati a fare simili lavori, nessuno di loro aveva smesso di valorizzare la vita – … cercate di trovare fino all'ultimo una via d'uscita, altrimenti createvela come meglio potete... purché non coinvolgiate persone innocenti. Domande? – concluse, fissando il silenzioso pubblico.
Una ragazza dai capelli neri a caschetto scalato laterale, lungo sul davanti e che andava a mano a mano accorciandosi scalando fino alla nuca, con grossa parte dei capelli piegati sulla destra ed un ciuffo che le copriva l'occhio destro, sbuffò scocciata – … Ma c'è seriamente bisogno di fare 'sto discorso ogni volta?! Non siamo dei novizi, che cazzo! Ormai per noi questa è routine: concluderemo la missione che ci è stata affidata senza imprevisti come al solito, e senza nessun morto. Abbi più fiducia nella tua Famiglia, Kurai-kun! – mormorò in tono duro, ma concludendo con un dolce sorriso rivolto al ragazzo, che si sciolse e ricambiò, molto più rilassato – Hai ragione, Kumo-chan... grazie. Beh, Mirai-nee, in quanto secondo Boss e Caposquadra, come hai deciso di operare questa volta? – domandò, voltandosi a guardare una giovane donna dai capelli lunghi quasi fino al sedere, suddivisi in due code laterali tenute insieme con due fermacapelli in legno cilindrici azzurri, e con due ciocche davanti alle guance lunghe fino ai seni.
Sistemandosi il ciuffo ad ananas simile a quello del gemello, Mirai mormorò – I supervisori dei lavori questa volta sono solo cinque... in compenso, sono tutti armati con pistole dotate di silenziatori. Penso quindi che la cosa migliore è mandare in avanscoperta i nostri due membri più veloci, per disarmarli, e bloccare loro ogni via di fuga: a quel punto, userò le mie catene per intrappolarli, e la missione sarà conclusa. Questa sarebbe la soluzione più veloce e sicura, ma se non vi piace posso pensarne ad altre. Che ne pensate? – domandò.
Una ragazza dai lunghi capelli biondo cenere e due sottilissimi ciuffi verdi in testa a mo' di antenne le sorrise dall'oscurità – Penso che hai imparato ad elaborare strategie fantastiche – alzandole il pollice verso l'alto.
Mirai ridacchiò sottovoce, ricambiando con un occhiolino – Merito dei tuoi insegnamenti, Yukiko-chan! Comunque, vi va bene operare in questo modo? – domandò di nuovo, ottenendo gli assensi generali.
La ragazza dai capelli verdi e leggermente lunghi con una frangia orientata verso destra ed un lungo ciuffo biondo naturale sul lato destro si alzò in piedi, assicurandosi di rimanere nascosta, chiudendo gli occhi per percepire meglio il vento che le sollevava la lunga coda di capelli che le percorreva tutta la schiena: poi, dopo qualche secondo, mormorò con tono allegro – Hell Gear! – evocando un paio di guanti lunghi fin sopra al gomito e alla cui estremità vi era un lungo nastro dall'aria eterea, oltre a due paia di stivali eleganti e bianchi: il diadema sulla sua testa mutò leggermente forma divenendo una vera e propria piccola corona, contemporaneamente a due anelli runici rosso sangue spuntati dal nulla che iniziarono a rotearle attorno, emettendo deboli voci spettrali e inquietanti: solo allora fece l'occhiolino a Mirai – Yosh! Lasciate fare a me e a Kuro-kun! – rispose, indicando l'inconfondibile Kuro, che capelli leggermente più lunghi e arruffati e una statura ulteriormente aumentata a parte non era cambiato di una virgola – Pronto, nyah! – alzandosi in piedi.
Yukiko si alzò di scatto e lo raggiunse mormorando – Kuro-kun! – afferrandolo per la giacca e baciandolo con passione sulla bocca, per poi guardarlo, completamente rossa in faccia – Fai attenzione... ok? –.
Kuro, ricambiando, le carezzò il volto sussurrando – Te lo prometto, Yukiko-nyan! affrettandosi a raggiungere Yuniko, che guardava la scena con espressione da fangirl.
Una volta raggiunta, le disse – Io ti precedo, Lily-nyan! – tramutandosi in un'ombra e avvicinandosi furtivo ad uno dei caposquadra, attendendo immobile.
Yuniko si girò a guardare Rajiv e Vittorie: lei aveva lunghi capelli color mogano che le arrivavano fino ai fianchi, leggermente mossi, con un ciuffo in mezzo agli occhi e una ciocca bianca sul lato sinistro, mentre lui li aveva più lunghi rispetto a due anni prima, ma comunque più corti se paragonati a quelli di Kurai, tutti arruffati, a dargli un'aria però non trasandata ma elegante, come se fosse fatto apposta.
Sorridendo, sussurrò – Conto su di voi per bloccare le uscite! – ottenendo subito un – Roger! – amichevole da Vittorie e un – Agli ordini, my lady – pronunciato in tono apatico ma paradossalmente affabile da Rajiv, prima che i due svanissero nel nulla: solo allora, Yuniko alzò il pollice a Mirai prima di muoversi ad una velocità Mach 1 sfruttando l'aria compressa, mentre la ragazza esclamava – Iniziamo l'operazione! –.
*
Kuro attendeva silenziosamente sotto forma di ombra, seguendo quello che sembrava il leader assoluto, in attesa del segnale.
Dopo qualche minuto, improvvisamente udì un fruscio e vide uno dei supervisori sparato via ad altissima velocità contro un muro: era il momento di agire.
Prima ancora che l'altro potesse domandarsi cosa stesse succedendo, Kuro emerse dall'ombra tornando in forma solida e lo colpì con un colpo secco al collo, facendogli istantaneamente perdere i sensi, venendo subito raggiunto da Yuniko – E con questo siamo a due. Come ce li gestiamo gli altri? – domandò: Kuro immediatamente rispose – Non conviene che li elimini te, nyah? Sei molto più veloce di me, io intanto potrei pensare ad avvicinarmi di soppiatto manomettendo le apparecchiature per distogliere l'attenzione! – propose.
Yuniko parve rifletterci su per un momento, quindi annuì – Mi sembra un'ottima idea. Allora... diamoci da fare, socio! – disse, muovendosi con rapidità tale che Kuro quasi non la vide scomparire.
Immediatamente, si trasformò nuovamente in ombra, rendendo concreto solo il braccio destro e afferrando una pistola dietro l'altra dai facchini che portavano instancabili le casse di droga dal magazzino ai camion, mentre Yuniko metteva rapidamente fuori gioco i tre supervisori restanti.
Erano ormai pronti a dare il segnale a Mirai, quando una fiamma Sole intensissima perforò il soffitto del capannone, mentre losche figure armate di mazze e coltelli si lanciavano giù.
Sgranando gli occhi, Kuro raggiunse velocemente Yuniko – Lily-nyan, quelli chi sono? – domandò, preoccupato.
Yuniko si morse il labbro inferiore – Non ne ho idea... ma rischiano di rovinare l'operazione... – disse mestamente, rimanendo celata nel buio.
*
Una ragazzina dai lunghi capelli bianchi ma sfumati d'azzurro via via che ci si avvicina alle punte osservò la scena in disparte: afferrando il walkie talkie, parlò con calma e disse – Ehm... qui è sorto un imprevisto... che devo fare? – domandò.
Immediatamente, la voce di Mirai giunse in risposta – Abbiamo visto... mentre valutiamo il da farsi, sicuramente ci sarà una fuga generale, e anche se a guardia abbiamo Vittorie e Rajiv, rischiamo che qualcuno riesca a scappare prendendo possesso di un camion, e questo non deve assolutamente succedere. Dici che puoi occupartene tu, Marsh-chan? – domandò con una lieve punta d'ansia nella voce, che però la ragazza percepì chiaramente.
Con un sorriso, rispose entusiasta nell'aggeggio – Non riusciranno nemmeno a percorrere la strada fino al cancello! – prima di saltare giù dal tetto, atterrando con agilità felina indenne dopo un volo di oltre tre metri e scattando di corsa verso i camion carichi di droga parcheggiati nel cortile interno.
*
Come previsto da Mirai, l'arrivo degli intrusi scatenò il panico fra i delinquenti: più della metà di loro si lanciò disperata alla fuga, impazzendo in preda alle Allucinazioni di Vittorie e Rajiv non appena si avvicinarono alle uscite, mentre i restanti membri raccolsero armi improvvisate e si lanciarono all'assalto dei nuovi arrivati, ma prima che potessero fare qualcosa una fiamma sconosciuta li colpì, congelandoli all'istante sul posto e facendo calare nuovamente il silenzio nel magazzino.
Lentamente, si udirono come dei passi, mentre un'alta figura avanzava nella condensa provocato dal freddo improvviso – Tranquilli, ragazzi, non c'è bisogno che vi sporchiate le mani con loro. Avanti, raccogliamo quella schifezza ed andiamocene! – ordinò, provocando immediatamente un viavai generale fra i suoi scagnozzi, che si mossero a raccogliere le casse.
Yuniko strizzò gli occhi per metterlo meglio a fuoco: era un bel ragazzo molto giovane, all'incirca suo coetaneo, con vivaci occhi grigi e capelli biondi e disordinatissimi, che si sfumavano verso l'esterno di azzurro in modo molto simile a Marsh ma molto più nettamente.
Guardando meglio, notò che era armato di una spranga di ferro a prima vista improvvisata, ma che invece presentava uno stemma della Yakuza cancellato in rosso, il che suggeriva che probabilmente era usata abitualmente.
Senza farsi notare, Kuro scivolò nell'ombra raggiungendo Mirai e gli altri, domandando preoccupato cosa fare.
Mirai, come combattuta, tentennò e guardò gli altri: dopo qualche istante, improvvisamente, parve calmarsi.
Strinse la mano destra a pugno, alzandola in cielo, ed urlò – Andiamo a fargli il culo, gente! Non gli permetteremo di rovinarci la missione! – ottenendo immediatamente delle reazioni entusiaste.
*
Yuniko, rimasta sola, decise di prendere tempo: emergendo dal suo nascondiglio, si piazzò davanti al ragazzo misterioso intimando – Fermo dove sei! – puntando un palmo della mano davanti a lui – Chi siete? Cosa volete? – domandò in tono minaccioso.
Il ragazzo la guardò con sorpresa, per poi sorridere – Piuttosto, cosa ci fa una splendida fanciulla come te qui? Non dirmi che sei in combutta con quei delinquenti, vero? – domandò, improvvisamente con aria delusa.
Yuniko non ebbe reazione: preparandosi a combattere, rispose freddamente – Qui le domande le faccio io. Chi sei? – domandò ancora una volta.
Il ragazzo parve avvertire il pericolo: sorridendo, ma preparandosi mentalmente a combattere, esclamò – Oh, scusami, le buone maniere innanzitutto! Il mio nome è Haruo, erede della famiglia Bertesca. Ne hai mai sentito parlare? – iniziando a roteare la spranga.
Yuniko lo guardò torva – Piacere, Yuniko Lily Giglionero, futura Boss della famiglia Giglionero e Guardiana della famiglia Kokuyo. A cosa dobbiamo la vostra intrusione durante la nostra missione? – doveva essere pronta fino alla fine: il suo avversario non era una persona qualunque.
Haruo finse di pensarci su, quindi sorrise – Niente di che, siamo qui per smantellare questi narcotrafficanti e rubare il carico di droga per poi distruggerlo, in modo da ristabilire l'ordine. Qualcosa in contrario, dolcezza? – disse, roteando sempre più velocemente la spranga, mentre i suoi scagnozzi si avvicinavano circondandola in un cerchio.
Senza scomporsi, Yuniko rispose – Desolata, ma è la nostra missione, e voi siete arrivati in ritardo: che ne diresti di smetterla di intralciarci? –.
Haruo scosse la testa – Mi dispiace, mi risulta impossibile: la nostra politica è portare tutto fino in fondo. – per poi schioccare le dita – Catturatela, ma pesterò personalmente a sangue chiunque la ferisca: siete avvisati – causando un progressivo restringimento del cerchio.
Improvvisamente, quando Yuniko era rassegnata a combattere, una nebbia mista a sabbia la circondò, assumendo forma umana sempre più distinta finché non emersero due gemelli – Lascia stare la mia Lily-chan! – disse Vittorie in modo aggressivo, guardando Haruo furiosa, mentre Rajiv le dava le spalle sorridendo in modo spaventosamente folle, terrorizzando alcuni subordinati che indietreggiarono.
Arrossendo, Yuniko sorrise divertita, guardando Haruo negli occhi – Che ne dici di fare un patto? Se vi sconfiggiamo entro 60 secondi, voi ve ne andate, mentre se vincete voi, ce ne andiamo noi. Mi sembra onesto, no? – strizzando l'occhio.
Una strana luce illuminò gli occhi di Haruo mentre entusiasta urlò – Oh, mi piace! Ma ti affronterò da solo, dato che sembri davvero forte ed è da tempo che non mi scateno al massimo! – roteando con abilità maestrale la spranga, che venne improvvisamente avvolta da una fiamma Sole intensa e da una sconosciuta, simile a quella del cielo ma bianca e con piccoli cristalli di ghiaccio al suo interno, che lasciò i tre ragazzi sconcertati.
   
 
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