-Che ci fai qui? Ti pensavo chissà dove nella grande mela. – mi allontanò appena, facendo forza sulle mie spalle. Perché sembrava non essere felice di vedermi?
-Volevo tornare a casa. Non posso? – chiesi alando un sopracciglio, abbassando poi lo sguardo ferito; probabilmente, non mi aveva ancora perdonato e in fondo al cuore lo comprendevo: lo avevo abbandonato, lo avevo lasciato solo dopo che mi aveva detto di avermi amato.
I nostri sentimenti erano stati mutuali, ma alla fine sapevo che eravamo troppo diversi; nessuno dei due sarebbe stato felice insieme all’altro. Io volevo vivere in città, nel caotico e dolce caos dinamica, mentre lui preferiva la tranquillità di quella terra in cui era nato e che a me stava stretta, il profumo di quei limoni che baciava come amanti e di cui io ero sempre stato geloso.
Eravamo l’uno l’antitesi dell’altro; troppo diversi, ma allo stesso tempo così perfetti. Linee parallele, incidenti.
-C… certo che puoi! Mi hai solo sorpreso. – si chinò a raccogliere i limoni, in fretta, nervoso. Che diavolo aveva?