All of the things we want each other to be, we never will be
Questa fanfiction si è classificata 8^ al contest indetto da Dreaming Ferret “Non conosci il titolo?!”
Dedico questa fafiction alle mie amiche Arianna, Giorgia e Giulia, ovvero rispettivamente nana_style, Fairydreams e Dark Soul. A voi ragazze, per aver sopportato i miei scleri e avermi consigliato anche quando il tempo per farlo sembrava non esserci. Grazie davvero per aver apprezzato questa fic anche se l’unica cosa che avreste dovuto fare sarebbe stata tirarmela dietro.
DISCLAIMER: I personaggi di Naruto non mi appartengono ma sono proprietà di Masashi Kishimoto; questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro. La canzone "Perfect" appartiene ai Simple Plan e non viene usata per alcun scopo di lucro.
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Cominciava ad albeggiare e i primi
raggi del sole schiarivano il cielo blu intenso rendendolo via via più chiaro.
La debole luce della luna e delle stelle lasciava spazio agli abbaglianti raggi
del sole, che prepotentemente riprendeva il controllo del cielo.
Hinata sedeva sulla soglia della
porta scorrevole della sua camera che dava verso il giardino interno, il suo
personale angolo di paradiso. La schiena poggiava sullo stipite e teneva una
gamba piegata verso il petto mentre l’altra era stesa a terra. Le guance lattee
erano ancora umide per le lacrime versate durante l’ennesima notte in bianco.
Gli occhi violetti, che provavano la sua appartenenza al clan Hyuuga, erano
vitrei e leggermente arrossati per il pianto. Hinata era una bella ragazza,
simile ad una bambola giapponese di porcellana. Tutto in lei la faceva sembrare
simile ad una di quelle bambole: i capelli d’ebano, la pelle candida, i begli
occhi chiari, la figura graziosa. Poteva sembrare una di quelle perfette bambole. In quel momento però
sembrava una marionetta a cui avevano tagliato i fili.
Hey dad
look at me
Think back and talk to me
Did I grow up according to
plan?
And do you think I'm wasting my time
Doing
things I wanna do?
But it
hurts when you disapprove all along
Hinata non era perfetta. O, almeno, non era
perfetta come suo padre voleva che
fosse. Lei era l’erede della nobile casata degli Hyuuga e per questo motivo
lei doveva essere perfetta. Suo
padre, e con lui anche i maggiori esponenti della famiglia, pretendeva che lei
fosse un’abilissima kunoichi. Lei doveva essere il vanto del suo clan.
Hinata però non era come gli altri si aspettavano
che lei fosse. Suo padre alla fine aveva perso le speranze e aveva smesso di
pretendere qualcosa da Hinata. Hiashi Hyuuga aveva smesso di considerare Hinata. Ora che non aveva
più bisogno di lei, Hinata era diventata nient’altro che un essere inutile ai suoi
occhi.
Quella notte poi era stata il colpo di grazia. Casualmente Hinata si era ritrovata ad ascoltare una conversazione su di lei del padre con uno degli anziani e aveva sentito Hiashi dire che inutile com’era, avrebbe anche potuto morire.
And now
I try hard to make it
I just want to make you proud
I'm never gonna be
good enough for you
I can't pretend that
I'm alright
And you can't change me
Giorno e notte si era allenata da
sola, per migliorare e ricevere finalmente l’approvazione del padre. Si era
sempre impegnata durante le missioni insieme ai suoi compagni di squadra. Dopo
ogni fallimento riprovava con il doppio dell’impegno. I suoi compagni si erano
accorti dei suoi sforzi e le avevano proposto più volte di aiutarla ad
allenarsi, offerte a cui lei aveva sempre risposto affermativamente. Ormai non
faceva altro, allenarsi senza sosta era il suo unico pensiero. La sera crollava
sul suo futon sfinita ma fiduciosa per i progressi ottenuti. Ma ormai era troppo
tardi e nessuno si era più occupato dei suoi miglioramenti. Non sarebbe mai
stata abbastanza brava per il clan e per suo padre.
'Cuz
we lost it all
Nothing lasts forever
I'm sorry
I can't be
perfect
Now it's just too late and
We can't go back
I'm sorry
I
can't be perfect
Hinata aveva spesso provato a
parlare con il padre, chiedendogli in tutti i modi un po’ del suo tempo affinché
la allenasse. Lo aveva rincorso più volte mentre lui continuava imperterrito a
camminare per lunghi corridoi della villa, supplicandolo di concedergli una
chance, affermando che si era impegnata molto e che voleva migliorare sotto la sua guida.
Hiashi, quelle poche volte che le aveva dato ascolto si era semplicemente
limitato a dirle che ora non aveva tempo. Ma Hinata sapeva che non ne avrebbe
mai trovato, non per provare a migliorare la figlia maggiore. Era troppo tardi. Suo padre non aveva più bisogno di lei. Hinata in quei momenti
pensava con rimpianto alle innumerevoli volte in cui, completamente senza forze,
era tornata in camera sua dopo una seduta d’allenamento con il padre e si era
rammaricata della sua eccessiva severità, innaturale per un
genitore.
I
try not to think
About the pain I feel inside
Did you know you used to be
my hero?
All the days you spent with me
Now seem so far away
And it
feels like you don't care anymore
Fin da bambina Hinata si era
impegnata moltissimo per rispondere alle aspettative del padre. Si era allenata
con lui fino allo sfinimento, senza mai lamentarsi. Hiashi passava tutto il
tempo possibile ad allenare la figlia per creare l’erede perfetto ed Hinata era felice di riceve attenzione dal padre.
Quando, sfinita, crollava sul tatami della palestra, Hinata, felice per aver
resistito così tanto all’allenamento, sperava di aver fatto felice il padre con
i suoi progressi. Hiashi non era soddisfatto ma continuava ad insistere ed
Hinata era contenta solo perché spendeva del tempo per lei, perché significava
che poteva ancora diventare ciò che suo padre voleva che
fosse.
Hiashi aveva smesso alla fine di
aspettarsi qualcosa di più dalla figlia maggiore, desiderando che somigliasse di
più a Neji, il genio del clan Hyuuga.
And
now I try hard to make it
I just want to make you proud
I'm never gonna
be good enough for you
I can't stand another fight
And nothing's
alright
Naruto era stato l’unico a credere
un po’ in lei. Lei, l’inutile erede
del clan Hyuuga, incitata a non mollare dal demone del villaggio. Hinata aveva
sempre ammirato Naruto per la sua forza d’animo, la sua capacità di non
arrendersi mai davanti ai rifiuti degli altri ed elargire un sorriso pieno di
calore a tutti, indistintamente. Hinata sapeva che anche Naruto soffriva come
lei l’indifferenza degli altri, però combatteva imperterrito i rifiuti, sicuro
che prima o poi avrebbe ricevuto anche lui un sorriso sincero. Ma suo padre non
l’aveva mai capita e l’aveva severamente rimproverata più volte per l’interesse
che manifestava verso quel ragazzino. Come poteva disonorare così tanto la sua
famiglia: oltre a non essere all’altezza delle aspettative, si abbassava pure a
simpatizzare con il demone del villaggio? Questo le aveva aperto un po’ gli
occhi su di lui, capendo che lei non sarebbe mai stata la persona che il genitore
voleva che fosse. Ma nemmeno lui sarebbe mai stato il padre che lei voleva avere.
'Cuz we
lost it all
Nothing lasts forever
I'm sorry
I can't be perfect
Now
it's just too late and
We can't go back
I'm sorry
I can't be perfect
Naruto le aveva fatto aprire gli
occhi: non erano importanti gli errori che potevi commettere, se poi riuscivi a
rialzarti ed imparare dai tuoi sbagli riprovando con più forza di prima. Naruto
l’aveva apprezzata per quello che era e le aveva dato un modello da seguire. Le
aveva dato la forza di ribellarsi al dolore che la attanagliava ogni volta che
guardava il padre allenare sua sorella, superiore a lei nell’uso del Byakugan.
Hinata fino ad allora aveva solo cercato di migliorarsi ma non per se
stessa, bensì per il padre e tutto il clan. Hinata fino ad allora si era sempre
considerata sbagliata perché non era
in grado di rispondere alle aspettative del padre e per i suoi continui
fallimenti. Però aveva promesso a se stessa, il giorno in cui Naruto era partito
per il suo addestramento, che sarebbe migliorata, fino ad arrivare a diventare
ciò che lei voleva essere. Ed era
ormai tempo di mantenere la sua promessa.
Il sole era finalmente sorto e
Konoha cominciava a risvegliarsi, pronta ad affrontare una nuova gionata. Il
cielo era completamente privo di nuvole e il suo azzurro era così simile a
quello degli occhi di Naruto che i pensieri di Hinata si soffermarono un attimo
su di lui. Konohagakure sembrava così silenzioso senza il suo combina guai
d’eccellenza, da mettere quasi tristezza. Hinata si impose di lasciare da parte
la malinconia e si concentrò cercando dentro di sé il coraggio che le serviva
per affrontare il padre. Con eleganza si alzò e cominciò a prepararsi per
un’altra giornata di allenamenti. Ma prima avrebbe dovuto parlargli. Sentiva il
bisogno di
farlo.
Nothing's
gonna change
The
things that you said
Nothing's gonna make this right again
Please don't
turn your back
I can't believe it's hard
Just to talk to you
But you
don't understand
Graziosa come sempre, Hinata si
era accomodata davanti agli appartamenti del padre, pronta a parlargli non
appena fosse uscito. Era appena riuscita a calmare l’agitazione quando il padre
uscì e le venne incontro, senza dimostrare tuttavia la reale intenzione di
parlarle. Si alzò con un movimento fluido e accennò una reverenza al padre, come
le era stato insegnato fin dalla più tenera età, salutandolo. Poi lo guardò
negli occhi con fermezza e gli disse di aver urgenza di parlargli riguardo il
suo addestramento. Hiashi liquidò la figlia maggiore con la solita scusa della
mancanza di tempo. Hinata rimase ferita dal comportamento come al solito freddo
e distaccato del padre ma quella volta non avrebbe lasciato perdere. Lui non
voleva ascoltarla? Bene, ma lei gli avrebbe parlato comunque. O almeno
ci avrebbe provato.
'Cuz
we lost it all
Nothing lasts forever
I'm sorry
I can't be
perfect
Now it's just too late and
We can't go back
I'm sorry
I
can't be perfect
Hiashi Hyuuga continuava
imperterrito a camminare tra I corridoi di villa Hyuga con la figlia maggiore al
seguito che gli parlava, e sembrava non prestarle alcuna attenzione. Hinata
aveva esordito dicendosi dispiaciuta del suo profitto al di sotto delle
aspettative del padre ma era fortemente decisa migliorare e per questo lo
pregava di riprendere gli allenamenti insieme, come erano soliti fare anni
prima. Voleva raggiungere le sue aspettative e per questo doveva essere lui ad
allenarla. Prima infatti si era scoraggiata troppo presto ma ora si sentiva più
determinata e pronta per migliorarsi veramente, diventando così una degna erede
del clan. Hiashi a quelle parole si fermò, colpito dalla sicurezza che la figlia
aveva dimostrato, nonostante i suoi modi fossero comunque ancora influenzati dal
suo carattere timido. Ma questo non bastava a renderla l’erede perfetto. Le
disse apertamente che ormai era impossibile per lei diventare quello che tutti
si erano sempre aspettati. E con queste ultime parole taglienti le girò ancora
una volta le spalle e continuò per la sua strada.
'Cuz
we lost it all
Nothing lasts forever
I'm sorry
I can't be
perfect
Now it's just too late and
We can't go back
I'm sorry
I can't be perfect
Hinata rimase delusa ancora una volta da suo padre, che le aveva negato nuovamente una possibilità di fargli vedere che forse sarebbe stata in grado di diventare ciò che voleva che fosse. Tutte le cose che vogliamo che l’altro sia, non lo saremo mai, e Hinata lo aveva ormai capito. Lei non sarebbe mai stata l’erede perfetto del clan come tutti si aspettavano e nemmeno suo padre sarebbe mai stato un po’ più simile alla persona che aveva sempre desiderato avere come genitore, qualcuno che la incoraggiasse e la spronasse in ogni suo progetto. Ma il rifiuto del padre non le avrebbe impedito di diventare un buon erede del clan: lo sarebbe diventato, ma a modo suo. Hinata questa volta aveva deciso di non darsi per vinta e di affrontare con coraggio il duro cammino verso il suo obbiettivo finale. Chissà, magari prima o poi sia lei che suo padre sarebbero stati in grado di raggiungere almeno in parte le aspettative dell’altro. Dopotutto, l’erede del clan Hyuuga avrebbe anche potuto essere un po’ imperfetto, a patto che fosse in grado di essere una buona guida. Nessuno è perfetto, no?
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Vi
avviso già che il commento è stato volutamente scritto prima dell’uscita dei
risultati, per non esserne influenzata.
Beh,
non sono molto soddisfatta di com’è uscita. Purtroppo sembra sempre che le fic
si scrivano da sole ormai e non seguano più le mie decisioni xD Hinata è uno dei
personaggi di Naruto che trovo più simile a me e avevo già da tempo in mente di
scrivere una fic su di lei. Poi è arrivato il contest e questo è il risultato.
Forse
alla fine sembrerà un po’ troppo diversa dalla Hinata che siamo abituati a
vedere ma ho sempre pensato che anche lei è in grado di tirare fuori le unghie
quando è ora e il suo comportamento meno insicuro è una conseguenza delle scelte
fatte.
Risposte alle recensioni:
- ryanforever: mi fa piacere che secondo te ho descritto bene Hinata e il suo rapporto con il padre, avevo il terrore di sfociare nell'OOC. Grazie per letto e commentato! ^^
- Shatzy: la canzone usata è Perfect dei Simple Plan, l'ho scritto nei credits. Per il rapporto tra Hinata e Hiashi ho preso un po' spunto dal rapporto che ho con mio padre, si lamenta spesso anche lui del mio comportamento, anche se ovviamente non fino a quei livelli. Effettivamente è un po' pesante l'ultima parte ed ero indecisa se mettere un dialogo tra Hinata e il padre ma alla fine ho deciso di continuare con il monologo. Grazie comunque per averla letta e commentato! ^^
- Rinalamisteriosa: mi fa piacere che l'introspezione di Hinata ti sia piaciuta e ti ringrazio per i complimenti e la recensione, mi ha fatto piacere sapere la tua opinione. Grazie!
- Dreaming Ferret:: non mi aspettavo una recensione, visto che la fanfiction l'hai già commentata ma è stata comunque ben accetta. Perfect è una canzone che amo ed era semplicemente perfetta per la fanfiction che mi era venuta in mente. Ho cercato di immedesimarmi in Hinata il più possibile e mi fa piacere sapere che almeno secondo qualcuno ci sono riuscita. Grazie mille per aver recensito di nuovo ^^
Spero
che vi sia piaciuta. I commenti sono, come sempre, graditi. Grazie per averla
letta.
Questo
è il bellissimo commento che ha fatto Dreaming Ferret. Che emozione
*///*
8^
Classificata
All of the things we want each other to be, we never will be di Shia
Correttezza morfo-sintattica: 8/10
Stile: 8/10
Originalità: 7/10
Caratterizzazione dei personaggi: 9/10
Attinenza
alla traccia: 10/10
Totale: 42/50
Per prima cosa, fic perfettamente
attinente con la frase che hai scelto, anche se hai deciso di inserire una
canzone diversa da quella da cui era stata tratta la frase. Hinata mi è sembrata
IC, così come il padre, anche se qui, forse, è fin troppo duro con lei. La
scelta di scrivere una song-fic non ha fatto che far aumentare il mio punteggio
per lo stile, quello che l'ha fatto abbassare è però il modo in cui hai deciso
di raccontare la storia. Il monologo di Hinata in alcuni punti appesantisce un
po' troppo la lettura, e influenza in negativo il suo scorrimento. Stessa cosa
dal punto di vista grammaticale: non ci sono errori di battitura, ma le frasi
sono troppo unite tra loro, avresti dovuto dividere di più ogni capoverso.
Un'altra cosa che ti ha fatto perdere qualche punto è stata l'originalità: non è
nuovo questo "sfogo" di Hinata verso il padre e il fatto che tutti la
considerino "inutile". In totale, però, è una fic molto valida, scritta bene, ma
soprattutto ricca di sentimento. Bravissima!