27/05/2015
2 recensioniE le cicatrici sono gli autografi di Dio
162 parole
"Si è deboli in parvenza, sciocchi all'occorrenza. Se non c'è via di uscita, gli uomini osano rivolgersi a Dio."
Straordinario come, in una caotica Londra di punta, lui riesca ancora a sentire la sua voce riecheggiare nei menadri della testa. Lo vede: osserva quel corpo giacere inerte sul marciapiede sudicio d'acqua, gli occhi innaturalmente chiari e sgranati, il sangue che fluisce via dalle sue membra come pioggia su vetro.
"Si è stupidi solo per diletto, non credi? Poiché che senso ha rivolgersi a Dio, quando lo si è per amor proprio?"
Ancor più straordinario è, in fin dei conti, il velo di lacrime che gli offusca la vista. Tutto pare stravolgersi in un batter d'occhio: sente la gola ardere, nell'oscurità che l'avvolge, mentre John piange su un cadavere che non è il suo.
"Si è burgiadi quando ci fa comodo. Ma la morte non si può ingannare, Sherlock."
Londra, nella mente dell'uomo, cessa di esistere.
"Noi siamo bugiardi proprio come lo è Dio, Jim."
NdA: Piccola flash-fic nata da una mia riflessione dopo aver rivisto la seconda stagione (la mia preferita, sigh).
Siate clementi, non scrivo quasi mai in fandom - cali di autostima e il non sentirsi all'altezza, ecco tutto *gongola*
Spero sia stata di vostro gradimento! Quando sarò più sicura, riscriverò sicuramente qui.
Bb!
Maria
Siate clementi, non scrivo quasi mai in fandom - cali di autostima e il non sentirsi all'altezza, ecco tutto *gongola*
Spero sia stata di vostro gradimento! Quando sarò più sicura, riscriverò sicuramente qui.
Bb!
Maria