Anime & Manga > Un fiocco per sognare, un fiocco...
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Autore: FannyHarris    30/05/2015    1 recensioni
“ Cosa ci fai qui? Daichi-kun? Nonohara-san? Cosa vuol dire? Daichi è mio!” Hibino li risvegliò di colpo da quel dolce abbraccio, in un attimo arrossirono e l’attimo dopo erano già a rotta di collo giù per le scale scappando da quella pazza fan di Kobayashi.
Cosa è successo dopo l'addio ad Erika? One-shot che potrebbe evolvere in long-fic.
Genere: Generale, Introspettivo, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daichi/Dai dai, Hikaru/Ilaria, Himeko/Himi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I sentimenti dei maschi non si dicono a parole…

 
 
Erano passati pochi giorni da quando Erika si era ripresa il fiocco magico e, su esplicita richiesta della piccola Himeko, si era portata via con sé anche il tenero leoncino di pezza, Pokotà. Aveva deciso di non essere egoista e di permettergli di vivere il suo sogno d’amore con la sua amata gattina, Pink.
I giorni erano trascorsi veloci, si susseguivano le giornate, alle volte tempestose alle volte soleggiate e calde… Ma lei… lei stava male.
“ Ciao. Come va Hime-chan?” Domandò Icchaan con lo sguardo triste non appena vide Himeko davanti al portone della scuola. La sua amica era ormai qualche giorno che sembrava fosse stata privata delle sue energie.
La bionda abbassò lo sguardò e cercò di ricomporsi il più possibile, non poteva tradirsi. Doveva continuare a fingere. “Sto bene, andiamo in classe?” Fece un largo sorriso, uno dei più finti che aveva mai fatto. Non era per nulla brava a mentire. L’amica fece finta di crederci e si avviarono insieme verso la loro aula. Nel tragitto incontrarono Daichi che fermò le due con uno dei suoi soliti sorrisi sornioni. “Ciao ragazze!” Esclamò puntando gli occhi in particolar modo su Hime che pareva spenta e svilita, come un po’ di tempo a questa parte. Gli mancava la vivacità del suo piccolo maschiaccio, le loro giornate passate a rincorrersi, a litigare finendo come sempre a ridere. Aveva spesso tentato di parlarle per farsi dire cosa non andava, ma lei si era sempre rifiutata… Aveva persino fatto sì che non stessero più soli in nessun momento.
«Ciao maschiaccio! Ne hai combinata una delle tue?» Si mise a ridere, cercando di punzecchiarla… Era certo che non poteva aspettarsi altro che un calcio volante in pieno viso, quindi si era messo in posizione difensiva portandosi le braccia al viso. Non accadde nulla.
Aprì gli occhi e vide Hime allontanarsi con lo sguardo grigio e davvero spento. Non l’aveva mai vista così, nemmeno quando la traformazione in Hibino si era rivelata irreversibile. Decise di correrle incontro, non voleva ammetterlo, ma lo feriva questo suo comportamento; sembrava che lei avesse deciso di buttarlo fuori dalla sua vita. «No, non mi sta bene!» Disse in un fil di voce correndo dietro a quella ragazza, che pareva chiunque fuorché la sua Himeko.
“Nonohara, che hai? Perché mi eviti?” Le domandò con lo sguardo dolce, e al tempo stesso piuttosto triste, prendendole fra le mani il mento per poterla guardare dritto negli occhi.
Ebbe un sussulto, aveva gli occhi quasi neri e non più nocciola, sembrava che qualcuno le avesse tolto ogni energia vitale e questo lo spaventò moltissimo temendo che c’entrasse la magia. «Non hai nemmeno il fiocco! Mi spieghi cosa succede? Per favore… Himeko» La chiamò per nome, scuotendola per le spalle, speranzoso di riceve risposta.
«Mi lasci in pace??! Non voglio più vederti. Basta!»Esclamò alzando lo sguardo mostrandosi stizzita, si girò e si allontanò di corsa, lasciando il moro in piedi, da solo.
“Perché fai così?” Pensò triste, allontanandosi lentamente fino a scoparire lungo le viuzze della cittadina.
“Cosa vuole da me? Non voglio che lui sappia. So che sapendo la verità sarebbe lui il primo ad allontanarsi da me, e preferisco farlo io, prima. Sono un maschiaccio, non sono femminile, non ho mai avuto nulla che potesse affascinarlo, tranne la magia che non ho più. Sto male, non voglio che nessuno sappia, ma temo che la mia copertura stia saltando. Non so fingere.”
Piccole perle le solcarono il viso corrucciato…
Daichi era stufo di quella situazione, non poteva permettere che lei si allontanasse ulteriormente da lui. Lasciò le due ragazze lì senza dire nulla e corse via.
Cosa posso fare? Lei ha deciso che non vuole più vedermi e nemmeno essere mia amica… ma questo non mi va affatto bene. Forse ho sbagliato a non averle mai detto nulla. Forse ho sbagliato a non confessarle i miei sentimenti.  Ebbe un brivido a quella parola, sentimenti, gli era così difficile riconoscere persino a se stesso che provava dei sentimenti, che andavano oltre l’amicizia, per quel maschiaccio. Quelle avventure passate assieme li avevano legati dapprima in un forte sentimento di amicizia… Poi questo sentimento lentamente si era trasformato in… “ Io la amo.” Disse in un bisbiglio flebilissimo quelle parole, arrossendo violentemente, poiché era la prima volta che provava qualcosa del genere. Era certo fosse da solo dietro un albero, sdraiato all’ombra… però dei rumori lo destarono.
“Oh mio amato Daichi-kun, sapevo che prima o poi mi avresti confessato il tuo amore. Adesso siamo inseparabili” Una voce molto familiare gli si stava sempre più avvicinando, spaventosa.
Diamine, che ci fa qui? E’ sempre in mezzo alle scatole. Non capirà mai. Pensò affranto apprestandosi a scappare dalla morsa di quella pazza, che di rimando prese a seguirlo di corsa.
Devo trovare Himeko. Devo parlarle. Non posso più aspettare. Corse a perdifiato per le scale fino alla loro classe, c’era l’intervallo e momento migliore non poteva trovare.
Entrò affannato in classe, con ancora Hibino alle calcagna, cercando con lo sguardo la ragazza con i biondi capelli corti, con scarsi risultati. “Dove è Nonohara?” Domandò alle sue amiche, ancora con il fiatone e correndo sul posto. Le due ragazze riflettero fin troppo a lungo per i suoi gusti, finché fecero spallucce.
Daichi riprese la sua corsa, si lasciò dietro Hibino, ed ebbe una intuizione. “Il mio posto segreto!” Esclamò accelerando ancora di più. Non appena terminata la penunltima rampa di scale la vide con il viso affranto e scuro.
Quella vista gli stringeva il cuore, rivoleva la sua Hime-chan.
La bionda lo vide e si alzò di scatto come punta da qualcosa, intenta a scappare di nuovo. Però questa volta Daichi non lo avrebbe permesso di nuovo; la fermò deciso per il braccio e fece sì che si trovassero finalmente uno di fronte l’altra.
Lei con lo sguardo basso e nero, lui con affano e fermezza.
“Ti prego Himeko, dimmi cosa hai! Devi dirmelo! Basta fare così!” Esclamò con decisione tenendola per le spalle cercando di catturare il suo sguardo.
Fu un attimo che i loro occhi si incatenarono.
Le lacrime scesero copiose imperlando il viso sciupato della giovane, furono tante, tenute represse fin troppo a lungo. Lui la guardò preoccupato, finché lei non scoppiò del tutto. “ Erika è venuta a portarsi via il fiocco magico! Le ho lasciato anche Pokotà cosicché potesse continuare a parlare e stare con la sua amata… e io sono rimasta sola!” Gridò con voce rotta e disperata appoggiando la testa al petto di lui, continuando a piangere, distrutta, sia per la perdita del fiocco e di pokotà che per la sofferenza repressa a lungo.
Lui senza pensarci troppo la strinse forte a sé, come a proteggerla e a scaldarle il cuore, e in quel momento si accorse che doveva finalmente confessarle qualcosa.
Si avvicinò in un lampo al viso di lei, che aveva ancora gli occhi chiusi e gonfi di lacrime, e poggiò delicatamente le sue labbra su quelle della sua piccola pasticciona. Entrambi sentirono un brivido forte, Himeko aprì gli occhi trovandosi ancora a pochi centimetri da lui… In quel momento c’erano solo loro due, stretti in un forte abbraccio. “ Ci sono io, ci sono io con te” Le sussurò in un lieve respiro.
 
“ Cosa ci fai qui? Daichi-kun? Nonohara-san? Cosa vuol dire? Daichi è mio!” Hibino li risvegliò di colpo da quel dolce abbraccio, in un attimo arrossirono e l’attimo dopo erano già a rotta di collo giù per le scale scappando da quella pazza fan di Kobayashi.
“Vieni, andiamo” e prese per il braccio Himeko ancora piuttosto scossa e imbarazzata. Corsero via dalla scuola, fino a raggiungere il loro rifugio segreto. Entrarono stanchi nella casa, cercando subito un posto dove sedersi e riprendersi un attimo.
Stettero per un po’ in silenzio, affannati e soprattutto imbarazzati.
“Perché non me lo hai detto?” Ruppe così il silezio Daichi, volgendo lo sguardo a Himeko che abbassò il suo.
Con un lungo sospiro la bionda decise di raccontargli la verità, una volta per tutte.
“Allora, voglio confessarti una cosa”, Kobayashi tremò a quelle parole, “io dopo aver perso Erika, il fiocco e Pokotà mi sono resa conto di non aver nulla che potesse più interessarti. Alla fine dei conti siamo diventati amici solo per merito di questo nostro segreto e della tua bontà nel tirarmi fuori dai guai. E niente, ho pensato che anziché lasciarti allontanare, lo avrei fatto io senza…” Daichi la interruppe, si sedette vicino ad una imbarazzata Himeko.
“Come hai mai potuto pensare una cosa così sciocca?” Le domandò sincero, catturandone lo sguardo. “Non lo so, avevo paura. Mi sento sola.” Disse lei in un fil di voce.
“Pensi che avrei smesso di starti vicino solo perché ora non hai più i poteri?” Le domandò affranto, toccandole per sbaglio una mano, senza che però nessuno dei due si ritraesse.
“Non lo so, avevo paura di perdere anche te, dopo aver già perso quasi tutto” , si appoggiò alla spalla di lui, esausta, “e… pensavo che fosse meglio che tu stessi con qualcuno di femminile e aggraziato come Hibino.”
Lui la strinse a sé, accarezzandole i capelli. “Sei proprio scema! E se ti dicessi che in realtà preferisco i maschiacci? Senza nessun riferimento, eh.” Disse sorridendo lui, facendo chiudere in una stretta il cuore di lei. “Cosa hai detto?” Domandò stupita allontanandosi da lui e guardandolo fisso, creandogli profondo imbarazzo. “Non mi avevi detto che i sentimenti di maschi non si dicono con le parole? Cosa vuoi dire?” Chiese lei ingenuamente. “Infatti! E’ così!” Rispose lui deciso e anche un po’ divertito. Sembrava che l’imbarazzo di quel bacio che c’era appena stato fosse sparito e fossero tornati i soliti.
“Ma se così fosse, mi spieghi perché quel tuo compagno di squadra mi ha dichiarato il suo amore e mi ha chiesto di uscire?” chiese lei curiosa, non lo capiva proprio.
Notò però che rispetto l’ultima volta che successe qualcosa di simile, in questa occasione la cosa lo aveva stizzito, anche se cercava di non darlo a vedere. “Avrà fatto qualche scommessa come Sey con qualcuno” Disse lui cercando di mostrarsi il più calmo possibile.
“Sei il solito! Comunque avevo accettato, sai.” Disse lei con fare naturale, facendo sobbalzare lui. “Mi ha detto che gli piacciono le ragazze come me, e che secondo lui staremmo perfettamente assieme”
Devo mantenere la calma, o capirà che lo sto prendendo un po’ in giro io stavolta. Voglio sapere che significato ha avuto per lui quel bacio.
“ Ha anche detto che vuole baciarmi, sono intimorita.” Concluse.
Lui sospirò un po’ triste “io non sono nessuno per dirti cosa devi fare, però voglio parlarti di ciò che c’è stato oggi fra noi” . Himeko arrossì violentemente a ripensare al loro primo bacio.
Daichi raccolse tutte le sue forze per poter finalmente esprimersi, senza lasciare dubbi. Capì che se avesse continuato a lasciare intendere e no, prima o poi qualcuno avrebbe potuto portargliela via.
“Ecco, a me da fastidio. Poco, però. Cioè, voglio dire altro, che non ho passato tutto quel tempo con te solo per la magia e per la mia bontà, ma perché lentamente…” si interruppe come a cercare altre forze e coraggio per continuare, sotto gli occhi stupiti di Himeko.
Improvvisamente però si avvicinò a lei, prendendola per le mani, fino a regalarle un dolce bacio sulle umide labbra rosee. Pareva fossero diventate di fuoco, però questa volta fu più lungo… finché lui si staccò “Io ti amo, Himeko.” Quelle parole la spiazzarono, le invasero il cuore di una forte luce.
“E… ecco…” Cercava altre parole da dirle lui, ma era proprio difficile, aveva già detto troppo.
“Ti va un appuntamento con me?” Disse lei di getto, senza pensarci troppo e venendo in aiuto a lui che pareva aver perso il dono della parola. “Sì.” E si abbracciarono di nuovo, finalmente potevano farlo senza morire di imbarazzo.
“Grazie.” Dissero all’unisono, scoppiando a ridere. Risate imbarazzate però, dovevano ancora abituarsi a quel nuovo rapporto.
 
 
“Daichi? Dove sei? Lo sai che sei mio, vero? Lascia stare quel maschiaccio!” Urlò Hibino per la strada, dopo aver perso di vista i due giovani. Alle sue spalle il sole fatto di fuoco moriva lentamente nelle sue ceneri come una fenice, pronto a rinascere il quello speciale giorno successivo.
 
 
 
 
 
Angolo autrice: Mamma mia, non scrivevo da tipo anni a causa di tanti impegni scolastici, fra cui trasferimenti. L’ho scritta di getto, non appena ho ripreso in mano questo manga. Purtroppo online non ci sono scan dopo il volume 9 ‘me triste’ , però ricordo che molti anni fa vidi una scan con un bacio, ecco io ne ho dedotto i dialoghi (che mi pare fossero persino in giapponese) in attesa del volume 6 della Panini che ho appena ordinato su Amazon ‘non sono più nella pelle’
Intanto vi lascio questa, saluti. 
   
 
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