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Autore: tempestadentroquietefuori    31/05/2015    1 recensioni
Una partenza improvvisa.
Kodomo no Omocha sta volando verso l'Italia, nella bella e calda Napoli.
C'è una lei.
Sana Kurata.
C'è un lui.
Akito Hayama.
C'è un forte e ostacolato NOI.
Tra tanti ostacoli, la nostra coppia preferita ne uscirà?
Sta a voi scoprirlo.
Buona lettura e se potete, recensite :)!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Altro personaggio, Altro Personaggio, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era il giorno di ritorno. Dopo tre giorni tornavamo a casa. Tre giorni in cui i dubbi mi hanno assalito. Tre giorni in cui ero sempre soprappensiero, guadagnandomi mille sguardi e mille domande da chi mi stava attorno. 
Pensavo alla notte passata con Akito e mi ripetevo e straripetevo se avessi fatto la scelta giusta. 
In quel momento lo era, anzi, era giusta per la mia mente, volevo dimostrare qualcosa. 
Ma da quando in qua l'amore vuol dire dimostrare qualcosa? A te stessa poi. 
Penso che sto sbandando alla grande, la strada che sto intraprendendo forse non è una delle migliori; non dico non è quella giusta, nessuno sa se è giusto o sbagliato fin quando ci sei dentro. 
Eppure io ora sono in bilico e l'unica cosa che riesco a pensare è come un chiodo fisso. 
Amo ancora Akito? Oppure fingo, credendo di amarlo? 
Che poi non so nemmeno se è amore, a quindici anni nessuno lo sa. 
A quindici anni dovresti essere libera, spensierata, senza preoccupazioni addosso. 
È l'età del saltare la scuola e falsificare la giustifica.
È l'età dei " Vorrei vivere a Londra" " Vorrei vivere a New York ". 
È l'età delle poesie sui banchi di scuola,dei film visti milioni di volte. 
È l'età di GRIDARE, RIDERE, RESPIRARE. 
È l'età di vivere fino a consumarsi la pelle e le ossa. Vivere fino a consumarsi l'anima. 
Ed io? Io che penso ad autocommiserarmi. Io che penso ad autodistruggermi. 
 
 
 
Eccoci qua, arrivati a Napoli. 
I pullman ci hanno scaricati nel parcheggio della scuola dove i nostri genitori ci aspettavano. 
Tornata a casa disfo le valige e mangio qualche boccone, dopodiché stanca morta vado a dormire. 
Domani è un altro giorno. 
 
*     *      *
 
 
Tutta la notte a pensare a cosa fare. 
A meditare, meditare, meditare. 
Vedo Akito da lontano, vicino ai distributori e mi avvio verso di lui. 
Lo prendo per mano e sotto lo sguardo confuso di lui lo trascino in cortile. 
 
 
<< Che succede ? >>
 
 
<< Succede che non ce la faccio proprio. >>
 
 
<< Non ce la fai? >>
 
 
 
<< Esatto. Non ce la faccio a tollerare tutto. Non ce la faccio a dimenticare, ad ignorare, a ripetermi che è tutto normale. Non ce la faccio a continuare, perché ogni volta che ti guardo negli occhi mi appare la scena a cui ho assistito. Non ce la faccio a perdonarti, ho solo camuffato questo peso, ma adesso mi distrugge. Non ce la faccio proprio. È meglio lasciarci,già, si è decisamente meglio. >>
 
 
 
<< Ma.. Come? Sana abbiamo fatto l'amore, ricordi? Quella cosa importante che per me è stata bellissima. >>
 
 
 
<< Anche per me lo è stata, ma non basta. Non basta perché una parte di me si è concessa per dimostrare qualcosa, dimostrare qualcosa a te,a me. Dimostrare che sono capace anch'io di quello che ti ha dato Rossella e non mi capacito del perché hai scelto lei. Ma ora basta, non ci riesco. Non ci riesco a far finta di niente. Non ce la faccio. 
Addio Akito, questa volta è definitivo. >> 
 
 
<< Ma.. >>
 
 
<< Niente ma. Non renderla più difficile di quanto già è. >> 
 
 
Detto questo mi allontano da lui per l'ultima volta. 
L'ultima cosa che scorgo sono i suoi occhi, occhi lucidi in prossimità di un pianto. 
Già, anch'io vorrei piangere, ma proprio non riesco. 
E così, per la prima volta, penso a me stessa e non alla felicità degli altri.
 
*       *      *
I giorni passavano, la fine della scuola era vicina, vicinissima. 
Era passato quanto?  Circa un mese da quella conversazione? 
Già.
Circa un mese dall'ultima volta che parlai con Akito. 
Circa un mese da quando a scuola ci evitavamo come la peste, ne un saluto, ne un sorriso, niente. 
Circa un mese da quando Ilaria e Chiara trascorrevano parecchio del loro tempo libero con me, per farmi svagare, per farmi dimenticare. 
Circa un mese da quando anche la nostra comitiva si era sfasciata. È stata una decisione un po' di tutti, un modo più facile per me e Akito di stare lontani.
Circa un mese dall'inizio della fine.
 
Eravamo agli sgoccioli, mancavano pochi giorni e quell'agonia sarebbe finita. 
Tra i compiti, le interrogazioni e i corsi extra scolastici ne uscivo matta. 
Per svagarmi un po' ho deciso anche di iscrivermi ad una palestra e le mie due fedeli amiche mi hanno accompagnato. 
Eh già, l'estate si avvicinava e la prova costume non ne voleva sapere niente. 
Quest'estate mamma ha detto che torneremo per un paio di settimane a Tokyo per vedere i nonni, gli zii... 
Chissà, forse mi farà bene viaggiare, pensare a nuove cose, fare nuove cose. 
Ilaria e Chiara andranno insieme in Sardegna quest'estate, le loro famiglie si conoscono da tanto, andranno in un villaggio. Hanno proposto anche me di andare, ma per ora l'unica cosa certa sono i continui no di mia madre. La convincerò, ci spero... Ma la cosa più importante è proprio questa: l'estate sta tornando. 
L'estate sta tornando, proprio come l'avevamo lasciata. 
Le onde del mare, la sabbia cocente, il sole splendente e la gente sorridente. 
Via libri, via interrogazioni, via compiti in classe. 
Via le litigate fatte con i professori. 
Via l'ansia prima delle verifiche. 
Via quella maledetta sveglia che ogni mattina  ti fracassa i timpani. 
Via quei lunedì traumatici. 
Via tutto. 
Sembrava così lontano, ma sta tornando. 
L'estate sta tornando. 
 
  
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