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Autore: imoto    01/06/2015    3 recensioni
Dalla storia:
[...forse era meglio aggiungersi una visita all'ospedale nel programma di quella sera
< Mh, A.. Aiu.to >
Si, ero proprio necessario aggiungersi un giro al Pronto Soccorso.
< Ma che...? Sei fuori mocciosa? Ora uno non può più neanche dormire in pace?! >
< Non nel mio letto, quindi fuori o ti denuncio >
La ignorai tonando a stendermi sotto le coperte per dormire, infondo era pur sempre l'una di notte.]
Perché per battere il tuo nemico è fondamentale conoscerlo a fondo!
Salve gente, Imoto è tornata con una nuova storia tutta firmata ZoNami! Entrate e date un occhiata, non ve ne pentirete!
**Fanfiction partecipante alla Zonami Week indetta dal Midori Mikan**
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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INFIERMIERA1: Dottore, la paziente è grave!!!
DOTTORE: quali sono i sintomi?
INFERMIERA1: epistassi nasale, tachicardia e delirio!!!
DOTTORE: Un’altra?!? Cosa farnetica la paziente?
INFERMIERA1: parla di quarte spade, mandarini rubati, mocciose e buzzurri allupati e… oh dottore, non posso credere a quanto sto per dirle: farnetica di un luogo dove tutto ciò avviene veramente!!!
DOTTORE: dannazione!!! Dev’essere un epidemia!!! È la decima ragazza in poche ore che arriva con li stessi sintomi… che sarà mai?!?
INFERMIERA2: forse lo so…
DOTTORE: su parli allora… cosa causa tutto ciò?!?
INFERMIERA2: semplice: la settimana Zonami indetta dal Midori Mikan


DI VACANZE IN CAMPER, SBONZE E DISPETTI

"1, 2, 3... 5.... 7...... 10... 15!"

Sbuffai leggermente mentre cercavo la chiave del camper, la maledetta aveva deciso di giocare a nascondino nelle mie tasche, la trovai dopo numerose imprecazioni e maledizioni dirette a lei e ai suoi produttori. Aprì la porta, accesi la luce e abbandonai tutto per terra propio all'entrata, tanto ero in vacanza da sola e non c'era nessuno che potesse disturbarmi.
L'idea di andare in vacanza non era neanche stata mia, ma della mia migliore amica Nojiko, eravamo così legate da considerarci quasi sorelle, ma pochi giorni prima del viaggio suo padre era stato ricoverato in ospedale a causa di una brutta caduta dalle scale che gli aveva causato la rottura di un femore e quindi eccomi qui, in vacanza, da sola.
Tutto sommato Cervia era anche un bel paesino e ci sapevano fare con i turisti, con gli aquiloni che in quei giorni solcavano il cielo cercando di scappare trasportati dal vento, ma trattenuti dai loro padroni a terra e la città piena di turisti di ogni nazionalità.

< AHHH! è GELATA!!!! >

Accidenti a me! Ero entrata in doccia senza controllare la temperatura dell'acqua!

< Cavolo... oh, adesso è calda >

Tornai a immergermi sotto il getto dell'acqua, mi insaponai i capelli lunghi fino a metà schiena e di colore arancione, li avevo tinti così alle medie per capriccio, poi era diventato il mio colore distintivo e avevo continuato a tenerlo.
Spensi il getto della doccia e mi avvolsi nell'asciugamano in spugna bianca e morbida mentre andavo a prendere la biancheria e il pigiama.
Quella sera non avevo voglia di uscire e non avevo fame, il programma per il momento comprendeva il vestirsi, farsi una tazza di tisana e magari andare a letto; sobbalzai quando sentì un tonfo provenire da fuori dal camper, uscì immediatamente a controllare notando un uomo steso a terra, forse era meglio aggiungersi una visita all'ospedale nel programma di quella sera

< Mh, A.. Aiu.. to >

Si, ero proprio necessario aggiungersi un giro al Pronto Soccorso.

***


Per fortuna alla fine quando mi ero avvicinata avevo scoperto che quell'uomo non aveva nulla di preuccupante se non una colossale sbronza... e i capelli verdi, anche quelli erano preuccupanti.
Dopo aver constatato che non era in fin di vita e non era necessario chiamare il 118 me lo ero caricato sulle spalle di peso e lo avevo messo a dormire nel mio letto nella speranza che si riprendesse per il mattino dopo, infondo era un bell'uomo, chissà che per ringraziarmi non ci scappasse qualche servizzietto in più...

< Ma che cazzo...? E tu chi sei? >
< Colei che ti ha salvato da una notte in mezzo alla strada con una sbronza da annali! >

Poteva anche essere un pò più gentile, e che cavolo!

< Io non credo, io non prendo ma una sbronza, io non mi ubriaco! E ora vattene dal mio camper! >

Un bel corpo, con un carattere di merda
< Primo: questo è il MIO camper! Secondo: tu eri ubriaco marcio, lo si vedeva lontano un miglio! Terzo: vedi di essere un pò più educato, buzzurro! >
< Tsk, mocciosa >
< Ma come ti permetti?! >
< Mi permetto eccome, mocciosa! >
< In questo caso fuori di qui! >

La risposta fu un'occhiata dubbiosa da parte sua prima che si girasse tornano a dormire

< HEI! Non mi hai sentito? FUORI DI QUA! ORA! >
< ... >

Ok, basta aveva raggiunto il limite! Alzandomi di scatto andai in cucina a prendere un bicchiere d'acqua e poi glielo versai in viso.

< Ma che...? Sei fuori mocciosa? Ora uno non può più neanche dormire in pace?! >
< Non nel mio letto, quindi fuori o ti denuncio >
< Tsk, mocciosa >

Lo sentì borbottare mentre si alzava e se ne andava sbattendo la porta, un vero buzzuro!

***


< Io ubriaco, ma quando mai, io? IO? Il grande Roronoa Zoro ubriaco, puah! >

Certo però che per essere solo una mocciosa era carina, se non fosse stato per quel suo carattere del cazzo avrei anche potuto farci un pensierino.

< ANCORA TU? NON TI AVEVO DETTO DI ANDARTENE? >

No, non poteva essere lei, mi girai di scatto, che ci faceva la mocciosa dietro di me?!

< Dì la verità mocciosa, mi hai seguito! >
< MA CHE... ? SEI FUORI? SEI TU CHE TI TROVI DI FRONTE ALLA MIA PIAZZIOLA!!! >
< Impossibile, io ho girato a destra, e poi a destra e a destra di nuovo! >
< Oddio, non ci credo! >

La vidi spiaccicarsi una mano in faccia in preda alla disperazione, cosa aveva da lamentarsi dico io?

< Non solo sei un buzzurro, ma pure un idiota, hai girato in tondo!!!! GENIO! >
< Cos.. NO! >
< SI >
< NO >
< SI >
< NO >
< SI >
< NO >
< SI! NON VEDI CHE QUESTA é LA PIAZZOLA NUMERO 15? LA STESSA DA CUI SEI PARTITO STAMATTINA?? >
< E SECONDO TE IO CONTROLLO I NUMERI DI TUTTE LE PIAZZOLE CHE PASSO?? >
< Tu... Io... EH! Lascia stare che è meglio, piuttosto che numero è la tua piazzola che ti accompagno così sono sicra di non avrti più tra i piedi?! >
< GUARDA CHE CI POSSO RIUSCIRE ANCHE DA SOLO! >

Tsk, se quella strega pensa che basti una occhiataccia per farmi capitolare si sbaglia, sono perfettamente capace di raggiungere il mio camper da solo!

< La. Tua. Piazzola. Ora. > disse la mocciosa scandendo le parole una ad una, ma chi si credeva?

< Posso. Raggiungerla. Da. Solo. > dissi facendole il verso, se voleva la guerra che guerra fosse!

***


Nami, calmati, non puoi ucciderlo ora, ci sono troppi testimoni, MA COME SI PERMETTE DI FARMI IL VERSO?

< Ok! > dissi digrignando i denti e cercando di trattenere la rabbia < Allora raggiungila da solo la tua cavolo di piazzola! >

Se voleva la guerra non mi sarei certo tirata indietro, avrei combattuto e vinto, potete giurarci!
Gli girai le spalle per incamminarmi verso la spiaggia, avevo tutta la voglia di divertirmi senza quello... a proposito come si chiamava? Ma chissenefrega, tanto non lo avrei più rivisto!

***


Finalmente quella strega di... come si chiamava? Tsk, infondo non importava, non mi sarebbe servito a nulla, ma infondo... per battere il tuo nemico lo devi prima conoscere, no?! Zoro ghigno, aveva in mente un piano!

***


< MA CHE CAZZ... >
< Signorina può evitare di usare un simile linguaggio? Ci sono anche dei bambini qui! >

Mi girai di scatto verso la donna che stava attraversando la strada in quel momento notando che aveva effettivamente dei bambini con sè, probabilmente i suoi figli.

< Si, si, certo mi scusi! >

Quella annui soddisfatta prima di girarsi e ricominciare a camminare, io tornai semplicemente a fissare il mio camper, o quello che ne era rimasto!
Qualcuno me lo aveva completamente ricoperto di scritte e disegni fatte con le bombolette spary, e io avevo anche un'idea su chi fosse stato!
La rabbia torno prepotente a farsi strada nelle mie vene e probabilmente in quel momento chiunque si sarebbe ben guardato dall'avvicinarsi a me, chiunque tranne lui.

< Allora mocciosa, ti piace come ho riverniciato il tuo camper, lo trovo molto artistico! >

Lui, era li, le bombolette vuote ancora abbandonate ai suoi piedi, quel sorrisono del cazzo sul volto, le braccia incrociate la petto e una bandana nera in testa.

IO. LO. AVREI. UCCISO.

< MA IO TI AMMAZZO!!!!!!! >

Con uno scatto mi fiondai verso di lui con tutta l'intenzione di tirargli almeno un pugno sul naso, ma con un'agilità inaspettata schivo il mio assalto spostandosi verso sinistra.
Immediatamente mi alzai dalla mia rovinosa caduta provando nuovamente a colpirlo, ma con l'unico risultato di cadere nuovamente.
Continuammo così per un pò, con io che cercavo di colpirlo e lui che schivava, non ero mai stata una grande atleta e ben presto l'adrenalina mista alla rabbia che mi circolava nel sangue si esaurì fiaccandomi e facendomi venire il fiatone, lui, d'altro canto, sembava fresco come una rosa e per nulla affaticato. Digrinìgnai i denti per quella ingiustizia.

< Che c'è mocciosa? Ti sei già stancata? >
< Gradirei che mi chiamassi con il mio nome buzzurro che non sei altro, e poi non sono una mocciosa >

Anche se ero stanca non voleva dire che mi sarei arresa, potevo sempre discutere con lui.

< Vedi che sei propio una mocciosa? Non mi hai detto il tuo nome! > mi rinfaccio compiacendosi della sua piccola vittoria.
< Mi chiamo Nami, buzzurro che non sei altro! E poi neanche tu mi hai detto il tuo nome! >
< Io mi chiamo Zoro mocciosa! >
< TI HO DETTO DI NON CHIAMARMI MOCCIOSA!! >
< E perchè mai mocciosa? Se preferisci ti posso sempre chiamare strega! >
< MA COME TI PERMETTI!!! >

Con uno scatto che non mi sarei mai aspettata da me stessa tornai all'attaco come una belva inferocità, lui probabilmente preso di sorpresa non fece in tempo a spostarsi del tutto e così inciampai nel suo piede cadendo per terra.
L'ultima cosa che vidi fu il terreno avvicinarsi sempre di più, poi il buio.

***


< Cazzo... >

Sbuffai mentre cercavo per la centesiama volta la piazzola del mio caper, la numero 4, doveva essere vicino all'ingresso... MA DOVE CAZZO ERA L'INGRESSO???
Dovevo darmi una calmata, certo però che era difficile darsi una calmata con una ragazza svenuta sulle spalle. Non riuscivo ancora a capire come avesse fatto a cadere e sbattere la testa sull'unico masso nel raggio di Km, doveva essere proprio sfiga. Fortuna che non si era fatta troppo male.
Perchè la stavo portando nel mio camper? Certo, il suo era più vicino, ma dubito che l'odore di vernice delle bombolette spray sia molto salutare per una persona svenuta, infondo quando era tornata avevo appena finito il mio sublime lavoro di verniciatore provetto.
Mi sistemai meglio la mocciosa, Nami, sulle spalle e ripartii alla ricerca del camper perduto... che ritrovai dopo un buon quarto d'ora!
Aprii la porta con il piede e poggiai Nami sul letto mentre andavo a prendere la cassetta di primo soccorso, per fortuna me la portavo sempre dietro visto che con il lavoro che facevo era facile ferirsi, come dimostravono i vari tagli e cicatrici che avevo sul corpo.
Avvicinatomi al letto la prima cosa che feci fu controllare che non ci fossero ferite gravi o che gli uscisse del sangue dalle orecchie, non sembrava aver riportato nessun tipo di trauma cranico per fortuna! Sembrava tutto a posto quindi mi limitai a poggiarle un sacchetto di ghiaccio in testa, ma per avere la conferma che stesse davvero bene dovevo attendere che si svegliasse.

< Gnn... >
< Oi mocciosa, stai bene? >
< Ma che... dove sono? >

La vedi tirarsi a sedere facendo cadere il sacchetto di ghiaccio che le fini in grembo, lei lo guardo confusa!

< Sei nel mio camper, sei caduta e hai sbattuto la testa svenendo, ti ricordi? >
< ...ah, si certo, io, ecco... grazie?! >

Scrollai le spalle indifferente

< Così siamo pari, una volta tu e una volta io >

Sbatte le parpebre un paio di volte, confusa, poi nei suoi occhi sembro accendersi la consapevolezza di ciò che avevo detto.

< AH, s-si, certo! >

La vidi cercare di alzarsi in piedi, probabilmente per andarsene, ma solo per ricadere seduta sul letto a causa di un capogiro.

< Hai sbattuto la testa, sei fortunata a non aver riportato nessun danno, ti conviene stenderti e riposare un pò! >
< No, sono perfettamente in grado di badare a me stessa e non ho intenzione di stare qui! >
< Mocciosa! Ascoltami attentamente: hai sbattuto la testa, stai male e ti devi riposare, non ho intenzione di lasciarti andare in giro per il campo in piena notte con il rischio che tu svenga da qualche parte! >

Che cavolo... me la ero portata a casa mia, ero stato io, seppur indirettamente, a farle sbattere la testa, il minimo che potessi fare era controllare che stesse bene e si riprendesse!

< Piena notte...? >

Mi guardo confusa

< SI >
< Oh... allora, io, ok, va bene resto, ma domani vedi di mettere un pò a posto questo porcile sono stata chiara? >
< Tsk >

La ignorai tonando a stendermi sotto le coperte per dormire, infondo era pur sempre l'una di notte.

***


I giorni continuarono a passare così tutti uguali e come promesso il giorno dopo l'incidente Nami aveva costretto Zoro a ripulire il camper da cima a fondo rendendolo così pulito che si sarebbe potuto mangiare per terra.
Zoro da parte sua costrinse Nami a rimanere un'altro paio di giorni li per riposare ed evitare che se succedesse qualcosa fosse sola, e i giorni passavano uno dopo l'altro tutti uguali.
Nami infastidiva Zoro e litigavano.
Zoro provocava Nami e litigavano.
Si era creata una sorta di complicità ed equilibrio in quella strana e pseudo-forzata convivenza che rendeva impossibile per Nami abbandonare tutto e tornarsene a casa sua, così come Zoro non aveva mai mostrato intenzione di lasciarla andare, anzi continuava a tenerla lì dicendo che era meglio che riposasse a causa della botta in testa.
Lo sapevano entrambi che la caduta era solo una stupidissima scusa e che non sarebbe potuta durare in eterno, ma per adesso andava bene così, tra litigate e risate, battuttine velate e insulti divertiti, andava bene così.br> E intanto i giorni passavano...

***


< Mamma, mamma, mamma! >
< Cosa c'è Kiko?! >
< Posso andare in spiaggia con papà oggi pomeriggio?! >
< Non lo so, devi chiederlo a tuo padre! HEI BUZZURO, NON HAI SENTITO COSA TI HA CHIESTO TUO FIGLIO?! >
< HO SENTITO FIN TROPPO BENE MOCCIOSA, E TU KIKO TI HO GIA DETTO CHE OGGI POMERIGGIO NON POSSO! >
< Ma perchèèèèè? Non è giustooooo >
< Se tuo padre non può, non può Kiko! >
< Ma... >
< Niente ma! >
< Ok, uffa! >

Improvvisamente Kiko si sentì tirare su per poi trovarsi sulle spalle muscolose del padre
< Se ti ci porto domani va bene Kiko?! >
< SIIIIIIII, SEI IL PAPà PIù FANTASTICO DEL MONDO!!!!! >
< Smettetela voi due e venite a tavola che è pronta la cena >
< Ok, mamma...? >
< Si? >
< Ma tu e papà come vi siete conosciuti? >

Nami si giro a guardare Zoro che ghignava nella sua direzione e ricambiò con un sorriso

< è una lunga storia tesoro... >
< Raccontamela! >
< Tutto cominciò quando... >





ANGOLO DELLA PAZZA AUTRICE:
Sarò sicera, non so da dove mi sia uscita questa cosa!
Semplicemente per il ponte del primo maggio sono andata a Pinarella di Cervia per il festival internazionale dell'aquilone con la mia famiglia e mi è uscito... questo!
So che non ha senso, non è bellissima ne un capolavoro di letteratura, ma io l'ho scritta di getto e per la Zonami Week mi sembrava perfetta!
Complimeti a tutti i coraggiosi che sono arrivati fino a qui, davvero i miei complimeti!
Finchè ci siete che ne dite di lasciarmi una piccola recensione?! Mi bastano poche parole! Critiche, complimenti, aiuti, tutti è ben accetto tranne gli insulti!
Quindi ricordate:
RECENSITE E ALLA PROSSIMA STORIA


  
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