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Autore: the_game_is_on    02/06/2015    0 recensioni
Dal testo:
Sherlock non aveva mai capito perché alla gente piaceva innamorarsi, non aveva mai capito l'utilità di tutti i sentimenti. L'unico che prendeva in considerazione era l'odio, non che lui ne provasse, ma era utile per risolvere i casi più semplici o quelli più contorti. Il caso che si presentò alla sua mente fu Jonh Watson, il mistero che non avrebbe mai risolto. Come faceva una sola persona a salvare delle vite, a convincere un uomo armato di non sparare o a rivolgere una parola di conforto a tutti? Ma il mistero più grande di quell'uomo non era quello, affatto. Il mistero più grande era l'iceberg Sherlock che si scioglieva al suo sorriso. Sherlock aveva deciso di non provare sentimenti per avere la mente più lucida, pulita. Scomporre un'informazione analizzandone i pezzi, senza implicazioni morali o cose del genere. Dopo il tempo che passò da quando era pieno di emozioni, lui dimenticò quest'ultime, come dimenticò l' informazione che la Terra gira attorno al Sole. Non se ne curò, non gli servivano a scopi pratici, dato che la tristezza non poteva risolvere un caso come non poteva riscaldare una tazza di the.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sherlock non aveva mai capito perché alla gente piaceva innamorarsi, non aveva mai capito l'utilità di tutti i sentimenti. L'unico che prendeva in considerazione era l'odio, non che lui ne provasse, ma era utile per risolvere i casi più semplici o quelli più contorti. Il caso che si presentò alla sua mente fu Jonh Watson, il mistero che non avrebbe mai risolto. Come faceva una sola persona a salvare delle vite, a convincere un uomo armato di non sparare o a rivolgere una parola di conforto a tutti? Ma il mistero più grande di quell'uomo non era quello, affatto. Il mistero più grande era l'iceberg Sherlock che si scioglieva al suo sorriso. Sherlock aveva deciso di non provare sentimenti per avere la mente più lucida, pulita. Scomporre un'informazione analizzandone i pezzi, senza implicazioni morali o cose del genere. Dopo il tempo che passò da quando era pieno di emozioni, lui dimenticò quest'ultime, come dimenticò l' informazione che la Terra gira attorno al Sole. Non se ne curò, non gli servivano a scopi pratici, dato che la tristezza non poteva risolvere un caso come non poteva riscaldare una tazza di the. Così Sherlock, come conseguenza dimenticò come riconoscere le emozioni, quindi, trovandosi faccia a faccia con uno John sorridente, Sherlock credeva che quella sensazione in fondo allo stomaco era indigestione. Oppure, sentendo John ridere, Sherlock arrivò a pensare di avere un tumore al cervello o di aver inavvertitamente preso qualche droga.
Al suo matrimonio provò una nuova sensazione, non sapeva più cos'era, ma si sentiva come bruciare dentro quando John veniva baciato da sua moglie. Sherlock sentiva come il bisogno di spingere Mary, come se le loro vite dipendessero da quello, come l'istinto di spostare una persona dalla traiettoria di una macchina in corsa o da quella di un proiettile di un cecchino. Da quel giorno quella sensazione si era rintanata in un angolino del suo cervello senza mai lasciarlo libero. Lui imparò ad ignorarla, ma ogni volta che vedeva un contatto tra Mary e John, essa tornava rumorosa e fastidiosa ad invadere la sua mente.
Quando ebbe l'opportunità di sparare Magnussen, non ci aveva pensato due volte. Non aveva agito alla cieca, aveva pensato ad ogni singola conseguenza di quell'atto disperato. Aveva pensato a tutti i testimoni, alle accuse, al processo, a come suo fratello, che aveva in mano il governo inglese, avrebbe riagito. Non si vergognò di se stesso, neanche per un minuto, e non se ne pentì. Le cose che perse dopo che ebbe premuto il grilletto non erano niente in confronto a ciò che avrebbe potuto perdere se fosse stato codardo: John. La sua vita senza lui era ormai noiosa agli occhi non più apatici di Sherlock. Non voleva nemmeno immaginare di tornare alle origini, alla sua vita precedente, era ormai un capitolo chiuso. Perfino adesso che non vivevano più insieme era disposto ad accettare la sua mancanza nell'appartamento per quelle poche ore al giorno che passavano insieme.
Doverlo salutare fu la cosa che più lo colpì nel suo animo. Sapere che quegli ultimi istanti a scrutare il suo perfetto volto sarebbero stati impressi nella sua memoria lo motivarono a vederlo per l'ultima volta sorridere grazie a lui. Quella stupida cosa del nome che avrebbero dato alla bambina in arrivo fu solo uno stupido pretesto. Lui non voleva davvero che il suo migliore amico chiamasse suo figlio così. Sherlock credeva che per John sarebbe stato meglio ripensare al tempo passato con lui come una notte a Las Vegas: ti ricordi di quante emozioni eccitanti hai provato, ma rimangono solo quello: ricordi. Sherlock sapeva che John avrebbe rimpianto le avventure tra le strade di Londra, ne era certo, perché lui stesso provava quello e capiva di cosa si trattasse. L'unica cosa che voleva davvero era vederlo sorridere per l'ultima volta, ma non riusciva a capire che dietro tutto ciò c'era il desiderio di provare di nuovo emozioni utili solo per apprezzare a pieno un suo abbraccio. Ma Sherlock non voleva uno stupido abbraccio, voleva essere amato tanto quanto il suo cuore inconsapevole faceva.
 

NdA: grazie all'inesauribile fonte di ispirazione chiamata Tumblr, ho immaginato il perché della frase di Sherlock che diceva che il suo nome è femminile. Naturalmente non potevo che non ricamarci sopra solo un pochino e immaginare una versione di Sherlock che non capisce. Spero che quello che ne è uscito fuori sia piacevole. È ambientato durante i quattro minuti di viaggio in aereo, prima che Moriarty appaia su tutti i schermi. La mia teoria su Sherlock e John è che il primo è innamorato e non lo sa e il maritino sa dei sentimenti di Sherlock e si sente in colpa o sentimenti del genere. Magari se mi viene l'ispirazione faccio anche il punto  di vista di John, non lo so. Mi raccomando, fatemi sapere con una piccola recensione, che sia bella o brutta è sempre gradita. Mi piacerebbe anche una sola frase, come a me piacciono le carote. Insomma, tutto è gradito!
   
 
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