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Autore: Soleil de Lune    29/05/2015    3 recensioni
Ed è chiara e netta la domanda che con quello sguardo sembra volermi rivolgere: - Perché? -
Genere: Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Spara. - è un ordine, non si disubbidisce ad un ordine.

La pistola è puntata davanti a me, è ferma la mia mano... è il cuore quello in subbuglio, la mia mente quella che trema, il mio spirito quello che si rifiuta di premere il grilletto.

- Spara. - stringo le palpebre, i denti schiacciati fra di loro, la mano del braccio sinistro stretto a pugno.
E la mano destra alzata, impugna un'arma di morte.
 
"Devo farlo, devo farlo, devo farlo!"
 
La mente me lo urla, ma non riesco ad assecondarla, non ci riesco.
 
"Dannazione... dannazione...!"
 
Apro gli occhi e fisso con sguardo inespressivo il corpo inginocchiato davanti a me, a tre metri di distanza, il capo chinato in un segno di dolorosa sottomissione, le spalle sussultanti e il corpo tremante... se di freddo o terrore probabilmente ormai non lo sa neppure lui.
E la rabbia monta selvaggia all'interno del mio corpo.
 
"Come siamo arrivati a questo...?"
 
La domanda rimbomba come un eco nella mia testa, gira, vortica, e non ottiene risposta; non la ottiene mai, per quanto mi affanni, per quanto mi strugga... non riesco a trovare ragione.
 
"Non voglio ucciderlo, maledizione, non voglio!"
 
Eppure, eppure... devo farlo: se mi rifiutassi di obbedire ad un ordine diretto di un mio superiore la mia azione verrebbe considerata insubordinazione, verrei giustiziato all'istante... e dopo di me anche il ragazzo che avrei dovuto finire io con le mie mani andrebbe incontro allo stesso destino.
Non c'è via d'uscita... devo ammazzarlo... se non posso salvare lui almeno devo salvare me stesso, almeno uno dei due deve cercare di vivere; non ha senso morire entrambi.

Faccio scattare la sicura e il suono riecheggia nel vuoto della desolazione bianca che ci circonda.

E' in quel momento che la vittima designata alza la testa e con i suoi occhi celesti -più del cielo che ci fa da spettatore- mi guarda.
Ed io perdo il respiro.
Mi aspettavo di trovare il terrore, l'angoscia e la disperazione più pura in quelle pozze d'acqua... ma nulla di tutto ciò è l'emozione che posso registrare in questo istante in quelle pupille ferme e decise.
No... il lampo che le attraversa... che le anima... è la rabbia.
Semplice, pura, terribile rabbia

La stessa rabbia che scorre nelle mie vene, nel mio sangue:  rabbia verso me stesso, verso quelle persone che hanno deciso questo, verso questa guerra insulsa che ci costringe a combatterci a vicenda, verso questo mondo che non fa altro che prendersi gioco di noi e che non riesce a stare in pace con se stesso.

 Ed è chiara e netta la domanda che con quello sguardo sembra volermi rivolgere:
 
-Perché?-
 
E mi blocco. Non so più cosa fare. Cosa sia giusto fare. Cosa posso, devo, voglio fare.
Oh, no... quello che voglio lo so bene... l'ho sempre saputo.

Socchiudo gli occhi, scuoto il capo ed abbasso il braccio; Torno a guardare la figura di fronte a me; Sorrido.

Ed è con questo mio gesto che dichiaro la mia sentenza.
 
"Meglio morto che macchiato dal sangue."
   
 
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